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Naturalmente ci penseremo noi a incoraggiare la sua ambizione.

Forse si deciderа ad attaccare.

— E la Fondazione vincerebbe.

— Sм, ma non necessariamente con grande facilitа.

Si verificherebbe una crisi e noi ci avvantaggeremmo di questa crisi per costringere i despoti della Fondazione a un compromesso.

Alla peggio si dimenticherebbero di noi abbastanza a lungo da permetterci di organizzare un piano.

— Che ne pensi, Toran? Toran sorrise. - Da come parli, non ci puт certo danneggiare.

Ma chi sarebbe questo Mulo? Che cosa sai di lui, Randu? - Ancora niente.

Ma per ottenere informazioni potremmo servirci di te Toran.

E di tua moglie se ne avrа voglia.

Tuo padre e io ne abbiamo giа parlato.

Ne abbiamo discusso ogni particolare.

— In che modo, Randu? Che cosa vuoi da noi? - Il giovane diede un'occhiata interrogativa a sua moglie.

— Avete giа fatto la luna di miele? - Be'… sм… se si puт chiamare luna di miele il viaggio dalla Fondazione a qui.

— E che ne direste di farne una migliore su Kalgan? Spiagge semitropicali, sport acquatici, caccia agli uccelli: non и affatto un brutto posto per le vacanze.

Dista meno di settemila parsec, non и poi molto.

— E che cosa c'и su Kalgan? - Il Mulo! O perlomeno i suoi uomini.

L'ha conquistata il mese scorso, e senza una vera e propria battaglia anche se il Lord di Kalgan aveva minacciato di combattere fino a quando il pianeta non fosse stato ridotto in polvere di ioni.

— E dove si trova ora il Lord di Kalgan? - E' sparito - disse Randu scrollando le spalle. - Che ne dici? - Ma che dovremmo fare? - Non lo so.

Fran e io siamo vecchi e abbiamo idee troppo provinciali.

Tutti i mercanti di Haven sono troppo provinciali.

Anche tu l'hai detto.

I nostri commerci sono limitati, e non siamo piщ i grandi navigatori della Galassia di un tempo.

Chiudi il becco, Fran! Invece voi due conoscete la Galassia.

Bayta, in special modo, parla con un buon accento della Fondazione.

Vorremmo solo che tu ci riferissi tutte le notizie che riesci a raccogliere.

Se riesci a metterti in contatto…

Be'… noi non ci aspetteremo tanto.

Ma pensateci sopra.

Se volete potrete partecipare a una riunione del nostro gruppo.

Ma non prima della prossima settimana.

Avete bisogno di un pт di tempo per tirare il fiato.

Nessuno rispose e dopo un poco Fran ruggм: - Chi vuole ancora da bere? Oltre me, s'intende!

12. Capitano e Sindaco

Il capitano Han Pritcher, pur non abituato al lusso che lo circondava, non era impressionato.

Per principio evitava ogni analisi del proprio animo e di tutti i pensieri filosofici che non erano direttamente connessi con il suo lavoro.

Questo lavoro consisteva essenzialmente in ciт che il ministero della guerra definisce servizio segreto, i salotti mondani spionaggio.

Ma in realtа non era altro che un'attivitа sordida fatta di tradimenti e subdoli raggiri.

La societа и pronta a scusare poichй si tratta di una attivitа nell'interesse dello Stato, ma poichй la filosofia sembrava portare il capitano Pritcher ad altre conclusioni, lui scoraggiava ogni suo pensiero filosofico.

Ma ora, comodamente seduto nell'anticamera del sindaco, questi pensieri sembravano tormentarlo, malgrado tutte le sue teorie.

Uomini che gli erano inferiori per intelligenza, venivano promossi di grado continuamente, e questo riusciva ancora ad ammetterlo.

Aveva sopportato una serie di rimproveri dei suoi superiori ed era riuscito a sopravvivere.

Eppure, testardo, continuava a rimanere fermo nella sua idea che un atto di insubordinazione, compiuto per quello stesso sacro interesse dello Stato, avrebbe dovuto essere riconosciuto per il valore del risultato.

Per questo si trovava nell'anticamera del sindaco con cinque guardie che lo tenevano d'occhio, e forse una corte marziale lo stava aspettando.

Le pesanti porte di marmo scivolarono di lato, silenziosamente, aprendosi su un salotto dalle mura tappezzate di seta e dal tappeto di plastica rossa.

In fondo a questa stanza c'erano altre due porte di marmo rinforzate di metallo.

Due ufficiali, che indossavano una divisa elegantissima di tre secoli prima, entrarono in anticamera e gridarono ad alta voce: - Udienza per il capitano Han Pritcher del Servizio Informazioni.

Fecero un passo indietro inchinandosi rispettosamente e il capitano avanzт.

La scorta si arrestт davanti alla seconda porta, ed egli entrт da solo.

Al di lа della porta, in un enorme salone, stranamente semplice dietro una colossale scrivania tutta spigoli, sedeva un uomo piccolo, quasi sperduto in quella immensitа.

Il Sindaco Indbur - il terzo a chiamarsi con quel nome - era nipote del primo Indbur, che era stato un uomo brutale e capace; che aveva dato dimostrazioni della prima qualitа in modo piuttosto spettacolare quando aveva assunto il governo, e piщ tardi aveva dimostrato la sua abilitа nel porre fine alla farsa delle libere elezioni riuscendo, e in questo caso la sua abilitа fu ancora piщ notevole, a mantenere un certo ordine e una certa pace.

Il Sindaco Indbur era figlio del secondo Indbur, primo sindaco della Fondazione ad assumere quella carica per diritto ereditario, e che possedeva soltanto una delle qualitа di suo padre: la brutalitа.

Indbur Terzo possedeva caratteristiche tutte personali.

Un geometrico amore per l'ordine per lui significava possedere un sistema; un infaticabile e febbrile interesse per le faccende meno importanti della piccola burocrazia era essere attivo, l'indecisione, quando era nel giusto, aveva il significato di oculatezza; la cieca testardaggine nell'errore era una prova di carattere.

Malgrado ciт non sprecava denaro, non uccideva nessuno inutilmente ed era sempre guidato da ottime intenzioni.

Il capitano Pritcher era tormentato da tetri pensieri ma la sua faccia rimaneva impassibile e non tradiva alcuna emozione.

Egli rimaneva in attesa rispettosa che il sindaco gli prestasse attenzione.

Non tossм, non si dondolт sulle gambe, non si mosse dalla sua posizione finchй la faccia magra del sindaco non si levт dal foglio sul quale prendeva accurate annotazioni.

Prese il foglio dalla scrivania e lo depose su una pila ordinata di altri fogli uguali.

Il sindaco Indbur battй le mani di fronte a sи evitando accuratamente di portare scompiglio all'ordine della scrivania.

— Capitano Pritcher del Servizio Informazioni - disse il sindaco.

Il capitano Pritcher, con osservanza scrupolosa del protocollo, si piegт su un ginocchio fino quasi a toccar terra, chinт la testa e non l'alzт fin quando non senti le parole: - Capitano Pritcher, alzatevi! Il sindaco gli si rivolse con accento amichevole. - Vi trovate qui, capitano Pritcher, a causa di certi procedimenti disciplinari presi contro di voi dal vostro ufficiale superiore.

La pratica concernente il vostro caso e arrivata dopo aver seguito la normale prassi burocratica, fino a me, e poichй nulla accade nella Fondazione senza che me ne sia occupato personalmente, mi sono preso la briga di chiedere ulteriori informazioni sul vostro conto.

Non ne sarete sorpreso, spero.

Il capitano Pritcher rispose con voce priva d'emozioni: - No.

Eccellenza.

La vostra giustizia и proverbiale.

— Davvero? - Aveva un tono compiaciuto, e le lenti a contatto colorate che portava riflessero la luce in modo che i suoi occhi sembrarono lampeggiare.

Cercт nello schedario con meticolositа e ne tolse un fascicolo che lisciт con le dita lunghe e magre.

— Ho qui il vostro curriculum completo, capitano.

Avete quarantatrй anni e da diciassette siete ufficiale delle Forze Armate.

Siete nato a Loris, da genitori di Anacreon, non avete avuto serie malattie infantili: un attacco di mio…

Cose di poca importanza…

Avete studiato all'Accademia di Scienze e ottenuto la laurea in ingegneria.

Ottime votazioni… molto bene, mi congratulo con voi.

Siete entrato come ufficiale nell'Esercito il centoduesimo giorno dell'anno duecentonovantatrй.

Era della Fondazione.

Alzт gli occhi dal primo fascicolo e ne aprм un altro.

— Come vedete - continuт, - nella mia amministrazione, niente и lasciato al caso.

Ordine! Sistematicitа! Portт alle labbra una piccola pastiglia aromatica.

Questo era l'unico vizio che si concedeva.

Il fatto che la scrivania del sindaco mancasse di inceneritore per i mozziconi di sigarette era la prova che non fumava.

Naturalmente, non potevano fumare nemmeno gli ospiti.

Il sindaco lesse il secondo fascicolo attentamente, borbottando e, di tanto in tanto, commentando, sempre a bassa voce, alcuni brani.

— Ebbene, capitano - disse, - il vostro curriculum и certamente insolito.

La vostra abilitа и notevole e i servigi che avete resi sono senza dubbio importanti.

Ho letto che siete stato ferito per ben due volte in servizio, e che siete stato insignito di una medaglia al merito per coraggio e abnegazione superiori al dovere.

Questi sono fatti che non possono essere minimizzati. - Lentamente rimise il fascicolo al suo posto.

La faccia priva d'espressione del capitano Pritcher non s'addolcм.

Il protocollo imponeva che il suddito onorato da un'udienza del sindaco non si dovesse sedere: era abbastanza facile ricordarsene visto che nella stanza non esistevano altre sedie all'infuori di quella sulla quale era seduto il sindaco.

Il protocollo inoltre stabiliva che la persona ricevuta non doveva parlare se non quando veniva interrogata direttamente.

Il sindaco fissт il capitano negli occhi e la sua voce si fece severa.

Tuttavia, da dieci anni non avete ottenuto promozioni, e i vostri superiori riferiscono continuamente che avete un pessimo carattere.

Dicono che siete insubordinato in modo cronico, incapace di assumere un corretto atteggiamento di fronte ai vostri superiori, che sembra non vi interessi affatto stabilire buoni rapporti con i vostri colleghi insomma che siete un incurabile piantagrane.

Come spiegate tutto questo, capitano? - Eccellenza, faccio quello che credo sia giusto.