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— Sì… perché?

Trevize rispose: — Già, anch’io me lo chiedo. Forse dipende da Bliss.

— Bliss? Cioè, non vuoi che lei sappia? Via, vecchio mio, di lei ci si può fidare nel modo più assoluto.

— Non si tratta di questo. A che servirebbe non fidarsi di Bliss? Ho il sospetto che, volendo, Bliss possa carpire dalla mia mente qualsiasi segreto. Credo che ci sia un motivo più infantile alla base del mio comportamento: ho la sensazione che tu ti interessi solo a lei, e che io in pratica non esista più.

Pelorat inorridì. — Ma non è vero, Golan.

— Lo so… sto solo cercando di analizzare i miei sentimenti. Sei appena venuto da me manifestando dei timori riguardo la nostra amicizia, e ripensandoci, credo di avere avuto anch’io gli stessi timori. Non l’ho ammesso apertamente, tra me, ma penso di essermi sentito tagliato fuori da Bliss. Forse sto cercando di pareggiare i conti tenendoti all’oscuro delle cose. Un atteggiamento infantile, immagino.

— Golan!

— Un atteggiamento infantile, ho detto. Del resto, tutti si comportano in modo infantile di tanto in tanto, no? Comunque, siamo amici. Chiarito questo punto, non mi perderò in ulteriori giochetti. Stiamo puntando su Comporellen.

— Comporellen? — fece Pelorat, momentaneamente perplesso.

— Ricorderai senza dubbio il mio amico traditore, Munn Li Compor. Ci siamo incontrati su Sayshell.

Il volto di Pelorat si illuminò visibilmente. — Certo, ora ricordo. Comporellen era il mondo dei suoi antenati.

— Può darsi. Non sono tenuto a credere a tutto quello che Compor abbia detto. Comunque Comporellen è un mondo noto, e Compor ha affermato che i suoi abitanti sapessero della Terra. Bene, noi andremo là ed indagheremo. Può darsi che non approdiamo a nulla, ma è l’unico punto di partenza che abbiamo.

Pelorat si schiarì la voce e parve dubbioso. — Oh, mio caro amico, sei proprio sicuro?

— Non c’è nulla di cui essere sicuri o meno: abbiamo un unico punto di partenza e, per quanto debole possa essere, non ci resta che seguire questa traccia.

— Sì, ma se andiamo là in base alle parole di Compor, forse dovremmo prendere in considerazione tutto quello che ci abbia detto. Mi pare di ricordare che ci abbia detto, con particolare rilievo, che la Terra non esistesse più come pianeta abitato… che la sua superficie fosse radioattiva e priva di qualsiasi forma di vita. In tal caso, andremmo su Comporellen per nulla.

4

I tre stavano pranzando nella zona pranzo, occupando quasi tutto lo spazio disponibile.

— Molto buono — commentò Pelorat con evidente soddisfazione. — Fa parte delle nostre provviste originali di Terminus?

— No. Quelle sono terminate da un pezzo — rispose Trevize. — Fa parte delle scorte che abbiamo comprato su Sayshell, prima di dirigerci su Gaia. Insolito, vero? Una specie di piatto di mare, piuttosto croccante. Questa roba, invece… credevo fosse cavolo quando l’ho comprata, ma il gusto è completamente diverso.

Bliss ascoltò senza parlare, spilluzzicando il cibo con circospezione.

Pelorat disse dolcemente: — Devi mangiare, cara.

— Lo so, Pel. E sto mangiando.

Trevize disse, senza riuscire a reprimere un moto di impazienza: — Abbiamo anche vivande gaiane, Bliss.

— Lo so, ma preferisco conservarle — fece lei. — Non sappiamo per quanto tempo viaggeremo nello spazio, e prima o poi dovrò imparare a mangiare cibo da Isolato.

— È tanto cattivo? O Gaia deve mangiare solo Gaia?

Bliss sospirò. — In effetti, c’è una nostra massima che dice: «Quando Gaia mangia Gaia non ci sono perdite né guadagni». Non è altro che uno spostamento di coscienza lungo i vari gradi della scala. Qualsiasi cosa mangi su Gaia è Gaia, e quando il cibo è metabolizzato e diventa parte di me, è ancora Gaia. Anzi, mangiando, parte di quel che mangio ha la possibilità di raggiungere un livello più elevato di coscienza, mentre il resto, naturalmente, si trasforma in rifiuti di vario genere e dunque scende ad un livello più basso.

Prese un boccone di cibo, masticò per un attimo, deglutì, infine continuò dicendo: — È un grande cerchio. Le piante crescono e vengono mangiate dagli animali. Gli animali mangiano e vengono mangiati. Ogni organismo che muore viene assimilato nelle cellule delle muffe, dei batteri di decomposizione e così via… e rimane Gaia. In questa vasta circolazione di coscienza è compresa persino la materia inorganica, ed ogni cosa, periodicamente, ha la possibilità di essere partecipe di un grado di consapevolezza non indifferente.

— Questo si può dire di qualsiasi mondo — osservò Trevize. — Ogni atomo del mio corpo ha una lunga storia, durante la quale può aver fatto parte di molti esseri viventi, esseri umani compresi, e durante la quale può anche aver trascorso lunghi periodi come parte del mare, o in un pezzo di carbone, o in una roccia, o come elemento costitutivo del vento.

— Su Gaia, però — replicò Bliss — tutti gli atomi fanno anche parte continuamente di una più elevata coscienza planetaria che vi è estranea.

— Be’, cosa succede, allora — disse Trevize — a questa verdura di Sayshell che stai mangiando? Diventa parte di Gaia?

— Sì… lentamente. E le scorie che il mio corpo espelle, altrettanto lentamente, cessano di essere parte di Gaia. Dopo tutto, sono prive di qualsiasi contatto con Gaia, sono prive persino del contatto indiretto iperspaziale che io riesco a mantenere grazie al mio alto livello di intensità cosciente. È questo contatto iperspaziale che permette al cibo non-gaiano di diventare parte di Gaia, lentamente, dopo che io l’ho ingerito.

— E le nostre scorte di viveri gaiani? Diventeranno lentamente non-gaiani? In tal caso, ti conviene mangiarli finché sei in tempo.

— Non c’è motivo di preoccuparsi — rispose Bliss. — I nostri viveri gaiani sono stati trattati in modo da rimanere parte di Gaia per un lungo periodo di tempo.

Di colpo Pelorat intervenne: — Ma cosa succederà quando noi mangeremo cibo gaiano? Anzi, cosa ci è successo quando abbiamo mangiato cibo gaiano su Gaia? Anche noi lentamente stiamo diventando Gaia?

Bliss scosse la testa ed un’espressione turbata le attraversò il viso. — No, quello che avete mangiato è andato perduto per noi. Od almeno, la parte metabolizzata nei vostri tessuti. Quello che avete espulso è rimasto Gaia, o è diventato Gaia lentamente, così in sostanza l’equilibrio non si è alterato, ma parecchi atomi di Gaia sono diventati non-Gaia in seguito alla vostra visita.

— Perché? — chiese Trevize incuriosito.

— Perché non sareste stati in grado di sopportare la conversione, neppure una trasformazione parziale. Eravate nostri ospiti, eravate arrivati sul nostro mondo dietro costrizione, per così dire, e dovevamo proteggervi dal pericolo, anche a costo di perdere qualche minuscolo frammento di Gaia. Eravamo pronti a pagare quel prezzo, ma non è stato piacevole.

— Ci dispiace — disse Trevize — ma sei sicura che il cibo non-gaiano, od almeno certi tipi di cibo non-gaiano, non possano a loro volta essere nocivi per te?

— No — rispose Bliss. — Quello che per voi è commestibile, lo è anche per me. Per me c’è solo il problema aggiuntivo di metabolizzare questi cibi in Gaia oltre che nei miei tessuti. È una barriera psicologica che mi impedisce di gustare appieno i pasti e mi costringe a mangiare lentamente, ma col tempo supererò l’ostacolo.

— E le infezioni? — sbottò Pelorat allarmato. — Chissà perché non ci ho pensato prima? Bliss! I mondi su cui atterreremo probabilmente saranno pieni di microrganismi contro cui tu non avrai alcuna difesa, e morirai per una semplice infezione. Trevize, dobbiamo tornare indietro!