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Ho ripensato alla responsabile delle pulizie, con la voglia rossa sulla faccia, e all’insegnante balbuziente, alla materna direttrice e allo psicologo dall’aspetto giovanile e dall’aria stanca, e ho desiderato sapere in che modo avessero finito con il lavorare lì, dedicandosi a quelle menti silenziose. Al pari del ragazzo che teneva il suo compagno tra le braccia, ognuno di loro aveva trovato soddisfacimento nel donare una parte di se stesso a coloro che avevano meno.

E che dire delle cose che non mi erano state mostrate?

Può darsi che torni presto alla Warren, per trascorrervi il resto della mia vita con gli altri… in attesa.

15 luglio Ho sempre rinviato una visita a mia madre. Desidero e non desidero al contempo rivederla. Non andrò da lei fino a quando non sarò certo di quel che mi accadrà.

Stiamo anzitutto a vedere come procederà il lavoro e che cosa scoprirò.

Algernon si rifiuta di percorrere ancora il labirinto; la motivazione generale è diminuita. Oggi sono passato di nuovo a dargli un’occhiata, e questa volta c’era anche Strauss. Sia lui sia Nemur avevano un’aria turbata mentre guardavano Burt costringerlo ad alimentarsi. È strano vedere il piccolo batuffolo bianco immobilizzato sul tavolo da lavoro e Burt che gli caccia il cibo in gola con un contagocce.

Se le cose continueranno in questo modo, dovranno cominciare ad alimentarlo con iniezioni. Vedendo Algernon dimenarsi sotto le minuscole cinghie, oggi nel pomeriggio, mi è sembrato di averle intorno alle braccia e alle gambe. Ho incominciato a sentirmi mancare il respiro e a soffocare e ho dovuto uscire dal laboratorio per respirare una boccata d’aria pura. Devo smetterla di identificarmi con lui.

Sono andato al bar Murray e ho bevuto qualcosa. Poi ho telefonato a Fay e abbiamo fatto il solito giro. Fay è seccata perché ho smesso di condurla a ballare e ieri sera si è adirata e mi ha piantato in asso. Non ha la più pallida idea del mio lavoro, né si interessa ad esso minimamente, e quando cerco di parlargliene non tenta affatto di nascondere la noia. Non vuole assolutamente annoiarsi, né io posso rimproverarla. A quanto ho potuto constatare, le interessano tre sole cose: il ballo, la pittura e il sesso. È sciocco da parte mia tentare di interessarla al mio lavoro. Di conseguenza va a ballare senza di me. Mi ha detto di aver sognato l’altra notte che era entrata nel mio appartamento e aveva dato fuoco a tutti i libri e gli appunti, dopodiché ci eravamo messi a ballare tra le fiamme. Devo stare attento; sta diventando possessiva. Soltanto questa sera mi sono reso conto che casa mia incomincia a somigliare al suo appartamento… uno sfacelo. Devo ridurre i liquori.

16 luglio Ieri sera Alice ha conosciuto Fay. Mi ero preoccupato di quello che sarebbe accaduto se si fossero trovate a faccia a faccia. Alice è venuta a trovarmi dopo aver saputo di Algernon da Burt; sa che cosa può voler dire e continua a sentirsi responsabile per avermi incoraggiato, all’inizio.

Abbiamo preso il caffè e conversato fino a tardi. Sapevo che Fay era andata a ballare al Polvere di Stelle, e pertanto non mi aspettavo che rientrasse cosi presto. Ma verso l’una e quarantacinque del mattino ci ha fatto trasalire l’improvvisa apparizione di Fay sulla scala antincendio. Ha bussato alla finestra, l’ha aperta a metà ed è entrata nella stanza ballando il valzer con una bottiglia in mano.

«Mi autoinvito al ricevimento», ha detto. «Ho i rinfreschi.»

Le avevo detto che Alice lavorava all’esperimento all’università, e con Alice avevo già accennato a Fay… per conseguenza l’incontro non le ha sorprese. Ma dopo essersi studiate per qualche secondo si sono messe a parlare d’arte e io, per quello che importava a loro, mi sarei potuto trovare in qualunque altra parte del mondo.

Simpatizzavano l’una con l’altra.

«Vado a prendere il caffè», ho detto, e sono andato in cucina per lasciarle sole.

Quando sono tornato, Fay si era tolta le scarpe e sedeva sul pavimento sorseggiando il gin dalla bottiglia. Stava spiegando ad Alice che, per quanto la concerneva, nulla giovava al corpo umano più dell’elioterapia e che le colonie di nudisti costituivano la soluzione dei problemi morali del mondo.

Alice rideva istericamente della proposta di Fay che ci iscrivessimo tutti e tre a una colonia di nudisti; poi si è protesa in avanti e ha accettato un bicchierino riempitole da Fay.

Abbiamo continuato a conversare fino all’alba e io ho voluto a tutti i costi accompagnare Alice a casa. Poiché lei sosteneva che non era necessario, Fay ha detto che sarebbe stata una follia aggirarsi sola per la città a quell’ora. Pertanto sono disceso e ho chiamato un tassi.

«C’è qualcosa in lei», ha detto Alice durante il tragitto fino a casa sua. «Non so di che si tratti. La sua franchezza, un’aperta fiducia, l’altruismo…»

Ho approvato.

«E ti ama», ha soggiunto Alice.

«No. Ama chiunque», ho sostenuto. «Io non sono che il suo vicino di casa.»

«Non sei innamorato di lei?»

Ho scosso la testa. «Tu sei la sola donna ch’io abbia mai amato.»

«Non parliamo di questo.»

«Allora mi privi di un argomento di conversazione molto importante.»

«C’è una sola cosa che mi preoccupa, Charlie. Il bere. Ho sentito parlare di quei tuoi mal di testa.»

«Di’ a Burt di limitare le sue osservazioni e i suoi rapporti ai dati sperimentali. Non voglio che ti avveleni contro di me. Resisto benissimo all’alcool.»

«L’ho già sentito dire altre volte.»

«Ma non da me.»

«È la sola cosa che le rimprovero», ha detto. «Ti ha insegnato a bere e sta ostacolando il tuo lavoro.»

«Anche sotto questo aspetto so badare a me stesso.»

«Questo lavoro è importante, adesso, Charlie. Non soltanto per il mondo e per milioni di sconosciuti, ma anche per te; devi risolvere il problema nel tuo stesso interesse. Non lasciarti legare le mani da nessuno.»

«Sicché adesso la verità salta fuori», mi sono burlato di lei. «Vorresti che la frequentassi meno.»

«Non è quello che ho detto.»

«È quello che intendevi dire. Se sta ostacolando il mio lavoro, sappiamo entrambi che devo escluderla dalla mia vita.»

«No, non credo che dovresti escluderla dalla tua vita. Va bene per te. Hai bisogno di una donna che abbia vissuto come lei.»

«Tu andresti bene per me.»

Ha distolto il viso. «Non nello stesso modo.» Poi si è voltata di nuovo a guardarmi. «Ero venuta da te questa sera pronta ad odiarla. Volevo vedere in lei una miserabile e stupida sgualdrina con la quale ti eri impegolato e facevo grandi progetti pensando di mettermi di mezzo e di salvarti da lei contro la tua volontà. Ma ora che l’ho conosciuta, mi rendo conto di non avere alcun diritto di giudicare il suo comportamento. Penso che ti giovi. Di conseguenza questo mi smonta completamente. Fay mi piace, anche se la disapprovo. Ma, nonostante ciò, se devi ubriacarti con lei e passare tutto il tuo tempo insieme a lei nei club notturni a ballare, allora ti ostacola. Questa però è una difficoltà che soltanto tu puoi eliminare».

«Un’altra?» ho riso.

«Ma sei in grado di riuscirci? Sei molto legato a lei, lo capisco.»

«Non poi tanto.»

«Le hai detto di te?»

«No.»

Impercettibilmente la vedevo rilassarsi. Mantenendo il segreto per quanto mi concerneva, in qualche modo non mi ero legato a Fay completamente. Sapevamo entrambi che, per quanto fosse meravigliosa, Fay non avrebbe mai capito.