Le telescriventi battevano incessantemente, Ed rimase a guardare il dispaccio in arrivo:
Una nuova moda sembra pervadere il Paese… niente trucco, niente fronzoli. La caratteristica principale è la semplicità. Robert Hope III, il comico televisivo, le ha già trovato un nome: la Moda Domestica…
Ed Wonder ebbe un sussulto. Ecco perché Dolly e tutte le impiegate della radio erano venute in ufficio conciate come una squadra di contadine appena assunte per la mungitura delle mucche. Incredibile come si diffondeva una nuova moda in quei tempi! Era già un guaio nel passato: gonne sopra il ginocchio, gonne sotto il ginocchio, capelli raccolti, capelli sciolti, code di cavallo, parrucche, capelli corti, capelli lunghi… in questa stagione il petto si porta in dentro, in quest’altra lo si porta in fuori. Era già un guaio allora, ma adesso, con la televisione universale, la Società del Benessere e la Società Affluente, una moda poteva invadere gli Stati Uniti nello spazio di una notte. La prova era lì, sotto i suoi occhi. Perché quella nuova moda si era effettivamente diffusa così, in una notte. Ecco spiegata anche l’apparizione di Mary Malone in ascensore: probabilmente Mary Malone stessa ci aveva messo lo zampino.
Ed però aveva ancora la sensazione che qualcosa non quadrasse. C’era un elemento che non riusciva a mettere a fuoco; un elemento ovvio che però non riusciva a ricordare. Scrollò le spalle e proseguì per il distributore di coca-cola.
Mentre beveva nel bicchiere di carta, contemplò la macchina. Fino a che punto di efficienza sarebbero arrivati i tecnici? La bevanda era gratuita. Gli esperti nel campo del risparmio del tempo avevano calcolato che alle ditte conveniva installare un distributore gratuito piuttosto che uno a moneta. Il tempo sprecato in media dai dipendenti per cambiare i soldi ogni volta che avevano sete e non avevano la moneta rappresentava, tradotto in denaro, molto di più di quello che costava alla ditta offrire da bere gratis.
In quel momento Mulligan uscì dall’ufficio guardandosi intorno. Vide Ed e gli si avvicinò.
La sua solita maledetta sfortuna! Possibile che quando appariva sulla scena il Grassone non gli capitasse mai di trovarsi seduto al suo tavolo, immerso nel lavoro fino ai capelli?
Il capo però non era in vena di rendergli la vita grama. Quasi gentilmente, gli chiese: «Tutto a posto, Piccolo Ed?»
Ed lo guardò con aria interrogativa.
«La riunione dell’Associazione, Piccolo Ed» continuò Mulligan. «Il suo rapporto sulle attività sovversive di quel fanatico predicatore.»
«Oh, certo, signor Mulligan. Tutto a posto.» Per la verità, Ed avrebbe dovuto rispondere che non ci aveva pensato nemmeno per un istante. Si ripromise però di sprecarci almeno qualche minuto di riflessione. Il vecchio Fontaine sarebbe stato là, e probabilmente ci sarebbe stata una buona metà dei pezzi grossi locali. Era una splendida occasione per attrarre l’attenzione su di sé, per stabilire nuovi contatti…
6
La riunione del comitato locale dell’Associazione Stephen Decatur si svolse nella sala delle assemblee della Profumi Coy, S.p.A. Ed Wonder non sapeva nemmeno che Wannamaker Doolittle, il presidente della Coy, fosse membro dell’Associazione. Ecco subito un contatto utile. I profumi Coy facevano molta pubblicità a Kingsburg.
Maledetta sfortuna, ancora. Non ci sarebbe stato tempo, prima dell’inizio dei lavori, per fare incontri con le persone importanti presenti. Il raduno era già in corso. Anzi, il suo ingresso in compagnia di Mulligan fece alzare più di un sopracciglio, compreso quello di Jensen Fontaine, che stava seduto bene in vista all’estremità del tavolo intorno al quale una trentina di soci del comitato erano radunati.
Presero rapidamente posto su due sedie libere, uno lontano dall’altro. La parola in quel momento era a Wannamaker Doolittle in persona. Stava agitando un giornale ed esponeva il suo punto di vista con aria allarmata, almeno così sembrò a Ed.
«E sentite questa» diceva il capo della Coy. «Sentite le parole di questo scardinatore delle istituzioni americane.» Lesse l’articolo, con un tono d’accusa nella voce poderosa: «“L’invecchiamento pianificato dei prodotti mediante una continua trasformazione stilistica rappresenta uno degli elementi più incredibili di questa nostra incredibile economia. L’esempio più significativo è il cambiamento, che avviene due volte all’anno, dei modelli di aeromobili a Detroit. L’anno scorso, gli autoveicoli privati della General Ford potevano benissimo circolare di notte con quattro luci, due fari anteriori, due luci di posizione dietro. Quest’anno montano quattordici fari esterni, piazzati davanti, dietro e sui fianchi. Evidentemente, i progettisti di aeromobili non sono riusciti a mettersi d’accordo sull’uso di questa batteria di fari. Su alcuni modelli, i fari posteriori erano inutilizzati, nemmeno collegati all’impianto elettrico delle vetture. Un altro esempio lo si può trovare nell’ultima produzione di cucine. Nel tentativo d’inculcare nella testa delle casalinghe che le loro attuali cucine sono antiquate, gli ultimi modelli hanno un quadro comandi così complicato da assomigliare più alla plancia di una nave che a un elettrodomestico. Ciascuna cucina è munita di almeno trentacinque pulsanti e manopole. Smontando una di queste cucine, l’Associazione Difesa Consumatori ha scoperto che molte manopole non erano collegate a nessun dispositivo interno. Erano comandi falsi”.»
Wannamaker Doolittle fissò insistentemente i presenti, con uno sguardo carico d’accusa. Batté il giornale che teneva nella mano sinistra sul palmo della destra. «Sovversione comunista» disse. «Insidioso attentato clandestino, volto a scardinare le nostre istituzioni.»
«Bravo, bravo!» applaudì qualcuno, battendo i pugni sul tavolo. Tutti si unirono all’approvazione generale con mormorii d’indignazione.
«Chi è questo Buzz De Kemp?» domandò Doolittle. «Siamo arrivati al punto che i nostri giornali assumono il primo sovversivo che si presenta nelle false vesti di onesto giornalista? Non esiste, una forma di controllo? Non viene esaminata la sua scheda di sicurezza?» Diede una manata al giornale. «Chi è quel direttore di giornale che permette di pubblicare attacchi così espliciti a due dei più importanti elementi della nostra economia, le aeromobili e gli elettrodomestici? La settimana scorsa il presidente degli Stati Uniti ha esortato il popolo americano a comprare, comprare, comprare per mantenere alto il nostro grado di prosperità. Come possiamo aspettarci che i nostri prodotti vengano interamente consumati se le donne conducono una vita da schiave fra elettrodomestici antiquati e le famiglie girano in aeromobili sgangherate, fuori moda già da un anno?»
Ed Wonder aveva drizzato le orecchie sentendo nominare Buzz De Kemp. Buzz doveva essere andato fuori di senno per scrivere cose simili. Voleva forse crearsi una fama di anticonformista?
Jensen Fontaine, che evidentemente presiedeva la seduta, batté sul tavolo un colpo di martello. «Sia messa ai voti una mozione per raccomandare all’editore del “Times Tribune” di fare in modo che questo giornalista insoddisfatto, comunque si chiami…»
«Buzz De Kemp» disse Ed, senza riflettere.
Tutti gli occhi dei presenti si girarono subito verso Ed Wonder che improvvisamente sentì il colletto della camicia troppo stretto.
«Lei conosce questo bell’esemplare di comunista?» sbottò Jensen Fontaine.
«Ecco, sì, signore. L’ho incontrato parecchie volte. Ma non è un comunista. A sentire lui, ha il pallino delle teorie politico-economiche un po’ fuori dai binari…» La voce gli morì in gola quando si accorse che le sue parole non erano apprezzate.
Una voce cupa brontolò: «Non si può giocare con il catrame senza sporcarsi le mani.»
Fontaine batté un altro colpo di martello sul tavolo. «Allora, la mozione?»