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Ne abbiamo giа superate tre prima di questa.

— Soltanto un'altra crisi! - urlт Forell. - Ma durante le prime due c'era Salvor Hardin a guidarci; durante la terza, Hober Mallow.

Chi ci guiderа adesso? Guardт gli altri in faccia, poi riprese parlando con calma: - La psicostoria di Seldon alla quale и cosм comodo affidarsi richiede un contributo da parte del popolo della Fondazione.

Il progetto Seldon aiuta coloro che si aiutano da sй.

— I tempi creano l'uomo - sentenziт il terzo interlocutore. - Eccoti un altro proverbio.

— Non ci si puт contare con assoluta sicurezza - borbottт Forell. - La situazione per me и questa: se si tratta di una quarta crisi, allora Seldon l'ha prevista, e di conseguenza esiste un modo per risolverla.

"Ora, noi sappiamo che l'Impero и piщ forte di noi, lo и sempre stato.

Ma questa и la prima volta che corriamo il pericolo di un attacco diretto.

La forza dell'Impero и una terribile minaccia per noi.

Per sconfiggerlo dovremmo trovare una via indiretta per risolvere questa crisi come e stato il caso delle precedenti.

Dobbiamo trovare il punto debole dell'avversario e attaccarlo lм.

— E quale sarebbe questo punto debole? - chiese il quarto interlocutore. - Mai qualche idea? - No.

E proprio questo quello di cui vorrei parlare.

I nostri grandi capi del passato videro il lato debole del nemico e puntarono lм.

Ma ora…

Si interruppe sconsolato, e per un momento nessuno parlт.

Poi il quarto interlocutore disse: - Ci occorrono spie.

Forell si girт verso di lui, eccitato. - Giusto! Non so con esattezza quando l'Impero ci attaccherа, e forse siamo ancora in tempo.

— Hober Mallow andт di persona nei territori dell'Impero - disse il secondo interlocutore.

Ma Forell scosse la testa. - Non possiamo farlo.

Nessuno di noi и abbastanza giovane; siamo arrugginiti e troppo inariditi dal nostro mestiere di mercanti.

Abbiamo bisogno di giovani che siano da poco entrati nel commercio…

— I mercanti indipendenti? - disse il quarto interlocutore.

Forrel annuм sussurrando: - Se siamo ancora in tempo.

3. Vicolo cieco

Bel Riose smise di passeggiare nervosamente e alzт lo sguardo pieno di speranza verso l'aiutante appena entrato. - Sono arrivate notizie della Starlet? - Nessuna.

La pattuglia ha setacciato la zona palmo a palmo ma gli strumenti non hanno registrato niente.

Il comandante Yume riferisce che la flotta и pronta per un attacco di rappresaglia.

Il generale scosse la testa.

— No, non per una nave pattuglia.

Non ancora.

Digli di raddoppiare…

un momento! Gli scriverт un messaggio.

Codificalo e spediscilo immediatamente.

Mentre parlava scriveva poi consegnт il messaggio all'ufficiale in attesa. - E arrivato il siwenniano? - Non ancora.

— Bene, fa, in modo che lo conducano qui non appena arriverа.

L'aiutante salutт rigidamente e uscм.

Riose riprese a passeggiare.

Quando la porta si aprм per la seconda volta fu Ducem Barr ad attraversare la soglia.

Lentamente senza scomporsi malgrado l'aiutante lo sollecitasse, entrт nella stanza dal soffitto raffigurante un modello stereoscopico della Galassia.

Bel Riose lo aspettava in piedi in uniforme da combattimento.

— Buon giorno, patrizio! - Il generale spinse una sedia verso Barr e fece cenno all'aiutante di uscire. - Quella porta deve rimanere chiusa finchй non l'aprirт io.

Rimase in piedi di fronte al siwenniano a gambe larghe con le mani dietro la schiena dondolandosi sulla punta dei piedi.

Poi improvvisamente si decise a parlare. - Patrizio siete un fedele suddito dell'Imperatore? Barr non rispose subito poi aggrottт la fronte e disse: - Non ho ragione di amare il governo imperiale.

— Il che non vuoi dire che voi siate un traditore.

— Esattamente.

Ma il fatto di non essere un traditore non significa che ho intenzione di collaborare attivamente.

— Anche questo и vero.

Ma il rifiutare un aiuto in un momento come questo - disse Riose parlando con lentezza - sarа considerato tradimento con tutte le conseguenze che ne derivano.

La faccia di Barr si scurм. - Riservate questi giochetti ai vostri subordinati.

Mi basterа che diciate chiaramente e semplicemente quello che volete da me.

Riose si sedette e accavallт le gambe. - Barr sei mesi fa abbiamo parlato insieme a lungo.

— Sui maghi? - Sм.

Ricordate cosa avevo intenzione di fare? Barr annuм.

Aveva le braccia appoggiate alle ginocchia.

— Avevate deciso di andarli a trovare nella loro tana e siete sparito per quattro mesi.

L'avete trovati? - Trovati? Eccome - gridт Riose.

Parlava a denti stretti come se si sforzasse di mantenere la calma. - Patrizio non sono maghi ma diavoli.

Sono tanto lontani dalla fede quanto le nebulose da noi.

Pensate! Abitano un pianeta non piщ grande di un fazzoletto di un'unghia; le loro risorse sono minime la loro potenza и insignificante la popolazione и cosм microscopica da non potersi paragonare ad alcuna delle minuscole prefetture delle Stelle scure.

Eppure si tratta di un popolo cosм orgoglioso e ambizioso da sognare di diventare i dominatori della Galassia.

"Sono talmente sicuri di sй che non hanno fretta.

Si muovono lentamente e con flemma; parlano dei secoli necessari.

Annettono interi pianeti senza muovere un dito.

"E il bello и che hanno successo.

Non c'и nessuno che li fermi.

Hanno creato una comunitа di commercianti che s'estende persino al di lа della portata delle loro piccolissime navi.

I loro mercanti cosм si fanno chiamare quegli agenti penetrano per parsec nella Galassia.

Ducem Barr interruppe quel fiume di parole. - Quanto di quello che mi state dicendo и vero e quanto и frutto d'immaginazione? Il generale riprese fiato e sembrт calmarsi. - Non mi lascio guidare dai miei desideri.

Sono stato di persona su alcuni pianeti ben piщ vicini a Siwenna che alla Fondazione dove l'Impero non и piщ che un mito, mentre i mercanti sono una realtа vivente.

Persino noi siamo stati scambiati per mercanti.

— La stessa Fondazione vi ha detto che essi mirano a dominare la Galassia? - Me l'hanno detto? - Riose era esploso un'altra volta.

— Non c'era bisogno che me lo dicessero.

I loro funzionari non ne parlavano mai.

Parlavano solo d'affari.

Ma io ho parlato con la gente comune.

Ho ascoltato ciт che mi diceva il popolo; essi accettano con tranquillitа il loro "destino manifesto".

Non c'и niente che lo possa nascondere; sono talmente ottimisti che non vedono la necessitа di nasconderlo.

Il siwenniano mostrт una certa soddisfazione. - Avrete notato che le mie supposizioni non erano poi molto lontane dalla realtа.

— Senza dubbio - replicт Riose con sarcasmo - devo riconoscere la vostra capacitа analitica.

Ma sono anche costretto a rendermi conto della minaccia che un tale popolo rappresenta per Sua Maestа Imperiale.

Barr si strinse con indifferenza nelle spalle e Riose si chinт improvvisamente verso di lui afferrandolo per le braccia e guardandolo negli occhi con aria stranamente gentile.

— Suvvia patrizio - disse - non fate cosм.

Non ho affatto voglia di comportarmi da barbaro.

Per conto mio l'ostilitа di Siwenna nei confronti dell'lmpero и acqua passata e farт di tutto perchй ogni ostacolo alla nostra amicizia sia rimosso.

Ma il mio mandato и puramente militare e non mi и possibile interferire negli affari civili.

Verrei richiamato e non potrei esservi piщ di alcuna utilitа.

Voi mi capite, vero? So che mi capite.

Noi due, allora, vediamo di considerare le atrocitа di quarant'anni, chiusi con la vendetta contro il suo autore materiale e dimentichiamocene.

Ho bisogno del vostro aiuto.

Lo ammetto con tutta franchezza.

La voce del giovane sembrava piena di preoccupazione.

Ducem Barr scosse la testa gentilmente, ma con fermezza.