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Guardai la mappa. — Ci si può fidare di questa?

L’ingegnere lanciò un’occhiata verso il sensitivo, poi rivolto a me, sottovoce: — Ma certo, idiota! Che cosa vuole fare? Sconvolgerlo e farlo uscire dal suo stato di raccoglimento?

Se ne andarono mentre studiavo la mappa. L’ingegnere aveva tracciato due schizzi, e la scatola sulla quale poggiavano i foglietti li aveva riprodotti riunendoli in un’unica stereofotografia del sottosuolo per una profondità di trecento metri. Ero così meravigliato che dovettero ricordarmi di annullare l’ordine di congelamento. Poi ritirai dal cratere gli addetti all’ascolto del suolo, tolsi due uomini a ciascuna pattuglia, diedi loro le coordinate indicate da quella mappa infernale e li dislocai in ascolto lungo l’arteria principale dei ragni e sopra l’agglomerato dei rifugi.

Infine, feci rapporto a Blackie. Mi interruppe mentre gli fornivo le coordinate delle gallerie dei ragni. — Il maggiore Landry mi ha fornito un facsimile della mappa. Mi dia solo le coordinate dei suoi punti d’ascolto.

Gliele diedi. Disse: — Niente male, Johnnie. Però non risponde ai miei criteri. Ha messo più ascoltatori del necessario nei punti già noti. Ne allinei quattro lungo l’arteria principale, e altri quattro attorno alla colonia. Gliene restano ancora quattro. Ne metta uno nel triangolo formato dall’angolo posteriore destro con l’arteria principale dei ragni. Gli altri tre nell’area più vasta, dal lato opposto dell’arteria.

— Signorsì. — Poi aggiunsi: — Capitano, possiamo fidarci di questa mappa?

— Che cos’è a preoccuparla?

— Non so… La cosa ha l’aria di una stregoneria. Magia nera, diciamo.

— Ah, ragazzo mio, ho un messaggio speciale per lei, da parte del maresciallo dello spazio. Mi raccomanda di dirle che la mappa è ufficiale, e che penserà lui a tutto, in modo che lei possa dedicarsi in santa pace allo squadrone. Capito?

— Mmm… sì, capitano.

— Però i ragni possono scavare gallerie molto in fretta, quindi riservi un’attenzione particolare ai punti d’ascolto collocati al di fuori dell’area delle gallerie già note. Ogni rumore che sia più forte di un batter d’ali di farfalla dev’essere comunicato immediatamente, di qualunque natura sia.

— Sissignore.

— Quando scavano, fanno un rumore simile al lardo che frigge… nel caso non l’avesse mai sentito. Adesso fermi i giri di ricognizione. Lasci un uomo di vedetta al cratere. Faccia riposare metà dello squadrone per due ore, e intanto l’altra metà si alternerà ai turni di ascolto.

— Sissignore.

— Forse verranno altri ingegneri. Ecco il piano rivisto. Una compagnia di guastatori farà saltare il tunnel principale nel punto in cui corre vicino alla superficie, o al vostro lato sinistro, o più in là, dove penetra nel territorio dei cacciatori. Contemporaneamente, un’altra compagnia farà la stessa cosa alla vostra destra, nel punto in cui la galleria penetra nell’area del Primo reggimento. Appena sistemate le mine e tappate alcune uscite, un lungo tratto dell’arteria principale salterà in aria. La stessa cosa avverrà in parecchi altri punti. Dopodiché, si vedrà. O i ragni affioreranno in superficie, e avremo una battaglia corpo a corpo, oppure se ne staranno rintanati, e allora scenderemo ad affrontarli, invadendo un settore alla volta.

— Capisco. — Non ero affatto sicuro di capire, ma avevo compreso la parte che mi spettava: cambiare l’ordinamento dei posti d’ascolto e mandare metà dello squadrone a dormire. Poi, sarebbe iniziata una caccia ai ragni, in superficie se avevamo fortuna, sottoterra in caso contrario.

— Faccia in modo che il suo fianco si metta in contatto, appena arriva, con la compagnia dei guastatori. Li aiuti se ne avranno bisogno.

— Va bene capitano — assentii di cuore. Gli ingegneri sono una squadra altrettanto buona della fanteria. È un piacere lavorare con loro. In situazioni di emergenza combattono, forse non sono molto esperti ma hanno coraggio. Oppure continuano a fare il loro lavoro, senza neppure sollevare la testa mentre la battaglia infuria intorno a loro. Hanno un motto ufficioso, molto cinico e molto antico: “Prima li staniamo, poi moriamo con loro”. Questo a sostegno del loro motto ufficiale: “Si può fare!”. Entrambi sono veri alla lettera.

— Proceda figliolo.

Dodici postazioni d’ascolto significavano che potevo posizionare metà pattuglia a ogni postazione, o un capitano o la sua lancia, più tre soldati semplici, permettendo così a due membri di ciascun gruppo di quattro di dormire mentre gli altri facevano i turni d’ascolto. Navarre e la seconda squadra inseguitori potevano sorvegliare il cratere e dormire, mentre i sergenti potevano assumere il controllo degli squadroni a turno. Questa ridisposizione richiese meno di dieci minuti, una volta che ebbi spiegato i dettagli del piano e fornito l’orientamento ai sergenti. Nessuno doveva andare molto lontano. Avvertii tutti di tenersi pronti a ricevere la compagnia di ingegneri. Poi, appena le squadre mi fecero rapporto sulle nuove coordinate dei punti d’ascolto, aprii il circuito globale: — Numeri dispari! Prepararsi a dormire… uno… due… tre… quattro… cinque… dormite!

Una tuta non è un letto, ma può svolgere in qualche modo una funzione analoga. Uno dei vantaggi della preparazione ipnotica prelancio è che, nel caso ci sia la possibilità di riposare un poco (caso rarissimo), un uomo può venire addormentato all’istante da un ordine postipnotico e svegliato altrettanto rapidamente, già pronto per rimettersi a combattere. È una grande risorsa, questa: a volte, infatti, un uomo può essere così stanco da sparare a bersagli inesistenti senza vedere quelli a cui dovrebbe effettivamente sparare.

Per conto mio, però, non avevo intenzione di dormire. Non mi era stato ordinato, e non l’avevo chiesto. La sola idea di dormire mentre molte migliaia di ragni si trovavano probabilmente a poche decine di metri da me, mi faceva venire la pelle d’oca e i sudori freddi.

Forse i sensitivi erano infallibili, forse i ragni non avrebbero potuto raggiungerci senza allertare le nostre postazioni d’ascolto.

Forse, ma non potevo rischiare.

Attivai il mio circuito privato. — Sergente…

— Signorsì?

— Si faccia un pisolino. Starò io di guardia. Si sdrai e si prepari a dormire… uno… due…

— Scusi, signore. Avrei un piccolo suggerimento da proporre.

— Sì.

— Se ho ben capito il nuovo piano, nessuna azione è prevista per le prossime quattro ore. Potrebbe fare un sonnellino adesso, e poi…

— Niente da fare, sergente! Non voglio dormire. Voglio fare il giro dei punti d’ascolto e aspettare la compagnia dei guastatori.

— Benissimo, signore.

— Già che sono qui controllerò il tre. Lei resti con Brumby e si prenda un po’ di riposo mentre io…

— Johnnie!

Mi interruppi. — Sì, capitano? — Forse il vecchio era stato a sentire?

— Ha cambiato l’ordine degli addetti all’ascolto?

— Sì, capitano, e i miei numeri dispari stanno dormendo. Ora vado a ispezionare i singoli appostamenti. Poi…

— Lo lasci fare al sergente. Lei riposi.

— Ma, capitano…

— È un ordine. Uno… due… tre… Johnnie!

— Capitano, con il suo permesso, vorrei prima ispezionare i miei punti di ascolto. Poi dormirò, se lo dice lei, ma preferirei rimanere sveglio. Non…

La risata di Blackie mi risuonò all’orecchio. — Figliolo mio, ha dormito per un’ora e dieci minuti.

— Come, capitano?