Выбрать главу

La magia scintillò e fluì attorno alla donna quando le due creature stavano per scontrarsi. Improvvisamente allarmato, il demone cornuto evocò, in ritardo, gli artigli brucianti per aumentare il taglio micidiale dei suoi.

Questi stavano per materializzarsi quando il nemico si schiantò contro il suo petto, le mani trasformate in due tizzoni ardenti.

Harhoring conobbe il dolore più acuto che avesse mai sentito per mano di Asmodeus. Agonia rossa e stridente! Il Signore delle Ossa ruggì mentre il nemico lo trafiggeva e, impotente, con movimenti convulsi, lo spinse via per liberarsene, procurandosi ulteriore dolore.

L’incantesimo della donna aveva trasformato brevemente le sue mani in forche metalliche, ognuna munita di una lunga punta che sprofondò nella carne del demone-capra. Un uncino crudele sottostante ampliò ulteriormente le ferite. Le punte s’insinuarono in profondità, e una trapassò il corpo di Harhoring.

Tremante e vacillante, il demone sputò sangue infuocato su di lei e trasudò fiamme mentre cercava di scacciarla. Alla fine riuscì ad allontanarsi convulsamente dalle punte metalliche.

Con freddezza, la maga agganciò entrambi gli uncini alle viscere esposte del demone, mentre questi si staccava da lei. Si tirò indietro da una parte, e la furia della spinta la portò oltre il demone urlante, che venne bruscamente strattonato.

Strillando, il demone dalle lunghe corna cadde dal pinnacolo e si schiantò violentemente sulle rocce sottostanti. Nella caduta, viscere fumanti si staccarono dal suo corpo. I vermi maledetti s’impennarono e si contorsero in un’agitazione famelica attorno al diaframma.

Mentre si dimenava sulle rocce in preda a un dolore straziante, Harhoring maledisse la mano di Asmodeus, che impediva ai reietti di invocare altri demoni in loro soccorso. Per tutto il sangue di Averno, aveva bisogno d’aiuto!

Con uno scintillio entrambe le mani della donna riassunsero la forma umana. La maga avvolse un pezzo dell’intestino scintillante del demone intorno a un avambraccio e cominciò a comporre un nuovo incantesimo con la mano libera.

Harhoring si rotolò sulle rocce, cercando si alzarsi nonostante il dolore delle ossa rotte. Doveva assolutamente riuscire a fare una magia.

HARHORING OFFRE POCA RESISTENZA, A QUANTO PARE. HMMM. CREDEVO FOSSE UNO DEI PIÙ FORTI TRA NOI REIETTI.

VIENI, PICCOLO MAGO: È GIUNTO IL MOMENTO CHE TU VEDA UN ALTRO ANGOLO DI AVERNO.

[il verme mentale si assopisce, l’incantesimo ha inizio, magia nera e forte si leva alta]

Un fuoco bianco e blu percorse le viscere del demone-capra, ringhiando nel suo rapido viaggio dalla maga umana arcigna e tremante alla creatura infernale dilaniata e agonizzante.

«Dov’è, demone?» sbottò la Simbul. La morte stava per raggiungere il Signore delle Ossa. «Che hai fatto del mio uomo?»

Negli occhi del demone cornuto la rabbia si mescolò alla perplessità. Poi questi sollevò un braccio tremante verso di lei e scagliò contro un’ultima, disperata magia. La parola stridula che pronunciò subito dopo era l’inizio di un incantesimo, non una risposta… ma in quel momento l’incantesimo di sangue della donna lo raggiunse.

L’esplosione dilaniò la creatura infernale, le spalle immense e tutto il resto, imbrattando le rocce circostanti. La Simbul rimase immobile, immersa nell’icore scuro. Il sangue scese come una pioggia macabra e soffocò il suo sospiro. Il contatto era svanito: era di nuovo sola; Elminster se n’era andato di nuovo, portato in qualche altro luogo di Averno.

«Qualcuno vuole numerosi demoni morti», gridò, con stanchezza. «Di certo esistono modi più efficaci di eliminarli che non dar loro in pasto un mago umano. Persino questo.»

Abbassò lo sguardo sulle sue membra bagnate di sangue. Alcuni minuscoli frammenti d’armatura vorticavano ancora intorno a lei. La Simbul scosse il capo e con un incantesimo accurato trasformò le schegge in ali scure. Si sarebbe dovuta accontentare della via più lenta durante il resto della ricerca, nel caso la sua magia, ormai in fase di esaurimento, le fosse servita per un’altra lotta.

«È tempo che l’Inferno tremi un po’ di più», mormorò e spiccò un balzo nel cielo color porpora.

* * *

Due occhi feroci si socchiusero. «Hai visto», rombò una voce aspra.

«Sì», rispose il demone degli abissi più vicino. «Un’altra incursione, che è più di quello che sembra. Nessuna maga umana sarebbe stata in grado di uccidere Orochal, per non parlare di Tasnya la scostumata e di un cacciatore tanto spietato come Harhoring. Tre demoni dati alle fiamme quando nessuno di essi sarebbe dovuto soccombere».

«Già. Raduna le truppe. Che Averno sia scosso dal fuoco! Voglio che questa intrusa umana si agiti e supplichi sul mio spiedo in mezzo alle fiamme.»

«Al suo comando», esclamò il demone degli abissi, chinando il capo. Poi prese il volo in maniera goffa e frettolosa. Il divertimento era raro all’Inferno e nessuno se lo voleva perdere.

* * *

Una sfera di fuoco schizzò fuori da un braciere, con un rombo tanto improvviso e netto da sembrare un gong. Varie teste cornute si voltarono.

«Avete visto?» chiese una voce profonda che fece tremare il terreno con la sua forza, e i presenti di paura.

«Sì, Terribile Signore», sibilarono i demoni, più o meno in coro, riluttanti e ansiosi.

«Alle armi», esclamò la voce. «Non deludetemi.»

Le fiamme si levarono dal braciere, ancor più feroci di prima, e si udì un tumulto improvviso quando i demoni s’affannarono a lasciare quel luogo tremante.

* * *

BENE, BENE. LA TUA STREGA-REGINA HA DESTATO NON POCA ATTENZIONE QUI ALL’INFERNO, FRA I PROFONDI E I POTENTI. ESERCITI PRONTI, MAGIA CONSIDEREVOLE PESCATA DAI NASCONDIGLI, NERGAL FELICE…

Gli schiavi umani tornano utili ancora una volta, hmm?

INTELLIGENZA, INTELLIGENZA! DEVO SORBIRMI LA SFACCIATAGGINE DI ELMINSTER, I SUOI COMMENTI PUNGENTI, ELMINSTER CHE RISOLVE TUTTO CON UN SORRISO PER GLI SCIOCCHI CON CUI HA A CHE FARE! POTREI RIDURTI IN UNA POLTIGLIA SANGUINANTE IN UN SOLO ISTANTE, CHE LE FIAMME TI CONSUMINO!

Ma non lo fai. Perché?

PERCHÉ NESSUN ALTRO DEMONE HA TRA LE MANI UN UOMO CHE SERVE PERSONALMENTE UNA DEA E DETIENE TUTTO IL SUO POTERE. ALCUNI DIAVOLI RAGGIRANO, MINACCIANO O INFLUENZANO LE COSCIENZE FUORI DALL’INFERNO, MA TU SEI MIO, CORPO E MENTE. SENZA DUBBIO POTENTE E SAGGIO, E POTENZIALMENTE MOLTO UTILE.

EPPURE, NON RIESCO A IMPARARE NULLA DI UTILE DA TE. NON ANCORA.

E…?

E NON HO INTENZIONE DI ATTENDERE A LUNGO. O TI ARRENDI A ME, O MORIRAI NEL MODO PIÙ ATROCE CHE RIUSCIRÒ A ESCOGITARE.

SEMPRE CHE MALACHLABRA NON TI OTTENGA PER PRIMA.

[domanda umana inespressa, sopracciglio mentale inarcato]

OH, SÌ. È SOPRAVVISSUTA ALLA NOSTRA PICCOLA BATTAGLIA PER IL TUO POSSESSO, A QUANTO PARE, MA SI È NASCOSTA PER PAURA DI NERGAL IL POTENTE… PERCIÒ L’UNICA COSA DA FARE È ANDARE DA LEI. O MEGLIO, SPEDIRLE DUE REGALI. TU E LA TUA AMATA VENDICATRICE.

[scrosci di risate diaboliche]

19.

Rabbia all’Inferno

L’accozzaglia di pozze stagnanti e di rocce frastagliate attorno al lago di sangue brulicava di larve striscianti. Ma quelle pietre ospitavano anche qualcos’altro, una creatura devastata e informe, annerita dal fuoco, qualcosa che avrebbe potuto rispondere al nome di Elminster, se solo avesse avuto una bocca per farlo. Il mago osava guarirsi solo molto lentamente. Le larve lo succhiavano e lo rosicchiavano nel punto in cui si trovava, immobile nell’ombra profonda.