«In guardia!» gridò Halleck, e il manichino si lanciò all’attacco.
Paul attivò il suo scudo, parò e contrattaccò.
Halleck guardava, maneggiando i controlli. La sua mente sembrò dividersi in due: mentre una parte seguiva l’addestramento, l’altra vagò tra le nuvole.
Io sono un albero da frutta ben curato, pensò. Pieno di buoni sentimenti e di abilità. E tutte queste belle cose cresciute su di me… perché un altro le colga.
Per qualche ragione, ricordò la sorella più giovane: il suo viso da elfo gli apparve nella mente. Era morta in una casa di piacere per le truppe degli Harkonnen. Le erano piaciute le viole… o non erano invece i crisantemi? Non riuscì a ricordare.
Paul evitò un colpo basso del manichino e con la mano sinistra portò un «entretisser».
Quel piccolo demonietto astuto! pensò Halleck, concentrandosi sui complicati movimenti di Paul. Ha fatto esercizi per conto suo. Non è lo stile di Duncan. e io non gli ho mai insegnato niente di simile!
Questo pensiero servì soltanto ad aumentare la tristezza di Halleck. Mi ha contagiato il suo umore, disse tra sé. E cominciò a pensare a Paul, e si chiese se il ragazzo, certe notti, avesse mai ascoltato con terrore i fruscii del suo guanciale.
«Se i desideri fossero pesci, saremmo tutti lì a lanciare la rete» mormorò.
Era una frase di sua madre, e lui l’usava sempre quando sentiva le tenebre del domani incombere più forti su di lui. Poi rifletté: quanto sarebbe stato strano usare questa espressione su un pianeta che non aveva mai conosciuto né il mare, né i pesci!
YUEH Wellington, Strd 10082–191; dott med Scuola Suk (Ho Strd 10112; cngto Wanna Marcus, B.G. (Strd 10092–186?); noto principalmente per avere tradito il Duca Leto Atreides. Cfr. Bibliografia, Appendice VII: «Condizionamento Imperiale», e «Tradimento, Il».
Nonostante che avesse sentito il dottor Yueh entrare nella palestra con passo volutamente sonoro, Paul rimase, prono, sul tavolo delle esercitazioni dove la massaggiatrice l’aveva lasciato. Si sentiva gradevolmente rilassato, dopo gli esercizi con Gurney Halleck.
«Hai un aspetto riposato» disse Yueh, con la sua voce tranquilla e acuta.
Paul alzò la testa e vide la sagoma asciutta dell’uomo ad alcuni metri da lui, e in una sola occhiata considerò il suo abito nero spiegazzato, la testa quadra dalle labbra purpuree e i baffi spioventi, la losanga del Condizionamento Imperiale tatuata sulla fronte, i lunghi capelli neri stretti nell’anello d’argento della Scuola Suk che gli ricadevano sulla spalla sinistra.
«Sarai lieto di sapere che oggi non c’è tempo per la solita lezione» disse Yueh. «Tuo padre sarà qui fra poco.»
Paul si alzò.
«Tuttavia ti ho preparato un visore per minimicrofilm e molte lezioni registrate, da studiare durante la traversata per Arrakis.»
«Oh!»
Paul cominciò a vestirsi. Era eccitato all’idea che suo padre sarebbe stato con lui. Avevano passato insieme poco tempo da quando l’Imperatore gli aveva imposto il feudo di Arrakis.
Yueh si avvicinò alla tavola a «L», pensando: È un tale spreco, se si pensa a come il ragazzo è maturato in questi ultimi mesi! Oh, un tale spreco! E così triste! Ma ricordò a se stesso: Non devo esitare. Quello che faccio, lo faccio nella certezza che la mia Wanna non soffrirà più a causa di quei mostri degli Harkonnen!
Paul lo raggiunse accanto al tavolo, abbottonandosi la giacca. «Che cosa studierò durante la traversata?»
«Eh, le forme terrestri su Arrakis. Alcune forme terrestri di vita sembrano essersi magnificamente adattate al pianeta. Non è chiaro come sia successo. Dovrò consultare l’ecologo planetario, non appena arrivati… un certo dottor Kynes. Gli offrirò il mio aiuto in questa indagine.»
E Yueh pensò: Che cosa sto dicendo? Faccio la parte dell’ipocrita anche con me stesso?
«Ci sarà qualcosa anche sui Fremen?» chiese Paul.
«I Fremen?» Yueh tamburellò con le dita sul tavolo, poi si accorse che Paul osservava quel gesto nervoso e ritirò la mano.
«Puoi dirmi qualcosa sull’intera popolazione di Arrakis?» insistette Paul.
«Sì» rispose Yueh. «La popolazione è divisa in due gruppi principali: il primo gruppo sono i Fremen, e l’altro è il popolo del graben, del sink e del pan. Mi dicono che qualche volta si sposano tra loro. Le donne del pan e del sink preferiscono un marito Fremen, e i loro uomini cercano una sposa Fremen. Hanno un detto: ’La buona creanza dalle città, la saggezza dal deserto’.»
«Hai qualche fotografia?»
«Cercherò qualcosa per te. La caratteristica più interessante sono i loro occhi: completamente azzurri, senza alcuna traccia di bianco.»
«Una mutazione?»
«No, è dovuto al melange. Il loro sangue ne è saturo.»
«Devono essere ben coraggiosi, i Fremen, per vivere ai limiti del deserto.»
«Senza dubbio» disse Yueh. «Compongono poesie sul loro coltello: il cryss. Le donne sono fiere quanto gli uomini. Perfino i loro bambini sono violenti, pericolosi. Non credo che ti sarà consentito mescolarti a loro.»
Paul fissò Yueh. Quelle brevi parole sui Fremen avevano acceso tutto il suo interesse. Che alleato poteva essere quel popolo!
«E i vermi?» chiese Paul.
«Che cosa?»
«Vorrei sapere qualcosa di più sui vermi delle sabbie.»
«Ah, certo. Ho un librofilm su un piccolo esemplare, lungo soltanto centodieci metri e largo ventidue. L’hanno ripreso molto a nord. Testimoni degni di fede hanno parlato di vermi lunghi più di quattrocento metri, e probabilmente ne esistono anche di più grandi.»
Lo sguardo di Paul cercò sul tavolo una carta con la proiezione conica delle regioni settentrionali di Arrakis. «La grande fascia desertica e la zona polare sud sono qualificate inabitabili. A causa dei vermi?»
«E anche delle tempeste.»
«Ma qualsiasi posto può essere reso abitabile!»
«Se è possibile economicamente» replicò Yueh. «I pericoli di Arrakis sono molti, e costosi.» Si lisciò i baffi spioventi. «Tuo padre sarà qui tra poco. Prima di andar via, ho un regalo per te, qualcosa che ho trovato mentre facevo i bagagli» mise un oggetto sul tavolo, nero e oblungo, non più largo dell’ultima falange del pollice di Paul.
Paul lo guardò. Yueh notò che il ragazzo non faceva il minimo gesto per toccarlo. Com’è prudente, pensò.
«È un’antichissima Bibbia Cattolica Orangista, confezionata per i viaggiatori spaziali. Non è un librofilm, ma è stampata su sottilissimi fogli di carta. Ha il suo ingranditore e un sistema a carica elettrostatica.» La prese in mano per fargliela vedere. «Il libro è tenuto chiuso dalla carica, che contrasta le molle che aprono la copertina. Premi l’orlo… così… e le pagine che hai scelto, si respingono a vicenda: il libro si apre.»
«È così piccola.»
«Ma sono mille e ottocento pagine. Premi l’orlo, così, ecco… la carica fa voltare le pagine man mano che leggi. Non toccare mai le pagine con le dita. La carta è troppo delicata.» Chiuse il libro e lo porse a Paul. «Prova.»
Poi osservò Paul che provava il regolatore elettrostatico: Salvo la mia coscienza. Gli ho offerto la salvezza della religione prima di tradirlo. Così potrò dire a me stesso che è andato dove io non posso andare.