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Come voi ben sapete, a casa propria ciascuno di noi non incontra soverchie difficoltà: mangia la frutta a morsi, il pollo con le dita e se ha sete si beve al frigo di notte delle “caraffate” d'acqua intere che gli vanno giù a cascata. Andate in casa d'altri, tentate a tavola di bere due dita d'acqua e… non c'è nulla da fare: è tutto tappato, non scende nulla, vi va l'acqua per traverso e quella poca che scende fa dei gorgoglioni orrendi.

A conoscenza che l'ambasciatore ex-militare prussiano era un uomo intransigente ed esigeva che a casa sua si rispettassero ferocemente tutte le più lievi sfumature del galateo, Fantozzi e Fracchia, che nulla sapevano delle regole che governano le cene in società, erano drammatizzati dalla paura: salivazione azzerata, mani due spugne e “perlinatura” ghiacciata in fronte. Vanno dal loro direttore magistrale e gli dicono bianchissimi: “Eccellenza, noi per la serata ci appoggeremmo psicologicamente a lei… Venghi, c'è giù la nostra macchina”. Salgono in macchina. Fantozzi mette in moto e… “cappottò” in parcheggio! Escono dall'auto capovolta e il direttore: “Fantozzi… è emozionato?”. E Fantozzi: “Da morire!”. Va anticipato a questo punto che il megapresidente ha una curiosissima anomalia: ha sei dita per mano!

Subito all'ingresso la Reader moglie dell'ambasciatore gli fa, per metterlo a suo agio: “Presidente?… Caro… che ore sono?”. E il megapresidente apre all'altezza del viso (c'era un forte brusio) tutte e due le mani. “Già mezzanotte?!!” urla la Reader allarmatissima. “No! son le dieci” fa Fantozzi e salva. Schieramento a tavola. Fantozzi servilmente fa accomodare il direttore magistrale: “Prego…”, gli sposta troppo indietro la sedia e quello va a pavimento scomparendo. Otto Reader domanda: “Sono loro due soli?”. I due alzano il capo ascellarmente e glielo presentano. Fantozzi non si trova a questo punto di fronte l'unico, logico bicchierone centrale al quale bere, ma: tre bicchieri sfasati in scala sulla sinistra (plin! plun! plon!), tre bicchieri sfasati in scala sulla destra (plin! plun! plon). Fantozzi aveva una sete della madonna, e la Reader: “Beva caro, beva”. Maledizione, da quale parte bere? Di fronte a lui l'immagine speculare dell'ambasciatore tedesco Otto Reader, che il Fantozzi a questo punto della serata chiamava già per adulazione “Nove!”. Non si sa mai! Avanza “Nove” con la mano giusta. Avanza Fantozzi con la mano sbagliata. “Intreccia” le dita della Reader e lei: “Cosa fa?”. Fracchia: “Si legge la mano” e salva. Passa a questo punto un gran piatto di riso al forno. Caratteristica dei piatti di riso al forno: pomodorino di guarnizione. Caratteristica dei pomodorini di guarnizione: come la Terra: fuori freddino, dentro… 18 mila Fahrenheit! Fantozzi l'acchiappa al volo e con tono giulivo se lo caccia in bocca: “E questo me lo pappo io!”… Sentirono, nell'atroce silenzio che si era improvvisamente fatto, il “palleggio” disperato fatto a lingua dal Fantozzi: “Pluff… pluff…”. Alla fine si salvò sputando a soffitto. Spense la lingua nella brocca dell'acqua, “fuuuu…”, temprandola come acciaio all'Italsider. Nel “balordone” più completo si agganciò a un grissino con prosciutto per passarselo su quella ormai lingua felpa. Iellato, mangia il tutto, gli si aggancia il prosciutto all'ultimo molare. Incontrò subito delle difficoltà di respirazione. Colori del Fantozzi: viola, viola scuro, blu, blu notte, blu Londra. Sul blu Londra getto di maschera del Fantozzi che si tira su la manica e si estrae a mano il prosciutto, e a Fracchia: “Scusi, come sto andando?”. E quello: “Male perdio!”.

Tordo: la cosa più difficile in natura. Intorno ai due lavorava sul tordo con bisturi sottili a grande velocità un branco di Barnard e di Valdoni. Fracchia inferse al tordo la prima gran forchettata. Il tordo volò verso il direttore magistrale: Fantozzi salvò con un volo alla Albertosi. Alla fine i due presero una decisione tragica: tordo intero e lo inghiottirono senza acqua, ché non avevano ancora avuto segnalazioni più precise sui bicchieri. Alla frutta Fantozzi scartò la pera: “irregolare”, pensò astutamente. Mela, centro piatto, mira. Partì di forchetta: mezza sala! 32 metri, un record! La Reader: “Già mangiata?”. Fantozzi scosse mestamente la testa. Un cameriere preparava delle crèpes-suzette alla fiamma al fianco di Fracchia. Lui si alzò di scatto e con il secchio del ghiaccio spense l'incendio centrando in piena faccia “Nove”. A questo punto arrivò un cameriere carogna con una bacinella d'argento per la frutta. E qui Fantozzi si ebbe un lungo applauso bevendo tutto a garganella. Su quell'applauso cercò di chiamare l'ambasciatore tedesco: “Dodici”, “Diciotto”, “Ventiquattro”, e gli diede anche un “Trenta e lode”. Furono cacciati di casa assieme al direttore magistrale. Sul pianerottolo questi sparò a Fantozzi un cazzotto da 3 tonnellate centrando in pieno “Nove” che in quel momento aveva aperto la porta. L'indomani in ufficio un collega domandò: “Come è andata?”. I due risposero: “Forse cambiamo lavoro” e avevano un gran groppo di lacrime in gola.

FANTOZZI IN VAGONE-LETTO

La megadirezione galattica della società decise inaspettatamente di affidare a Fantozzi una missione di fiducia: doveva portare a un Condirettore Magistrale in Transilvania, dove questi passava lunghi periodi di vacanze, i suoi sigari preferiti, non in commercio in quei posti lontani.

La notizia raggiunse Fantozzi nel sottoscala. Fantozzi viveva in quella semi-oscurità ormai da cinquant'anni e aveva lo sguardo bianco lattiginoso da pipistrello. Era stato assunto perché aveva risposto a un'inserzione sul giornale. Era un'offerta di lavoro di molti anni avanti, che diceva pressappoco così: “Importante società interessi nazionali cerca militesenti, patente primo grado, buona conoscenza italiano parlato, passabili nozioni italiano scritto, per direzione ufficio acquisti”.

Di questi tempi per Fantozzi sarebbe quasi impossibile trovar lavoro dato il tenore delle offerte di lavoro sui quotidiani: “Importante gruppo americano: laureato in fisica nucleare, medicina e ingegneria e perfetta conoscenza inglese, russo e cinese, militesente, massimo 22enne, esperienza cinquantennale nella conduzione di un grande reattore nucleare, cerca per essere impiegato presso lattaio per distribuzione giornaliera!!”.

Fantozzi era stato assunto perché parlava un italiano quasi comprensibile, ma fu subito dimenticato. Dimenticato al punto che spesso nei cinquant'anni di sottoscala, quando la società cambiava improvvisamente la distribuzione delle stanze alzando dei muri divisori, Fantozzi veniva murato vivo e per lungo tempo non se ne aveva più notizia. Dopo tre mesi gli telefonavano a casa credendolo sotto mutua e chiedevano alla moglie: “Come sta?”. E la Pina: “Mai visto!”.

Allora al personale capivano e sguinzagliavano Filini dell'uff. RIMV. RIMV è una sigla. E qui va detto che nelle società moderne chi non conosce il linguaggio cifrato delle sigle dei vari uffici è fottuto perché son tutte sigle. Esempio: PER personale, CAN cancelleria e RIMV? ufficio ricerche impiegati murati vivi!

Filini aveva un olfatto straordinario, riusciva a sentire un impiegato di 2a categoria a 300 mt. di distanza, un Bracciante del Gargano — in favore di vento! — a 1.200 metri. Non era un uomo che non amava il suo lavoro anzi quando chiedeva le ferie non andava che so a Riccione, no! ad Alba dove si iscriveva alle gare come cane di trifola!