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Ma per me è okay leggere romanzi. Questa settimana ho letto Il grande Gatsby, Una tragedia americana e Torna a casa, Angelo. Non avevo mai saputo che gli uomini e le donne facessero cose simili.

16 aprile Oggi mi sento molto meglio, ma sono ancora arrabbiato per il fatto che la gente rideva e si burlava di me continuamente. Quando diventerò intelligente come dice il professor Nemur, con molto più del doppio del mio quoziente di intelligenza, che adesso è 70, allora forse piacerò alla gente e diventeremo amici.

Non so bene, in ogni modo, che cosa voglia dire quoziente di intelligenza. Il professor Nemur ha detto che è qualcosa per misurare quanto si è intelligenti… come una bilancia dal droghiere pesa i chilogrammi. Ma il dottor Strauss ha avuto con lui una lunga discussione e ha detto che il quoziente non pesa affatto l’intelligenza. A parer suo, il quoziente di intelligenza misura la capacità di essere intelligenti, come i numeri all’esterno di una provetta. Resta sempre da riempire la provetta con qualcosa.

Quando l’ho domandato a Burt Seldon, che mi sottopone alle prove di intelligenza ed esegue gli esperimenti con Algernon, lui mi ha risposto che secondo alcuni tutti e due hanno torto, e stando a quanto egli ha letto, il quoziente di intelligenza misura un mucchio di cose diverse comprese alcune cose che si sono già imparate e in realtà non è affatto una misurazione efficace dell’intelligenza.

Così non so ancora che cosa sia il quoziente, e ognuno lo definisce in modo diverso. Il mio è circa cento, adesso, e arriverà presto a centocinquanta, ma devono ancora riempirmi con il materiale. Io non ho voluto dir niente, ma non capisco in che modo, se non sanno che cosa sia, o dove sia, possano sapere quanta intelligenza uno ha.

Il professor Nemur dice che devo fare il test di Rorschach dopodomani. Mi domando di che cosa si tratti.

17 aprile Stanotte ho avuto un incubo e stamane, dopo essermi svegliato, ho tentato le libere associazioni, come mi dice di fare il dottor Strauss quando ricordo i miei sogni. Devo pensare al sogno e lasciar vagare i miei pensieri finché non mi vengono in mente altre riflessioni. Continuo a far questo finché la mente non mi si svuota. Secondo il dottor Strauss ciò significa che sono arrivato al punto in cui il mio subcosciente sta cercando di impedire al conscio di ricordare. È un muro tra il presente e il passato. A volte il muro resta in piedi e a volte crolla e allora posso ricordare quel che c’è dietro ad esso.

Come stamane.

Il sogno si riferiva a Miss Kinnian che leggeva i miei rapporti sui progressi. Nel sogno io mi metto a sedere per scrivere, ma non riesco più né a scrivere né a leggere. È tutto scomparso. Mi spavento e allora prego Gimpy, alla panetteria, di scrivere per me. Ma quando Miss Kinnian legge il rapporto si arrabbia e strappa le pagine perché contengono parolacce.

Quando arrivo a casa, il professor Nemur e il dottor Strauss mi stanno aspettando e mi picchiano perché ho scritto parolacce nel rapporto sui progressi. Quando se ne vanno, raccatto le pagine lacerate ma esse si trasformano in biglietti amorosi tutti a ricami e insanguinati.

È stato un sogno orribile, ma io sono sceso dal letto e l’ho scritto da cima a fondo, poi ho tentato le libere associazioni.

Panetteria… cuocere il pane… l’urna… qualcuno mi sta prendendo a calci… precipito… sangue dappertutto… scrivere… grossa matita su un biglietto amoroso rosso… un cuoricino d’oro… un medaglione… una catenella… tutto coperto di sangue… e lui sta ridendo di me…

La catenella appartiene a un medaglione… sta girando… mi fa balenare la luce del sole negli occhi. E a me piace guardarla girare… guardare la catenella… Tutta raggruppata mentre si intreccia e poi gira… e una ragazzetta mi sta guardando.

Si chiama Miss Kin… cioè no, Harriet.

«Harriet… Harriet… vogliamo tutti bene a Harriet.»

E poi non c’è più niente. Di nuovo il vuoto.

Miss Kinnian sta leggendo i rapporti sui progressi al di sopra della mia spalla.

Poi siamo al Centro per gli adulti ritardati, e lei sta leggendo al di sopra della mia spalla mentre scrivo i c omponnimenti componimenti.

La scuola si trasforma nelle elementari e io ho undici anni e anche Miss Kinnian ha undici anni, ma adesso non è più Miss Kinnian. È una ragazzina con le fossette e lunghi riccioli e si chiama Harriet. Vogliamo tutti bene a Harriet. È il giorno di San Valentino.

Ricordo…

Ricordo quel che accadde alle elementari e perché dovettero allontanarmi e mandarmi in un’altra scuola. Fu a causa di Harriet.

Vedo Charlie… undici anni. Ha un piccolo medaglione color oro che ha trovato una volta per la strada. Manca la catenella, ma lui lo ha appeso a uno spago, e gli piace girare e rigirare il medaglione finché non fa tutta una serie di nodi nello spago, e poi stare a guardarlo mentre si srotola e ruota, con il sole che gli sfarfalla negli occhi.

A volte quando i bambini si lanciano la palla lo lasciano giocare al centro e lui cerca di impadronirsi della palla prima che uno di loro l’afferri. Gli piace stare al centro, anche se non riesce mai a impadronirsi della palla, e una volta, quando Hymie Roth la lasciò cadere per sbaglio e lui la raccattò, non gli permisero di lanciarla, ma dovette tornare al centro.

Quando passa Harriet i ragazzi smettono di giocare e la guardano. Tutti i ragazzi sono innamorati di Harriet. Quando lei scuote la testa i riccioli dondolano su e giù, e poi ha le fossette. Charlie non sa perché tutti attribuiscano tanta importanza a una ragazzetta e perché vogliano sempre parlarle (lui preferirebbe giocare con la palla, o a rimpiattino, o a ladri e carabinieri, piuttosto che parlare con una ragazzina), ma tutti i ragazzi sono innamorati di Harriet e così ne è innamorato anche lui.

Lei non lo prende mai in giro come gli altri monelli, e Charlie fa il buffone per essere ammirato da Harriet. Cammina sui banchi quando non c’è la maestra. Lancia cassini fuori della finestra, scribacchia dappertutto sulla lavagna e sulle pareti. E Harriet non fa che lasciarsi sfuggire gridolini e ridacchiare: «Oh, guardate Charlie! Non è buffo? Oh, non è stupido?»

È il giorno di San Valentino e i ragazzi stanno parlando dei biglietti amorosi che daranno a Harriet, per cui Charlie dice: «Glielo darò anch’io un biglietto amoroso a Harriet».

Gli altri ridono e Barry domanda: «Dove lo vai a prendere un biglietto amoroso?»

«Gliene darò uno carino, vedrete.»

Ma non ha i soldi per comprare il biglietto, e così decide di regalare a Harriet il suo medaglione che è a forma di cuore come i biglietti amorosi nelle vetrine dei negozi. Quella sera prende un foglio di carta velina nel cassetto di sua madre e ci mette molto tempo ad avvolgere il medaglione e a legarlo con un pezzetto di nastrino rosso. Poi lo porta a Hymie Roth, il giorno dopo, durante l’intervallo per il pranzo a scuola, e prega Hymie di scrivere qualcosa sul foglio di carta in vece sua.

Dice a Hymie di scrivere: Cara Harriet, secondo me sei la più bella bambina di tutto il mondo. Mi piaci moltissimo e ti amo. Voglio che tu sia la mia ragazza di San Valentino. Il tuo amico, Charlie Gordon.

Hymie scrive molto accuratamente con grandi lettere in stampatello sulla carta, sempre ridendo, e dice a Charlie: «Perdinci questo la lascerà di stucco. Aspetta che l’abbia letto».

Charlie è spaventato, ma vuole regalare a Harriet il medaglione, e pertanto la segue fino a casa da scuola, e aspetta che sia entrata. Poi entra di nascosto nell’ingresso e appende il pacchetto alla maniglia della porta, all’interno. Suona due volte il campanello e attraversa di corsa la strada per nascondersi dietro l’albero.