Durante il primo pasto che consumai a bordo, sentii chiamare “maggiore” il capitano Blackstone, sebbene dai gradi che aveva sulle spalle fosse evidente che si trattava di un capitano. Più tardi ebbi la spiegazione del mistero. Su una nave non possono esserci due capitani, perciò il capitano dell’Esercito viene elevato di un grado durante gli incontri mondani piuttosto che commettere l’impensabile, e cioè rivolgerglisi con il titolo riservato all’unico e solo monarca. Se un capitano della Marina si trova a bordo in veste non di comandante, donna o uomo che sia, viene chiamato “commodoro” anche se il comandante della nave è un semplice tenente.
La Fanteria spaziale mobile osserva questa regola evitando di rivolgere la parola al proprio capitano durante gli avvenimenti mondani e infischiandosene quando si trova nei propri alloggiamenti.
A tavola, il capitano Deladrier siede a un’estremità e il comandante delle forze di terra all’altra, la guardiamarina più giovane alla destra del comandante e il sottoscritto alla destra di Deladrier. Naturalmente, sarei stato molto più felice di sedere alla destra della guardiamarina più giovane, che tra l’altro era incredibilmente carina, ma la disposizione dei posti era studiata proprio per rompere le uova nel paniere: non riuscii nemmeno a scoprire il nome di quella graziosa collega.
Sapevo che, come ufficiale maschio con il grado giù basso, toccava a me sedere alla destra del capitano Deladrier, ma ero inconsapevole del fatto che toccasse a me aiutarla a sedersi. Durante il mio primo pasto a bordo lei aspettò, e tutti restarono in piedi, finché il terzo ufficiale non mi diede di gomito. Non mi ero mai sentito tanto imbarazzato in vita mia da quando avevo avuto un disgraziatissimo incidente al parco giochi, e vissi un momento orribile anche se la comandante Jorgenson si comportò come se non fosse successo niente.
Quando la comandante si alza, il pasto è finito. La Jorgenson era molto comprensiva a questo riguardo, ma una volta rimase seduta solo pochi minuti, e il capitano Blackstone si seccò. Si alzò anche lui, e disse forte: — Comandante…
Lei si fermò. — Sì, maggiore?
— Comandante, vi dispiacerebbe dare ordine affinché io e i miei uomini possiamo mangiare nella sala da gioco?
La risposta fu gelida: — Certamente, maggiore. — Da quel giorno mangiammo nell’altra sala. Ma nessuno degli ufficiali di Marina venne mai al nostro tavolo.
Il sabato successivo, la comandante, assai insolitamente, esercitò il privilegio di passare in rivista la Fanteria spaziale mobile a bordo. A ogni modo, si limitò a passare lungo le file schierate, senza fare commenti. Non era cattiva, in fondo, e quando perdeva la sua aria severa, aveva un sorriso caldo e simpatico. Il capitano Blackstone aveva ordinato al sottotenente Graham di obbligarmi a studiare matematica. La comandante venne a saperlo e disse a Blackstone di mandarmi da lei ogni giorno per un’ora, dopo colazione: durante quell’ora mi impartiva lezioni di matematica riprendendomi severamente quando commettevo qualche errore.
I nostri sei squadroni formavano le due compagnie di un battaglione ridotto. Il capitano Blackstone comandava la Compagnia D (le guardie nere di Blackie) e il battaglione ridotto. Il nostro comandante di battaglione, maggiore Xera, era con la Compagnia A e B a bordo della Normandy Beach, la gemella della Tours, forse a mezzo universo di distanza. Il maggiore Xera ci guidava solo quando l’intero battaglione operava contemporaneamente, nei restanti casi si limitava a scambiare missive e rapporti con il capitano Blackie. Altre questioni venivano comunicate direttamente alla flotta, alla divisione o alla base: il nostro Blackie disponeva di un sergente maggiore, un vero mago, che si occupava di non confondere le carte e lo aiutava a dirigere sia la compagnia sia il battaglione ridotto quando eravamo in azione.
Le questioni amministrative sono tutt’altro che semplici in un Esercito frazionato su centinaia di astronavi disseminate su una distanza di parecchi anni-luce. Sulla vecchia Valley Forge, sulla Rodger Young e adesso sulla Tours, io appartenevo sempre allo stesso reggimento, il Terzo (i cuccioli viziati), della Prima divisione (Polaris) di Fanteria spaziale mobile. Si trattava di due battaglioni formati dai superstiti dell’Operazione ragnatela, tutta gente che non conoscevo, se si eccettua il fante scelto Bamburger.
Avrei potuto anche essere assegnato come ufficiale effettivo al Terzo reggimento fino alla pensione e non vedere mai in faccia il mio comandante di reggimento. I Rompicollo di Rasczak, per esempio, avevano un comandante di compagnia che però era responsabile anche del primo plotone (i calabroni) imbarcato su un’altra corvetta. Di questo comandante di compagnia io avevo ignorato anche il nome, finché non l’avevo visto scritto in calce ai documenti che avevo consegnato al corso ufficiali. C’è una leggenda che narra di un plotone smarrito. Questo plotone era entrato in RR (ovvero ricreazione e riposo) in quanto la corvetta su cui erano imbarcati necessitava di qualche intervento in cantiere. Il comandante di compagnia era appena stato promosso e gli altri squadroni e plotoni erano stati trasferiti su altre unità da guerra per motivi tattici. Ora non ricordo bene che cosa ne fosse stato del tenente che comandava quel plotone, ma l’RR è il momento ideale, per convenzione, per trasferire un ufficiale (il che, in teoria, dovrebbe avvenire dopo che un altro ufficiale è arrivato a rimpiazzarlo ma i sostituti scarseggiano sempre).
Morale della favola, si dice che quel plotone abbia trascorso un anno intero di RR tra le delizie di Churchill Road, alla base di Sanctuary, senza che nessuno si accorgesse della sua mancanza.
Io non ci credo, però potrebbe succedere.
La scarsità cronica di ufficiali si ripercuoteva sensibilmente sulle incombenze che dovevo svolgere nelle guardie nere di Blackie. La Fanteria spaziale mobile ha una percentuale minima di ufficiali rispetto a qualsiasi altra arma dell’Esercito. Ciò è dovuto soprattutto al cuneo divisionale assolutamente unico che caratterizza il nostro corpo. Cuneo divisionale, o CD, è un termine del gergo militare che rimanda a un concetto in fondo molto semplice: se avete 10.000 soldati, quanti di loro combattono? E quanti invece pelano patate, guidano camion, contano tombe o riempiono scartoffie?
Nella Fanteria spaziale mobile, su 10.000 uomini, 10.000 combattono.
Nelle guerre del Ventesimo secolo occorrevano a volte 70.000 uomini (e non sono chiacchiere) per permettere a 10.000 di combattere.
D’accordo che ci vuole la Marina per trasportarci dove dobbiamo combattere, tuttavia le forze d’attacco della Fanteria spaziale mobile, anche su una corvetta, sono almeno tre volte più numerose dell’equipaggio. Poi occorrono dei civili per servirci, dato che il dieci per cento di noi si trova regolarmente in RR. E infine, alcuni tra i migliori uomini sono assegnati come istruttori ai campi base.
E le scartoffie? Sì, ci sono, però vi accorgerete che i pochi fanti spaziali mobili che stanno dietro una scrivania sono a corto di braccia o gambe. Ci sono quelli che, come il sergente Ho e il colonnello Nielssen, rifiutano di andare a riposo, e che dovrebbero contare per due, dato che lasciano liberi dei fanti perfettamente abili, occupando posti dove si richiede spirito combattivo ma non integrità fisica. Svolgono i compiti che potremmo affidare ai civili, ma non possiamo farlo perché si rivelerebbero inadeguati. I civili sono come i fagioli, li compri quando ne hai bisogno per qualsiasi lavoro che richieda esclusivamente esperienza e buon senso.
Lo spirito combattivo scarseggia, non lo si può noleggiare o pagare. E così, noi cerchiamo di usare tutto quello che abbiamo, senza sprecarne una briciola.
La Fanteria spaziale mobile è l’Esercito più piccolo della storia, rispetto alla popolazione che protegge.
Non si può più prezzolare un tante spaziale, non si può farne un coscritto, non si può ottenerlo con la coercizione, non si può nemmeno trattenerlo se decide di andarsene. Può svignarsela trenta secondi prima di un lancio, spaventarsi e rifiutare di entrare nella capsula, e l’unico provvedimento disciplinare che subirà sarà la perdita del diritto di voto.