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Walsh scuoteva lentamente la testa.

Lara disse: — Questo vuol dire che lei ha fiducia in noi.

W.F. aveva finito di bendare le mani di Joe e disse: — Ma siamo noi a non aver fiducia in lui. Per niente!

North si strinse nelle spalle. — Ovviamente no. È questa la ragione per cui ho scritto la confessione. Dovete promettermi che non ne farete alcun uso e non ne parlerete a meno che io non minacci di nuovo Walsh. Io so che manterrete la promessa, ma se non lo faceste io mi considererei libero di informare i giornali di ciò che vi ho detto. Posso aggiungere che alcuni amici miei si occuperebbero di Joe e Jennifer.

Sopra le loro teste il vocio della folla era diventato così incessante che quasi lui non lo sentiva più. All’improvviso le migliaia di voci tacquero e la voce di Lara sembrò innaturalmente alta. — Credo che dovremo permetterglielo — disse.

Walsh la guardò incredulo. — Fargli fare da secondo a Joe?

North disse: — Farò tutto quello che mi dirai. Hai la mia parola d’onore.

Walsh scosse la testa. — Non ci sarò io lì con te. Ci sarà W.F.

W.F. protestò. — Ehi, aspetta un momento!

Walsh disse: — W.F., non permetterò che tu perda l’occasione di fare da secondo a Joe per colpa mia.

— Un momento… Joe ha bisogno di te. Sei tu che hai studiato la strategia e tutto il resto.

Il grosso pugile che fino ad allora sembrava che fosse stato ad ascoltare senza dimostrare alcun interesse, annuì vigorosamente.

Lara domandò: — Ti piacerebbe vedere l’incontro da un posto di ring, Eddie? Un posto proprio vicino all’angolo di Joe? Se vuoi, posso procurartene uno.

— Certo! — le disse Walsh pieno di gratitudine. — Certo che mi piacerebbe. — Il sudore che imperlava la fronte dell’ometto scomparve assorbito da un fazzoletto giallo.

— Forse, quando il pubblico avrà visto a sufficienza il signor North, tu e lui potrete scambiarvi il posto.

North annuì. — È possibile, ma sarò io a deciderlo, non Walsh. — Nella sua voce c’era una nota di trionfo.

— Siamo d’accordo. Firmi quel documento, allora, e tutto sarà sistemato. — Lara si voltò verso di lui. — Non mi sembri del tutto convinto.

Lui domandò: — Ma non leggi prima il documento?

— Che differenza…

Qualcuno bussò alla porta e una voce disse: — È ora, Joe! Sei pronto?

Joe si alzò con un balzo dal lettino del massaggiatore e si diresse verso la porta. W.F. lo seguì con la valigetta bianca e rossa. — Allora adesso l’altro secondo sei tu? — domandò a North. — Va bene, allora prendi il secchio e tutti quegli asciugamani.

— Subito. — North firmò il documento e lo dette a Lara.

Lei lo aprì e gli dette un’occhiata. — Jennifer? Se vuoi un posto anche tu, non c’è nessun problema.

La bionda scosse la testa. — Io non vengo mai a vedere. Preferisco rimanere qui ad aspettare.

Lara fece un cenno verso di lui. — Vieni con me. — Lui avrebbe voluto ricordarle che non gli aveva detto “Vieni con me” quando se n’era andata via da Mamma Capini.

Appena W.F. aprì la porta per far passare Joe, ci fu una raffica di domande da parte dei giornalisti e un lampeggiare incessante di flash dei fotografi. Walsh camminava in punta di piedi e parlava fitto fitto con Joe cercando di tenere le labbra attaccate al suo orecchio mentre Joe batteva i guantoni uno contro l’altro.

Lui stava per seguirli, ma Lara lo trattenne. — Eddie, Joe e W.F. saliranno insieme sullo stesso ascensore — gli disse. — È un loro privilegio. Questa volta ci sarà anche North, mi dispiace, ma non si può evitare. Quando raggiungeranno il ring, purtroppo Eddie li dovrà lasciare è per lui sarà dura. — Aspettarono qualche secondo prima di uscire sul corridoio che ora era deserto. Lara chiuse la porta verde dietro le loro spalle.

— Dove stiamo andando? — le domandò lui.

— Raggiungiamo il mio patrigno. Due guardie del corpo dovranno cedere i loro posti a te e a Eddie. Non saranno molto contenti, ma possono restare in piedi.

— Posso farti qualche domanda?

— Certo. — Lara sembrava preoccupata e lui sembrò sorpreso e felice quando sentì la mano di lei che s’insinuava nella sua.

— Quando siamo usciti da Mamma Capini era l’ora di pranzo… quasi l’una.

— Per noi era ora di pranzo — disse lei. — Ma altre persone stavano cenando, non te ne sei accorto? — Sul mio orologio — disse guardandolo — sono le due e qualche minuto. Che ore sono qui?

— Sono le dieci passate. Perché ti aspetti che sia la stessa ora in posti diversi? Se tu chiamassi al telefono Londra dopo pranzo, saresti sorpreso di sentire che lì è l’ora del tè?

— Per me sono passati degli anni. — Provò a contarli, ma non ci riuscì. — Quanto tempo è passato per Eddie, Joe e W.F.?

— Che importanza ha? — Nel frattempo erano arrivati agli ascensori; Lara schiacciò il bottone con la mano con cui teneva la borsa.

— Quanto tempo? — insisté lui.

— Circa quattro mesi, almeno così ha detto North.

— Tu sei una dea. — Dovette fare uno sforzo per fare arrivare le parole alle labbra, ma alla fine ci riuscì. — Tu vivi per sempre?

Quando furono entrati nell’ascensore, Lara si voltò a guardarlo, ma nei suoi occhi non c’era uno sguardo di derisione. — Ci sono molti “per sempre” — disse. L’ascensore cominciò a salire.

Lui la prese fra le braccia, non all’improvviso o con violenza, ma avvolgendola come farebbe un fiore con un’ape, come se l’ape fosse la sua amante e non semplicemente un’intermediaria. Il bacio di lei, morbido e caldo, gli punse le labbra.

Schiacciata fra i loro corpi, Tina gridò: — Ehi! — Ma loro la ignorarono.

Le porte dell’ascensore si aprirono. — Sono Laura Nomos — gli disse Lara. — Sono un avvocato e sono la figliastra di un funzionario di stato. Noi due siamo semplici conoscenti. — A voce bassa aggiunse: — Non c’è bisogno che tu ti pulisca la bocca… le donne se la dipingono per somigliare a me.

Non c’era nemmeno bisogno di sussurrare, pensò lui: Sailor Sawyer aveva fatto un volteggio sopra le corde ed era saltato sul ring e metà del pubblico si era alzato in piedi e lo stava acclamando.

— Adesso lo applaudono — mormorò Lara — ma fra qualche anno sarà morto, come loro. Lasciamo che lottino con la Morte, un avversario degno di essere combattuto con tutte le forze.

— Credevo che Joe ti piacesse — disse mentre si avviavano verso i loro posti.

— E infatti mi piace. È come un bambino, un grosso bambino serio, ansioso di compiacere e di comportarsi bene. E mi piace Eddie, perché è disposto a morire per riuscire a trasformare il mondo in modo che si adatti ai suoi sogni. E W.F., perché vuol bene a tutti e due.

Quando arrivarono, Klamm aveva già preso posto nella prima fila e accanto a lui c’era un posto vuoto. Lara fece un gesto all’uomo seduto una sedia più in là e l’uomo si alzò allontanandosi. Lara si mise a sedere accanto a Klamm e batté una mano sul posto vuoto accanto a lei.

Lui si sedette e lei disse: — Patrigno, questo è il mio amico Adam K. Green… Adam, questo è Adalwolf Wilhelm Klamm.

Il vecchio si chinò verso di lui per stringergli la mano e lui notò che aveva gli occhi assenti come se dormisse. — Qvesto è crande piacere, Herr K. — Parlava con un forte accento tedesco.

Lui disse: — È un vero onore per me, signore.

— Allora — osservò Klamm rivolto a Lara e indicando Sawyer. — Tu credi ke il tuo Joe lo patterà?

Con finto tono deciso Lara dichiarò: — Io non lo credo, lo so.

— Allora scommettiamo. Piglietti per teatro, qvalunqve spettacolo tu fuoi, o qvalunqve foglio io. E fincerò sicuramente io.

Lara disse: — Non da mai una possibilità a un figlio di puttana. — Si strinsero solennemente la mano.