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Frankel parlò in tono sbrigativo. — Il comandante del Secondo battaglione rende omaggio al comandante del reggimento. Chiedo un ufficiale per riunire la corte.

La faccia s’informò: — Quando ti serve, Ian?

— Appena puoi.

— Subito. Sono quasi certo che Jake è al comando. Articolo e nome?

Frankel diede il nome di Hendrick e citò un articolo del regolamento. La faccia sullo schermo emise un fischio e si fece seria. — Bene, Ian. Se non trovo Jake, vengo io stesso. Il tempo di avvertire il Vecchio.

Il capitano Frankel si rivolse a Zim: — Questi uomini di scorta sono stati testimoni?

— Signorsì.

— Il caposquadra di Hendrick era presente?

Zim esitò. — Signorsì, credo.

— Fatelo venire. C’è nessuno laggiù con una tuta potenziata?

— Signorsì.

Mentre Zim telefonava, Frankel si rivolse a Hendrick: — Quali testimoni vuoi chiamare in tua difesa?

— Non ho bisogno di testimoni. Lui sa benissimo com’è andata. Mi dia piuttosto un pezzo di carta, voglio andarmene da qui.

— Tutto a suo tempo.

E in un tempo rapidissimo, mi sembrò. Meno di cinque minuti dopo, il caporale Jones arrivava a grandi balzi in tuta potenziata, trasportando a braccia il caporale Mahmud. Posò a terra Mahmud e scattò via, proprio mentre il tenente Jake Spieksman faceva il suo ingresso dicendo:

— Buongiorno, capitano. L’accusato e i testimoni sono qui?

— Tutti presenti. Siediti, Jake.

— Il registratore c’è?

— È tutto pronto.

— Benissimo. Hendrick, un passo avanti. — Hendrick obbedì, con un a faccia sconcertata e l’aria di chi potrebbe scoppiare in singhiozzi da un momento all’altro. Il tenente Spieksman disse in fretta: — Corte marziale di campo, riunita per ordine del maggiore F.X. Malloy, comandante del Terzo reggimento reclute, campo Arthur Curie, ordinanza generale numero quattro, emessa dal Comando generale, Sezione addestramento e disciplina, in conformità alle leggi e norme delle Forze armate, Federazione terrestre. Ufficiale che istituisce il procedimento: capitano Ian Frankel, Fanteria spaziale mobile, assegnato al comando del Secondo battaglione, Terzo reggimento. La corte: tenente Jacques Spieksman, Fanteria spaziale mobile, assegnato al comando del Primo battaglione, Terzo reggimento. Imputato: Hendrick, Theodore C, recluta, SS7960924. Articolo 9080. Accusa: percuoteva il suo superiore, mentre la Federazione terrestre si trovava in stato di emergenza.

La cosa che mi colpì fu la rapidità della procedura. Mi trovai di colpo nominato usciere del tribunale e incaricato di rimuovere i testimoni e tenerli a disposizione. Non sapevo come avrei fatto a rimuovere Zim se lui non fosse stato d’accordo, invece il sergente radunò Mahmud e i due soldati con un solo sguardo, e tutti uscirono, fuori portata d’orecchio. Il sergente si separò dagli altri e aspettò da una parte. Mahmud si sedette per terra e si arrotolò una sigaretta, ma dovette metterla via perché venne chiamato per primo. In meno di venti minuti tutti e tre avevano testimoniato, confermando la versione di Hendrick. Zim non venne nemmeno interpellato.

Poi il tenente Spieksman si rivolse a Hendrick. — Vuoi controinterrogare i testimoni? La corte ti assisterà, se lo desideri.

— No.

— Resta sull’attenti e di’ signore, quando ti rivolgi alla corte.

— No, signore. — Poi Hendrick aggiunse: — Voglio un avvocato.

— Il codice militare non lo permette. Vuoi testimoniare in tua difesa? Non sei obbligato a farlo e, tenuto conto delle testimonianze sentite finora, la corte non assumerà alcuna pregiudiziale negativa se deciderai di non testimoniare. Ti avverto però che tutto quello che dirai potrà essere usato contro di te, e che sarai soggetto a un controinterrogatorio.

Hendrick si strinse nelle spalle. — Non ho niente da dire. A che cosa mi servirebbe?

— La corte torna a chiederti: vuoi testimoniare in tua difesa?

— Ehm… signornò.

— La corte deve rivolgerti una domanda d’ordine tecnico. L’articolo in base al quale sei accusato ti era stato letto prima di commettere il gesto del quale ora sei accusato? Puoi rispondere sì, no, oppure tacere, ma sei responsabile della tua risposta, a norma dell’articolo nove uno sei sette che si riferisce allo spergiuro.

L’accusato rimase zitto.

— Adesso la corte ti rileggerà l’articolo e poi ti ripeterà la domanda. Articolo nove zero otto zero. “Qualsiasi appartenente alle Forze armate che aggredisca o colpisca, o tenti di aggredire o colpire…”

— Sì, mi pare di sì. Ne leggono una gran quantità di quella roba, ogni domenica mattina. Una lunga lista di cose che non si possono fare.

— Ti era stato letto, o no, questo particolare articolo?

— Ehm… credo di sì, signore. Sì.

— Benissimo. Avendo rifiutato di testimoniare, hai qualche dichiarazione da fare a tua discolpa?

— Come, signore?

— Vuoi dire qualcosa alla corte? Riferire qualche circostanza che secondo te possa mitigare l’offesa? O infirmare le testimonianze rese? Per esempio che eri malato, oppure sotto l’effetto di una droga o di un farmaco? Ora non sei più sotto giuramento, puoi dire tutto quello che vuoi in tua difesa. La corte sta cercando di stabilire se in tutta questa storia c’è qualcosa che non ti sembra giusto. E in questo caso, perché?

— Come? Ma certo che c’è. Anzi, non c’è niente che sia giusto. Lui mi ha colpito per primo! Li ha sentiti, no? Mi ha colpito per primo!

— Nient’altro?

— Eh? Signornò. Non basta?

— Il processo è terminato. Soldato semplice Theodore C. Hendrick, alzati! — Il tenente Spieksman era rimasto sempre sull’attenti. Ora si alzò anche il capitano Frankel. L’atmosfera si fece d’improvviso agghiacciante.

— Soldato Hendrick, la corte ti dichiara colpevole.

Sentii lo stomaco contrarsi. Gli facevano una cosa simile! Avrebbero impiccato Ted Hendrick. E pensare che al mattino avevo fatto colazione accanto a lui.

— La corte — continuò il tenente, mentre mi venivano i sudori freddi — ti condanna a dieci frustate e all’espulsione per cattiva condotta.

Hendrick deglutì. — Voglio dare le dimissioni.

— La corte non ti permette di presentare le dimissioni. La corte desidera aggiungere di essere stata clemente solo perché non ha poteri per comminare pene più severe. Sei stato deferito a una corte marziale di campo; sulla ragione di tale scelta questa corte non avanza congetture. Se ti avessero deferito a una corte marziale generale, le accuse presentate dinanzi a questa corte ti avrebbero procurato una condanna a morte per impiccagione. Sei fortunato, soldato Hendrick, e l’autorità che ti ha deferito si è mostrata molto generosa. — Il tenente Spieksman fece una pausa, poi concluse: — La sentenza sarà eseguita appena la corte avrà rivisto e approvato la procedura, se l’approverà. La seduta è aggiornata. Tu, portalo fuori e chiudilo in cella.

L’ultima frase era diretta a me, ma in realtà non dovevo fare niente salvo telefonare alla tenda di guardia e farmi rilasciare una ricevuta quando l’avessi consegnato.

Alle sei, ora in cui si poteva marcare visita, il capitano Frankel mi congedò e mi spedì dal medico, il quale mi rispedì in servizio. Tornai alla mia compagnia in tempo per rivestirmi, prendere parte alla rivista ed… essere strapazzato da Zim per “macchie sull’uniforme”. Be’, anche lui aveva una bella macchia sul sopracciglio, ma io non feci commenti.

Qualcuno aveva rizzato un grosso palo sullo spiazzo dell’adunata, proprio dietro a dove stava l’aiutante.

Quando venne il momento in cui si pubblicavano i bollettini, invece del solito ordine del giorno o di altre sciocchezze venne affissa la sentenza della corte marziale.