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Bliss rispose orgogliosa: — Sono un passeggero, e non ho altra mansione.

Trevize intervenne: — Perché state tormentando questa donna, Ministro? Che legge ha violato?

Lo sguardo del Ministro Lizalor si spostò su di lui. — Voi siete un forestiero, un Esterno, Consigliere, e non conoscete le nostre leggi. Malgrado questo, siete soggetto ad esse se decidete di visitare il nostro mondo. Non portate con voi le vostre leggi ovunque andiate: questa è una regola generale del diritto galattico, credo.

— Certamente, Ministro, ma devo ancora sapere quale delle vostre leggi abbia violato Bliss.

— Consigliere, di regola nella Galassia un visitatore proveniente da un mondo al di fuori del territorio politico del mondo che stia visitando deve avere con sé dei documenti di identità. Sotto questo aspetto, molti mondi sono poco severi, o perché interessati al turismo, o perché indifferenti verso la legge e l’ordine. Noi Comporelliani non ci comportiamo così. Siamo un mondo legato alla legge, e l’applichiamo in modo rigoroso. Questa donna è un’apolide, pertanto infrange la nostra legge.

Trevize replicò: — Non aveva scelta. Ero io che pilotavo la nave, e l’ho portata su Comporellen. Lei ha dovuto accompagnarci, Ministro… o a vostro parere avrebbe dovuto chiederci di essere gettata nello spazio?

— Questo significa soltanto che anche voi, Consigliere, avete violato le nostre leggi.

— No, non è esatto, Ministro. Io non sono un Esterno, sono un cittadino della Fondazione, e Comporellen ed i mondi compresi nella sua sfera d’influenza politica sono una Potenza Alleata della Fondazione: come cittadino della Fondazione, posso viaggiare liberamente in questo territorio.

— Certo, Consigliere, a patto che abbiate dei documenti che dimostrino che siete davvero cittadino della Fondazione.

— E li ho, Ministro.

— Eppure, anche in qualità di cittadino della Fondazione, non avete il diritto di violare le nostre leggi portando con voi una persona apolide, senza cittadinanza.

Trevize esitò. Chiaramente, la guardia di confine, Kendray, non aveva mantenuto la parola, quindi era inutile proteggerlo. — Non siamo stati fermati alla stazione di immigrazione, così ho dato per scontato che avessimo il permesso di portare con noi questa donna, Ministro.

— Non vi hanno fermati, è vero, Consigliere. Ed è vero che la donna non sia stata denunciata dall’immigrazione ed abbia potuto passare. Immagino, comunque, che i funzionari della stazione d’ingresso abbiano pensato, giustamente, che fosse più importante far scendere in superficie la vostra nave piuttosto che preoccuparsi della presenza di un’apolide. Il loro comportamento, a rigor di logica, ha infranto le regole, e bisognerà affrontare adeguatamente il problema, ma senza dubbio alla fine si deciderà che si sia trattato di un’infrazione giustificata. Siamo un mondo che osserva rigorosamente le leggi, Consigliere, ma non siamo rigidi oltre i limiti della ragionevolezza.

Trevize disse prontamente: — Allora mi appello alla ragione perché non siate troppo rigidi in questa circostanza, Ministro. Se la stazione d’ingresso non vi ha davvero informato circa la presenza a bordo di un’apolide, è evidente che non sapevate che stavamo infrangendo la legge quando siamo atterrati. Eppure è altrettanto evidente che eravate pronti a prenderci in custodia non appena fossimo atterrati, cosa che infatti è avvenuta. Perché l’avete fatto, dal momento che non avevate motivo di pensare che si stesse commettendo qualche reato?

Il Ministro sorrise. — Capisco la vostra confusione, Consigliere. Vi assicuro che il vostro fermo sarebbe avvenuto in ogni caso… indipendentemente dalla notizia della presenza a bordo di un passeggero privo di cittadinanza. Stiamo agendo per conto della Fondazione, di cui siamo una Potenza Alleata, come voi stesso ribadite.

Trevize la fissò. — Ma è impossibile, Ministro… Anzi, peggio… È addirittura ridicolo, assurdo.

Il Ministro eruppe in una risatina melliflua. — Interessante notare come pregiate il ridicolo all’impossibile, Consigliere. Sono d’accordo con voi. Sfortunatamente, non è né l’una né l’altra cosa. Perché dovrebbe esserlo?

— Perché sono un funzionario del governo della Fondazione, in missione per conto della Fondazione, ed è inconcepibile che proprio la Fondazione voglia farmi arrestare… o abbia addirittura il potere di farlo, dal momento che godo dell’immunità parlamentare.

— Ah, dimenticate il mio titolo, ma siete sconvolto, quindi la mancanza forse è perdonabile. Comunque, non mi è stato chiesto espressamente di arrestarvi: lo faccio solo per poter eseguire quello che mi è stato chiesto di fare, Consigliere.

— Sarebbe, Ministro? — disse Trevize, cercando di controllare le proprie emozioni di fronte a quella donna tremenda.

— Requisire la vostra nave, Consigliere, e restituirla alla Fondazione.

— Cosa?

— Continuate a dimenticare il mio titolo, Consigliere. Un atteggiamento molto trascurato, con cui non perorate certo la vostra causa. La nave non è vostra, suppongo. È stata progettata da voi, o costruita da voi, o pagata da voi?

— Naturalmente, no, Ministro: mi è stata assegnata dal governo della Fondazione.

— Quindi, evidentemente, il governo della Fondazione ha il diritto di annullare questa assegnazione, Consigliere. È una nave di valore, immagino.

Trevize non rispose.

Il Ministro continuò: — È una nave gravitazionale, Consigliere. È impossibile che ne esistano molte, e persino la Fondazione deve averne pochissime. Si saranno pentiti di avervi assegnato una di queste rare navi. Forse riuscirete a persuaderli perché vi assegnino un’altra nave, meno preziosa, ma comunque ampiamente sufficiente per svolgere la vostra missione… La nave su cui siete arrivato, però, deve restare in mano nostra.

— No, Ministro, non posso cedere la nave: è impossibile che la Fondazione vi abbia chiesto di requisirmela.

Il Ministro sorrise. — Non l’ha chiesto solo a me, Consigliere, né a Comporellen, specificatamente. Abbiamo motivo di credere che la richiesta sia stata inviata a tutti i mondi ed i settori sotto la giurisdizione della Fondazione o suoi alleati. Da questo deduco che la Fondazione non conosca il vostro itinerario e vi stia cercando con un certo accanimento. Dal che, deduco inoltre che non vi trovate in missione su Comporellen per conto della Fondazione, perché in tal caso la Fondazione avrebbe conosciuto la vostra posizione e si sarebbe rivolta direttamente a noi. In parole povere, Consigliere, mi avete mentito.

Con una certa difficoltà, Trevize disse: — Vorrei vedere una copia della richiesta che avete ricevuto dal governo della Fondazione: ne ho diritto, penso.

— Certamente, se arriveremo a un’azione legale. Noi prendiamo molto seriamente la nostra prassi legale, Consigliere, ed i vostri diritti saranno tutelati pienamente, ve l’assicuro. Comunque, sarebbe più conveniente e più semplice raggiungere subito un accordo, qui, senza la pubblicità e lo spreco di tempo di un procedimento giudiziario. Noi lo preferiremmo, e sono sicura che lo preferirebbe anche la Fondazione… piuttosto che in tutta la Galassia si venisse a sapere di un Legislatore fuggitivo. La Fondazione cadrebbe nel ridicolo e, secondo il vostro punto di vista ed il mio, il ridicolo è peggio dell’impossibile.

Trevize tacque ancora.

Il Ministro attese un istante, poi proseguì imperturbabile: — Via, Consigliere, in un modo o nell’altro, o per un accordo informale o per azione legale, intendiamo requisire la nave. La pena per l’introduzione di un passeggero apolide dipenderà dalla via che sceglieremo. Se volete un procedimento giudiziario, la donna rappresenterà un’aggravante a vostro carico, e dovrete scontare interamente le conseguenze penali del vostro reato, che non saranno leggere, ve l’assicuro. Giungendo ad un accordo, la passeggera potrà raggiungere qualunque destinazione desideri con un volo commerciale, e volendo, voi due sarete liberi di accompagnarla. O, se la Fondazione sarà d’accordo, potremo fornirvi una delle nostre navi, una nave perfettamente adeguata… ammesso, naturalmente, che la Fondazione la sostituisca con una sua nave equivalente. O se per qualche motivo non desideriate tornare nel territorio controllato dalla Fondazione, saremo disposti a offrirvi asilo politico qui, e forse in seguito anche la cittadinanza comporelliana. Come vedete, un accordo amichevole presenta molte possibilità vantaggiose, mentre insistendo sui vostri diritti legali potrete solo rimetterci.