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— Posto che tutto questo sia vero — osservò il procuratore generale.

— Questo è ancora da vedersi — convenne il Presidente.

— Immagino che il signor Gale non si aspetti che noi gli crediamo sulla parola, ma che ci occorrono prove più convincenti. Signor Gale, c’è una cosa che mi preoccupa. Dite di voler tornare indietro fino all’epoca in cui comparve l’erba. Siete disposti a farlo alla cieca? Cosa succede se, una volta arrivati là, scoprite che i paleontologi si sono sbagliati a proposito dell’erba, o che esistono altre circostanze per cui vi sia impossibile stabilirvi là?

— Anche qui siamo venuti alla cieca — rispose Gale — però devo convenire che è diverso, perché disponevamo di dati storici sicuri, mentre invece non si può essere sicuri quando si ha a che fare con un periodo di milioni di anni. Tuttavia, abbiamo trovato una soluzione. I nostri fisici e altri scienziati hanno escogitato un mezzo per comunicare attraverso i tunnel temporali. Contiamo quindi di inviare una squadra in esplorazione, che poi ci riferisca quello che ha trovato.

“Non ho ancora detto che finora siamo riusciti a viaggiare nel tempo solo a ritroso. Perciò, se la squadra a cui ho accennato trovasse delle condizioni di vita insostenibili, non potrebbe tornare. Il nostro maggior timore è di non riuscire a trovare subito l’epoca ottimale in cui stabilirci, il che ci costringerebbe a inviare e abbandonare parecchie squadre di esploratori. Speriamo naturalmente che non sia così, ma sussiste sempre la possibilità, e siamo pronti ad affrontare qualunque situazione. Lassù nel futuro abbiamo uomini che montano la guardia all’imbocco dei tunnel e sanno che non li attraverseranno. Sanno che verrà il momento in cui i tunnel dovranno essere distrutti e loro dovranno morire.

“Non vi dico questo per sollecitare la vostra compassione. Lo dico solo per assicurarvi che siamo pronti e disposti ad affrontare qualsiasi pericolo. Non pretenderemo da voi più di quanto non sarete disposti a darci, e vi saremo grati per tutto quello che potrete dare.”

— Per quanto sia ben disposto verso di voi, anche se non nascondo un certo scetticismo nei riguardi di quanto ci avete raccontato, devo però ammettere che certe cose mi lasciano perplesso — disse il Segretario di Stato. — Quello che sta succedendo al momento attuale è un evento storico, ed è ragionevole supporre che sia trascritto nelle relazioni storiche del futuro. Quindi voi sapevate già tutto prima di ventre qui.

— No, non sapevamo niente — rispose Gale. — I nostri libri di storia non ne parlano. Per quanto strano possa sembrare, non è successo…

— Ma deve — obiettò Sandburg. — Dev’essere successo.

— Adesso stiamo addentrandoci in un campo in cui entrano in gioco concetti fisici e filosofici che esulano dalla mia comprensione — disse Gale. — Sono problemi a cui i nostri scienziati hanno dedicato profondi studi. Dapprima ci siamo chiesti se era nostro diritto cambiare la storia tornando nel passato per introdurvi dei fattori che avrebbero cambiato il corso degli eventi. Ci siamo chiesti quali effetti avrebbero prodotto sulla storia che già conoscevamo questi cambiamenti. Ma i nostri studiosi sono giunti alla conclusione che non ci saranno effetti di sorta, sulla storia che ci era già nota. So che questo può sembrarvi impossibile e ammetto che anch’io non riesco a capirlo bene. La razza umana è già passata per questa via, una volta, quando i nostri antenati avanzavano verso il futuro, e quello che sta accadendo adesso non era accaduto allora. In tal modo la razza umana ha proceduto verso il futuro, e sono arrivati gli invasori dallo spazio. Ora noi siamo tornati indietro per sfuggire agli invasori, e questo evento si verifica adesso, la storia perciò cambierà, e d’ora in avanti sarà diversa. La storia è cambiata, ma non la nostra, non la storia che ha portato al momento in cui noi abbiamo abbandonato il nostro mondo. È cambiata la vostra storia. A causa di quello che noi abbiamo fatto, voi venite a trovarvi su un altro piano temporale. Se gli invasori vi assaliranno o no, su questo piano, non lo so, ma tutto sta a indicare che lo faranno…

— Tutto questo non è che un cumulo di idiozie — dichiarò con voce piatta Douglas.

— Credetemi — disse Gale — non è così. Gli uomini che sono giunti a queste conclusioni sono eminenti studiosi.

— Non è questo un problema che possiamo risolvere subito — dichiarò il Presidente.

— Ormai è fatta, e non è questo che urge risolvere. Ci sono altre cose che mi danno da pensare.

— Dite, signor Presidente — disse Gale.

— Perché volete tornare indietro di venti milioni di anni? Perché tanto lontano?

— Vogliamo tornare indietro nel tempo di molti milioni di anni per avere un largo margine di sicurezza. Così facendo, infatti, l’occupazione da parte nostra di una determinata area terrestre non avrà effetti sullo sviluppo dell’umanità. Probabilmente non dureremo a lungo. Secondo i nostri storici, l’uomo, nel suo attuale stato di livello tecnologico, non può presumere di durare più di un milione di anni, sulla Terra, forse meno. Quindi noi scompariremo dalla Terra nel giro di meno di un milione di anni. Se fossimo rimasti indisturbati nel nostro tempo, avremmo progredito tecnicamente fino a riuscire a fare veri e propri viaggi spaziali entro qualche secolo. Concedeteci qualche migliaio di anni e probabilmente lasceremo la Terra. Una volta che l’uomo è in grado di staccarsi dalla Terra, probabilmente l’abbandonerà per sempre. Dategli un milione di anni, e la probabilità diventa certezza.

— Ma voi lascerete dei segni del vostro passaggio nel Miocene — gli fece notare Williams. — Vi servirete delle risorse naturali, carbone, ferro, petrolio, gas…

— Ferro, sì, ma non tanto da intaccare le scorte in modo sensibile. Nel futuro da dove proveniamo, vi assicuro che ne è rimasto così poco che abbiamo imparato a essere frugali. E non consumeremo combustibili fossili.

“C’è l’energia atomica. Il nostro sistema economico è molto diverso dal vostro. Noi fabbrichiamo manufatti durevoli. Roba che dura non dieci o vent’anni, ma secoli. Il consumismo non è più uno dei fattori della nostra economia. La produzione del duemilaquattrocentonovantotto è meno dell’uno per cento della vostra.

— Non è possibile — disse Sandburg.

— Secondo i vostri concetti, forse — ammise Gale. — Ma non secondo i nostri. Noi siamo stati costretti a modificare profondamente il nostro sistema di vita. Non avevamo alternative. Centinaia d’anni di sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali ci hanno impoverito. Abbiamo dovuto imparare a far bastare quel poco che ci era rimasto.

— Se è vero quello che dite a proposito del fatto che l’uomo è destinato a restare sulla Terra circa un milione di anni — disse il Presidente — non capisco perché dobbiate tornare indietro di venti milioni di anni. Ne basterebbero cinque.

Ma Gale fece un cenno di diniego. — Saremmo troppo vicini ai precursori dell’uomo — spiegò. — Sì, l’uomo come lo conosciamo noi non comparve che un paio di milioni d’anni fa, però i primati esistevano circa settanta milioni di anni fa. Naturalmente, noi ci intrometteremo nel mondo di questi primati, ma non credo che ci saranno conseguenze. D’altronde, non possiamo risalire più indietro perché finiremmo a capitare nell’epoca dei dinosauri, il che sarebbe scomodo e pericoloso. E non solo per i dinosauri, ma per molte altre cose. Il periodo critico dell’umanità, la comparsa dei precursori degli australopitechi, non può risalire a più di quindici milioni di anni fa. Naturalmente, ci può essere un largo margine di errore nella datazione. In generale, i nostri antropologi sono del parere che basterebbe riandare di dieci milioni di anni nel passato. Ma noi vogliamo avere un buon margine di sicurezza. Così abbiamo scelto venti milioni. Di più, no. Inoltre abbiamo considerato un altro fattore. Volevamo lasciar posto anche a voi.