Muad’Dib: «Tendi la mano e cibati di quello che Dio ti ha dato, e quando sarai sazio loda il Signore».
Bibbia C.O.: una parafrasi con identico significato. (Il Libro di Azhar la fa risalire, in una forma leggermente diversa, al Primo Isiam.)
Muad’Dib: «La gentilezza è l’inizio della crudeltà».
Kitab al-Ibar (dei Freinen): «Il peso di un Dio tenero e gentile fa paura. Dio non ci ha forse dato un sole che brucia (Al-Lat)? Dio non ci ha forse dato le Madri dell’Umidità (Le Reverende Madri)? Dio non ci ha forse dato Shaitan (Iblis, Satana)? E Shaitan non ci ha forse dato la sofferenza della velocità?»
(Questa è l’origine del detto Fremen: «La velocità viene da Shaitan». Infatti per ogni cento calorie generate nello sforzo — la velocità — dal corpo evaporano circa sei once di sudore. La parola Fremen per «sudore» è bakku, lagrime, e può tradursi così: «L’essenza della vita che Shaitan spreme dalle vostre anime».)
L’arrivo di Muad’Dib è stato definito «religiosamente tempestivo» da Koneywell, ma la tempestività aveva assai poco a che fare con questo. Come lo stesso Muad’Dib disse: «lo sono qui, perciò…»
È tuttavia indispensabile per capire l’influsso religioso di Muad’Dib non perdere mai di vista un fatto: i Fremen erano gente del deserto, abituata da generazioni a vivere in ambienti ostili. Non è difficile piombare nel misticismo quando ogni istante in più di sopravvivenza dev’essere duramente guadagnato. «Voi siete qui, perciò…»
Con una simile tradizione, la sofferenza è accettata: magari come una punizione inconscia, comunque è accettata. Ed è bene notare che i rituali dei Fremen non indulgono quasi mai ai sentimenti di colpa. Questo non dipende necessariamente dal fatto che per loro legge e religione erano l’identica cosa, facendo della disobbedienza un peccato. Sarebbe più giusto dire che essi si liberavano facilmente di ogni complesso di colpa perché la loro stessa sopravvivenza quotidiana richiedeva decisioni brutali (spesso mortali) che, in un mondo meno ostile, avrebbero prodotto sentimenti di colpa insopportabili.
Questa, senza dubbio, è la ragione principale della grande incidenza della superstizione nei Fremen (anche trascurando il contributo della Missionaria Protectiva). Perché il sibilo delle sabbie è un presagio? Perché ci si fa il segno del pugno al sorgere della prima luna? La carne di un uomo gli appartiene e la sua acqua appartiene alla tribù… e il mistero della vita non è un problema da risolvere, ma una realtà da sperimentare. I presagi servono a farcelo ricordare. E poiché siamo qui, e abbiamo la religione, alla fine la vittoria non potrà sfuggirci.
Proprio come il Bene Gesserit aveva insegnato per secoli, prima d’entrare in conflitto con i Fremen:
«Quando religione e politica viaggiano sullo stesso carro, e il carro è guidato da un santo vivente (baraka), niente può resistere sul loro cammino».
Appendice 3
Relazione sui motivi e i propositi del Bene Gesserit
(Estratto dal Sommario preparato dai suoi stessi agenti, subito dopo i Fatti di Arrakis, su richiesta di Lady Jessica. La sincerità di questa relazione ne fa un documento di valore eccezionale.)
Poiché il Bene Gesserit aveva operato per secoli dietro la sua facciata di Scuola semi-mistica, portando avanti allo stesso tempo il suo programma di selezione genetica fra gli umani, siamo propensi ad attribuirgli un rilievo assai maggiore di quanto esso effettivamente meriti. Il suo «esame dei dati», in occasione dei Fatti di Arrakis, mostra la profonda ignoranza del Bene Gesserit stesso su quale fosse il proprio ruolo.
Si potrebbe obiettare che il Bene Gesserit era in grado di esaminare soltanto i fatti ad esso accessibili, e che non aveva potuto avvicinare direttamente il profeta Muad’Dib. Ma la Scuola era riuscita a superare ben altri ostacoli: i suoi errori, a tale proposito, sono molto gravi.
Il programma del Bene Gesserit era quello di selezionare geneticamente una persona che essi chiamavano «Kwisatz Haderach», espressione che significa «colui che può essere in molti luoghi contemporaneamente». In altre parole, cercavano di produrre un essere i cui poteri mentali gli consentissero di capire e usare le dimensioni di ordine superiore.
Cercavano di produrre un super Mentat, un computer umano con alcune delle facoltà di preveggenza che si riscontrano fra i navigatori della Gilda. Ora, considerate attentamente questi fatti:
Muad’Dib, nato Paul Atreides, era figlio del Duca Leto, un uomo la cui genealogia era stata osservata con cura per più di mille anni. La madre del Profeta, Lady Jessica, era figlia naturale del Barone Vladimir Harkonnen e portatrice di caratteri genetici la cui suprema importanza per il programma di selezione era nota da quasi duemila anni. Era una Bene Gesserit, allevata e addestrata come tale, e sarebbe dovuta essere uno strumento volontario per il progetto.
A Lady Jessica era stato ordinato di generare una figlia Atreides. I piani prevedevano che questa figlia si sarebbe unita a Feyd-Rauth Harkonnen, nipote del Barone Vladimir: c’era grande probabilità che ne nascesse uno Kwisatz Haderach. Invece, per ragioni che lei stessa confessa di non aver mai capito chiaramente, la concubina Lady Jessica si oppose agli ordini e generò un figlio.
Già questo avrebbe dovuto mettere in guardia il Bene Gesserit: una variante imprevedibile poteva essersi inserita nel suo schema. Ma vi furono altre indicazioni, molto più importanti, che esso praticamente ignorò:
1. Sin da piccolo, Paul Atreides mostrò di saper predire il futuro. Era noto che egli aveva visioni che si rivelavano esatte, penetranti e che sfidavano ogni spiegazione quadridimensionale.
2. La Reverenda Madre Gaius Helen Mohiam, la Veggente Bene Gesserit che verificò l’umanità di Paul quando questi aveva quindici anni, testimoniò che il ragazzo aveva sopportato l’agonia più di qualsiasi altro essere umano fino a quel giorno. Tuttavia, il suo rapporto trascurò tale fatto!
3. Quando la famiglia degli Atreides si trasferì su Arrakis, i Fremen salutarono il giovane Paul come un profeta: «La Voce di un Altro Mondo». Il Bene Gesserit sapeva perfettamente che un pianeta sottoposto ai massimi rigori come Arrakis, con i suoi sterminati deserti, la totale mancanza d’acqua sulla superficie, l’accentuazione delle più primitive necessità di sopravvivenza, finisce inevitabilmente per produrre un’alta percentuale di sensitivi. Eppure, tanto la reazione dei Fremen quanto l’ovvia presenza della spezia nel cibo di Arrakis furono trascurati dagli osservatori Bene Gesserit.
4. Quando gli Harkonnen e i soldati fanatici dell’Imperatore Padiscià rioccuparono Arrakis, uccidendo il padre di Paul e la maggior parte dei soldati Atreides, Paul e sua madre sparirono. Ma quasi subito si sparse la voce della presenza di un nuovo capo religioso Fremen: un uomo chiamato Muad’Dib, anch’egli salutato come «La Voce di un Altro Mondo». Nei rapporti si affermava chiaramente che Muad’Dib era accompagnato da una nuova Reverenda Madre e Sayyadina del Rito «la quale è la donna che lo ha generato». I dati disponibili al Bene Gesserit dicevano chiaramente che la leggenda si esprimeva nei confronti del Profeta dei Fremen con queste precise parole: «Nascerà da una Bene Gesserit».
(Si potrebbe obiettare che il Bene Gesserit inviò la sua Missionaria Protectiva su Arrakis molti secoli prima a piantare i semi di una simile leggenda, come misura prudenziale nel caso che un membro della scuola rimanesse intrappolato laggiù e avesse avuto bisogno di un rifugio, e che questi racconti di una «Voce di un Altro Mondo» dovevano essere ignorati poiché erano la consueta astuzia del Bene Gesserit. Ma questo sarebbe valido solo ammettendo che il Bene Gesserit avesse visto giusto, quando aveva ignorato gli altri indizi su Paul Muad’Dib.)