La Rodger Young stava di nuovo tornando alla base per sostituire il materiale mancante: capsule e uomini. Al Jenkins si era conquistato una bella fossa mentre ci copriva le spalle durante un recupero che era costato la vita anche a Padre Migliaccio. Inoltre, anch’io dovevo venire rimpiazzato. Sfoggiavo galloni da sergente nuovi di zecca (come successore di Migliaccio), ma avevo il sospetto che appena sbarcati dall’astronave, quei galloni, perlopiù onorari, li avrebbe avuti Ace. Gelatina mi aveva promosso per infondermi una sensazione di sicurezza mentre aspettavo di iniziare il corso ufficiali.
Ma anche così io ne ero orgoglioso. Al campo d’atterraggio militare uscii dal cancello a testa alta dirigendomi verso l’ufficio per vistare il permesso. Mentre l’impiegato di servizio controllava le mie carte una voce alle mie spalle disse in tono rispettoso: — Scusate, sergente, quella lancia appena atterrata proviene per caso dalla Rodger?
Mi voltai per vedere chi era, notai i galloni sulla manica, registrai che si trattava di un caporale, basso di statura e largo di spalle, senza dubbio uno dei nostri…
— Papà!
Poi il caporale mi strinse fra le braccia. — Juan! Juan! Il mio piccolo Johnnie!
Lo baciai, lo abbracciai e mi misi a piangere. Forse l’impiegato civile alla scrivania dell’ufficio permessi non aveva mai visto due soldati baciarsi. Be’, se mi fossi accorto che storceva il naso, gli avrei impartito una sonora lezione. Ma non mi accorsi proprio di niente: avevo altro a cui pensare. L’impiegato dovette richiamarmi perché stavo dimenticando i documenti.
Intanto ci eravamo soffiati il naso e avevamo finito di dare spettacolo. Dissi: — Papà, cerchiamoci un angolo tranquillo per fare due chiacchiere. Voglio sapere… be’, tutto! — Sospirai profondamente. — Ti credevo morto, papà.
— Ci sono andato vicino un paio di volte, ma me la sono cavata. Però, ragazzo mio… sergente… devo assolutamente informarmi se quella è la mia lancia. Sai…
— Ah, quella. Sì, viene dalla Rodger Young. Ne sono appena…
Parve deluso. — Ma allora devo scattare, subito. Devo presentarmi a bordo. — Poi aggiunse, preoccupato: — Tu tornerai a bordo presto, vero, Juanito? O stai andando in licenza?
— No… — Cercai di riordinare in fretta le idee. Proprio adesso, dovevamo incontrarci! Adesso che abbandonavo l’astronave. — Senti, papà, conosco le istruzioni di quella lancia. Non potrai salire a bordo prima di un’ora. La lancia abborderà l’astronave solo al primo passaggio in orbita, se non dovrà aspettare il prossimo. Prima deve ultimare il carico.
Non sembrava convinto. — Ho l’ordine di presentarmi subito al pilota della prima lancia disponibile.
— Papà! Non c’è bisogno di prendere gli ordini alla lettera. Alla ragazza che pilota quella baracca non importa un corno se sali a bordo subito, o poco prima della partenza. In ogni modo l’altoparlante trasmetterà il segnale di partenza della lancia dieci minuti prima di salpare. Non la perdi, stai tranquillo.
Si lasciò trascinare in un angolo appartato. Mentre ci sedevamo s’informò: — Prenderai anche tu la mia lancia, Juan, o salirai più tardi?
— Ecco… — Mostrai a mio padre le carte che avevo con me: mi parve il modo più semplice di comunicargli la notizia. Navi che scompaiono nella notte, come tante Evangeline, perdiana, che modo di sistemare le cose!
Dopo aver letto i documenti, a mio padre spuntarono le lacrime agli occhi. Mi affrettai a rassicurarlo: — Sai, papà, la mia intenzione è di tornare… non vorrei appartenere a nessun’altra compagnia che non sia quella dei Rompicollo. E ora che ne fai parte anche tu… Capisco che per te è una delusione, ma…
— Non è una delusione, Juan.
— Davvero?
— È orgoglio. Il mio ragazzo sarà un ufficiale. Il mio piccolo Johnny… Certo, sono anche un po’ deluso. Non vedevo l’ora che arrivasse questo giorno. Ma posso aspettare ancora un po’. — Sorrise attraverso le lacrime. — Sei cresciuto, figliolo. Ti sei fatto un vero uomo.
— Credo di sì. Ma, papà, per adesso non sono ancora un ufficiale, e potrei restare lontano dalla Rodger Young solo per pochi giorni. Sai com’è, certe volte ti sbattono fuori in…
— Piantala, giovanotto!
— Eh?
— Ce la farai. Non parlarmi più di “essere sbattuto fuori” e altre sciocchezze. — All’improvviso sorrise. — Questa è la prima volta che mi prendo la soddisfazione di dire a un sergente di stare zitto.
— Farò del mio meglio, papà. E se ce la faccio, inoltrerò domanda per tornare sulla mia vecchia Rodger Young. Però… — e non seppi continuare.
— Sì, lo so. La tua domanda non significherà niente se per caso decidessero di destinarti altrove. Non importa. Se questa mezz’ora è tutto quello che ci resta per stare insieme, cercheremo di cavarne più che si può… e io sono così orgoglioso di te che non sto più nella pelle. Come ti è andata, Johnny?
— Oh, bene, benissimo. — Stavo pensando che tutto sommato non mi era andata male. Papà si sarebbe trovato meglio tra i Rompicollo che in qualsiasi altra compagnia. Erano tutti amici miei, si sarebbero presi cura di lui, avrebbero fatto il possibile per salvargli la vita. Dovevo inviare un messaggio urgente ad Ace. Papà era capacissimo di non dire a nessuno che era il genitore di un loro commilitone. — Papà, da quanto tempo ti sei arruolato?
— Da poco più di un anno.
— E sei già caporale?
Lui sorrise tristemente. — Di questi tempi si fa presto.
Non avevo bisogno di chiedergli che cosa intendesse dire. Incidenti. I vuoti tra i ranghi aumentavano spaventosamente. Non si faceva in tempo ad addestrare soldati per riempirli. Invece dissi: — Sì, ma papà, tu sei… Voglio dire, non sei un po’ avanti negli anni per essere in fanteria? Forse era meglio la Marina, la Logistica o qualche altra…
— Volevo essere nella Fanteria spaziale mobile e ci sono riuscito — disse con enfasi. — E non sono più vecchio di tanti sergenti, anzi! Figliolo, il semplice fatto di avere ventidue anni più di te non significa che devo girare su una sedia a rotelle. E poi, anche l’età ha i suoi vantaggi.
Non aveva tutti i torti. Ricordavo benissimo che il sergente Zim aveva sempre privilegiato gli anziani quando doveva attribuire i galloni. E papà non avrebbe mai tentato di fare il furbo durante l’addestramento come avevo fatto io. Non aveva certo preso frustate, lui. Probabilmente era stato scelto come caporale prima ancora di terminare l’addestramento. L’Esercito ha bisogno di uomini maturi, specie per i gradi intermedi: è un’organizzazione paternalistica.
Non ebbi bisogno di chiedergli perché aveva preferito la Fanteria spaziale mobile, né come mai fosse finito proprio sulla mia nave. Lo sapevo già, e la cosa mi infondeva un immenso senso di felicità, valeva più di qualsiasi lode. E non c’era nemmeno bisogno di chiedergli come mai si era arruolato: sapevo anche quello.
La morte della mamma… Nessuno dei due ne aveva ancora parlato. Era un argomento troppo penoso.
Cambiai discorso bruscamente. — Raccontami. Dimmi dove sei stato, che cos’hai fatto…
— L’addestramento l’ho fatto al campo Saint Martin.
— Come? Non all’Arthur Currie?
— No, in uno nuovo. Ma è la stessa cosa, mi hanno detto. Solo che il corso è accelerato, dura due mesi di meno e si sgobba anche la domenica. Poi ho chiesto di imbarcarmi sulla Rodger Young. Non l’ho ottenuto subito. Sono andato a finire tra i volontari di McSlattery. Un’ottima compagnia.