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Quello che dovete sapere и che Maria и ancora viva. La filosofia di vita di Maria, mi ha detto, и che lei puт morire in qualsiasi momento. La tragedia della sua vita и che non и vero.

Quando Maria ha trovato il primo bozzo, и andata in una clinica dove rassegnate madri spaventapasseri occupavano seggiole di plastica disposte sui tre lati della sala d'aspetto con inerti bambinetti appallottolati in grembo o sdraiati ai piedi. I bambini erano smunti e avevano cerchi neri intorno agli occhi alla maniera che marciscono e collassano le arance o le banane, e le madri grattano i tappeti di forfora di incontrollabili infezioni al cuoio capelluto. Da quanto appaiono enormi i denti in tutte le facce smagrite, in quella clinica capisci come i denti non sono che scaglie di osso che ti escono dalla pelle per triturare le cose.

Questi sono i posti dove vai a finire quando non hai un'assicurazione sanitaria.

Prima che qualcuno sapesse qualcosa, un sacco di gay avevano desiderato avere dei figli e ora i figli sono malati e le madri stanno morendo e i padri sono morti e lа, seduta nell'odore nauseante di piscia e aceto con un'infermiera che chiede a ciascuna madre da quanto tempo и malata e quanto peso ha perduto e se suo figlio ha qualche parente o tutore in vita, Maria decide di no

Se deve morire, Maria non lo vuole sapere.

Maria и uscita dalla clinica e ha svoltato l'angolo ed и entrata nella lavanderia e ha rubato tutti i jeans che c'erano negli essiccatori, poi и andata da un commerciante che le ha dato quindici dollari al pezzo. Poi Maria si и comprata un paio di collant di quelli veramente di marca, quelli che non si smagliano.

«Anche quelli di marca che non si smagliano» dice Maria, «s'impigliano lo stesso.»

Non c'и niente di statico. Tutto va a pezzi.

Maria ha cominciato ad andare ai gruppi di sostegno perchй era piщ facile stare insieme ad altra pulitura di culo umano. Tutti hanno qualcosa che non va. E per un po' il suo cuore si и ricomposto.

Maria ha cominciato un lavoro a organizzare funerali prepagati per un'impresa di onoranze funebri dove talvolta uomini grandi grossi e grassi, ma di solito donne grasse, uscivano dalla sala dov'era esposto il campionario portando un'urna cineraria grande come un portauovo e Maria, seduta alla sua scrivania nel vestibolo, con i capelli scuri raccolti e i suoi collant che s'impigliavano e il nodulo al seno e il destino segnato diceva: «Signora, non si faccia illusioni su se stessa. In quel cosino non riusciremmo a mettere nemmeno i resti della sua testa. Torni di lа e scelga un'urna grande come una palla da bowling».

Il cuore di Maria era come la mia faccia. Tutta la merda e l'immondizia del mondo. Pulitura postconsumistica di culo umano che nessuno si prenderebbe mai il disturbo di riciclare.

Fra i gruppi di sostegno e la clinica, mi ha raccontato Maria, aveva conosciuto molte persone che erano morte. Quelle persone erano morte e dall'altra parte e di notte chiamavano per telefono. Maria andava al bar e sentiva il barista che la chiamava per nome e quando andava a rispondere in linea non c'era nessuno.

All'epoca pensava che fosse toccare il fondo.

«Quando hai ventiquattro anni» dice Maria, «non hai idea di quanto puoi cadere per arrivare in fondo, ma io ero veloce a imparare.»

La prima volta che Maria ha riempito un'urna cineraria non portava la mascherina e dopo si и soffiata il naso e nel fazzoletto di carta c'era un grumo nero del signor Chissachм.

Nella casa di Paper Street, se il telefono squillava una sola volta e tu rispondevi e in linea non c'era nessuno, sapevi che era qualcuno che cercava di contattare Maria. Una cosa che accadeva piщ spesso di quanto potreste pensare.

Nella casa di Paper Street un investigatore della polizia ha cominciato a telefonare per chiedermi dell'esplosione nel mio appartamento e Tyler mi stava accanto con il petto contro la spalla a bisbigliarmi in un orecchio mentre io tenevo il ricevitore all'altro orecchio e l'investigatore mi domandava se conoscevo nessuno capace di fabbricare dinamite in casa.

«Il disastro и un aspetto naturale della mia evoluzione» bisbigliava Tyler, «sulla via verso la tragedia e la dissoluzione.»

Ho detto all'investigatore che era stato il mio frigorifero a far saltare l'appartamento.

«Sto sciogliendo i miei legami con il potere fisico e gli oggetti terreni» ha bisbigliato Tyler, «perchй solo distruggendo me stesso posso scoprire il piщ elevato potere del mio spirito.»

La dinamite, ha detto l'investigatore, presentava impuritа, un residuo di ossalato di ammonio e percloruro di potassio che potrebbe stare a significare che la bomba era di confezione casalinga e il catenaccio alla porta d'ingresso era scassinato.

Io ho detto che ero a Washington quella notte.

L'investigatore al telefono mi ha spiegato che qualcuno aveva spruzzato freon in bomboletta nella serratura e che poi l'ha sbattuta con uno scalpello per spaccare il cilindro. И in questo modo che si rubano le biciclette.

«Il liberatore che distrugge la mia proprietа» ha detto Tyler, «sta lottando per salvare il mio spirito. L'insegnante che sgombra tutti i possessi dal mio sentiero mi renderа libero.»

L'investigatore ha detto che chiunque ha piazzato la dinamite fatta in casa avrebbe potuto aprire il gas e spegnere la fiammella pilota dei fornelli giorni prima di quando aveva avuto luogo l'esplosione. Il gas aveva fatto da innesco. Potevano volerci giorni perchй il gas riempisse l'appartamento prima di arrivare al compressore alla base del frigorifero in modo che il motore elettrico del compressore innescasse la deflagrazione.

«Diglielo» ha bisbigliato Tyler. «Sм, sei stato tu. Hai fatto saltare in aria tutto. И quello che vuole sentire da te.»

Io all'investigatore ho detto di no, non avevo lasciato il gas aperto prima di partire. Amavo la mia vita. Amavo quell'appartamento. Amavo ogni pezzo d'arredamento che ci avevo messo. Era tutta la mia vita. Tutto, lampade, poltrone, tappeti, erano parte di me stesso. Lo erano i piatti negli armadietti. Le piante. Il televisore. Ero stato io a saltare in aria. Possibile che non se ne rendesse conto?

L'investigatore mi ha ammonito a non lasciare la cittа.

15

L'esimio signor presidente della sezione locale del sindacato nazionale dei proiezionisti e dei lavoratori indipendenti delle sale cinematografiche sedeva immobile.

Sotto e dietro e dentro tutto quello che aveva dato per scontato, era cresciuto qualcosa di orribile.

Niente и statico.

Tutto va a pezzi.

Questo io lo so perchй lo sa Tyler.

Da tre anni Tyler giuntava e disgiungeva pellicole per i cinema. Un film viaggia in sei o sette piccole bobine riposte in un astuccio di metallo. Il lavoro di Tyler era unire insieme le bobine piccole per farne bobine uniche da cinque piedi, adatte ai proiettori a caricamento e riavvolgimento automatici. Dopo tre anni, sette cinematografi, almeno tre schermi per cinema a programmazione settimanale, Tyler aveva maneggiato centinaia di pellicole.

Una sventura, ma con il moltiplicarsi dei proiettori a caricamento e riavvolgimento automatici, il sindacato non aveva piщ bisogno di Tyler. Il signor presidente di sezione aveva dovuto convocare Tyler per una breve chiacchierata.

Il lavoro era noioso e la paga uno schifo, dunque il presidente del sindacato unito dei proiezionisti indipendenti uniti dell'unione dei cinematografici ha detto che faceva a Tyler Durden un favore rifilandogli la diplomatica messa in quel posto.

Non vederla come un'espulsione. Vedila come un ridimensionamento.

Diritto su per il didietro il signor presidente di sezione in persona dice: «Abbiamo apprezzato il tuo contributo al nostro successo».

Oh, nessun problema, ha risposto Tyler e ha sorriso. Fintanto che il sindacato avesse continuato a spedirgli il suo assegno avrebbe tenuto la bocca chiusa.

«Vedila come un pensionamento anticipato» ha detto Tyler.