Ma io non voglio tornare giщ. Non ancora.
Perchй perchй.
Perchй di tanto in tanto qualcuno mi porta il mio vassoio con il pasto e le medicine e ha un occhio nero o un gonfiore sulla fronte con tutti i punti e mi dice:
«Sentiamo la sua mancanza, signor Durden».
Oppure passa qualcuno accanto a me spingendo uno spazzolone e sussurra:
«Va tutto secondo i piani».
Sussurra:
«Distruggeremo la civiltа per poter cavare qualcosa di meglio dal mondo».
Sussurra:
«Non vediamo l'ora di riaverla con noi.»
Postfazione
a cura di Fernanda Pivano
Fight Club и il primo romanzo di Chuck Palahniuk, del quale l'editore americano non rivela nй l'etа nй l'etnia, rendendo anche piщ ambigua questa storia che costituisce una delle piщ violente aggressioni realizzate finora dalla Generazione X alla semantica dei baby boomers, e dalla quale и stato tratto il film omonimo diretto da David Fincher, regista di Seven e The Game.
Il libro, tra il sadico e il noir, и ispirato dalla disperazione, dalla alienazione, dalla violenza che conducono la Generazione X alla piщ completa anarchia, affondata nell'angoscia, dei giovani contemporanei.
Ne risulta un esempio di nichilismo quasi psicopatico, o se si vuole di fondamentalismo anarchico, realizzato con invenzioni contenutistiche del tutto inconsuete e una struttura vagamente alla William Burroughs, dove associazioni e gruppi perversi vengono presentati in un linguaggio basato su ripetizioni fin troppo letterarie, su espressioni vernacolali del piщ recente slang e su termini medici a volte esoterici.
La storia sembra legata alla tradizione reale pragmatista americana, ma in realtа и totalmente immaginaria. Il "narratore", insonne e senza nome, racconta le riunioni di giovani ricchi, sani e delusi in "centri di sostegno" chiamati "Restare uomini insieme" dove incontrano malati terminali di cancro ai testicoli e li aiutano a sopportare la loro tragedia in fiumi di lacrime, trovando nel loro dolore e nella loro disperazione quel calore umano e quella pietа divorati ormai dal cinismo contemporaneo.
Gli stessi giovani, dopo viaggi surrealisti in aerei del tutto reali, si incontrano poi a migliaia durante i weekend, nei Fight Club, inventati dall'interlocutore della voce narrante, il cameriere Tyler Durden, terrorista di guerriglia, nichilista messianico, oracolare e misterioso.
Nei Fight Club la cui "prima regola и che non si parla dei Fight Club" giovani sconosciuti si picchiano furiosamente fino a devastarsi la faccia, "a mani nude, senza camicia e senza scarpe"; sono descritti come se facessero parte del mondo reale, ma sembrano soggetti di realtа virtuale ed esistono solo cinque ore, dalle due di notte del sabato alle sette della domenica mattina.
In queste vicende si muovono i protagonisti, il narratore e Tyler, ma anche le loro donne, Chloe che muore giа all'inizio del libro e Maria, la femme fatale della storia, anche lei coperta da cicatrici (per lo piщ provocate da ustioni di sigarette) con una sua teoria originale per esempio sui preservativi.
A Maria interessa Tyler, ma Tyler и occupato soprattutto a fabbricare sapone con cui finanzia i suoi Fight Club, e per fabbricare sapone scioglie il grasso sottratto dalle liposuzioni, precisamente da quelle delle cosce della madre di Maria. Mentre fa squagliare il grasso, immagina d'attaccare una canna al rubinetto di una casa e una pompa a mano alla canna e cosм sparare tintura rossa o blu o verde aspettando poi di vedere di che colore diventa il padrone di casa, ma soprattutto continuando a pompare finchй la pressione dell'acqua diventa tale da far saltare le tubature come un proiettile da mortaio; ed esprime la sua filosofia con la massima: "Non и perchй ti ficchi penne nel culo che diventi una gallina".
Prima di fabbricare sapone (per finanziare i suoi Fight Club) Tyler faceva il cameriere e si comportava da "guerrigliero dei servizi"; mentre la padrona di casa controllava se gli ospiti e le ospiti erano andati nella camera da letto, la voce narrante, assistente di Tyler, racconta che alla festa di Natale si и fatto venire un'erezione e ha "ficcato" il pene in tutte le mousse all'arancio. Tyler a sua volta racconta di aver orinato nei flaconi di profumo della signora, che sviene nel bagno dopo aver rotto tutte le bottiglie.
Con un linguaggio molto meno edulcorato, per ragioni di censura, del mio, il narratore protesta per il ritorno di Maria. "L'ultima cosa che desidero и vedere Maria trasferirsi qui, un pezzo di merda per volta", provocando la risposta di Maria: "Puoi andare a fare in culo".
Eppure non sono questi diversivi tra l'osceno e il pornografico a fare da centro al libro. La vera storia и quella dell'orrore e soprattutto della disperazione che circondano il cancro, la malattia protagonista del nostro tempo prima dell'arrivo dell'Aids; e la storia parallela и quella dei Fight Club coi loro combattimenti paranoici che permettono all'autore di descrivere fiumi di sangue, sangue nelle facce, sangue sui tappeti, sangue in gola.
Finchй verso la fine, nel capitolo 17, l'autore introduce tra i personaggi alcune scimmie spaziali, e cosм si confessa e conferma la sua totale diserzione dalla tradizione real-pragmatistica della narrativa americana a favore di quella postmoderna e una totale adesione al mondo inafferrabile della realtа virtuale.
Chi vuole leggere questa storia deve accettare dunque le ripetizioni che martellano come ritornelli le varie scene fino ad accompagnare il narratore in Paradiso abbandonando l'ex socio Tyler nei suoi Fight Club ormai diffusi in tutto il mondo. Tutto immaginario: le sole antiche realtа a non lasciarsi sconfiggere dalle allucinazioni delle droghe e dalle realtа virtuali del nostro tempo restano il cancro e il sangue.
Forse il libro aprirа una nuova vena narrativa; forse il linguaggio del futuro sarа questo revival di ripetizioni nel tentativo di raggiungere una tensione che va al di lа perfino dell'anarchia fondamentale dell'autore.
Fernanda Pivano
FINE