Ciò supera tutto tranne l’amore di una dea, pensò Elminster, mentre s’innalzava lungo i sentieri di fuoco bianco, sentendo il potere crescere in lui. Istante dopo istante aumentava la magnificenza del Mythal e la sua estensione. Una cinquantina di menti erano al lavoro per levigarlo, modellarlo e renderlo più grande e più intricato; un collegamento qui, un rinforzo là e…
Elminster s’irrigidì nel punto in cui fluttuava nella rete, poi turbinò attraverso un raccordo intricato e indietreggiò. Aveva percepito un dolore breve e pungente, e una vampata di calore intollerabile, seguito da un soffio di confusione. Una morte? Qualcosa era andato storto, qualcosa ora nascosto. Un tradimento. Se di ciò si trattava, il Mythal sarebbe morto ancor prima di nascere.
Per tutti gli dei, erano stati di nuovo attaccati? Mentre discendeva, la sua mente sfiorò quella di Beldroth, ora parte della rete in espansione, mormorante, mentre il suo corpo fluttuava appena sopra il pavimento; sospesa con lui, una bambina dagli occhi spalancati. La gente tutt’intorno mormorò e si allontanò da lui cautamente, ma era più la meraviglia che l’ostilità. No, le guardie erano all’erta, ma nella Camera della Corte regnava la pace.
E allora dove? Si abbassò prudentemente, fin dove la rete era ancorata, e si diresse verso gli altri. Il Supremo Mago di Corte stava bene, come pure Alea Dahast, e… no! Laggiù! Una consapevolezza che non apparteneva a Lord Aulauthar Orbryn fece capolino dal fuoco bianco e lo guardò solo per un istante; uno sguardo tutt’altro che gentile.
Il lavoro operato dal falso Orbryn sul Mythal mirava a distruggere tutti gli individui non elfi! Forse era quello lo scopo della sua missione! Fermare quel tradimento! Assistimi, Mystra, pensò Elminster, poiché agirò in tuo nome.
E cavalcando un pennacchio di fuoco candido, El si lanciò in ciò che era stato Lord Aulauthar Orbryn e colpì chiunque si trovasse nel suo corpo.
L’ondata di fuoco si propagò fra le rovine di ciò era stata la mente di Orbryn, ed El si ritrasse per un istante. Il dardo mentale che altrimenti l’avrebbe trafitto sfrecciò fuori e lo mancò. Il corpo attorno a loro tremolò sotto il bruciante impatto.
Con un ringhio silenzioso, Elminster rispose all’attacco.
Il suo dardo venne respinto da una mente forte e profonda quanto la sua. Un elfo anziano, sconosciuto. Uno Starym? El si affrettò a farsi da parte lungo le linee di fuoco, cosicché l’attacco successivo e il suo contrattacco squarciarono l’opera del falso Orbryn, rovinandola al di là di ogni rimedio. Il Mythal non avrebbe più ucciso i non elfi, qualsiasi cosa fosse ora accaduta.
Ciò lasciò però indifeso Elminster Aumar, e il colpo successivo, scagliato dalla mente potente che aveva di fronte, lo trafisse e lo tenne inchiodato senza via di scampo.
Percepì un dolore lancinante, e i suoi ricordi cominciarono a fluire, come smarriti, sommergendolo uno dopo l’altro in un’ondata rapida e disorientante. Elminster tentò di gridare e di sottrarsi al dolore, ma riuscì solo a girarsi, ancora trafitto da quella sonda affilata che penetrava sempre più a fondo dentro di lui.
Vide il suo assalitore per la prima volta. Uldreiyn Starym, anziano signore e arcimago della casata, sogghignava trionfante mentre svelava la sua identità alla mente torturata che stava distruggendo.
Mystra! urlò Elminster, contorcendosi dal dolore. Mystra, aiutami! Per Cormanthor, vieni a me!
Quel verme umano stava morendo mentre si dimenava e invocava la sua dea. Era giunta l’ora; gli altri avrebbero presto percepito che qualcosa non andava. Uldreiyn Starym colpì il principe ancora una volta, e poi si ritirò per il tempo sufficiente a pronunciare la magia che avrebbe richiamato il suo corpo, per nascondere la debolezza della sua mente disincarnata e fornirgli il mezzo per combattere seriamente, se avesse dovuto abbandonare la rete incalzato da numerosi avversari. Ecco fatto. Esultante, si accinse a riprendere l’attacco contro l’umano tremante.
Vi fu un gran tumulto nella corte quando il corpo robusto di Lord Uldreiyn Starym apparve improvvisamente all’interno del cerchio, accanto a Elminster. I suoi stivali erano piantati sul pavimento, a pochi centimetri da qualcosa di piccolo, di scuro, e di impolverato, che stava strisciando lentamente verso il mago umano. La cosa si arrestò, esitò brevemente, e si volse verso lo stivale del vecchio, ma poi sembrò giungere a una decisione, e riprese il suo faticoso cammino verso l’ultimo principe di Athalantar.
Holone non era una Maga di Corte per nulla. Qualcosa stava accadendo dietro di lei, qualcosa di sbagliato. Si voltò di scatto. Dei! Uno Starym!
Tuttavia l’elfo era immobile, i suoi occhi assenti come quelli degli altri, e dalla bocca e dalle mani sollevate fluiva fuoco bianco: anch’egli era parte del Mythal. Non ci si doveva mai fidare di uno Starym, ma… era un nemico?
Holone si morse le labbra. Era ancora in preda all’indecisione, quando un arazzo e la finestra dietro di esso si schiantarono sul pavimento con un gran tonfo. Dalle macerie e dalla polvere sollevatasi si alzò una figura esile, le mani tese che sputavano fuoco: fuoco vero!
Holone, e molti altri testimoni, spalancarono la bocca sorpresi. Symrustar Auglamyr… viva! Dov’era stata in tutti quegli anni? La maga deglutì e sollevò le mani per creare una barriera, sapendo che non c’era tempo.
La ragazza aveva già lanciato le fiamme verso l’ignaro Starym. Quando il fuoco colpì Lord Uldreiyn, e lo fece girare, nella Camera della Corte si udirono nuovamente grida e imprecazioni. Il mago vacillò, s’inginocchiò, e i suoi occhi avvamparono di furia selvaggia. Guardò il nemico.
Lady Symrustar Auglamyr era a pochi passi di distanza e si dirigeva contro di lui a tutta velocità; le sue labbra mostravano i denti bianchi in un ringhio rabbioso, gli occhi due bracieri ardenti. Stava urlando qualcosa.
«Per Mystra! Un regalo per te, stregone, da parte di Mystra!»
L’anziano Starym le rispose con un ghigno, mentre attivava l’energia del suo mantello.
Elfi con spade sguainate si stavano avvicinando al cerchio, ma le guardie e le maghe di corte intimarono loro di stare indietro, per amore di Cormanthor!
Tutti inorridirono, quando la ragazza volante si schiantò contro qualcosa d’invisibile che le frantumò le braccia come fossero rami secchi, le piegò la testa all’indietro e le spezzò gambe e spina dorsale quasi con indifferenza. La giovane vorticò nell’aria, in un groviglio di capelli sciolti, e fu scaraventata nella direzione da cui era venuta.
Molti dei presenti grugnirono quando videro quel corpo mutilato e tremante dirigersi obliquamente verso la statua dell’eroe elfo, poi voltarsi verso di loro, come guidato da una mente fredda e calcolatrice, alcuni attimi prima di finire infilzato sulla spada dell’eroe.
Symrustar Auglamyr reclinò la testa ed emise un verso rauco quando la spada sbucò sotto il suo petto, scura e bagnata del suo sangue. Fulmini crepitarono e guizzarono attorno a lei quando i suoi poteri iniziarono ad abbandonarla.
Uldreiyn Starym si portò le mani ai fianchi e rise. «Così periscono tutti coloro che osano attaccare uno Starym!», esclamò rivolto alla corte, e sollevò le mani. «Chi sarà il prossimo? Tu, Holone?»
La Maga di Corte impallidì e arretrò, ma non abbandonò la sua postazione nel cerchio. Fece un respiro profondo, scrollò il capo, e affermò con voce un po’ tremante: «Sì, se sarà necessario, traditore».
El aveva chiamato e Mystra gli aveva mandato Symrustar, che stava morendo per lui! Straziato dal dolore fisico, El non aveva tempo di rammaricarsi. Mystra! urlò, come fa un guerriero in battaglia. Mandami qualcosa per aiutarla! Gli Starym hanno la meglio! Mystra!