— Non era del tutto… umana — mormora il cardinale Lourdusamy. — Il corpo di suo… padre… il cìbrido Keats… fu distrutto, ma la sua personalità IA fu conservata in un disco d’iterazione Schrön.
Anche l’ammiraglio Marusyn si sporge verso de Soya, come se nessun altro dovesse udire quell’informazione. — Crediamo che la bambina abbia comunicato con la personalità Keats nel disco d’iterazione Schrön addirittura prima di nascere — dice sottovoce. — Siamo quasi certi che quel… feto… era in contatto con il TecnoNucleo tramite il cìbrido.
De Soya ha l’impulso di farsi il segno di croce e lo soffoca. Le letture, l’istruzione e la fede gli hanno insegnato che il TecnoNucleo era il male incarnato, la più attiva manifestazione del Maligno nella moderna storia umana. La distruzione del TecnoNucleo è stata la salvezza non solo della tormentata Chiesa, ma della stessa razza umana. De Soya cerca d’immaginare che cosa un’anima umana non ancora nata imparerebbe dal diretto contatto con quelle intelligenze prive d’anima e di corpo.
— La bambina è pericolosa — mormora il cardinale Lourdusamy. — Anche se con la Caduta dei teleporter il TecnoNucleo è stato messo al bando, anche se la Chiesa non permette più a macchine prive d’anima d’avere una vera intelligenza, quella bambina è stata programmata come agente delle IA cadute… agente del Maligno.
De Soya si sfrega la guancia. A un tratto si sente stanchissimo. — Lei parla come se la bambina fosse ancora viva — dice a bassa voce. — E ancora bambina.
Il cardinale Lourdusamy cambia posizione, con un fruscio della tonaca di seta. Usa un tono baritonale, minaccioso e sinistro. — Infatti è viva — dice. — Ed è ancora bambina.
De Soya guarda l’ologramma librato fra loro. Tocca il cubo e spegne l’immagine. — Magazzinaggio criogenico? — domanda.
— Su Hyperion ci sono le Tombe del Tempo — tuona Lourdusamy. — Una di esse, detta Sfinge, che forse ricorderà dal poema o dalla storia della Chiesa, è stata usata come portale per andare avanti nel tempo. Nessuno sa come funzioni. Per molti non funziona affatto. — Lancia un’occhiata all’ammiraglio e torna a guardare il prete capitano. — 264 anni standard fa, la bambina scomparve nella Sfinge. Già allora sapevamo che era pericolosa per la Pax, ma arrivammo con qualche giorno di ritardo. Da fonte attendibile sappiamo che emergerà da quella tomba fra meno d’un mese… tuttora bambina. Rappresenta un pericolo micidiale per la Pax.
— Un pericolo per la Pax… — ripete de Soya. Non capisce.
— Sua Santità ha previsto questo pericolo — dice il cardinale Lourdusamy. — Quasi tre secoli fa, Nostro Signore ritenne opportuno rivelare a Sua Santità quale minaccia quella figlia sciagurata rappresenti e ora il Santo Padre si è mosso per occuparsi di questo pericolo.
— Non capisco — confessa il Padre Capitano de Soya. L’olocubo è spento, ma lui vede ancora nella propria mente la faccia della bambina. — Come può una bambina rappresentare un pericolo… allora o adesso?
Il cardinale Lourdusamy gli stringe il braccio. — Quale agente del TecnoNucleo, sarà un virus inoculato nel Corpo di Cristo. È stato rivelato a Sua Santità che la bambina avrà dei poteri… poteri che non sono dell’uomo. Uno di essi è il potere di convincere i fedeli ad abbandonare la luce degli insegnamenti di Dio, a rinunciare alla salvezza per servire il Maligno.
De Soya annuisce, ma continua a non capire. Ha male al braccio, per la stretta della robusta mano di Lourdusamy. — Cosa vuole da me, Eccellenza? — domanda.
Risponde l’ammiraglio Marusyn, in un tono normale che, dopo tutti quei bisbigli, sorprende de Soya. — Da questo momento — ordina, brusco — lei è sospeso dall’incarico nella Flotta, Padre Capitano de Soya. Da questo momento la sua missione consiste nel cercare quella… bambina e portarla nel Vaticano.
Il cardinale crede di scorgere una traccia d’ansia nello sguardo di de Soya. — Figliolo — dice, ora in tono consolante — si preoccupa forse che alla bambina sia fatto del male?
— Sì, Eccellenza — risponde de Soya e si domanda se, per averlo ammesso, sarà sollevato dall’incarico.
Lourdusamy allenta la stretta, la rende un contatto amichevole. — Stia tranquillo, figliolo. Nessuno nella Santa Sede… nessuno nella Pax… ha la minima intenzione di nuocere a quella bambina. Anzi, il Santo Padre ha dato disposizioni a noi… e a lei… di badare in secondo luogo che la bambina non subisca incidenti.
— In primo luogo — spiega l’ammiraglio — dovrà portarla qui, su Pacem. Al Comando della Pax, qui nel Vaticano.
De Soya fa un cenno d’assenso, deglutisce. Si pone, avanti a tutto, una domanda: "Perché proprio io?"
— Sissignore — dice. — Capisco.
— Riceverà un diskey col salvacondotto papale — prosegue l’ammiraglio. — Potrà requisire qualsiasi materiale, aiuto, collegamento o personale che le locali autorità della Pax siano in grado di fornirle. Ha domande, su questo?
— Nossignore — risponde de Soya, con voce ferma. Ma la sua mente vacilla. Un diskey col salvacondotto papale gli darebbe potere superiore a quello del governatore di un pianeta.
— Oggi stesso traslerà nel sistema di Hyperion — continua l’ammiraglio Marusyn, nello stesso vivace tono di comando che non ammette stupide obiezioni. — Capitano Wu?
L’aiutante di campo si fa avanti e porge a de Soya una cartellina rossa. Il Padre Capitano annuisce, ma una voce gli urla nella mente: "Nel sistema di Hyperion, oggi stesso… La nave classe Arcangelo! Morire di nuovo. Il dolore. No, Gesù mio, Signore. Allontana da me questo calice!".
— Avrà il comando della nostra nave corriere più moderna, Capitano — dice intanto Marusyn. — È simile a quella che l’ha portato su Pacem, ma può ospitare sei passeggeri, è dotata di un armamento a livello nave torcia e possiede un sistema di risurrezione automatizzato.
— Sissignore — dice de Soya. "Un sistema automatizzato?" pensa. "Il sacramento sarà dunque amministrato da una macchina?"
Il cardinale Lourdusamy gli dà un amichevole colpetto sul braccio. — Il sistema robotizzato è increscioso, figliolo. Ma la nave potrebbe portarla in luoghi dove la Pax e la Chiesa non esistono. Non possiamo negarle la risurrezione solo perché lei si trova fuori portata dei servi di Dio. Le garantisco, figliolo, che lo stesso Santo Padre ha benedetto quell’apparecchiatura per la risurrezione e l’ha consacrata con lo stesso comandamento sacramentale che darebbe una vera Messa di Risurrezione.
— Grazie, Eccellenza — borbotta de Soya. — Ma non capisco… luoghi al di fuori della Chiesa… Non ha detto che devo andare su Hyperion? Non ci sono mai stato, ma pensavo che quel mondo facesse parte della…
— Appartiene alla Pax — lo interrompe l’ammiraglio. — Ma se lei non avesse successo nel catturare… — Esita. — Nel salvare la bambina… se per imprevedibili ragioni fosse costretto a seguirla su altri mondi, in altri sistemi… abbiamo ritenuto opportuno che la nave abbia una culla di risurrezione automatizzata.
De Soya, confuso, china la testa in segno di ubbidienza.
— Ma ci aspettiamo che lei trovi la bambina su Hyperion — prosegue l’ammiraglio Marusyn. — Giunto su quel mondo, si presenterà al comandante di Fanteria Barnes-Avne e mostrerà il diskey papale. Barnes-Avne comanda la brigata di Guardie Svizzere di stanza su Hyperion, ma le lascerà l’effettivo comando del distaccamento.
De Soya rimane sorpreso. "Il comando di una brigata di Guardie Svizzere?" pensa. "Ma io comando una flotta di navi torcia! Non saprei distinguere una manovra di fanteria da una carica di cavalleggeri!"