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Altri fari ci stanno puntando e il meccanico si gira a guardare le tre scimmie sedute dietro. «Ehi, scimmie spaziali» dice, «vedete come funziona il giochetto. Confessate ora o finiremo tutti ammazzati.»

Ci supera da destra un'auto con un adesivo sul paraurti che dice: IO GUIDO MEGLIO DA UBRIACO. Il giornale dice che una mattina sono apparsi migliaia di adesivi come questo. Su altri adesivi ci sono scritte come: HO DUE ETTI DI CARNE FRESCA PER TE.

I GUIDATORI UBRIACHI CONTRO LE MAMME.

RICICLARE TUTTI GLI ANIMALI.

Quando ho letto il giornale ho capito che era stata opera del Comitato Disinformazione. O del Comitato Scherzi.

Seduto accanto a me, il nostro meccanico del fight club cosм pulito e sobrio mi dice che, sм, gli adesivi degli ubriachi sono un'iniziativa del Progetto Caos.

Dietro, le tre scimmie spaziali sono silenziose.

Il Comitato Scherzi sta stampando istruzioni per gli utenti delle compagnie aeree in cui si vedono i passeggeri che si azzuffano per le maschere di ossigeno mentre il jet precipita in una scia di fiamme sulle rocce a mille miglia all'ora.

I Comitati Scherzi e Disinformazione stanno gareggiando tra loro per sviluppare un virus informatico da far venire ai Bancomat un mal di pancia cosм violento da fargli vomitare cascate di biglietti da dieci e venti dollari.

L'accendisigari scatta nel cruscotto e il meccanico mi dice di accendere le candele della torta.

Io accendo le candele e la torta riluce sotto un piccolo alone di fuoco.

«Che cosa desidereresti aver fatto prima di morire?» chiede il meccanico e sterza nella traiettoria di un autocarro in arrivo. Il camion mette in funzione le sue trombe, spara i suoi prolungati segnali d'allarme uno dopo l'altro mentre i fari, come un sole nascente, splendono sempre piщ forti sul sorriso del meccanico.

«Esprimi il tuo desiderio, presto» dice lui allo specchietto retrovisore dove siedono le tre scimmie spaziali. «Mancano cinque secondi all'oblio.

«Uno» dice.

«Due.»

L'autotreno ha occupato tutto lo spazio davanti a noi, luce accecante e boato di motore.

«Tre.»

«Andare a cavallo» dichiara qualcuno da dietro.

«Costruire una casa» dice un'altra voce.

«Farmi un tatuaggio.»

«Credete in me e morirete, per sempre» declama il meccanico.

Troppo tardi, il camion sterza e il meccanico sterza ma la nostra Corniche sbanda colpendo con la coda il paraurti anteriore del camion.

Non che io al momento me ne renda conto, quello che so io и che le luci, i fari dell'autotreno si spengono nel buio e io sono catapultato prima contro lo sportello al mio fianco da una parte e poi, dall'altra parte, sulla torta di compleanno e il meccanico seduto al volante.

Il meccanico и aggrappato al volante come un granchio per reggerlo e le candele della torta si spengono. In un secondo perfetto non c'и piщ luce nell'abitacolo di pelle calda e nera e le nostre urla si uniformano tutte nella stessa nota fonda, lo stesso lamento basso della tromba dell'autotreno e non abbiamo controllo, non abbiamo scelta, non abbiamo direzione, non abbiamo via di scampo, e siamo morti.

Il mio desiderio in questo preciso istante и morire. Io non sono niente in questo mondo a confronto di Tyler.

Io sono inutile.

Io sono stupido e tutto quello che so fare и desiderare cose e aver bisogno di cose.

La mia vita minuscola. Il mio merdoso, piccolo posto di lavoro. I miei mobili svedesi. Non ho mai detto a nessuno, questo, mai, ma prima di conoscere Tyler avevo intenzione di comperare un cane e chiamarlo "Entourage".

A questo punto si puт arrivare.

Uccidimi.

Afferro il volante e immetto la Corniche di nuovo nel flusso del traffico.

Ora.

Prepararsi a evacuare l'anima.

Ora.

Il meccanico spinge il volante verso il lato della strada e io gli spingo contro, verso una morte di merda.

Ora. Lo stupefacente prodigio della morte, quando nel giro di un secondo prima sei lм che cammini e parli ed ecco che sei solo un oggetto.

Io non sono niente e nemmeno quello.

Freddo.

Invisibile.

Sento odore di pelle. Sento la cintura di sicurezza tutta attorcigliata come una camicia di forza e quando cerco di drizzarmi a sedere batto la testa sul volante. Fa piщ male di quanto dovrebbe. La mia testa и posata nel grembo del meccanico e quando alzo lo sguardo, nell'abituarsi alla penombra i miei occhi scorgono la faccia del meccanico alta sopra di me. Sorride e guida e ci sono stelle dietro il suo finestrino.

Mi sento mani e faccia appiccicaticce.

Sangue?

Crema.

Il meccanico guarda giщ. «Buon compleanno.»

Sento odore di fumo e ricordo la torta.

«Per poco non ho spaccato il volante con la tua testa» dice lui.

Nient'altro, solo l'aria della notte e l'odore del fumo e le stelle e il meccanico che sorride e guida, la mia testa nel suo grembo, tutt'a un tratto non ho piщ la sensazione di dovermi alzare a sedere.

La torta dov'и?

Il meccanico dice: «Per terra».

Solo l'aria della notte e l'odore del fumo и piщ forte.

Ho avuto il mio desiderio esaudito?

Lontana, sopra di me, stagliata contro le stelle nel finestrino, la faccia sorride. «Quelle candeline» dice, «sono di quelle che non si spengono mai.»

I miei occhi si adattano alla luce stellare quel tanto da vedere fili di fumo che si alzano da focherelli piccoli piccoli sul tappetino.

19

Il meccanico del fight club preme sull'acceleratore, farneticando al volante nel suo modo tranquillo e abbiamo ancora qualcosa di importante da fare per questa notte.

Una cosa che devo imparare prima della fine della civiltа и come sapere dove sto andando guardando le stelle. Tutto и silenzioso come guidare la Cadillac nello spazio siderale. Dobbiamo aver lasciato la tangenziale. I tre seduti dietro devono essere svenuti o addormentati.

«Hai sperimentato un caso di quasi-vita» dice il meccanico.

Stacca una mano e mi tocca il lungo livido dove ho battuto la fronte sul volante. La fronte mi si va gonfiando tanto da chiudermi entrambi gli occhi e lui mi percorre la tumefazione con un polpastrello freddo. La Corniche sobbalza su una cunetta ed и come se il dolore mi calasse sugli occhi come l'ombra di una visiera. La coda della nostra macchina deformata, sospensioni posteriori e paraurti, abbaia e cigola nel silenzio intorno alla nostra corsa giщ per la strada notturna.

Il meccanico spiega come il paraurti posteriore della Comiche penzola dalle sue staffe, come и stato strappato via quasi del tutto quando si и impigliato in quello anteriore dell'autotreno.

Chiedo io, quello che и successo era il suo compito per il Progetto Caos?

«In parte» risponde lui. «Avevo da fare quattro sacrifici umani e ho da raccogliere un carico di grasso.»

Grasso?

«Per il sapone.»

Che cos'ha in mente Tyler?

Il meccanico si mette a parlare ed и puro Tyler Durden.

«Vedo gli uomini piщ forti e intelligenti che siano mai vissuti» dice e la sua faccia si staglia sulle stelle nel finestrino, «e questi uomini sono alle pompe di benzina e a servire ai tavoli.»

La curva della sua fronte, l'arcata sopracciliare, la linea del suo naso, le sue ciglia e le virgole dei suoi occhi, il plastico profilo della sua bocca parlante, tutto questo и delineato in nero contro le stelle.

«Se potessimo mettere questi uomini nei campi di addestramento e finire di educarli.

«Una pistola non fa altro che focalizzare un'esplosione in una sola direzione.

«Avresti una classe di uomini e donne giovani e forti, tutta gente desiderosa di dare la vita per qualcosa. La pubblicitа ha spinto questa gente ad affannarsi per automobili e vestiti di cui non hanno bisogno. Intere generazioni hanno svolto lavori che detestavano solo per comperare cose di cui non hanno veramente bisogno.

«Noi non abbiamo una grande guerra nella nostra generazione, o una grande depressione, e invece sм, abbiamo una grande guerra dello spirito. Abbiamo una grande rivoluzione contro la cultura. La grande depressione и quella delle nostre vite. Abbiamo una depressione spirituale.