Penso che la stessa cosa accadrà presto anche a me. Ora che la cosa è sicura, non voglio che accada.
Ho messo il cadavere di Algernon in una scatola da formaggio e l’ho seppellito in cortile. Ho pianto.
15 giugno Il dottor Strauss è tornato a trovarmi. Non ho voluto aprirgli la porta e gli ho detto di andarsene. Voglio essere lasciato solo. Sono nervoso e irritabile. Sento che l’oscurità avanza verso di me. Mi riesce difficile respingere il pensiero del suicidio. Continuo a ripetermi quanto questo diario sarà importante.
È una strana sensazione quella di prendere un libro che si è gustato pochi mesi prima e scoprire che lo si è scordato del tutto. Ricordo quanto avevo ammirato la grandezza di John Milton ma, allorché ho ripreso il Paradiso Perduto, non sono riuscito a capirci niente. Mi sono talmente arrabbiato che ho fatto volare il libro per la stanza.
Devo a tutti i costi cercare di trattenere qualcosa. Qualcuna almeno delle cose che ho imparato. Oh, Dio, ti supplico, non portarmi via tutto.
19 giugno A volte, la sera esco a far due passi. Ieri sera non riuscivo più a ricordare dove stavo di casa. Un poliziotto mi ha riaccompagnato. Ho la strana sensazione che questo mi sia già successo… molto tempo fa. Continuo a ripetermi che sono l’unica persona al mondo in grado di descrivere ciò che mi sta accadendo.
21 giugno Perché non riesco a ricordare? Devo combattere. Sto a letto da giorni ormai e non so chi sono e neppure dove sono. Poi mi torna tutto alla mente come un lampo. Fughe di amnesia. Sintomi di senilità… seconda infanzia. Li vedo avvicinarsi. È tutto di una logica così crudele. Ho imparato tanto e così in fretta. Adesso il mio cervello va rapidamente peggiorando. Non voglio che accada. Combatterò. Non posso fare a meno di pensare al ragazzo del ristorante, alla sua espressione vacua, al suo sorriso sciocco, alla gente che rideva di lui. No… prego… non più così.
22 giugno Scordo le cose che avevo apprese di recente. A quanto pare lo schema segue la formula classica: le cose apprese per ultimo sono le prime a essere dimenticate. Ma è davvero così? Farò bene a ricontrollare.
Ho riletto la mia relazione L’Effetto Algernon-Gordon e ne ho avuto la strana sensazione di leggere qualcosa scritto da un altro. Ci sono parti che neppure capisco.
L’attività motoria va indebolendosi. Continuo a inciampare dappertutto e mi riesce sempre più difficile battere a macchina.
23 giugno Ho rinunciato a servirmi della macchina per scrivere. La mia coordinazione va male. Sento che mi muovo sempre più lentamente. Oggi ho avuto una scossa tremenda. Ho preso una copia di un articolo di cui mi sono servito per le mie ricerche, Über psychische Ganzheit di Krüger, per vedere se mi poteva servire a capire quello che avevo fatto. Da principio ho pensato che mi si fosse guastata la vista. Poi mi sono reso conto che non riesco più a leggere il tedesco. Ho fatto qualche prova con altre lingue. Tutte andate.
30 giugno Tutta una settimana prima che mi arrischiassi di nuovo a scrivere. Tutto scivola via come sabbia tra le dita. Quasi tutti i libri in mio possesso ormai sono troppo difficili per me. Mi fanno arrabbiare perché so che li ho letti e capiti soltanto poche settimane fa.
Continuo a dirmi che non devo smettere di scrivere questi rapporti, affinché qualcuno sappia che cosa mi sta accadendo. Ma mi riesce sempre più difficile formare le parole e ricordare come scriverle. Devo cercare sul dizionario anche le parole più semplici, adesso, e questo mi irrita.
Il dottor Strauss viene quasi tutti i giorni ma gli ho detto che non voglio vedere e parlare con nessuno. Lui si sente in colpa. Tutti si sentono in colpa. Ma io non do colpa a nessuno. Sapevo che cosa poteva succedere. Ma quanto fa male.
7 luglio Non so com’è passata questa settimana. Oggi è domenica, lo so perché vedo le persone che vanno in chiesa dalla mia finestra. Credo di essere rimasto a letto tutta la settimana ma ricordo che la signora Flynn mi ha portato da mangiare alcune volte. Continuo a ripetermi che devo fare qualcosa ma poi me ne dimentico o forse è più facile non fare quello che dico di dover fare.
Penso molto in questi giorni a mio padre e a mia madre. Ho trovato una fotografia di loro con me sulla spiaggia. Mio padre ha un pallone sotto il braccio e mia madre mi tiene per la mano. Non li ricordo così come sono sulla foto. Ricordo solo mio padre sempre ubriaco e in lite con mamma per il denaro.
Non si radeva quasi mai e mi graffiava la faccia quando mi abbracciava. Mia madre diceva che era morto ma il cugino Miltie diceva di aver sentito suo padre dire che il mio era scappato con un’altra donna. Quando ho chiesto a mia madre mi ha dato uno schiaffo e mi ha detto che mio padre era morto. Non credo di aver mai scoperto la verità ma non me ne importa molto. (Diceva che mi avrebbe portato a vedere le vacche in una fattoria ma non l’ha mai fatto. Non manteneva mai le promesse…)
10 luglio La mia padrona di casa, signora Flynn, è molto preoccupata per me. Dice che il fatto di starmene così chiuso in casa tutto il santo giorno sul letto senza fare niente le fa venire in mente suo figlio prima che lei lo buttasse fuori. Mi ha detto che non le piacciono i fanulloni. Se sono malato va bene, ma se sono un fanullone allora è diverso e non le va giù. Le ho detto che credo di essere malato.
Ho cercato di leggere un po’ ogni giorno, sopratutto racconti, ma qualche volta devo rileggere la stessa frase un mucchio di volte perché non so cosa vuol dire. E poi è anche difficile scrivere. So che dovrei cercare tutte le parole sul dizionario ma è così difficile e io mi stanco sempre.
Poi mi è venuta l’idea di usare solo le parole facili invece di quelle lunghe e difficili. Questo fa risparmiare tempo. Vado a mettere dei fiori sulla tomba di Algernon una volta la settimana, circa. La signora Flynn pensa che sono matto a mettere i fiori sulla tomba dun topo ma io gli ho detto che Algernon era speciale.
14 luglio È ancora domenica. Non ho niente da fare per tenermi occupato perché il mio televisore si è rotto e non ho più soldi per farlo aggiustare. (Credo di avere perso l’assegno di questo mese del laboratorio. Non ricordo).
Ho continuo mal di testa e l’asperina non mi fa niente. La signora Flynn capisce che sono realmente ammalato e le dispiace tanto per me. È una donna meravigliosa quando qualcuno è malato.
22 luglio La signora Flynn ha fatto venire uno strano dottore a visitarmi. Aveva paura che morivo. Ha detto al dottore che non ero tanto malato e che solo qualche volta mi scordo. Mi ha chiesto se ho amici o parenti e ho detto no non ne ho. Gli ho detto che una volta avevo un amico che si chiamava Algernon ma era un topo e facevamo le gare insieme. Mi ha guardato un po’ strano come se pensava che sono pazzo. Ha sorriso quando gli ho detto che sono stato un genio. Parlava come un bambino e faceva l’occhiolino alla signora Flynn. Mi è venuta la rabbia e lò sbattuto fuori perché mi prendeva in giro come facevano prima gli altri.
24 luglio Non ho più soldi e la signora Flynn dice che devo andare da qualche parte a lavorare e pagare l’affitto perché non lò pagato da due mesi. Non conosco nessun lavoro solo il lavoro che avevo alla Compagnia Contenitori Donnegan. Non ci voglio tornare perché tutti mi conoscevano quando ero intelligente e magari adesso mi ci ridono dietro. Ma non so cosaltro fare per fare soldi.