— Data la mia posizione, posso occuparmi io di voi.
— No, signore. Scusate se vi sembro impertinente, ma non credo che possiate… E, signore, è imbarazzante dirlo, ma per favore non offritemi regali. Danno punizioni esemplari a chi accetti cose del genere, ed oggigiorno sono bravissimi a scoprire i colpevoli.
— Non intendevo corrompervi. Sto solo pensando a cosa potrà farvi il Sindaco di Terminus se ostacolerete la mia missione.
— Consigliere, io sono perfettamente al sicuro finché mi nascondo dietro il regolamento. Se i membri del Presidium di Comporellen verranno puniti in qualche modo dalla Fondazione, è un problema loro, non mi riguarda… Comunque, se lo ritenete utile, signore, posso lasciar passare voi ed il dottor Pelorat, e la vostra nave. La signorina Bliss rimarrà alla stazione d’ingresso; la tratterremo per un po’, e la manderemo in superficie non appena arriveranno i suoi documenti. Se per qualche motivo sarà impossibile avere quei documenti, la rimanderemo sul suo mondo con un trasporto commerciale. Temo però che in questo caso qualcuno dovrà pagare la corsa.
Trevize notò l’espressione di Pelorat e disse: — Signor Kendray, posso parlarvi in privato nella sala comandi?
— D’accordo, ma non posso restare a bordo ancora a lungo, o mi faranno delle domande.
— Ci sbrigheremo — disse Trevize.
Nella sala comandi, Trevize chiuse bene la porta con gesti un po’ teatrali, quindi disse sottovoce: — Sono stato in molti posti, signor Kendray, ma in nessun posto ho trovato una simile pignoleria riguardo i regolamenti dell’immigrazione, soprattutto se si tratta di cittadini e funzionari della Fondazione.
— Ma la ragazza non appartiene alla Fondazione.
— Non importa.
Kendray disse: — Queste cose sono fenomeni passeggeri. Ci sono stati degli scandali e ora come ora c’è molta severità. Tornando il prossimo anno, magari non avrete problemi, purtroppo adesso non posso fare nulla.
— Provate, signor Kendray — insisté Trevize, con voce più dolce. — Mi affido alla vostra clemenza, mi rivolgo a voi da uomo a uomo. Pelorat ed io siamo in missione da parecchio, lui e io. Solo lui e io. Siamo buoni amici, però anche tra amici ci si sente soli, non so se mi capite… Qualche tempo fa, Pelorat ha trovato questa ragazza. Non è necessario che vi racconti quel che è successo, comunque, abbiamo deciso di portarla con noi. Servirci di lei di tanto in tanto per noi è salutare.
«Il fatto è che Pelorat ha dei legami su Terminus. Io non ho problemi, sia chiaro, ma Pelorat è un uomo anziano, ed a quell’età si è un po’… sì, disperati. Si sente il bisogno di tornare in parte giovani, o qualcosa del genere. Pelorat non può rinunciare alla ragazza. Nel medesimo tempo, se la notizia dovesse trapelare ufficialmente, quando il vecchio Pelorat tornerà su Terminus lo attenderà un mare di guai. Non stiamo facendo nulla di male. La signorina Bliss, così si chiama, nome azzeccato considerando la sua professione, non è esattamente una ragazza acuta; non la vogliamo per questo. È proprio necessario che figuri nel vostro rapporto? Non potete riferire che sulla nave ci siamo soltanto Pelorat e io? Quando abbiamo lasciato Terminus eravamo registrati solo noi due. Non è necessaria alcuna menzione ufficiale della ragazza. Dopo tutto, è sanissima come avete potuto verificare voi stesso.
Kendray fece una smorfia. — Non intendo crearvi dei disagi. Capisco la situazione, credetemi, ed avete tutta la mia comprensione. Chi pensa che sia divertente restare di turno su questa stazione per mesi consecutivi, si sbaglia di grosso. E i turni misti non esistono, non su Comporellen. — Scosse la testa. — E poi, anch’io ho una moglie, quindi capisco. Ma, sentite, anche se vi lascio passare, non appena scopriranno che quella… signorina è senza documenti, be’, lei finirà in prigione, voi ed il signor Pelorat vi troverete in un bel pasticcio e la notizia arriverà dritta fino su Terminus. Ed io sicuramente dovrò cercarmi un altro lavoro.
— Signor Kendray, fidatevi di me — disse Trevize. — Una volta su Comporellen, sarò al sicuro. Parlerò della mia missione con le persone giuste, dopo di che non ci saranno più problemi. Mi assumerò l’intera responsabilità di quanto sia successo qui, se mai il fatto dovesse venire a galla… cosa di cui dubito. Inoltre, caldeggerò la vostra promozione, e verrete promosso, perché farò in modo che Terminus eserciti pressioni adeguate nel caso qualcuno qui sollevasse obiezioni… E Pelorat potrà starsene tranquillo.
Kendray esitò, poi annuì. — D’accordo. Vi lascerò passare… ma vi avverto… comincerò subito a pensare ad un modo per salvarmi le chiappe, se questa storia dovesse saltar fuori. E non muoverò un dito per salvare le vostre. Io so come vanno certe cose su Comporellen, mentre voi non lo sapete, e Comporellen non è un mondo facile per chi sgarra.
— Grazie, signor Kendray. Non ci saranno problemi, ve lo assicuro.
4. Su Comporellen
5
Erano passati. La stazione d’ingresso si era ridotta rapidamente ad un punto luminoso sempre più fioco dietro di loro, e entro un paio d’ore avrebbero attraversato lo strato di nubi.
Una nave gravitazionale non doveva rallentare immettendosi in una lunga rotta a spirale, ma non poteva nemmeno tuffarsi in picchiata a tutta velocità. Essere liberi dalla gravità non significava esserlo anche dalla resistenza dell’aria. La nave poteva scendere in linea retta, ma con prudenza; non era possibile esagerare con la velocità.
— Dove stiamo andando? — chiese Pelorat confuso. — Vecchio mio, con tutte quelle nubi non riesco a distinguere nulla.
— Nemmeno io — disse Trevize. — Ma abbiamo una mappa ufficiale di Comporellen, una mappa olografica che ci fornisce la forma delle masse continentali, con tanto di altezze dei rilievi e profondità oceaniche, ed anche le suddivisioni politiche. La mappa è nel computer, e sarà il computer a provvedere a tutto. Confronterà la configurazione planetaria con la mappa, orientando così la nave correttamente, e ci condurrà seguendo una rotta cicloidale.
Pelorat disse: — Andando nella capitale, ci immergeremo subito nel vortice politico. Se questo mondo è anti-Fondazione, come ha lasciato intendere quel tipo alla stazione d’ingresso, andremo in cerca di guai.
— D’altro canto, la capitale dev’essere il centro intellettuale del pianeta, e se vogliamo informazioni, è là che le troveremo, ammesso che esistano. E per quanto riguarda le loro tendenze ostili, dubito che potranno mostrarle troppo apertamente. Forse non sarò molto simpatico al Sindaco, però il Sindaco non può nemmeno permettere che un Consigliere venga maltrattato: non vorrà certo creare un precedente del genere.
Bliss era uscita dalla toilette; si era lavata le mani, che erano ancora umide. Sistemandosi la biancheria intima come se nulla fosse, disse: — A proposito, spero che gli escrementi vengano interamente riciclati.
— Per forza — rispose Trevize. — Secondo te, quanto durerebbe la nostra scorta d’acqua se non riciclassimo gli escrementi? Secondo te, come crescono quelle focacce aromatiche lievitate che mangiamo per insaporire le nostre razioni surgelate? Spero che questo non ti rovini l’appetito, mia efficiente Bliss.
— Perché dovrebbe? Da dove credi che provengano il cibo e l’acqua su Gaia, o su questo pianeta, o su Terminus?
— Su Gaia, naturalmente, gli escrementi sono vivi come te.
— Non vivi, consapevoli. È diverso. Naturalmente, il livello di consapevolezza è bassissimo.
Trevize sbuffò sprezzante, ma non cercò di ribattere. Disse: — Vado in sala comandi a tener compagnia al computer.
Pelorat disse: — Possiamo venire ad aiutarti a tenere compagnia al computer? Non riesco ad abituarmi al fatto che il computer sia in grado di portarci sul pianeta da solo, individuando altre navi, o perturbazioni… o che so io!