Per alcuni minuti rimasero in silenzio, poi Barr chiese con calma: - Avete ricevuto una risposta dall'Imperatore? Riose prese una sigaretta dal contenitore appeso al muro dietro le sue spalle, strinse il filtro tra le labbra e diede una boccata. - State parlando della mia richiesta di rinforzi? La risposta и arrivata.
— Niente navi? - Neanche una.
Me l'aspettavo.
Francamente, patrizio non avrei mai dovuto lasciarmi spaventare dalle vostre teorie e richiedere rinforzi.
Mi sono messo sotto cattiva luce.
— Davvero? - Certamente.
Le astronavi sono un premio.
Le guerre civili degli ultimi due secoli hanno dimezzato la Grande Flotta e le astronavi rimaste sono in cattive condizioni.
Sapete bene che le astronavi costruite ai nostri giorni non valgono un gran che.
Non credo che esista un uomo in tutta la Galassia capace di costruire un motore iperatomico che funzioni.
— Questo lo sapevo - rispose il siwenmano. - Non immaginavo perт che ve ne rendeste conto anche voi.
Sua Maestа non ha astronavi da guidarvi…
La psicostoria probabilmente l'aveva predetto.
Io direi che Hari Seldon и in vantaggio dopo il primo round.
Riose ribattй seccato: - Possiedo navi a sufficienza…
Il vostro Seldon non и affatto in vantaggio.
Se la situazione dovesse diventare seria, allora mi arriverebbero le navi.
Finora, l'Imperatore non и al corrente di tutta la storia.
— Davvero? Non gliel'avete riferita? - Ovviamente no. - Riose lo guardт ironico. - La vostra teoria, con tutto il rispetto che vi devo, non и del tutto attendibile.
Se nel corso degli eventi riesco a raccogliere prove piщ concrete, allora, e solo in quel caso, farт notare il pericolo mortale.
«E inoltre - continuт Riose - una storia del genere, non convalidata da fatti, avrebbe l'aspetto di lesa maestа, e sono convinto che la cosa piacerebbe poco al nostro Imperatore.
Il vecchio patrizio sorrise: - Intendete dire che, mettendolo in guardia dai pericoli che il suo augusto trono corre a causa di elementi sovversivi di un mondo barbaro ai confini dell'universo, il vostro avvertimento non sarebbe creduto nй apprezzato? Allora non vi aspettate niente dall'Imperatore.
— A meno che non consideriate giа qualcosa un inviato speciale.
— E perchй un inviato speciale? - E una vecchia usanza.
Un diretto rappresentante della corona и presente ad ogni azione militare condotta sotto gli auspici del governo.
— D'avvero? Perchй? - E un modo per conservare il simbolo del personale intervento imperiale in tutti i conflitti.
In seguito ha avuto anche la funzione secondaria di assicurarsi sulla fedeltа dei generali.
In quel senso, la presenza dell'inviato non и sempre stata efficace…
— Non sarа certo piacevole per voi, generale.
Intendo dire, dover avere a che fare con un'autoritа esterna.
— Senza dubbio - disse Riose arrossendo leggermente. - Ma non la si puт evitare…
Il ricevitore del generale cominciт a emettere segnali intermittenti poi, con uno scatto improvviso sulla scrivania apparve il cilindro delle comunicazioni. - Bene! Ci siamo! Ducem Barr lo guardт perplesso.
Riose disse: - Sapete che abbiamo catturato uno di questi mercanti.
Vivo e con la nave intatta.
— Sм, ne ho sentito parlare.
— Bene, l'hanno appena portato qui e fra un minuto lo farт entrare.
Rimanete seduto al vostro posto.
Voglio che rimaniate qui durante l'interrogatori.
Per questa ragione vi ho mandato a chiamare quest'oggi.
Probabilmente riuscirete a capire meglio mentre io potrei lasciarmi sfuggire alcune informazioni importanti.
Il segnale della porta suonт e con un tocco del piede il generale fece spalancare la porta.
L'uomo in piedi sulla soglia era alto e barbuto, indossava una giacca corta di plastica soffice, con un cappuccio sulle spalle.
Aveva le mani libere, e non sembrava affatto impressionato dagli uomini armati che lo circondavano.
Entrт nella stanza e si guardт intorno con curiositа.
Salutт il generale con un lieve inchino e un gesto della mano.
— Come vi chiamate? - domandт Riose secco.
— Lathan Devers! - Il mercante infilт i pollici nella larga cintura.
— Siete voi il capo qui? - Siete un mercante della Fondazione? - Esattamente.
Ascoltate, se voi siete il capo, и meglio che diciate ai vostri uomini di non toccare la mia merce.
Il generale alzт la testa e guardт il prigioniero con occhi freddi.
— Rispondete alle mie domande.
E non date ordini.
— D'accordo.
Io non ho niente in contrario.
Ma uno dei vostri uomini s'и giа fatto un buco di trenta centimetri nel petto, perchй metteva le mani dove non doveva.
Riose si girт verso il tenente Vrank. - Sta dicendo la veritа quest'uomo? Nel vostro rapporto mi avete comunicato che non c'erano state perdite.
— E vero signore - rispose l'ufficiale rigido sull'attenti e imbarazzato - allora non era successo nulla.
E stato piщ tardi quando abbiamo avuto ordine di perquisire la nave ci avevano detto che c'era una donna a bordo.
Invece, signore, abbiamo trovato una quantitа di strumenti di natura sconosciuta.
Il mercante dice che sono la sua mercanzia.
Uno di questi strumenti ha fatto partire una scarica e il soldato che lo teneva in mano и morto.
Il generale si rivolse nuovamente al mercante. - La vostra astronave trasporta esplosivi atomici? - No, per la Galassia.
E per quale ragione? Quel matto ha preso un punteruolo atomico dal lato sbagliato e l'ha regolato al massimo.
Non si puт fare una cosa del genere.
E come puntarsi una pistola neutronica al cervello.
L'avrei fermato se non avessi avuto cinque uomini che mi trattenevano.
Riose fece un gesto alla guardia che stava aspettando. - Tu puoi andare.
L'astronave catturata deve rimanere chiusa.
Che nessuno ci entri.
Sedetevi, Devers.
Il mercante si accomodт.
Con indifferenza sostenne l'esame accurato del generale e lo sguardo curioso del siwenniano.
Riose disse: - Siete un uomo pieno di buon senso, Devers.
— Grazie.
Siete impressionato dalla mia faccia o volete qualcosa da me? Ditemi pure quello che volete.
Vedete, io sono un uomo d'affari.
— E' pressappoco la medesima cosa.
Vi siete arreso quando avreste potuto decidere di farci sprecare munizioni e di saltare in aria con la vostra nave.
Se continuate a comportarvi cosм, riceverete da parte mia un buon trattamento.
— Tutto ciт che chiedo alla vita и che questa sia benevola con me.
— Bene e io non chiedo altro che un po, di collaborazione. - Riose sorrise, poi rivolgendosi a Ducem Barr disse a bassa voce: - Spero che la parola chiedere vada intesa come la intendo io.
Avete mai sentito un gergo tanto barbaro? - D'accordo.
Per conto mio ci stт - disse Devers in tono amichevole.
— Ma di che tipo di collaborazione intendete parlare, capo? Se devo dire la veritа non so in che posizione mi trovo. - Si guardт intorno. - Dove ci troviamo ora, che cosa sta succedendo? - Scusatemi, ho dimenticato di presentarmi. - Riose sembrava di buon umore. - Il signore accanto a me и Ducem Barr, patrizio dell'Impero.
Io mi chiamo Bel Riose, suddito dell'Impero e generale di Terza classe nelle forze armate di sua Maestа Imperiale.
Il mercante spalancт la bocca. - L'Impero? Intendete dire il vecchio Impero, quello che si studia a scuola? E' strano.
Ho sempre creduto che non esistesse piщ ormai da secoli.
— Guardatevi intorno e ve ne accorgerete - disse Riose sorridendo.
— Avrei dovuto immaginarlo - disse Lathan Devers osservando il soffitto. - Era una bella squadra quella che ha catturato la mia carcassa.
Nessuno dei regni della Periferia avrebbe potuto mettere insieme navi come quelle. - Poi si fece improvvisamente serio. - Ma a che gioco giochiamo, capo? O devo chiamarvi generale? - Stiamo giocando alla guerra.
— L'Impero contro la Fondazione, и cosi? - Esattamente.
— E perchй? - Penso che voi sappiate il perchй.