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— Ho visto quegli stranieri per alcuni minuti, ieri - disse l'autista come se parlasse di qualcosa d'irrilevante. - E' una strana donna, quella giovane dai capelli scuri.

Cammina con la decisione di un uomo e la sua carnagione sembra ancora piщ chiara in contrasto coi capelli neri. - La voce di Inchney era strana, tanto che Commason si voltт a guardarlo, sorpreso.

Inchney continuт: - Il principe, pensт, rinuncerebbe ad un pт della sua furbizia per un ragionevole compromesso.

Voi potreste avere gli altri se lasciaste a lui la ragazza.

Gli occhi di Commason luccicarono. - Buona idea! Per la Galassia che buona idea! Inchney, torna indietro! Inchney, se tutto va bene, parleremo della faccenda della tua libertа.

Commason ebbe la sensazione che la ruota del destino girasse in suo favore, quando, al ritorno, trovт sulla sua scrivania una capsula personale.

Era arrivata attraverso una lunghezza d'onda conosciuta a ben pochi.

Commason sorrise.

Il messaggero del Mulo stava arrivando e la Fondazione era stata sconfitta davvero.

La vera immagine che Bayta s'era fatta del palazzo imperiale non corrispondeva affatto alla realtа, e provт un leggero disappunto.

La stanza era piccola, quasi spoglia, dall'aspetto ordinato.

Il palazzo poi non era nemmeno paragonabile alla residenza del sindaco della Fondazione.

Dagobert IX poi…

Bayta aveva un'idea ben definita dell'aspetto che dovrebbe avere un Imperatore.

Non dovrebbe apparire come un nonnetto dal sorriso benevolo.

Non dovrebbe essere magro, pallido e rugoso, nй servire il tи con le proprie mani, preoccupandosi che gli ospiti siano a loro agio.

Eppure era cosм.

Dagobert IX sorrideva mentre versava il te nella tazza che Bayta gli porgeva.

— E' un grande piacere, per me, mia cara.

Questo и uno dei pochi momenti nei quali posso allontanarmi dai cortigiani e dalle formalitа dell'etichetta.

E tanto tempo che non ho piщ l'opportunitа di dare il benvenuto a visitatori che vengono da lontani pianeti.

E' mio figlio che si occupa di queste faccende ora che io sono vecchio.

Avete conosciuto mio figlio? E' un bravo ragazzo.

Un pт testardo forse.

Ma и giovane.

Vorreste una pastiglia aromatica? No? Toran tentт di interrompere il vecchio. - Vostra imperiale maesta…

— Si? - Non и nelle nostre intenzioni disturbare…

— Sciocchezze, non mi sono affatto disturbato.

Questa sera ci sarа il ricevimento ufficiale, ma fino ad allora siamo liberi.

Vediamo, da dove avete detto che venite? E tanto tempo che non partecipo a un ricevimento ufficiale.

Voi avete detto che venite dalla Provincia di Anacreon, mi pare.

— Dalla Fondazione vostra imperiale maestа.

— Sм, dalla Fondazione, ora ricordo.

L'ho localizzata.

Si trova nella provincia di Anacreon.

Non sono mai stato laggiщ.

Il dottore mi ha proibito di fare lunghi viaggi.

Ma non mi pare di aver ricevuto ultimamente rapporti da Anacreon.

Come sono le condizioni di vita laggiщ? - concluse con ansietа.

— Sire - borbottт Toran, - non ho lamentele da riferirvi.

— E piacevole saperlo.

Mi congratulerт con il mio vicerй.

Toran si voltт e lanciт uno sguardo imbarazzato a Mis, che prese la parola. - Sire, ci и stato detto che и necessario il vostro permesso per visitare la Biblioteca dell'Universitа Imperiale di Trantor.

— Trantor? - ripetй l'Imperatore stupito. - Trantor? Poi un'espressione dolorosa si dipinse sulla sua faccia. - Trantor - sussurrт, - ora ricordo.

Sto preparando piani per ritornare laggiщ accompagnato da un numero enorme di astronavi.

Voi verrete con me.

Insieme distruggeremo le forze del ribelle Gilmer.

Insieme, restaureremo l'Impero! La sua schiena s'era drizzata.

La sua voce non era piщ incerta.

Per un attimo, i suoi occhi ebbero una luce dura.

Poi sbattй le palpebre e disse sottovoce: - Ma Gilmer и morto.

Ora ricordo…

Sм, si! Gilmer и morto! Trantor и distrutta…

Per un attimo m'и parso…

Da dove avete detto di venire? Magnifico sussurrт in un orecchio a Bayta: - E questo un vero imperatore? Ho sempre creduto che fossero persone piщ grandi e sagge degli uomini comuni.

Bayta gli fece cenno di stare zitto.

Poi si volse all'Imperatore. - Se la vostra maestа imperiale vorrа firmare un ordine che ci permetta di recarci su Trantor, aiuterebbe molto la nostra missione? - Su Trantor? - L'Imperatore parve non comprendere.

— Sire, il vicerй di Anacreon, in nome del quale noi parliamo, vi comunica che Gilmer и ancora vivo.

— Vivo! Vivo! - tuonт il vecchio. - Dov'e? Sarа la guerra! - Sire, non bisogna che lo si sappia.

Non conosciamo ancora il suo nascondiglio.

Il vicerй ci ha mandato ad avvertirvi e noi dobbiamo trovare il suo rifugio su Trantor.

Una volta scoperto…

— Sм, si… bisogna trovarlo - L'imperatore barcollт fino al muro e toccт la piccola fotocellula con dita tremanti.

Dopo una breve pausa mormorт: - I miei servitori non arrivano.

Non posso aspettare i loro comodi.

Scribacchiт qualcosa su un foglio bianco firmando con una elaborata D maiuscola.

Disse: - Gilmer conoscerа la potenza del suo Imperatore.

Da dove venite voi? Anacreon? Come sono le condizioni di vita laggiщ? Il nome dell'Imperatore и rispettato? Bayta prese il foglio di mano al vecchio. - Vostra imperiale maestа и amato dal popolo.

E il vostro amore verso di loro и conosciuto da tutti.

— Un giorno dovrт andare a visitare il mio fedele popolo di Anacreon, ma il mio dottore dice…

Non ricordo che cosa dice, ma… - alzт gli occhi e guardт fisso Toran. - Stavate dicendo qualche cosa a proposito di Gilmer? - No, maesta.

— Non avanzerа oltre.

Andate a riferirlo al vostro popolo.

Trantor resisterа! Mio padre и ora a capo della flotta e Gilmer il ribelle morirа nel gelo dello spazio assieme alla sua banda di regicidi.

Si sedette nuovamente e l'espressione della Faccia era sorpresa. - Che cosa stavo dicendo? Toran si alzт e s'inchinт profondamente. - Vostra imperiale maestа, siete stato molto gentile con noi, ma il tempo concessoci per l'udienza и scaduto.

Per un attimo Dagobert assunse effettivamente l'aspetto dell'Imperatore mentre, ritto in piedi, osservava gli ospiti che si allontanavano indietreggiando lentamente fino alla porta.

Appena varcata la soglia il gruppetto venne circondato da venti uomini armati.

Si vide il lampo di un'arma…

Bayta riprese i sensi lentamente.

Ricordт perfettamente gli ultimi momenti di luciditа: lo strano vecchio che si faceva chiamare Imperatore e quel gruppo di soldati che li aspettava fuori.

Il lieve formicolio che sentiva alle dita le fece capire d'esser stata colpita da uno storditore.

Tenne gli occhi chiusi, e ascoltт con attenzione le voci.

Stavano parlando due uomini.

Uno aveva una tonalitа di voce bassa e parlava con precauzione, timidamente e ossequioso.

L'altro invece aveva la voce rauca, ma sonora, e di quando in quando s'esprimeva con espressioni piuttosto vivaci.

Ambedue le voci erano poco rassicuranti.

La voce roca predominava.

Bayta riuscм ad afferrare le ultime parole. -…quel vecchio pazzo vivrа per sempre.

Sono preoccupato e seccato Commason.

Ormai sto diventando vecchio anch'io.

— Vostra altezza, vediamo prima a che ci possono servire questi uomini.

Forse potranno rivelarci alcune sorgenti di potere superiori a quelle controllate da vostro padre.

Poi le parole diventarono un sussurro.

Bayta riuscм ad afferrare solo una parola. -…la ragazza… - ma dal tono di voce si poteva comprendere il senso della frase.

L'altro scoppiт in una sonora risata, e la voce dimessa assunse un accento paterno.

— Dagobert, voi non invecchiate mai.

E' bugiarda la gente che dice che non siete piщ un giovane di ventanni.

Risero insieme e Bayta sentм il sangue gelarsi nelle vene.

Il vecchio Imperatore aveva parlato di un figlio testardo, e il significato di quei bisbigli divenne sempre piщ chiaro nella sua mente.

Ma cose del genere non succedevano sul serio… non nella vita vera…

La voce di Toran interruppe il filo dei suoi pensieri.

Spalancт gli occhi, e Toran che la stava fissando sospirт come se gli fosse stato tolto un gran peso dallo stomaco.

Disse: - Questa azione piratesca vi costerа cara.

Ci penserа l'Imperatore.

Rilasciateci immediatamente.

Bayta s'accorse che le caviglie e i polsi erano attaccati alla parete da un campo d'attrazione.

L'uomo con la voce rauca si avvicinт a Toran.

Era grasso e con occhiaie profonde, il cranio era ombreggiato da pochi capelli radi.

In testa portava un cappello a punta ornato con una penna variopinta, e i baveri della sua giacca erano color argento.

Sghignazzт, soffiando dal naso. - L'Imperatore? Quel vecchio pazzo? - Ho con me il suo lasciapassare.

Nessun suddito puт tenerci prigionieri.

— Ma io non sono un suddito sacco d'immondizia.

Io sono il reggente e il principe ereditario, e sarа meglio che voi mi chiamiate con il mio titolo.

Per quanto riguarda il mio povero vecchio padre, lo diverte ricever visite di quando in quando.

E noi facciamo di tutto per farlo divertire.

Crede di essere ancora un Imperatore.

Ma naturalmente, non detiene alcun potere.

Poi avanzт mettendosi di fronte a Bayta, e lei lo guardт con disprezzo.

Le avvicinт la faccia e il suo fiato sapeva di menta.

Disse: - Hai begli occhi.

Ciommason… и persino piщ carina di quando li tiene aperti.

Penso che non sarа affatto male.

Un piatto esotico per un palato raffinato.

Toran si dibatteva inutilmente cercando di staccarsi dalla parete.

Il principe non si curт nemmeno di guardarlo e Bayta provт una stretta al cuore.