Quando due uomini avevano su un argomento divergenze di opinioni tanto profonde da spingerli a un’azione legale, potevano definire la questione nella duellomacchina, invece che in tribunale. Invece di attendere passivamente che il meccanismo della legge definisse i loro problemi, potevano lasciare alla loro immaginazione di sbrigliarsi liberamente e risolvere la contesa nel modo violento che desideravano, senza provocare alcun danno a se stessi o agli altri. Sulla maggior parte dei mondi civilizzati, il risultato dei duelli, debitamente controllati, veniva accettato con valore legale.
La duellomacchina permetteva di sfuggire temporaneamente alle pressioni della vita civile, ma era un apparecchio troppo potente per permetterne l’uso indiscriminato. Perciò Leoh aveva salvaguardato la sua invenzione fondando la Società per Azioni Psiconica e assicurandosi una licenza esclusiva della Federazione Terrestre per la fabbricazione, la vendita, l’installazione e la manutenzione delle macchine. Tra i suoi clienti annoverava le organizzazioni legali e sanitarie dei vari governi. Quanto alle sue azioni, sotto l’aspetto legale doveva risponderne alla Federazione e, sotto quello morale, alla propria coscienza.
Le duellomacchine avevano avuto successo. Lavoravano proprio come aveva previsto l’inventore, anzi meglio. Ma Leoh sapeva che si trattava solo di un palliativo: era come riparare temporaneamente una diga erosa in continuazione dall’acqua. Sarebbe stato molto più utile rompere lo status quo, spingere la gente a protendersi verso le stelle deserte e inesplorate che riempivano la galassia, trovare il modo di convincere gli uomini a lasciare le comodità offerte dalla civiltà e a cercare le emozioni e la libertà di nuove terre.
Leoh stava appunto cercando la soluzione a quel problema quando lo aveva raggiunto la notizia del duello di Dulaq. Si era precipitato attraverso anni-luce di spazio, augurandosi che la duellomacchina non dovesse rivelarsi un insuccesso.
Il volo finì dopo quindici giorni. L’astronave entrò in orbita di parcheggio intorno al pianeta principale dell’Ammasso d’Acquatainia e i passeggeri furono traghettati sulla superficie.
Il dottor Leoh fu accolto sulla piattaforma di atterraggio da una delegazione ufficiale, guidata da Massan, in sostituzione del primo ministro. Ci fu uno scambio di saluti formali ai piedi del traghetto mentre gli altri passeggeri si avvicinavano per guardare, curiosi e perplessi. Mentre sostava sulla scala mobile che conduceva all’ingresso privato del padiglione riservato agli uffici dello spazioporto, Leoh commentò: — Come probabilmente saprete già, durante queste due settimane ho già controllato la vostra duellomacchina per mezzo del tridimensionale e non ho trovato guasti.
Massan si strinse nelle spalle.
— Forse avreste dovuto controllare la macchina di Szarno, invece.
— La Lega di Szarno? La loro duellomacchina?
— Già. Proprio stamattina l’assassino assoldato da Kanus ha ucciso un uomo, con quella macchina.
— Volete dire che ha vinto un altro duello — precisò Leoh.
— Non avete capito — disse Massan, tetro. — L’avversario del maggiore Odal, un industriale che si era permesso di criticare Kanus, è stato veramente ucciso nella duellomacchina. È morto!
5
Uno dei vantaggi di essere Comandante in Capo della Guardia Spaziale disse il vecchio a se stesso, è che si può visitare qualsiasi pianeta della Federazione.
Rimase in piedi sulla sommità della collina, a contemplare l’altipiano erboso del Kenia. Quello era il suo paese natale, il suo mondo: la Terra. Il quartier generale della Guardia Spaziale sorgeva nel cuore di un ammasso stellare assai più vicino al centro della Federazione, ma la Terra era il luogo che il Comandante desiderava più di rivedere, a mano a mano che invecchiava.
Un aiutante, che l’aveva seguito tenendosi a rispettosa di stanza, interruppe all’improvviso le sue fantasticherie.
— Signore, un messaggio per voi.
Il Comandante guardò di traverso il giovane ufficiale. — Non avevo dato ordine di non essere disturbato?
— Il vostro capo di stato maggiore vi ha inviato questo messaggio, signore. Viene dal professor Leoh, dell’università di Carinae. Personale e urgente — rispose l’ufficiale.
Il vecchio brontolò tra sé, poi si arrese. L’aiutante posò una piccola sfera di cristallo sull’erba, davanti al superiore. L’aria sopra la sfera cominciò a vibrare e a splendere.
— Qui parla Sir Harold Spencer — disse il Comandante.
Le vibrazioni sembrarono prendere forma solida: il professor Leoh stava seduto a una scrivania e guardava Spencer.
— Harold, che piacere rivedervi — disse alzandosi.
Lo sguardo corrucciato del Comandante si ammorbidì e la faccia bovina si distese in un largo sorriso. — Albert, vecchio stregone! Come vi permettete di interrompere la prima visita che faccio a casa dopo quindici anni?
— Non vi tratterrò a lungo — disse il professore. — Volevo solo informarvi di qualcosa.
— Avete detto al mio capo di stato maggiore che era urgente — borbottò Sir Harold.
— Lo è. Ma non si tratta di un problema che richieda molta fatica da parte vostra. Non ancora. Siete al corrente dei recenti sviluppi politici sui Mondi Kerak?
— So che un barbaro di nome Kanus si è installato come dittatore — disse Spencer con una smorfia. — È uno che va in cerca di guai. Ho chiesto al Consiglio di permetterci di schiacciarlo prima che ne combini qualcuno di grosso, ma il Consiglio, lo sapete già, aspetta sempre che scoppi l’incendio per poi supplicare la Guardia Spaziale di fare qualcosa.
— Siete sempre lo stesso — dichiarò Leoh ridendo.
— Be’, non ero io l’argomento della nostra conversazione. Cosa volevate dirmi, di Kanus? E voi, che cosa state facendo? Perché vi interessate di politica? Avete intenzione di cambiare ancora professione?
— Niente affatto — rispose Leoh, ridendo. — A quanto pare, Kanus ha scoperto il modo di usare la duellomacchina per conseguire vantaggi politici ai danni dei suoi vicini.
E spiegò come si erano svolti i duelli di Odal con Dulaq e con l’industriale di Szarno.
— Allora Dulaq è completamente invalido e l’altro poveraccio è morto? — La faccia di Spencer si rabbuiò. — Avete fatto bene a chiamarmi. Questa situazione potrebbe diventare presto intollerabile.
— Sono d’accordo con voi, ma Kanus non ha commesso alcuna infrazione alla legge né rotto alcun accordo interstellare. Si sono semplicemente verificati due spiacevoli incidenti, entrambi in favore del dittatore.
— E voi credete davvero che si tratti di incidenti?
— Certo che no! La duellomacchina non può causare alcun danno fisico e mentale, a meno che qualcuno non l’abbia manomessa.
Spencer rimase un attimo in silenzio, considerando la notizia. — Benissimo. La Guardia Spaziale non può agire ufficialmente, ma nulla mi impedisce di inviare qualcuno all’Ammasso d’Acquatainia, in missione speciale, per servire di collegamento tra noi.
— Bene. Penso che questo sia il modo più efficace di affrontare la situazione, attualmente.
— Sarà fatto.
— Grazie infinite — replicò Leoh. — Ora tornate a godervi la vostra vacanza.
— Vacanza? Ma, questa non è una vacanza. È il giorno del mio compleanno.
— Ah sì? Be’, congratulazioni. Io cerco sempre di non ricordare il mio.
— Allora dovete essere più vecchio di me — rispose Spencer.
— Può darsi.
— Ma non è probabile, vero?
Risero allegramente tutti e due e si salutarono. Il Comandante della Guardia Spaziale scorrazzò su e giù per la prateria fino al tramonto, godendosi la vista di tutto quel verde e delle lontane montagne purpuree che conosceva fin dall’infanzia. Al crepuscolo comunicò all’aiutante che era pronto a partire.