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Nonostante l’impacco di ghiaccio lui tentò di annuire.

— Hai avuto fegato. — Le parole gli arrivarono indistinte perché Joe portava ancora il salvadenti.

La campana rintoccò una sola volta; Klamm l’aveva colpita con la cassa del suo vecchio orologio da taschino.

— Adesso devo proprio andare — borbottò Joe. — Ma sei tu il vero campione.

— Stai tranquillo — gli disse W.F.

Klamm disse: — L’incontro… defe continuare così loro dimenticano qvello ke è successo. Qvesto round sarà piuttosto lungo, ja? È possibile ke alla fine pubblico diventa ancora nervoso. — Klamm non si stava rivolgendo a lui, ma all’arbitro.

Un tipo con la faccia da duro che riconobbe come una delle guardie del corpo di Klamm domandò: — Dove è andata a finire l’altra pistola?

Walsh gliela porse timidamente dalla parte del calcio. — Sono riuscito a sparargli una volta sola — confessò Walsh.

— Fra me e lui c’era sempre qualcuno.

— Meno male che non hai provato una seconda volta.

Walsh annuì. — Non si può mai sapere.

— Lo portiamo all’ospedale — stava dicendo Klamm a W.F. — Lo facciamo federe da un medico. Tu defi occuparti di Joe, ja?

W.F. gli tolse il ghiaccio e gli cambiò il cotone emostatico nelle narici. La guardia del corpo di Klamm lo aiutò a passare tra le porte. Lui cercò con lo sguardo Lara, ma lei se n’era andata.

— Non è più qvi, Herr K — gli disse Klamm come se lui avesse parlato. Ma non l’aveva fatto perché faceva troppa fatica a parlare. Klamm però aveva capito, Klamm gli aveva letto nel pensiero, o almeno aveva letto nell’espressione del suo viso e notato la direzione del suo sguardo. Per la prima volta lo colpì l’idea che uno non diventa ministro per caso, che quel vecchio dall’aria sonnolenta con i baffi tinti, probabilmente era una persona di grande capacità.

La guardia del corpo gli domandò se riusciva a camminare. — Lui cammina — dichiarò Klamm — è un turo, un Raufbold, ja?

Il dolore che gli dava il naso fratturato era insopportabile. Si domandò se aveva qualcos’altro di rotto.

Ah, sì! i denti. Ma al confronto non gli facevano poi così male.

Intorno all’arena c’era una marea ondeggiante di parecchie centinaia di uomini. “North è morto!”, “North è morto!”, “Là dentro hanno appena ammazzato Bill North!”, gridavano da ogni parte. Lui non riusciva a distinguere chi pronunciava quelle parole, perché erano tutti a gridare. Un uomo, all’incirca della sua età, piangeva senza ritegno, le guance olivastre bagnate di lacrime. Le guardie di Klamm tenevano le armi in pugno, uno aveva una strana pistola con un caricatore lungo e ricurvo, forse era una mitraglietta.

Tre automobili nere, una era un’enorme limousine, erano ferme accanto al marciapiede. — Lui fiene con me — disse Klamm a qualcuno. — Non è bisogno ke tu fenga.

Un autista in uniforme, armato di pistola, aprì la portiera posteriore. Klamm entrò per primo e scivolò sull’ampio sedile di pelle per fargli posto. La portiera si richiuse alle sue spalle con un leggero clic.

— Fatti privati, Rudy — disse Klamm, e una spessa lastra di cristallo si alzò dallo schienale del sedile anteriore fino a raggiungere il tetto dell’auto. Un attimo dopo la limousine si staccò dolcemente dal marciapiede. Un’auto nera li precedeva e lui sospettò che l’altra li seguisse, ma non si disturbò a girare la testa per controllare.

— Ha salfato mia fita — disse Klamm. — Se posso, foglio dare premio. Ho soldi e sono importante in qvesto paese.

— No — disse lui cercando di scuotere piano la testa.

Dall’interno della tasca sentì Tina che diceva: — Ha bisogno del tuo aiuto, papà.

— Allora lo afrà. Qvalsiasi cosa.

Lui disse: — Voglio ritrovare Laura.

Il vecchio sospirò: — È qvello ke vogliamo tutti, Herr K.

— Lara è sua figlia… la sua figliastra.

— È una donna adulta la mia figliastra. Fa qvello ke fuole. Qvalche folta mi dice, perché mi fuole bene, ma qvasi sempre no. Se posso io l’aiuto, ma non posso dire il suo appartamento è qvi o il suo albergo.

— No — disse lui. — Non è giusto.

— Ke fuol dire, Herr K? — Klamm si appoggiò in un angolo del sedile fissandolo con occhi sempre più assonnati.

— Laura dice di essere la sua figlistra e anche lei dice che lo è. Ma non può essere vero, e lei lo sa. Lei è la dea.

Klamm spalancò un occhio. — Lei ha detto qvesto?

Lui cercò di ricordare. — Lo avevo immaginato e lei lo ha ammesso. Lei sa che io so.

— Sì, Herr K, è la dea.

Lui capì e non si rendeva conto del perché non avesse capito prima. — Allora lei è il suo amante… uno dei suoi amanti. O lo è stato.

— Sì, Herr K. — Klamm aveva richiuso il suo occhio.

Adesso li spalancò tutti e due. — Tanto tempo fa, qvando ero più giofane di lei. Ma fuole ancora bene, nicht wahr? Io tengo sua mano, lei tiene mia. Qvalche folta ci baciamo, qvando nessuno fede. Qvesto è tutto. Celoso di un fecchio come me, Herr K?

— No — disse lui.

— Io aiuto lei qvando possibile. Faccio qvalche piccolo favore. Lei non ha bisogno ma sa ke per qvesto io sono felice. Anche lei aiuta me, come qvesta sera. È stata lei a portarla qvi, Herr K, e per qvesto non sono morto.

Lui fece un gesto come per dire “non è nulla”, poi disse: — Voglio farle delle domande su di lei, ma non so quali.

— Lei è sempre molto pella e pensa ke può nascondere sua pellezza se fuole, ma sbaglia. A folte qvesta bellezza è lì, la pellezza di ki sa ke è pella, ja? Altre folte è pellezza nascosta di ki non sa e allora siamo noi ke dobbiamo scoprire. Se uno dice “perché qvesta donna non è pella?” non scopre mai. Ma se cerca… lei capisce, credo.

— Sì… Lora Masterman. Signor Klamm, una volta, quando ero all’ospedale, ho telefonato al mio appartamento e mi ha risposto lei.

Klamm annuì con gli occhi semi chiusi. — Ho risposto e lei ha riattaccato. Fuole sapere come accade qvesta cosa?

— Sì.

— Semplice. Lei aspettava sua telefonata. Capita ke uno possa telefonare da qvi a là o al contrario. Così fatto in modo ke qveste chiamate suonano in mio ufficio. Apparecchio speziale, ja? Mi ha detto di lei e pregato di dare aiuto se lei chiedeva. Ma lei non ha chiesto.

— In un’altra occasione mi ha risposto una persona diversa.

— Uno dei miei acenti — spiegò Klamm. — Io sto qvasi sempre in mio ufficio, ma non sempre. Qvando io non sono lì, c’è un altro. Capita ke necessario decidere subito, allora lui fa al mio posto.

— Quell’uomo voleva sapere dove mi trovavo, ma Lara ne era a conoscenza perché mi ha mandato dei fiori.

— Ma noi no, nemmeno ke Laura sapeva. Laura non sa tutto, anche se sa molto. E non racconta tutto qvello ke sa. Forse ha mandato fiori per tentativo. Se fioraio dice “Non c’è nessuno con qvel nome” capiva ke lei non era lì. Anche noi facciamo uguale. Qvella dei Riuniti è stata buona idea, ja? Spesso portano là Fisitor.

Era la stessa parola che aveva usato Fanny. Lui domandò: — Io sono un Visitor pericoloso o innocuo, signor Klamm?

Klamm fece una risatina. — Innocuo, proprio innocuo. Proprio come me. Ma Herr North è Fisitor pericoloso, per qvesto costretti a controllare tutti. Lei sarà affidato a un mio acente ke afrà compito di tenere lei lontano da guai. Forse un giorno Laura tornerà qvi per lei.

— Un’altra cosa, signore. Le ho parlato dell’altro uomo che ha risposto dal mio appartamento.

— Ja.

— Una volta l’ho visto alla Tv. Avevo appena acceso il televisore e lui è apparso sullo schermo mentre rispondeva dal mio appartamento.