In tutti i fight club questa sera il capo sezione cammina nell'oscuritа intorno agli uomini che si guardano attraverso il centro vuoto di ogni scantinato e la voce grida:
«Il suo nome и Robert Paulson.»
E la folla grida: «Il suo nome и Robert Paulson».
I capi sezioni gridano: «Ha quarantotto anni».
E la folla grida: «Ha quarantotto anni».
Ha quarantotto anni ed era membro di un fight club.
Ha quarantotto anni ed era membro del Progetto Caos.
Solo nella morte avremo i nostri nomi poichй solo nella morte non partecipiamo piщ allo sforzo collettivo. Nella morte diventiamo eroi.
E le folle gridano: «Robert Paulson».
E le folle gridano: «Robert Paulson».
E le folle gridano: «Robert Paulson».
Questa sera vado al fight club a chiuderlo. Mi fermo sotto l'unica luce al centro della stanza e il club applaude. Per tutti i presenti io sono Tyler Durden. Intelligente. Forte. Con le palle. Alzo le mani per chiedere silenzio e suggerisco di chiudere qui, perchй non soprassedere per questa sera? Andiamocene a casa, per questa sera, e dimentichiamoci il fight club.
Io credo che il fight club abbia servito il proprio scopo, o no?
Il Progetto Caos и annullato.
Ho sentito che c'и una bella partita di football in televisione…
Cento uomini mi fissano in silenzio.
Un uomo и morto, dico. Il gioco finisce qui. Ora non ci si diverte piщ.
Poi, dall'oscuritа all'esterno della gente giunge la voce anonima del caposezione: «La prima regola del fight club и che non si parla del fight club».
A casa! grido io.
«La seconda regola del fight club и che non si parla del fight club.»
Il fight club non c'и piщ! Il Progetto Caos non c'и piщ. «La terza regola и due uomini per combattimento.»
Io sono Tyler Durden, urlo. E vi ordino di andarvene!
E nessuno mi sta guardando. Gli uomini si guardano l'un l'altro attraverso il centro della stanza.
La voce del caposezione viaggia lenta per lo scantinato. Due soli uomini per ogni combattimento. Niente camicia. Niente scarpe.
Il combattimento va avanti e avanti e avanti finchй deve.
Immaginatevi la scena che si ripete in cento cittа, in lingue diverse.
La recita del regolamento finisce e io sono ancora al centro della luce.
«Combattimento in lista numero uno, presentarsi» grida la voce dall'oscuritа. «Sgomberare il centro del club.»
Io non mi muovo.
«Sgomberare il centro del club!»
Io non mi muovo.
L'unica luce brilla nell'oscuritа in cento paia d'occhi, tutti fissi su di me, in attesa. Cerco di vedere ciascuno di loro nel modo in cui li vedrebbe Tyler. Scegliere i migliori combattenti per l'addestramento al Progetto Caos. Quali di costoro Tyler inviterebbe a lavorare al Saponificio di Paper Street?
«Sgomberare il centro del club!» Questa и la procedura standard del fight club. Dopo tre inviti da parte del caposezione, verrт espulso dal club.
Ma io sono Tyler Durden. L'ho inventato io, il fight club. Il fight club и mio. Ho scritto io questo regolamento. Nessuno di voi sarebbe qui se non fosse per me. E io dico che qui ci si ferma!
«Prepararsi a estromettere il membro in tre, due, uno.»
Il circolo mi piomba addosso e duecento mani mi afferrano ogni centimetro di braccia e gambe e vengo sollevato da terra e a braccia e gambe aperte vengo trasportato verso la luce.
Prepararsi a evacuare l'anima in cinque, quattro, tre, due, uno.
E vengo trasferito sopra le teste, da mano a mano, sulla folla che ondeggia in direzione della porta. Galleggio. Volo.
Sto gridando che il fight club и mio. Il Progetto Caos и un'idea mia. Non potete buttarmi fuori. Sono io che comando qui. Andatevene a casa.
La voce del caposezione urla: «Combattimento in lista numero uno, prego presentarsi al centro della sala. Ora!».
Io non me ne vado. Non rinuncio. Posso spuntarla. Qui comando io.
«Estromettere il membro del fight club, ora!»
Evacuare l'anima, ora.
E io volo adagio fuori della porta e nella notte con le stelle sopra di me e l'aria fredda e atterro sul cemento del parcheggio. Tutte le mani si ritirano e una porta si chiude dietro di me e il meccanismo di una serratura scatta. In cento cittа i fight club vanno avanti senza di me.
25
Per anni ho desiderato addormentarmi. Quella parte dell'addormentarsi che и spegnersi, rinuncia, disfacimento. Ora dormire и l'ultima cosa che voglio. Sono con Maria nella camera 8G al Regent Hotel. Con tutti i vecchi e i tossici barricati nelle loro stanzette, qui, in qualche modo, la mia disperazione sembra normale e prevedibile.
«Qui» dice Maria sedendosi a gambe incrociate sul letto e facendo saltare dal blister una mezza dozzina di pillole per rimanere svegli. «Una volta stavo con un tizio che aveva degli incubi terribili. Anche lui detestava dormire.»
Che fine ha fatto quel tizio?
«Oh, и morto. Arresto cardiaco. Overdose. Ha preso troppe amfetamine» dice Maria. «Aveva solo diciannove anni.»
Grazie tante.
Quando siamo entrati nell'albergo, al tipo nell'atrio mancavano metа capelli strappati alla radice. Mi ha fatto un saluto militare con quel mezzo cranio di cute rossa e incrostata. I vecchi che erano giщ nell'atrio a guardare la tele si sono girati tutti quanti per vedere chi ero quando il tipo mi ha chiamato signore.
«Buonasera, signore.»
Me lo figuro in questo istante a chiamare qualche quartier generale del Progetto Caos a riferire dove mi trovo. Avranno una cartografia gigante della cittа per seguire i miei movimenti con piccole puntine da disegno. Mi sento marcato come un'oca migratrice in Wild Kingdom.
Tutti mi spiano, mi registrano.
«Puoi prenderle tutte senza che ti venga mal di pancia» dice Maria, «ma devi prenderle mettendotele su per il sedere.»
Oh, che gradevolezza.
«Non me lo sto inventando» dice Maria. «Piщ tardi possiamo prendere qualcosa di piщ forte. Qualche droga vera come cross top o black beauty o alligator.»
Io non mi metto queste pillole su per il culo.
«Allora prendine solo due.»
Dove andiamo?
«Al bowling. И aperto tutta notte e lм non ti lasceranno dormire.»
Dovunque andiamo, dico io, quelli che mi vedono pensano che io sia Tyler Durden.
«И per questo che l'autista ci ha fatto prendere l'autobus gratis?»
Giа. Ed и per questo che i due in autobus ci hanno ceduto il loro posto.
«E allora?»
Non credo che basti nascondersi. Dobbiamo fare qualcosa per liberarci di Tyler.
«Una volta uscivo con un tizio a cui piaceva mettersi i miei vestiti» dice Maria. «Sai, indumenti da donna. Cappellini con la veletta. Potremmo vestirti da donna per portarti in giro.»
Io non mi travesto e non mi ficco pillole nel culo.
«C'и di peggio» dice Maria. «Una volta stavo con un tizio che voleva che io fingessi una scena lesbica con la sua bambola gonfiabile.»
Mi vedevo diventare una delle storie di Maria.
Una volta stavo con un tizio che aveva una doppia personalitа.
«Sono uscita con un altro che usava uno di quei meccanismi per ingrossare il pene.»
Chiedo che ore sono.
«Le quattro.»
Ancora tre ore e dovrт andare a lavorare.
«Prendi le tue pillole» dice Maria. «Visto che sei Tyler Durden и probabile che ci lascino giocare gratis. Ehi, prima che ci sbarazziamo di Tyler, perchй non andiamo a fare un po' di shopping? Porremmo prendere una bella macchina. Dei bei vestiti. Dei cd. C'и un lato positivo in tutta questa roba gratis.»
Maria.
«Okay, lascia perdere.»
Quel vecchio detto secondo cui uccidi sempre ciт che ami, oh be', funziona in un senso e nell'altro.