Si voltò e indicò il primo dei neanderthal alle proprie spalle, un uomo di anzianità inenarrabile, con occhi meccanici blu che gli risplendevano da sotto le arcate sopraciliari.
— Vi presento Lonwis Trob, il nostro più grande inventore — disse Tukana. — È stato lui a sviluppare la tecnologia dei Companion e degli archivi degli alibi, la quale ha reso sicuro il nostro pianeta per tutti, giorno e notte. Spetta a lui il… “brevetto”, il documento che gli garantisce i diritti sulla proprietà intellettuale. Ma intende metterlo a disposizione gratis.
Un mormorio incredulo serpeggiò tra la folla. Dagli altoparlanti dell’aula cominciò a risuonare una musica avvolgente, entusiasmante. Musica di neanderthal.
— E questa — disse Tukana indicando la seconda persona, andando in ordine da destra a sinistra come d’uso tra i neanderthal — è Borl Kadas, la nostra massima esperta di Genetica. — La donna, anche lei un’anzianissima 138, fece un passo avanti. — Qui da voi ho sentito dire che qualcuno intende brevettare la sequenza del DNA umano. Be’, la scienziata Kadas ha condotto l’equivalente del vostro Progetto Genoma già cinque decenni fa. È venuta allo scopo di condividere gratuitamente i risultati della sua ricerca, con tutti i benefici che ne sono derivati.
Tukana notò che molti dei delegati gliksin rimasero a bocca aperta.
— Proseguendo — disse, indicando un uomo corpulento — quello è Dor Farrer, “poeta laureato” della provincia di Bontar, universalmente riconosciuto come il nostro massimo autore vivente. Porta con sé un archivio elettronico contenente tutti i capolavori della poesia, della drammaturgia, della narrativa e della saggistica, dell’epica iterativa e delle trascrizioni di fantasia, creati nella Storia dal nostro popolo. Aiuterà a tradurli nelle vostre numerose lingue.
Farrer sventolò entusiasticamente il braccio al pubblico. La musica aveva intanto acquistato più ricche tonalità con l’ingresso di nuovi strumenti.
— Accanto a lui, Derba Jonk. È la nostra più grande esperta nelle tecnologie di clonazione di singole parti del corpo tramite cellule staminali. Abbiamo sentito che siete nella fase iniziale di questo genere di ricerca; da noi, è cominciata da quattro generazioni, cioè 40 anni fa. La scienziata Jonk sarà lieta di aiutare la vostra Medicina a colmare il gap.
A questo punto si sollevarono varie esclamazioni di sorpresa.
— Accanto a lei — continuò Tukana — ecco Kobast Gant, il mago dell’intelligenza artificiale. Coloro, tra voi, che hanno parlato con me o con Ponter Boddit hanno già avuto modo di apprezzare l’opera dello scienziato Gant: è stato lui a programmare i nostri intelligentissimi Companion. E anche lui viene per condividere liberamente con il vostro mondo le sue conoscenze.
Adesso perfino l’amanuense-guerriero supremo emetteva mormorii di approvazione. All’arrangiamento musicale si erano uniti i tamburi cubici, che pulsavano come cuori gonfi d’orgoglio.
— Accanto allo scienziato Gant, ecco Jalsk Lalplun, che detiene attualmente il record di uomo più veloce del mondo… di entrambi i mondi, ritengo. Proprio ieri lo abbiamo cronometrato: è in grado di percorrere un vostro miglio in 3 minuti e 11 secondi. Jalsk condividerà la sua esperienza nell’allenamento.
Jalsk sorrideva a trentadue denti. La musica aveva accelerato il ritmo.
— Quindi, Rabba Habrorn. È una delle più autorevoli interpreti in Giurisprudenza, la massima esperta vivente del nostro Codice di civiltà. Molti di voi si sono chiesti come facciamo a preservare l’etica pubblica e la morale privata senza fare ricorso a un Essere superiore. Be’, il giudice Habrorn sarà lieta di soddisfare tutte le vostre curiosità nell’area di sua competenza. — Intanto nell’orchestra si erano inseriti tre corni glaciali.
Habrorn chinò la testa con molta dignità. Ignorando l’etichetta, vari delegati gliksin avevano tirato fuori i cellulari e stavano effettuando chiamate, presumibilmente ai rispettivi Capi di Stato.
— Accanto a lei — disse Tukana — vedete Drade Klimilk, presidente della nostra Accademia di filosofia. Non lasciatevi ingannare dai suoi capelli castani: viene infatti considerato uno dei pensatori più profondi e più acuti della nostra Terra. Grazie a lui e al giudice Habrorn, imparerete tutto sui nostri sistemi di pensiero.
Klimilk intervenne con una voce da baritono: — Non vedo l’ora! — La sinfonia tornò su un movimento precedente, ma con più brio.
— La donna vicina allo studioso Klimilk è Krik Donalt, una dei nostri più apprezzati compositori. Quella che state ascoltando è la sua opera Quando Due diventano Uno.
La Donalt fece un inchino.
— E… come direste voi, ultima ma non meno importante: Dappur Kajak, un nome che dovrebbe già essere familiare a qualcuno di voi. Ha inventato lei il processo laser-regolabile che rende possibile la decontaminazione dei viaggiatori tra i due mondi. La studiosa Kajak metterà a disposizione tutti i dati che possiede in materia di decontaminazione, e di fisica dei laser a cascata quantistica.
La musica aumentò in crescendo, tra tamburi cubici, corni glaciali, geodi a percussione e tutto, ma sempre in perfetta armonia.
— Tutti e dieci — concluse Tukana — scienziati e ingegneri, filosofi e artisti, atleti e intellettuali, sono venuti per condividere liberamente tutte le loro conoscenze nei rispettivi campi di interesse. — Spaziò con lo sguardo per l’Assemblea generale dell’ONU. — Facciamolo, amici! Creiamo tra i nostri mondi un rapporto che vada a beneficio di tutti, un rapporto costruito sulla pace. Il passato è passato: ora dobbiamo pensare al futuro. Rendiamolo il migliore possibile per tutti noi!
Il primo a battere le mani una contro l’altra, se Tukana vide bene, fu uno dei delegati austriaci. Ma immediatamente si unirono decine, poi centinaia, di altri gliksin; e presto i rappresentanti all’ONU furono tutti in piedi, a esprimere il loro entusiasmo con le mani e con le voci.
“Incompetente? Io?” pensò Tukana, rivolgendo un sorriso radioso al pubblico, elettrizzata dall’impresa a cui aveva dato il via. “Incompetente un paio di natiche pelose!”
22
— Abbiamo solo un giorno da dedicare alla visita di Washington prima dell’inizio della conferenza — disse Mary — e sono tante le cose che vorrei mostrarti. Volevo cominciare di qui: nessun altro posto rivela in maniera altrettanto chiara che cosa sia questo Paese, e che cosa significhi essere umani… almeno, da questa parte del varco.
Ponter osservò, senza capire, lo spettacolo che gli si apriva davanti. Un vasto prato verde, con una cicatrice, una profonda incisione che si estendeva per un’ottantina di metri, per poi proseguire ad angolo ottuso in un’altra direzione.
La parete interna della doppia cicatrice era nera e rifletteva la luce. Era un… qual era il termine? Un “ossamoro”, ecco cos’era. Una contraddizione. Nera, cioè assorbiva la luce; riflettente, cioè la rimandava indietro.
Eppure eccolo, un lungo specchio scuro in cui si rifletteva la sua faccia, accanto a quella di Mary. Due tipi di umanità; non solo due generi, maschio e femmina, ma due specie distinte, due variazioni sul tema Homo. Il riflesso di Mary mostrava un esempio di ciò che lei definiva Homo sapiens, e lui gliksin: una strana fronte verticale, un naso minuscolo, e… qualcosa di cui nel dizionario neanderthaliano non esisteva la parola: il mento.
Il riflesso di lui mostrava un esempio di ciò che Mary definiva Homo neanderthalensis, e lui barast ovvero “umano” nel suo linguaggio: i lineamenti larghi, la doppia arcata sopracciliare, e un naso come si deve, che occupava un terzo della faccia.
— Che cos’è? — chiese Ponter, osservando la lunga striscia scura su cui si riflettevano i loro volti.