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Il tiro incrociato delle voci riempiva la sala.

«Hai dato una buona occhiata a questo buco, mentre venivi giù? Dov’è tutta quella roba da saccheggiare che ci hanno detto?»

«Gli Harkonnen hanno ripulito tutto!»

«Una buona doccia calda e un letto!»

«Ma non hai sentito, pezzo d’idiota, che non ci sono docce, quaggiù? Ti gratti le chiappe con la sabbia!»

«Ehi, attenti! Il Duca!»

Il Duca discese l’ultimo gradino e si fece avanti nella sala in un improvviso silenzio.

Gurney Halleck avanzò a grandi passi, in testa alla folla, con lo zaino su una spalla, impugnando il baliset a nove corde. Le sue dita erano lunghe, i pollici grossi e sapevano trarre le più dolci melodie dallo strumento.

Il Duca osservò Halleck, ammirando quell’uomo tozzo e brutto, gli occhi simili a schegge di vetro che scintillavano di brusca decisione. Ecco un uomo completamente al di fuori dei faufreluches, ma che pur ne obbedisce ogni minimo precetto. Come l’aveva chiamato Paul? «Gurney, il coraggioso».

I biondi capelli di Halleck gli ricoprivano a ciuffi il cranio. La sua enorme bocca era contorta in un ghigno beffardo e la cicatrice della liana indelebilis che gli solcava la mascella sembrava animata di vita propria. Il suo aspetto era dimesso, ma s’intravedeva in lui un uomo integro, d’acciaio. Si avvicinò al Duca e s’inchinò.

«Gurney» disse Leto.

«Mio Signore» Gurney indicò col baliset gli uomini che si affollavano nella sala, «questa è l’ultima ondata. Avrei preferito venire con la prima, ma…»

«Ci sono ancora degli Harkonnen, per te» replicò il Duca. «Vieni un momento con me, Gurney, ho qualcosa da dirti.»

«Ai vostri ordini, mio Signore.»

Si ritirarono in un’alcova, non lontano da un distributore d’acqua a gettone, mentre gli uomini passeggiavano nell’ampia sala in tutte le direzioni. Halleck lasciò cadere lo zaino in un angolo. Continuò tuttavia a impugnare il baliset.

«Quanti uomini puoi fornire a Hawat?» chiese il Duca.

«Thufir è nei guai, Signore?»

«Ha perduto soltanto due agenti, ma gli uomini da lui inviati in avanscoperta ci hanno fornito un’eccellente idea dello schieramento degli Harkonnen su questo pianeta. Se ci muoviamo in fretta, potremo garantirci una sicurezza maggiore: quel respiro di cui abbiamo bisogno. Hawat ha bisogno di quanti più uomini tu gli puoi dare… uomini che non disdegnino di maneggiare il coltello.»

«Gliene darò trecento dei migliori» disse Halleck. «Dove devo mandarli?»

«All’ingresso principale. C’è un uomo di Hawat ad aspettarli.»

«Devo farlo subito, Signore?»

«No, aspetta. C’è un altro problema. Il comandante del campo bloccherà qui il traghetto, fino all’alba, con un pretesto. Il transatlantico della Gilda che ci ha portati fin qui se n’è già andato, e la nave traghetto dovrebbe entrare in contatto con un cargo che aspetta un carico di spezia.»

«La nostra spezia, Signore?»

«Sì, la nostra spezia. Ma il traghetto porterà con sé anche molti cacciatori di spezia che lavoravano col passato regime. Hanno scelto di partire dopo il cambiamento di feudo, e l’Arbitro del Cambio lo ha consentito. Sono lavoratori preziosi, Gurney. Sono ottocento; prima che la nave traghetto parta, devi convincerne il maggior numero possibile a lavorare per noi.»

«Fino a qual punto devo spingere la convinzione, Signore?»

«Voglio una cooperazione volontaria, Gurney. Quegli uomini hanno l’esperienza e l’abilità di cui abbiamo bisogno. Il fatto che vogliano andarsene indica che non fanno parte degli intrighi degli Harkonnen. Hawat pensa che ce ne possa essere qualcuno, nel gruppo, ma Hawat vede assassini in ogni ombra.»

«Thufir ha visto talune ombre molto concrete ai suoi tempi, mio Signore.»

«E altre non le ha viste. Ma sono convinto che impiantare degli agenti invisibili in quella folla in partenza sarebbe una prova d’immaginazione del tutto insolita per gli Harkonnen.»

«Forse, Signore. Dove sono quegli uomini?»

«Giù, nella sala d’aspetto più bassa. Se posso darti un suggerimento, suona una canzone o due, prima, per ammorbidire la loro mente, e poi applica un po’ di pressione. Offri posti di comando ai più qualificati. E aumenta la paga di un venti per cento, rispetto a quello che prendevano sotto gli Harkonnen.»

«Non di più, signore? So quanto pagavano gli Harkonnen. E con degli uomini che hanno la liquidazione in tasca e una gran voglia di andarsene via… insomma, il venti per cento in più non mi sembra molto allettante.»

Leto ribatté, in tono impaziente: «Allora, usa la tua discrezione nei casi particolari. Solo, ricordati che il tesoro non è un pozzo senza fondo. Cerca di mantenerti sul venti per cento il più possibile. Abbiamo bisogno soprattutto di timonieri, di meteorologi, di uomini da duna; insomma, di chiunque abbia un briciolo d’esperienza con le sabbie».

«Capisco, mio Signore: ’Verranno all’appello della violenza: i loro volti si offriranno al vento dell’est e mieteranno la sabbia’.»

«Citazione molto adatta» disse il Duca. «Passa il comando del tuo gruppo a un luogotenente. Digli di fornire a tutti una breve lezione sulla disciplina dell’acqua, poi sistema gli uomini per questa notte nelle baracche accanto al campo. Il personale mostrerà loro la strada. E non dimenticarti gli uomini per Hawat.»

«Trecento dei migliori, Signore.» Sollevò da terra il sacco. «Dove verrò a rapporto, una volta completato il lavoro?»

«Ho occupato una sala del consiglio. Terremo una riunione lassù. Voglio studiare un nuovo piano per distribuire gli uomini sul pianeta, prima di tutto le squadre blindate, naturalmente.»

Halleck fece per voltarsi, ma si arrestò, colpito dallo sguardo di Leto. «Voi prevedete quel tipo di guai, mio Signore? Pensavo che ci fosse un Arbitro del Cambio.»

«Battaglie aperte e clandestine» disse il Duca. «Ci sarà da spargere molto sangue prima di aver finito.»

«’E l’acqua che hai bevuto dal fiume si cambierà in sangue sul terreno asciutto.’»

Il Duca sospirò. «Fai presto.»

«Subito, mio Signore.» La cicatrice si contrasse nuovamente sotto il suo sorriso. «’Ecco l’asino del deserto che si precipita verso il suo lavoro!’» Si voltò, raggiunse a larghi passi il centro della sala, si fermò un attimo a trasmettere gli ordini, e riprese a camminare in fretta, aprendosi un varco tra la folla.

Leto scosse la testa, guardando la schiena di Gurney che si allontanava. Halleck non finiva mai di stupirlo: una testa piena di canzoni, di citazioni e d’immagini fiorite… e un cuore d’Assassino, quando si trattava degli Harkonnen!

Un istante dopo, Leto si avviò senza affrettarsi verso l’ascensore, rispondendo ai saluti con un gesto della mano. Riconobbe uno del gruppo dei propagandisti e si fermò per comunicargli un messaggio che sarebbe stato diffuso in varie forme: chi aveva portato la propria donna era certamente ansioso di sapere che era al sicuro e dove poteva trovarla. Per gli altri sarebbe stato interessante sapere che la popolazione locale vantava più donne che uomini.

Il Duca batté sul braccio dell’uomo della propaganda il segno convenuto che indicava la massima priorità e la necessità di un’immediata diffusione. Poi continuò il cammino attraverso la sala. Salutò con un cenno del capo alcuni uomini, scambiò un paio di battute con un gruppo di subalterni.

Chi comanda deve sempre apparire fiducioso, pensò. Questa fiducia è un peso assai grave sulle tue spalle, mentre fronteggi i pericoli. Ma nessuno deve mai accorgersene.

Sospirò di sollievo quando l’ascensore lo inghiottì e fu circondato da quattro pareti gelide e impersonali.

Hanno tentato di uccidere mio figlio!