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Una cosa che mi piace, della, Cara signorina Kinnian: (così si scrive nelle lettere commerciali se chissà mai vado in commercio) lei sempre mi dice’ una ragione” quando… chiedo. È propio un ge’nio! Mi piace se magari diven’to intelligiente come, lei:

(La punteggiatura, è: un bel divertimento!)

18 aprile Che stupido sono! Non ho neanche capito che cosa diceva lei. Ieri sera ho letto il libro di grammatica e spiega ogni cosa. Dopo ho visto ch’era lo stesso come cercava di dirmi la signorina Kinnian, ma io non avevo capito.

La signorina Kinnian dice che si tratta anche de laiuto che ma dato la TV che lavorava quando io dormo. Ha detto che lei e io siamo arrivati al platò che sarebbe una collina tutta piatta.

Dopo che ho capito come va questa punteggiatura, ho letto ancora tutti i miei vecchi Rapporti dal principio. Mamma mia! scrivevo cose da matti e che punteggiatura! Ho detto alla signorina Kinnian che dovevo guardare di nuovo le pagine e sistemare gli sbagli ma lei ha detto: — No, Charlie, il dottor Nemur li vuole come li hai fatti allora. Per questa ragione te li ha lasciati dopo che sono stati fotografati, perché tu vedevi che progressi fai. Vai molto svelto, Charlie.

Questo mi ha dato una bella soddisfazione. Dopo la lezione sono andato giù e ho giocato con Algernon. Non facciamo più le gare.

20 aprile Mi sento male dentro. Non male come se mi deve vedere il dottore ma dentro il petto sento vuoto come prendere un pugno e lo stesso tempo senti bruciare. Non volevo scrivere questa cosa, ma credo che devo farlo perché è importante. Oggi è stata per la prima volta che sono rimasto a casa da lavorare.

Ieri sera Joe Carp e Frank Reilly mi hanno invitato a una festa. Ci erano un sacco di ragazze e qualche uomo della fabbrica. Io ricordavo com’ero stato male quella volta che avevo bevuto troppo e così ho detto a Joe che non volevo bere niente. Mi ha dato una coca semplice e basta. Ci siamo divertiti un sacco per un pò, Joe ha detto che devo ballare con Ellen che così lei minsegnava i passi. Un pò di volte sono caduto e non capivo la ragione che nessuno ballava salvo Ellen e me. E cadevo di continuo perché cera sempre il piede di qualcuno che veniva fuori.

Dopo quando mi sono tirato su ho visto la faccia di Joe che mi guardava e ho avuto una strana cosa nello stomaco. — È formidabile! — ha detto una ragazza. E tutti giù a ridere.

— Guardatelo, diventa rosso. Charlie diventa rosso.

— Ehi, Ellen, che gli fai a Charlie? Non lò mai visto far così finora.

Non sapevo che cosa fare o dove girarmi. Tutti mi guardavano e ridevano e io mi pareva di essere tutto nudo. Volevo nascondermi. Ho corso fuori e ho vomitato. Poi sono andato a casa. Strano che non capivo finora che Joe e Frank e gli altri mi volevano sempre attorno per ridere di me.

Adesso so che cosa vuole dire quando loro dicono: «Fai il Charlie Gordon!».

Mi vergogno.

rapporto 11

21 aprile Nemmeno oggi sono andato alla fabbrica. Ho detto alla mia padrona signora Flynn che telefona al signor Donnegan e ci deve dire che sto male. La signora Flynn ultimamente mi guarda un po’ strano, come se le metto addosso paura.

Io penso che è una cosa buona che ho scoperto che tutti mi ridono dietro. Ho pensato proprio tanto a questo. La ragione è che sono stupido e nemmeno lo so che faccio una cosa stupida. Gli altri pensano che fa ridere quando una persona che è stupida non riesce a fare le cose nel modo che la fanno loro.

In ogni caso, adesso so che divento intelligente giorno in giorno. So la punteggiatura e scrivo le parole bene. Mi piace di cercare tutte le parole difficili sul dizionario e me le ricordo. Adesso leggo moltissime cose e la signorina Kinnian dice che leggo molto svelto. Qualche volta capisco anche quello che leggo e mi resta nel cervello. Ci sono delle volte che chiudo gli occhi e penso a una pagina e mi torna indietro tutta come nei film.

Oltre la storia, la geografia e l’aritmetica, la signorina Kinnian dice che devo cominciare a studiare le lingue straniere. Il dottor Strauss mi ha dato ancora dei nastri per far andare quando dormo. Ancora non capisco come lavora quel cervello conscio e subconscio ma il dottor Strauss dice che non devo preoccuparmi ancora. Ha voluto che gli prometto che quando comincio a imparare le materie dell’università non leggo nessuno dei libri di psicologia, cioè fino a che lui non dà il permesso.

Oggi sto molto meglio, ma penso che sono ancora un pò rabbioso che sempre la gente rideva e mi prendeva in giro perché io non ero tanto intelligente. Quando divento intelligente come dice il dottor Strauss con tre volte tanto Q.I. di 68, allora forse che posso essere ugualmente a pari con gli altri e a la gente gli sarò simpatico.

Non so bene che cosa è un Q.I. Il dottor Nemur ha detto che è una cosa che misura quanto sei intelligente, come la bilancia nella drogheria per pesare le libbre. Ma il dottor Strauss ci ha litigato tanto con lui e diceva che un Q.I. non pesa proprio l’intelligenza. Ha detto che un Q.I. fa vedere quanta intelligenza puoi ottenere, come i numeri scritti sulla parte fuori delle tazze per misurare le dosi. Ma c’è sempre da riempire la tazza di roba.

Poi quando ho chiesto a Burt, che è quello che mi da i test e lavora con Algernon, lui ha detto che tutti due non dicono giusto (solo che ho promesso che non dico a loro due che lui me lo ha detto). Burt dice che il Q.I. misura un sacco di cose differenti anche cose che hai già imparato e che in verità non serve proprio.

E così io ancora non lo so che cosa è il Q.I., solo che il mio sarà presto sopra i 200. Io non ho voluto dire niente ma non capisco come mai se loro non sanno che cosa è o dove è… non capisco come mai loro sanno quanto ce ne hai.

Il dottor Nemur dice che domani devo fare un Test Rorshach. Mi chiedo che cosa è.

22 aprile Ho scoperto che cosa è il Rorshach. È il test che avevo fatto prima dell’operazione… quello con le macchie d’inchiostro sui pezzi di cartone.

Avevo una fifa da morire di quelle macchie d’inchiostro. Sapevo che il tipo mi domandava di cercare le figure e sapevo che io non potevo trovarle. Pensavo da solo se non c’era il modo di sapere che genere di figure c’erano nascoste là sotto. Forse non erano poi neanche figure. Forse era solo un trucco per vedere se sono tanto stupido da cercare di trovare qualche cosa che non era lì. Solo a pensare così mi è venuta una rabbia con lui.

— Bene, Charlie — ha detto. — Hai già visto questa roba in precedenza, ti ricordi?

— Certo che mi ricordo.

Il modo come l’ho detto lui ha capito che ero arrabbiato e mi è sembrato sorpreso. — Sì, certo. Adesso voglio che guardi questo. Che cosa potrebbe essere? Che cosa vedi su questo cartone? La gente ci vede ogni sorta di cose in queste macchie d’inchiostro. Dimmi che cosa può essere, secondo te. A che cosa ti fa pensare.

Ero allibito. Non pensavo che lui diceva una cosa come quella. — Vuoi dire che non ci sono nascoste delle figure in queste macchie d’inchiostro?

Lui ha fatto la faccia scura e si è cavato gli occhiali. — Come?

— Delle figure. Nascoste nelle macchie d’inchiostro. L’altra volta mi hai detto che le vedono tutti e volevi che anche io le cercavo.

Mi ha spiegato che l’altra volta aveva usato quasi le stesse parole che usava adesso. Non lo credevo e ancora adesso sospetto che allora aveva fatto appositamente di portarmi fuori strada solo per divertirsi. O forse… non capisco più niente… ero proprio così debole di cervello?

Abbiamo passato i cartoni lentamente. Uno sembrava una coppia di pipistrelli che tiravano non so cosa. Un altro sembrava due uomini che si battevano con le spade. Ho immaginato tantissime cose. Credo che mi sono lasciato trascinare un po’. Ma non mi fidavo di questo tipo e continuavo a voltare i cartoni a guardare anche di dietro per vedere se c’era una qualche cosa che credevano che dovevo trovare. Mentre che lui scriveva le sue note, io ci andavo dietro con la coda dell’occhio per leggere. Ma era tutto in codice, una cosa così: