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Un giorno era stato eletto capo della comunitа.

Dall'etа di diciotto anni non si radeva la barba e cosм era stato soprannominato il Barbuto.

Ora, forse, la Galassia riprendeva a interessarsi a loro ponendo fine al breve periodo idilliaco.

L'astronave atterrт.

Osservт i portelli aprirsi senza dire una parola.

Ne emersero quattro persone timorose e prudenti.

Erano tre uomini e una donna.

Il vegliardo smise di lisciarsi la lunga barba e andт loro incontro.

Li salutт con il gesto amichevole di pace.

Stese davanti a loro le mani callose con le palme rivolte in alto.

Il giovane fece due passi in avanti e anche lui ripetй lo stesso gesto.

— Vengo in pace - disse.

Aveva uno strano accento, ma le parole erano abbastanza comprensibili e diede loro il benvenuto. - E in pace ognuno rimanga.

Siate il benvenuto nel nostro Gruppo.

Se avete fame mangerete.

Se avete sete, berrete.

La risposta fu: - Vi ringraziamo per la vostra gentilezza, e riferiremo della vostra gentile ospitalitа quando torneremo sul nostro pianeta.

La risposta era un pт ambigua, ma il vecchio non ribattй.

Dietro di lui gli altri uomini del Gruppo sorridevano, mentre le donne sbirciavano curiose da dietro le porte.

Giunti nella sua casa, il vecchio tolse dal muro una scatola nella quale conservava gelosamente i grossi sigari da fumare solo nelle grandi occasioni.

Quando si trattт di offrire il sigaro alla donna esitт.

Lei era seduta in mezzo agli uominh questi stranieri evidentemente permettevano, anzi accettavano, un simile affronto.

Rigido le porse la scatola.

Lei accettт con un sorriso e accese il sigaro aspirando il fumo compiaciuta.

Lee Senter frenт un gesto scandalizzato.

La conversazione piuttosto formale, prima del pranzo, verteva sull'agricoltura.

Fu il piщ vecchio degli stranieri a chiedere: - E perchй non usate le coltivazioni idroponiche? Certamente, per un mondo come Trantor, sarebbe un sistema piщ efficace.

Senter scosse la testa lentamente.

Era incerto.

Non conosceva troppo bene l'argomento.

Disse: - Sarebbe la coltivazione artificiale a base chimica? No, non su Trantor.

Una coltura idroponica richiede un grande sviluppo industriale, specialmente dell'industria chimica.

E in caso di guerra o di disastri, il popolo morirebbe di fame.

E poi non tutto il cibo puт essere coltivato artificialmente.

Alcuni alimenti perdono il loro valore nutritivo.

Il terreno costa meno, rende di piщ… e dа piщ sicurezza.

— E la vostra produzione agricola и sufficiente? - Sм, forse il cibo и un pт monotono.

Alleviamo galline per il nostro fabbisogno di uova e abbiamo abbastanza latte; per la carne, invece, dobbiamo ancora dipendere dal commercio con altri pianeti.

— Commercio? - Il piщ giovane degli stranieri sembrт interessarsi.

— Voi commerciate, allora.

Ma che cosa esportate? - Metallo - rispose il vecchio. - Come voi stesso potete osservare, ne abbiamo una riserva inesauribile, e giа lavorato.

Vengono da Neotrantor con le astronavi demoliscono l'area prescelta, aumentando in questo modo la superficie coltivabile, e portano via il metallo.

In cambio ci forniscono carne, frutta in scatola, cibo concentrato, macchinari per l'agricoltura e cosм via.

Il pranzo era a base di pane e formaggio e di un ottimo passato di verdura.

Dopo il dessert di frutta in scatola, il solo prodotto importato di tutto il menu, la conversazione divenne piщ amichevole.

Il giovane tirт fuori una mappa di Trantor.

Lee Senter la esaminт con attenzione.

Ascoltт le richieste poi disse in tono serio: - La zona attorno all'Universitа и un'area riservata.

Noi agricoltori non coltiviamo quel terreno.

Se possibile, evitiamo perfino di entrarci.

E' una delle poche rovine del passato che vorremmo lasciare intatte.

— Noi siamo studiosi.

Non toccheremo nulla.

La nostra astronave rimarrа qui come ostaggio.

— In questo caso vi accompagneremo personalmente - rispose Senter.

Quella notte, mentre gli stranieri dormivano, Lee Senter inviт un messaggio su Neotrantor.

24. Convertito

Ogni rumore cessт appena il gruppo di persone s'inoltrт tra gli edifici dell'Universitа.

Gli stranieri della Fondazione non sapevano nulla dei giorni e delle notti orrende del saccheggio quando tutto era stato distrutto, tranne gli edifici dell'Universitа.

Non sapevano nulla della disperata resistenza degli studenti, dopo il crollo del governo imperiale.

Quei giovani pallidi, armati alla meglio e senza esperienza, difesero strenuamente la zona dell'Universitа respingendo tutti gli attacchi per salvare il centro del sapere della Galassia.

Non sapevano nulla dei sette giorni di lotta dura e violenta, e dell'armistizio che stabiliva che l'Universitа non venisse distrutta, mentre perfino i giardini del palazzo imperiale erano stati occupati dall'esercito di Gilmer.

Questi uomini della Fondazione, avvicinandosi all'Universitа per la prima volta, credettero invece che in questo mondo distrutto completamente e che a fatica riprendeva a vivere ricominciando dalle origini, questa area rappresentasse solo il simbolo piщ significativo dell'antica grandezza.

In un certo senso si sentivano degli intrusi.

Il silenzio sembrava respingerli e l'atmosfera dell'Universitа era ancora solenne.

La Biblioteca sembrava un edificio piuttosto piccolo, ma in realtа la maggior parte dei volumi erano custoditi nei giganteschi sotterranei.

Ebling Mis si fermт nella sala di lettura.

Parlт a bassa voce come se fosse intimidito dall'ambiente. - Probabilmente abbiamo giа passato la stanza dei cataloghi.

Mi fermerт qui.

Aveva la fronte sudata e le mani gli tremavano. - Non voglio essere disturbato, Toran.

Penserai tu a portarmi da mangiare? - Certamente.

Faremo tutto ciт che desideri.

Vuoi che ti aiutiamo nel tuo lavoro? - No.

Preferisco essere lasciato solo.

— Pensi di riuscire a scoprire quello che cerchi? Ebling Mis rispose con aria assente: - Sono certo che ci riuscirт.

La vita di Toran e Bayta su Trantor scorreva tranquillamente piщ di quanto non lo fosse mai stata nel loro primo anno di vita coniugale.

La loro casa aveva certo un aspetto poco raccolto.

Vivevano in mezzo ad edifici grandiosi.

Si procuravano il cibo nella vicina fattoria di Lee Senter dando in cambio i piccoli aggeggi atomici che costituivano il carico dell'astronave di ogni mercante.

Magnifico imparo da solo a servirsi dei proiettori della sala di lettura, e assisteva per ore e ore a proiezioni di libri d'avventure di romanzi e di novelle dimenticandosi perfino dell'ora dei pasti, come Ebling Mis.

Ebling era continuamente immerso nei suoi studi.

Insistette perchй gli portassero una amaca nella Sala dei Documenti sulla Psicologia.

Ogni giorno diventava piщ pallido e piщ magro.

Parlava poco e non imprecava quasi piщ.

Qualche volta sembrava seccato di vedere intorno a sй persino Bayta e Toran.

Sembrava piщ a suo agio con Magnifico, che gli portava da mangiare e si fermava li a osservarlo affascinato, senza parlare per ore e ore, mentre lo psicologo trascriveva equazioni lunghissime ed esaminava i testi, alla ricerca di un qualcosa che lui solo conosceva.

Toran entrт in una stanza senza luce e chiamт ad alta voce: - Bayta! Bayta sussultт e si senti quasi in colpa. - Si? Cosa vuoi, Toran? - Che cosa fai qui al buio? Da quando siamo arrivati su Trantor non sei piщ la stessa.

Che ti succede? - Toran, smettila - rispose lei seccata.

— Toran, smettila - ripetй lui facendola il verso.

Poi assumendo un tono gentile le chiese: - Che cosa c'и che non va, Bayta? Sei preoccupata.

— No, Toran, non ho niente.

Se continui a lamentarti e a brontolare mi farai impazzire.

Stavo semplicemente pensando.

— Pensando a che? - A niente.

Be', al Mulo, a Haven, alla Fondazione, a tutto insomma.

Stavo pensando a Ebling Mis, e mi chiedevo se riuscirа a trovare la Seconda Fondazione… e a un milione di altre cose.

Sei contento adesso.

— Se hai voglia di metterti a piagnucolare, smettila.

Non и divertente e non ci aiuta affatto a risolvere il problema.

Bayta s'alzт e gli sorrise. - D'accordo.

Adesso sono felice.

Visto? Sorrido.

Fuori si senti la voce di Magnifico che gridava eccitato: - Mia signora…

— Che c'и? Vieni…

Bayta non riuscм a terminare la frase, e rimase a bocca aperta per lo stupore, riconoscendo la figura che aveva oltrepassato la soglia della stanza.

— Pritcher! - gridт Toran.

Bayta riuscм a riprendersi. - Capitano! Come avete fatto a trovarci? Han Pritcher avanzт verso di loro.

La sua voce era chiara e assolutamente priva di emozioni. - Sono colonnello adesso… al servizio del Mulo.

— Al servizio del…

Mulo! - Toran rimase senza voce.

Tutt'e tre rimasero immobili.

Magnifico si rifugiт immediatamente dietro le spalle di Toran.

Nessuno gli prestт attenzione.

Bayta si stringeva le mani tremanti di rabbia. - Siete venuto ad arrestarci? Siete veramente passato al nemico? Il colonnello rispose parlando in fretta: - Non sono venuto per arrestarvi.

Le mie istruzioni non riguardano voi.

Nei vostri confronti sono libero di agire come credo, e vorrei esservi amico, se me lo permetterete.

La faccia di Toran era sfigurata dall'ira. - Come avete fatto a trovarci? Eravate sulla nave filiana? Ci avete seguiti? La faccia inespressiva di Pritcher sembrт imbarazzata. - Sм, ero sulla nave filiana.

Vi ho incontrato nello spazio… per puro caso.

— E un'eventualitа matematicamente impossibile.

— No.

E' soltanto molto improbabile e mi dovete credere sulla parola.

In ogni modo avete dichiarato al funzionario della nave filiana che vi ha interrogati, non esiste naturalmente nessun pianeta chiamato Filia che stavate dirigendovi verso il settore di Trantor, e poichй il Mulo hа giа stabilito contatti con Neotrantor, mi и stato facile farvi trattenere laggiщ.