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Dal terreno sotto di lei spuntarono lance di roccia, che si sollevarono con furia potente. La Simbul ringhiò un incantesimo che le avrebbe rimandate alla fonte. Una delle due lance che si stavano dissolvendo le ferì una gamba. La donna cadde violentemente sulla dura pietra, fra rivoli del suo stesso sangue.

Le pietre tremarono sotto di lei per la violenza di un’esplosione distante. Il suo sfidante non amava le punte più di quanto non lo facesse lei. La Simbul sorrise trucemente e usò il suo sangue per lanciare un incantesimo che la portò dall’altra parte della Zanna, dove un altro umano stava sanguinando. Mentre il mondo turbinava, lei afferrò un medaglione alla cintura e infranse il minuscolo cristallo interno.

La magia vibrò come un arco che scocca una freccia, vorticò intorno a lei e creò una gabbia. Naso contro naso dentro di essa, un luogo in cui nessun incantesimo poteva esser compiuto, la Simbul e il suo sfidante si guardarono negli occhi. La sua magia aveva catturato per caso uno dei pochi alberi che crescevano sulla rupe, e i suoi rami spinosi gemettero mentre la gabbia vi si stringeva attorno. L’aria sarebbe stata ben presto piena di una gragnuola di frammenti…

Uno scettro divenne un pugnale nella mano della donna, che lo sollevò verso le costole del mago e colpì. Il nemico barbuto dal naso aquilino le sferrò un forte calcio all’inguine, scaraventandola in alto. Il pugnale lasciò una traccia del suo sangue nell’aria. La mano della donna colpì forte un ramo d’albero e l’arma roteò in aria.

L’uomo l’afferrò come un giocoliere. La Simbul rimbalzò a terra ed emise tutto il fiato che aveva in un gemito impotente. Elminster spiccò un balzo e saltò sopra di lei.

Rotolarono, mentre la magia sempre più stretta mormorava attorno a loro. La donna vide il pugnale sollevarsi in preparazione del fendente che le avrebbe squarciato la gola.

Disperatamente alzò una mano per proteggersi. L’acciaio luccicante la trafisse e la punta bagnata del coltello sbucò dal dorso della mano.

Mystra, che male!

Singhiozzando in maniera incontrollata, la Simbul si agitò sul terreno, cercando di levarsi di dosso il nemico, in modo da poter estrarre il dente del tormento, e…

Il peso sopra di lei era improvvisamente scomparso. Un brivido bollente le attraversò il corpo e la lama del pugnale si dissolse come fumo.

Elminster fissò il fuoco argenteo gocciolare dalle dita della Simbul. La sua ferita si richiuse e lei trasalì, agitando le mani come se potesse cacciare il dolore.

«Tu… tu servi Mystra!» riuscì a mormorare finalmente Elminster.

La donna lo guardò da sotto la chioma di capelli diventati improvvisamente argentei, che s’arricciavano e si dimenavano come serpenti. «Naturalmente», rispose pacata. «Non lo fanno forse tutti!»

23.

Fuoco all’Inferno

Oscurità echeggiante, il labirinto vuoto…

Ho paura. Io… non riesco a pensare. Dov’è la mia mente… dove sono i miei ricordi? Dove… mi trovo? Non rimane nulla. Se non la paura. Ne ho tanta. Sono solo. Buio, alla deriva… freddo, ogni luce è scomparsa. Ho paura.

AHA! IL FUOCO ARGENTEO FINALMENTE! MA È TUTTO QUI? LA TUA DEA TI HA SOTTRATTO TUTTO, FINO ALL’ULTIMO SEGRETO A CUI ANELAVO? TI RIDURRÒ IN FRANTUMI D’OSSA E POLVERE! TI FARÒ URLARE PER UN TEMPO INFINITO, TI TERRÒ IN VITA NEL TORMENTO, CIECO E CONTORTO DAL DOLORE, MENTRE I LEMURI SI NUTRIRANNO DI TE PER POI VOMITARTI E DARTI IN PASTO AD ALTRI! IO… GAAAHH! UMANI!

Eccomi. Quassù, in Nergal. Laggiù, nelle mie ossa, non è rimasto nulla. Niente di niente. Lui ha vinto.

ESATTO, PICCOLO E INSIGNIFICANTE MAGO, NON POTEVA ESSERE ALTRIMENTI. [gongolamento] LA TUA DEA FICCANASO POTRÀ ANCHE AVERMI SOTTRATTO IL FUOCO ARGENTEO E I SUOI SEGRETI, MA IO HO I TUOI RICORDI, SECOLI E SECOLI D’INCANTESIMI NASCOSTI, DI TRUCCHI PER RISVEGLIARE LA MAGIA, E TUTTI QUEI CANCELLI…

NON OSO CAMMINARE PER FAERÛN E DIVERTIRMI A DOVERE… MA OH, QUANTI BABBEI POSSO COMANDARE FRA I TUOI SERVILI UMANI, ARMATO DI CIÒ CHE SAI E DEI FAVORI CHE TI DEVONO, PER SACCHEGGIARE LA TUA TORIL A PIACERE E OTTENERE ANCORA PIÙ MAGIA… AH, MA L’INFERNO FINALMENTE TREMERÀ!

[immagini turbinanti di Averno, consapevolezza gettata lontana]

E ORA DIAMO INIZIO ALLE DANZE, A PARTIRE DALL’UMILIAZIONE E DALLA DISTRUZIONE DI QUEL PICCOLO GIOCATTOLO, VENUTO A SALVARE IL SUO ELMINSTER!

[magia che scaturisce da Nergal come un torrente impazzito, risate diaboliche tonanti, pinnacoli di roccia che crollano sulla figura umana solitaria]

HAHA!

[Testa sollevata di scatto. Capelli argentei che si agitano. Fulmini scoppiettano e riducono una roccia in polvere e detriti, scagliati lontano. Due occhi ardono come fiamme fra il tumulto di polvere turbinante. Un sibilo basso e smorzato giunge alle loro orecchie attraverso mezza Averno]

«Allora, demone. Eccoci qua. Assaggia ora quello che ho inferto a Thay.»

[l’Arte imperversa, tanto rapida e lucente che Nergal grugnisce stupito. Le sue ali di pipistrello battono con improvvisa urgenza, s’inarcano e si contorcono e… l’Inferno esplode in una furia luminosa. L’arcidemone è scaraventato nell’aria sibilante, stringendo in pugno un umano devastato]

FUOCHI DEGLI ABISSI, È PROPRIO FORTE! BEH, DOVREMO SEMPLICEMENTE…

Osservala con attenzione. Una tale grazia, persino nella collera. Affascinante…

GIÀ, È VERO, UNA TALE… CHE STAI FACENDO, UMANO? MI SUSSURRI NELLA TESTA QUANDO DOVREI ESSERE…

[inferno illuminato, ruggito diabolico di dolore, corpi impotenti scagliati in aria ancora una volta, due occhi fiammeggianti seguono fra fuoco argenteo]

ORA BASTA! ANDIAMO ALTROVE, E LASCIAMO CHE COMBATTA MEZZO INFERNO PER SCOVARCI!

Un fulmine rosso li avvolse. Poi scomparve, lasciandoli in un altro luogo di Averno. La mano artigliata di Nergal si abbassò sulla spalla di Elminster e fece comparire dal nulla un collare e una catena.

Il fulmine rosso ricomparve.

«Ci segue», grugnì Nergal, «e distrugge qualsiasi cosa insorga contro di lei. Andremo da tutti i miei rivali, di tana in tana, e lasceremo che Averno diventi un deserto!».

Nergal rise a squarciagola… ed eccoli da un’altra parte. Fumo e fulmini rossi rotolarono attorno ai loro piedi.

Il demone reietto si guardò alle spalle e scosse la testa in un gesto che pareva d’ammirazione… o forse di paura.

«Demoni che precipitano massacrati dal cielo», mormorò. «Non passerà molto tempo prima che il Padrone di Nessus si svegli. Allora non vorrei essere nei panni della tua piccola amata!»

Di nuovo fulmini, e oscurità. Una cavità piena d’interiora, Elminster ne è immerso fino al mento e il collare lo strangola, mentre la catena salda fra le mani di Nergal gli impedisce d’affogare…

DI NUOVO AL SICURO, FINALMENTE. ORA, DOV’ERAVAMO RIMASTI?

OH, SÌ. DA UN DUELLO MAGICO A UN ALTRO. TUTTAVIA QUESTO È MIGLIORE DELL’ULTIMO RICORDO CHE ABBIAMO CONDIVISO: SEDURRE LE APPRENDISTE SEMBRA UN PO’ BANALE DOPO LA DISCESA AGLI INFERI DI DEE OSTINATE.

Hmm. Temo che tu necessiti di un giudizio più sottile di quello che possiedi attualmente.

[sbuffata di disapprovazione, frustata mentale] LA SFACCIATAGGINE, LASCIALA PER DOPO, MAGO. È TEMPO CHE MI MOSTRI QUALCOSA.

[offerta di un’immagine]

DIAMINE, QUESTA MI ENTUSIASMA! DOVE SONO LE TUE…

Nelle tue profondità, demone. Hai tutto ora. Elminster è nella tua testa.

Io… io…

Guardala, demone. Che magnificenza quando getta indietro la testa e osserva senza paura l’Inferno che la circonda, ci sta cercando. Guardala come faccio io. Come si fa a spezzare o a piegare una lama tanto affilata? Lei potrebbe essere tutto per te! Potrebbe diventare la tua arma vincente all’Inferno, distruggere tutti coloro che si ribellano, e amarti con la stessa brama e la stessa ferocia con cui ora combatte…