La palla più piccola e più silenziosa, Torm, rotolò oltre la soglia e lo colpì alle gambe. Con uno schiocco, la balestra scagliò il suo dardo colpendo lo Zhent più vicino. La testa dell’arciere sbatté quasi altrettanto rumorosamente sul pavimento.
Torm si fermò contro il compagno in un groviglio ansimante e imprecante. «Adesso come stanno i tuoi alluci, Vecchio Testadibarile?»
La risposta di Rathan fu lunga, chiassosa e molto colorita. Tymora non era visibilmente presente per trasalire e farsi piccola piccola, perciò lo fece Torm al posto suo.
BEH, DAVVERO STUPEFACENTE. INUTILE, SÌ, MA ALMENO STUPEFACENTE.
[immagini che precipitano]
«È mia speranza, Signore, che non lo scopriate mai», rispose Tessaril con sguardo serio. Mentre parlava, si udì un frastuono improvviso, all’interno.
UN ALTRO FRASTUONO? HMM. IL RESTO È PERDUTO. UN’ALTRA RAGAZZA UMANA, QUESTA HA GLI OCCHI COME FUMO. NON RIMANE ALTRO CHE UN FRAMMENTO… MA NON È DI NUOVO LA SUA FACCIA, LAGGIÙ?
«Ora», esclamò Tessaril, «noi aspettiamo. Qualcuno desidera qualcosa da mangiare, prima di conquistare Zhentil Keep?».
BAH! SOLO UN FRAMMENTO, ANCORA… AVREI GIURATO CI FOSSE ALTRO…
Se maneggiassi i miei ricordi con più gentilezza, demone, potresti vedere di più. C’era dell’altro, ma ora non più; hai distrutto tutto!
NON DIRMI CHE COSA DEVO FARE, OMUNCOLO! NERGAL FRUGA COME GLI PARE!
[frustata mentale, dolore, immagini che scorrono convulse]
Ridacchiarono, poi il Mago Reale di Cormyr sollevò un sopracciglio e chiese, incredulo: «Questa ragazzina di nome Shandril?».
«Sì, Shandril. Non sapeva che nessuno osa attaccare Manshoon nella sua tana, perciò l’ha fatto senza esitazioni.»
ANCORA LA RAGAZZINA DEL FUOCO MAGICO. ANCHE TU HAI IL FUOCO MAGICO, NON È VERO?
[silenzio]
ELMINSTER! ELMINSTER!
Perdonami demone, il dolore mi impediva di sentirti…
BELLA TATTICA, UMANO. MOLTO ACUTO. NON IMPORTA, CERCHERÒ SENZA IL TUO AIUTO O I TUOI SFACCIATI COMMENTI.
[turbinio d’immagini]
BAH! VOGLIO VEDERE UN ALTRO DEI TUOI VERI RICORDI, CHIARO E LUNGO, E CHE MI SIA UTILE, QUALCOSA DI VIVIDO E D’IMPORTANTE SU UNA DELLE SETTE SORELLE CHE SI RIUNISCONO NEL SUO POTERE. MOSTRAMI TALE RICORDO, E SUBITO.
STORM SEMBRAVA ANDAR BENE L’ULTIMA VOLTA. È STATA LA TUA AMANTE UNA VOLTA O DUE, NON È VERO? DAMMI STORM, E POI UN’ALTRA FRA LE SETTE.
Nelle vicinanze un cumulo di corpi di Zhentarim dilaniati si sollevò, si spostò e si agitò. Da sotto emerse una Storm ansimante, ferita e insanguinata.
AHA! UN ALTRO RICORDO, E NON DISTRUTTO! CI PENSO IO!
Il silenzio cadde sul campo dei caduti.
[grugnito] BEH, L’HO DISTRUTTO SOLO IN PARTE. NON C’È… MA QUESTO COS’È? ANCORA SHANDRIL?
«Devi unirti agli Arpisti, ragazza», affermò Elminster con tono grave.
Shandril sollevò lo sguardo, una sorta di fuoco magico luccicante nelle pupille, e rispose: «“Devo”! E perché!».
Il Vecchio Mago scrollò le spalle. «In qualche modo», ribatté con voce fredda, indicando con una mano la distruzione fumante che li circondava, «devi imparare quando evitare una cosa come questa».
BAH! TU CHE INSEGNI, SÌ, MA CHE UTILITÀ POSSO TRARRE DA QUESTO RICORDO?
[immagini scagliate da parte, vorticanti]
«Non posso sprecare incantesimi per loro. Impiccateli, affinché i cittadini vedano.»
«Voi guarderete dal balcone come sempre, Signore?»
«No. Ho un po’ di lavoro da sbrigare, e le morti decretate sono pressoché uguali alle altre. Esistono cose nella vita che mi danno maggiore piacere, e molto più divertimento.»
CHI ERA QUELLO?
Manshoon, un mago più intelligente di quanto pensino molti, che gioca a fare il sinistro governatore di Zhentil Keep, alcuni anni fa.
E CHI SONO QUEI DUE BUFFONI? LI HO GIÀ VISTI PRIMA NELLA TUA MENTE…
Avventurieri. I Cavalieri di Myth Drannor.
È POSSIBILE CHE STIANO PARLANDO DI MAGIA?
Quei due parlano solo di bere, di ricchezze, di donne, di risse e di magia, perciò hai una possibilità su cinque…
HMMPH. PIÙ DI QUELLE CHE SINORA MI HAI DATO.
[l’immagine scelta si srotola ampia e luminosa]
Torm tossì. «Ahem», iniziò, senza giri di parole. «Per tutti gli dei benevoli che ci guardano, gentili signori e signore, siate allegri! Questo è un gran giorno, senza alcun dubbio. Rathan il Potente cavalca ancora, e io con lui. Cento giorni orsono partii per primo, la spada in mano (malgrado si sia rivelata spesso pesante come il piombo), per imporvi questo sacerdote. Vi siete attenuti ai suoi sermoni con virilità e femminilità, come richiede il vostro stile sfarzoso e variegato. In verità, ciò mi rincuora, perciò vi invito: ancora una volta nella mischia dall’aspetto truce, qualsiasi sia la vostra divinità… ancora una volta!»
«Basta con questi discorsi cavallereschi», lo interruppe bruscamente Rathan. «Qui sono io l’abile oratore!»
«Non con una fiaschetta tanto piccola, non lo sei di certo», rispose malizioso Torm, appena fuori della portata dell’amico.
[risata diabolica] BUFFO. MOLTO BUFFO. HAI QUALCOS’ALTRO SU QUESTI DUE?
[silenzio, immagini che turbinano in prima linea]
«Furie e gargoyle siano maledetti, uomo», esclamò Torm con finta rabbia. «Ho ordinato il letto nuziale, e ti ho pagato bene! Non mi hai detto nulla del fatto che avrei dovuto procurarmi una sposa! Che diamine, a Waterdeep con sei monete d’oro, ti compri la calda compagnia di una ragazza, per tutta la notte!»
Rathan tossì discretamente sopra la spalla dell’oste dallo sguardo torvo, e mormorò: «Audace spada del mio cuore, dimentichi una cosa: siamo a Waterdeep. La tua affermazione suona un po’ falsa».
Il locandiere gli girò attorno, ancora furioso, e grugnì: «A meno che non paghiate per un letto, signore, fareste bene a fargli da sposa e a dividere!».
Rathan inarcò le sopracciglia e lanciò a Torm un’occhiata interrogativa, che poco dopo si tramutò in sbalordimento. «No!» esclamò. «Questo no!»
L’oste si voltò per vedere che cosa avesse causato quella reazione. A sangue freddo, Rathan sollevò la mazza all’altezza delle spalle e assestò un abile colpo alla nuca del locandiere. L’uomo si accasciò per terra come un sacco di patate; Rathan rimase a osservarlo dall’alto, con aria innocente.
«Se lo portiamo nelle stalle», mormorò, rivolto a Torm, «io posso aver il tuo letto, tu il suo e, finalmente, una sposa!».
«Oh, no», lo avvisò Torm. «Non se ne parla neanche! Ho visto sua moglie… lei dovrebbe stare nelle stalle!» L’uomo si accigliò per il gesticolare improvviso e frenetico dell’amico e chiese irritato: «Che diamine…?».
La padellata che lo atterrò fece trasalire Rathan. Nei pochi secondi prima di voltarsi e darsela a gambe, il robusto sacerdote di Tymora rifletté su come la collera possa rendere attraenti anche le donne di centottanta chili, col viso costellato di porri. Di una decina di chili più magro della moglie dell’oste, Rathan riuscì a sfuggirle, anche se per un soffio, fino all’abbeveratoio dei cavalli… dove, purtroppo, scivolò su qualcosa.
HAH! BAH! QUESTI DUE IDIOTI SONO UNO SPASSO! HAI ALTRI EPISODI?
Da un’altra parte, Lord Nergal, fra i miei ricordi di Shadowdale. Lascia che…
OH, NO.
NO.