Tyler si piazza sotto l'unica luce al centro del nero scantinato di cemento e vede quella luce riflettersi nel buio in cento paia d'occhi. La prima cosa che Tyler grida и: «La prima regola del fight club и che non si parla del fight club».
«La seconda regola del fight club» grida Tyler, «и che non si parla del fight club.»
Quanto a me, io ho conosciuto mio padre per sei anni, ma non mi ricordo niente. Mio padre mette su una nuova famiglia in una nuova cittа ogni sei anni circa. Piщ che una nuova famiglia, и come se mettesse su una nuova filiale.
Quella che vedi al fight club и una generazione di uomini cresciuti da donne.
Tyler sotto l'unica luce nell'oscuritа del dopo mezzanotte in uno scantinato pieno di uomini, Tyler che snocciola le altre regole: dueuomini per combattimento, un combattimento per volta, niente scarpe niente camicia, il combattimento dura finchй vogliono i combattenti.
«E la settima regola» grida Tyler «и che se questa и la vostra prima sera al fight club, dovete combattere.»
Il fight club non и football in tv. Non sei lм a guardare un gruppo di uomini che non conosci e che dall'altra parte del mondo si pestano dal vivo via satellite con uno scarto di due minuti di ritardo, pubblicitа di birra ogni dieci minuti e interruzioni per l'identificazione dell'emittente. Dopo che sei stato al fight club, guardare football in tv и come guardare pornografia quando potresti fare ottimo sesso di persona.
Il fight club diventa la tua buona ragione per andare in palestra e tenere i capelli corti e tagliarti le unghie. Le palestre dove vai sono affollate di tizi che cercano di sembrare uomini, come se essere un uomo equivalesse ad avere l'aspetto che ha in mente uno scultore o un pubblicitario.
Come dice Tyler, anche un soufflй и bello pompato.
Mio padre non ha fatto l'universitа perciт era importantissimo che io facessi l'universitа. Dopo l'universitа l'ho chiamato in interurbana e gli ho chiesto, e adesso?
Mio padre non sapeva.
Quando mi sono trovato un lavoro e ho compiuto venticinque anni, in interurbana gli ho chiesto, e adesso? Mio padre non sapeva, cosм mi ha risposto: sposati.
Sono un ragazzo trentenne e mi domando se un'altra donna и davvero la risposta che mi occorre.
Quello che succede al fight club non succede a parole. Certi hanno bisogno di un combattimento alla settimana. Questa settimana Tyler dice che si batteranno i primi cinquanta che entrano e basta. Nessun altro.
La settimana scorsa ho battuto un dito sulla spalla di un tizio e siamo stati messi in lista per un combattimento. Lui doveva aver avuto una settimana tutta storta, mi ha inchiodato le braccia dietro la testa e mi ha sbattuto la faccia contro il pavimento finchй i denti mi hanno squarciato l'interno della guancia e un occhio mi si и gonfiato tanto che mi si и chiuso e si и messo a sanguinare e dopo che ho detto basta ho guardato giщ e sul pavimento c'era un'impronta della metа della mia faccia nel sangue.
Tyler mi ha affiancato e tutt'e due siamo rimasti a guardare la grande O della mia bocca con tutto il sangue intorno e la fessurina del mio occhio che ci fissava dal pavimento e Tyler dice: «Complimenti».
Io stringo la mano al tizio e gli dico che и stato un bel combattimento.
Lui mi dice: «Facciamo la settimana prossima?».
Io cerco di sorridere nel gonfiore e gli dico, ma guardami. Perchй non facciamo il mese prossimo?
Non c'и essere vivi come sei vivo al fight club. Quando sei tu e l'altro sotto quell'unica luce in mezzo a tutti quelli che guardano. Il fight club non c'entra con il vincere o perdere i combattimenti. Il fight club и questione di parole. Vedi un tizio che viene al fight club per la prima volta e ha il culo come una pagnotta bianca. Vedi lo stesso sei mesi dopo e sembra scolpito nel legno. Lo vedi che si sente sicuro di affrontare qualsiasi cosa. C'и casino al fight club come in ginnastica, ma il fight club non c'entra con il mettersi in tiro. Ci sono schiamazzi isterici in gergo come in chiesa e la domenica pomeriggio quando ti svegli ti senti redento.
Dopo il mio ultimo combattimento, il mio avversario ha pulito per terra mentre io chiamavo la mia assicurazione per informarli che passavo al pronto soccorso. All'ospedale Tyler dice che sono caduto.
Certe volte Tyler parla per me.
Mi sono ridotto cosм da me stesso.
Fuori stava spuntando il sole.
Non si parla del fight club perchй salvo che per cinque ore dalle due fino alle sette della domenica mattina il fight club non esiste.
Quando abbiamo inventato il fight club, io e Tyler, nessuno dei due aveva mai partecipato prima a un combattimento. Se non sei mai stato in combattimento sei pieno di interrogativi. Sei lм che ti chiedi com'и farsi male, cosa saresti capace di fare a un altro uomo. Io sono stato il primo a cui Tyler si и sentito di poter chiedere senza timore ed eravamo ubriachi tutt'e due in un bar dove a nessuno importava niente di noi, cosм Tyler ha detto: «Voglio che mi fai un favore. Voglio che mi tiri un cazzotto piщ forte che puoi».
Io non volevo, ma Tyler mi ha spiegato tutto, tutta la storia di non voler morire senza cicatrici, di essere stanco di vedere solo combattimenti di professionisti e di voler sapere di piщ di se stesso.
Mi ha raccontato dell'autodistruzione.
All'epoca la mia vita mi sembrava troppo completa e forse abbiamo bisogno di spaccare tutto per tirar fuori qualcosa di meglio da noi stessi. Mi sono guardato intorno e gli ho detto di sм. Va bene, gli ho detto, ma fuori nel parcheggio.
Cosм siamo usciti e gli ho chiesto se lo voleva in faccia o in pancia.
«Sorprendimi» ha detto Tyler.
Io ho detto che non avevo mai picchiato nessuno.
«Allora dai fuori di matto» ha detto Tyler.
Io gli ho detto di chiudere gli occhi.
«No» ha detto Tyler.
Come tutti quelli al primo combattimento al fight club ho preso fiato e ho menato una sventola al mento di Tyler come in tutti i film di cowboy che avevo visto e nel caso mio il pugno lo ha raggiunto al collo.
Merda, ho detto. Questo non conta. Voglio riprovare.
«Sм che и contato» ha detto Tyler e mi ha colpito, diritto di botto, pac, come un guantone spinto da una molla in un cartone animato del sabato mattina, in pieno petto. Sono finito contro una macchina. Eravamo lм uno davanti all'altro, Tyler a massaggiarsi il collo e io a tenermi una mano sul petto, tutti e due coscienti di essere finiti in un posto dove non eravamo mai stati e, come il gatto e il topo nei disegni animati, eravamo ancora vivi e volevamo sapere fin dove saremmo potuti arrivare restando vivi.
«Complimenti» ha detto Tyler.
Colpiscimi di nuovo gli ho detto io.
«No, tu colpisci me» ha detto Tyler.
Cosм l'ho colpito, una grande sbracciata da donna poco sotto l'orecchio e Tyler mi ha spinto all'indietro e mi ha calcato il tacco della scarpa nello stomaco. Quello che и successo subito dopo e oltre non и successo a parole, ma il bar ha chiuso e la gente и uscita e si и messa intorno a noi a gridare nel parcheggio.
Invece che su Tyler, ho sentito che finalmente potevo mettere le mani su tutto quello che nel mondo non funzionava, gli indumenti che mi tornavano dalla tintoria con i bottoni del colletto spezzati, la banca che dice che sono sotto di centinaia di dollari. Il mio lavoro dove il mio capo si mette al mio computer e smanetta i miei comandi Dos. E Maria Singer, che mi ha soffiato i gruppi di sostegno.
Niente era risolto alla fine del combattimento, ma niente contava.
La prima sera che abbiamo combattuto era una domenica sera e Tyler non si era fatto la barba per tutto il fine settimana cosм avevo le nocche che mi bruciavano per la sua barba lunga. Sdraiato sulla schiena nel parcheggio accanto a lui a guardare l'unica stella che si vedeva nella luce dei lampioni, ho chiesto a Tyler con cosa aveva combattuto.
Suo padre, ha detto Tyler.
Forse non avevamo bisogno di un padre per completarci. Non c'и niente di personale contro il tuo avversario al fight club. Combatti per combattere. И proibito parlare del fight club, ma noi abbiamo parlato e per un paio di mesi la gente si ritrovava in quel parcheggio dopo la chiusura del bar e quando ha cominciato a far freddo, un altro bar ci ha offerto il seminterrato dove ci riuniamo ora.