Tyler ha fatto girare la pistola. Era pesantissima per le dimensioni che aveva, come se per fabbricarla fosse stato fuso qualcosa di gigantesco come una montagna o un astro celeste. I membri del comitato la reggevano tenendola con due dita. Tutti volevano chiedere se era carica, ma la seconda regola del Progetto Caos и che non si fanno domande.
Forse era carica, forse no. Forse и bene essere sempre pessimisti.
«Una pistola» ha detto Tyler, «и un oggetto semplice e perfetto. Basta premere il grilletto.»
La terza regola del Progetto Caos и niente scuse.
«Il grilletto» ha detto Tyler, «libera il cane e il cane batte sulla polvere da sparo.»
La quarta regola и niente bugie.
«L'esplosione espelle un proiettile metallico dall'estremitа aperta di una cartuccia e la canna della pistola dirige la polvere esplosa e il proiettile sospinto» ha detto Tyler, «come un uomo sparato da un cannone, come un missile da una rampa di lancio, come il vostro seme, in una sola direzione.»
Quando Tyler ha inventato il Progetto Caos, Tyler ha spiegato che lo scopo del Progetto Caos non aveva niente a che fare con il prossimo. A Tyler non importava se qualcun altro si faceva male o no. Lo scopo era far prendere coscienza a ciascun partecipante al progetto del potere che ha di controllare la storia. Noi, ciascuno di noi, possiamo assumere il controllo del mondo.
И stato al fight club che Tyler ha inventato il Progetto Caos.
Una sera ho marcato un nuovo arrivato al fight club. Quel sabato sera и arrivato al suo primo fight club un giovane con la faccia d'angelo e io l'ho marcato per un combattimento. И la regola. Se и la tua prima sera al fight club, devi combattere. Io l'ho marcato perchй era ricominciata l'insonnia ed ero dell'umore di distruggere una cosa cosм bella.
Siccome la maggior parte della mia faccia non ha mai la possibilitа di guarire, sul piano dell'aspetto non ho niente da perdere. Sul lavoro il mio capo mi ha chiesto che cosa facevo per il buco che ho nella guancia che non si rimargina mai. Quando bevo caffи, gli ho detto, mi metto due dita sul buco cosм non mi cola fuori.
Esiste una presa che ti lascia giusto l'aria abbastanza da rimanere sveglio e quella sera al fight club ho picchiato il nostro nuovo amico e gli ho martellato quella bella faccina d'angelo, prima con le nocche nude del pugno come un maglio e poi con il resto della mano annodata dopo che avevo le nocche scorticate dai suoi denti che gli spuntavano dalle labbra. Finchй mi и cascato tra le braccia come un sacco di patate.
Tyler mi ha detto piщ tardi che non mi aveva mai visto distruggere uno cosм completamente. Quella sera Tyler ha capito di dover alzare il tiro o chiudere.
A colazione il mattino dopo Tyler mi ha detto: «Sembravi impazzito, Psycho-Boy. Dove sei finito?».
Gli ho risposto che mi sentivo una merda e per niente rilassato. Non avevo provato nessuna soddisfazione. Forse stavo sviluppando l'abitudine. Ci si puт assuefare alle scazzottate e forse avevo bisogno di passare a qualcosa di piщ impegnativo.
И stata quella la mattina in cui Tyler ha inventato il Progetto Caos.
Tyler mi ha chiesto contro che cosa combattevo in realtа.
Quello che dice Tyler dell'essere una merda e gli schiavi della storia, cosм mi sentivo. Avevo voglia di distruggere tutte le cose belle che non avrei mai avuto. Bruciare le foreste dell'Amazzonia. Pompare clorofluoroidrocarburi in cielo a mangiarsi l'ozono. Aprire le valvole nei serbatoi delle superpetroliere e svitare i tappi sulle piattaforme petrolifere. Volevo uccidere tutti i pesci che non potevo permettermi di comperare e annerire le spiagge della Costa Azzurra che non avrei mai visto.
Volevo che il mondo intero toccasse il fondo.
Mentre picchiavo quel ragazzo, in realtа avrei voluto piantare una pallottola tra gli occhi di ogni panda in pericolo che si rifiuta di scopare per salvare la propria specie e ogni balena o delfino che molla tutto e va a spiaggiarsi.
Non vederla come estinzione. Prendila come un ridimensionamento.
Per migliaia di anni gli esseri umani hanno incasinato e insozzato e smerdato questo pianeta e ora la storia si aspetta che sia io a correre dietro agli altri per ripulirlo. Io devo lavare e schiacciare i miei barattoli. E rendere conto di ogni goccia di olio di motore usato.
Tocca a me pagare il conto per le scorie nucleari e i serbatoi di benzina interrati e i residui tossici scaricati nel sottosuolo una generazione prima che nascessi.
Ho tenuto la faccia dell'angioletto come un bebи o un pallone da football nella piega del braccio e l'ho pestato con le nocche, l'ho pestato finchй i denti non gli hanno segato le labbra. Poi l'ho pestato con il gomito finchй mi и cascato tra le braccia come un sacco. Finchй sugli zigomi gli era rimasto solo un velo di pelle nera.
Volevo respirare scarichi.
Uccelli e cervi sono uno stupido lusso e tutti i pesci dovrebbero galleggiare.
Volevo dar fuoco al Louvre. Spaccare gli Elgin Marbles a martellate e pulirmi il culo con la Gioconda. Questo и il mio mondo, ora.
Questo и il mio mondo, il mio mondo, e quelle persone antiche sono morte.
E facevo colazione la mattina che Tyler ha inventato il Progetto Caos.
Volevamo liberare il mondo dalla storia.
Facevamo colazione nella casa di Paper Street e Tyler mi ha detto di immaginarmi di piantare ravanelli e patate sul green della quindicesima buca di un campo di golf dimenticato.
Darai la caccia agli alci nelle valli boscose intorno alle rovine del Rockefeller Center e cercherai molluschi intorno allo scheletro dello Space Needle, inclinato di quarantacinque gradi. Dipingeremo sui grattacieli le figure di enormi totem e simulacri di divinitа maligne e tutte le sere quel che resta del genere umano si ritirerа negli zoo abbandonati e si chiuderа a chiave nelle gabbie per proteggersi dagli orsi e dai grandi felini e dai lupi che di notte passeggiano e ci guardano dall'altra parte delle sbarre.
«Il riciclaggio e i limiti di velocitа sono cazzate» ha detto Tyler. «E come uno che smette di scopare quando и sieropositivo.»
Sarа il Progetto Caos a salvare il mondo. Un'era glaciale culturale. Un secolo buio prematuramente indotto. Il Progetto Caos obbligherа l'umanitа a entrare in catalessi o in fase di remissione il tempo necessario alla Terra per riprendersi.
«Giustifica tu l'anarchia» dice Tyler. «Risolvila tu.»
Come fa il fight club con impiegati e commessi, il Progetto Caos disarticolerа la civiltа perchй si possa fare qualcosa di meglio del mondo.
«Immaginati» ha detto Tyler, «a far la posta all'alce dalle finestre dei grandi magazzini tra file puzzolenti di splendidi abiti da sera e smoking che vanno in malora appesi alle loro grucce, porterai indumenti di pelle che ti dureranno fino all'ultimo dei tuoi giorni e ti arrampicherai per i rami grossi come tronchi del kudzu rampicante che abbraccia la Sears Tower. Come Jack sulla pianta di fagioli, sbucherai dalla volta gocciolante della foresta e l'aria sarа cosм tersa che vedrai figure minuscole battere il granturco e disporre a essiccare strisce di carne di cervo nella corsia d'emergenza vuota di una superstrada abbandonata che si allunga, larga otto corsie e torrida ad agosto, per mille chilometri.»
Questo era lo scopo del Progetto Caos, ha detto Tyler, la completa e immediata distruzione della civiltа.
Che cosa viene dopo nel Progetto Caos nessuno lo sa salvo Tyler. La seconda regola и che non si fanno domande.
«Non comperate cartucce» ha detto Tyler al Comitato Aggressioni. «E giusto perchй non abbiate a crucciarvene, sм, dovrete ammazzare qualcuno.»
Incendi. Aggressioni. Scherzi e Disinformazione.
Nessuna domanda. Nessuna domanda. Niente scuse e niente bugie.
La quinta regola del Progetto Caos и che bisogna fidarsi di Tyler.
17
Il mio capo viene a posare sulla mia scrivania un altro foglio, me lo lascia vicino al gomito. Io non porto piщ nemmeno la cravatta. Quella del mio capo и blu, quindi deve essere giovedм. Ora la porta dell'ufficio del mio capo и sempre chiusa e non ci siamo scambiati piщ di due parole al giorno da quando ha trovato il regolamento del fight club nella fotocopiatrice e io ho lasciato intendere che avrebbe potuto saltarmi il ghiribizzo di stenderlo con una fucilata. Gigionerie del sottoscritto, di nuovo.