— Mi perdoni, padre, perché ho molto peccato — disse Mary, con la formula di rito.
Caldicott aveva ancora un lieve accento irlandese, per quanto fosse in Canada da quarant’anni. — Da quanto tempo non ti confessi, figliola?
— Da gennaio. Otto mesi.
Il prete conservò un tono neutro. — Dimmi i tuoi peccati.
Mary aprì la bocca, ma non ne uscì suono. Dopo un po’, il sacerdote la incoraggiò. — Figliola?
Mary inspirò in profondità, espirò, e disse: — Sono stata violentata.
Caldicott tacque per qualche istante, forse per elaborare la linea del discorso. — Hai detto che sei stata violentata?
— Sì, padre.
— E ti sei opposta?
— Sì, padre.
— Allora, figlia mia, non hai alcuna colpa.
Mary si sentì stringere il petto. — Lo so, padre. Non è stato quello il mio peccato.
— Ah — fece Caldicott, come se avesse afferrato. — Sei rimasta incinta? E hai deciso di abortire?
— No, no. Nessuna gravidanza.
Caldicott attese che lei proseguisse. Ma siccome non lo faceva tornò a insistere: — Perché usi anticoncezionali? Forse, date le circostanze…
Mary in effetti prendeva la pillola, ma su quel punto era in pace con se stessa. Però non le andava di mentire a un sacerdote, per cui scelse con cura le parole: — Non è questo il peccato per cui sono venuta a confessarmi — mormorò. Dopo un respiro, aggiunse a voce più alta: — Il mio peccato è stato di non sporgere denuncia.
Percepì lo scricchiolio del legno mentre Caldicott cambiava posizione. — Dio sa tutto — disse. — E saprà punire il colpevole.
Mary chiuse gli occhi. — Quell’uomo ha violentato un’altra donna. O almeno, io sospetto che sia stato lui.
— Ah — fece Caldicott.
“Ah?” pensò Mary. “È tutto quello che riesce a dire?”
Ma il sacerdote continuò: — Sei pentita di non averlo denunciato?
La domanda era di prassi: è necessario il pentimento per ricevere l’assoluzione. Eppure quando rispose: — Sì — Mary aveva la voce rotta.
— Perché non hai sporto denuncia, figliola?
Mary ci rifletté. Avrebbe potuto rispondere che era rimasta presa tra mille cose, che era quasi la verità. La violenza era avvenuta la notte prima che convocassero Mary a Sudbury. Però lei aveva deciso di tacere già prima di ricevere la telefonata di Ruben Montego. — Avevo paura — disse. — Io sono… separata da mio marito. Avevo paura di come avrebbero reagito, di che cosa avrebbero detto di me, della mia vita morale, se questo argomento fosse finito in tribunale.
— Adesso però un’altra donna è stata aggredita a causa della tua… della tua inazione — disse Caldicott.
Il commento del sacerdote le riportò alla mente una conferenza sull’intelligenza artificiale a cui aveva assistito qualche mese prima. Il relatore, uno del MIT, aveva spiegato le Leggi della robotica stilate da Isaac Asimov, la prima delle quali suonava, più o meno: “Un robot non può procurare danni a un essere umano; né, tramite la sua inazione, può lasciare che un essere umano venga danneggiato”. Mary aveva pensato che il mondo sarebbe stato migliore, se tutti avessero seguito questa norma.
Eppure…
Eppure, tanti principi etici su cui basava la propria condotta contenevano esortazioni a non agire. Quasi tutti i Dieci comandamenti indicavano cose da non fare.
Mary aveva commesso un peccato di omissione. Caldicott probabilmente le avrebbe detto che era un peccato veniale, non mortale, ma…
Ma dentro Mary qualcosa si era spezzato il giorno in cui era stata violentata. Era sicura che fosse così anche per la seconda vittima di quella bestia, chiunque fosse.
— Sì — disse Mary, in un soffio. — Un’altra persona ha sofferto perché io non ho fatto nulla.
La silhouette di padre Caldicott si spostò. — Potrei darti qualche preghiera come penitenza, o la lettura di qualche brano della Bibbia. Tuttavia… — s’interruppe. Un chiaro invito perché fosse Mary a completare la frase.
Lei annuì, dando finalmente voce a ciò che già sentiva. — Tuttavia, l’unica vera soluzione è andare alla polizia a raccontare tutto ciò che so.
— Troverai la forza di farlo? — chiese Caldicott.
— Stavo già per farlo, padre. Ma la prova che avevo raccolto contro l’aggressore… è sparita.
— In ogni caso potrai fornire informazioni utili. Però, se desideri una penitenza alternativa…
Mary chiuse gli occhi e scosse la testa. — No. No. Andrò dalla polizia.
— In questo caso… — disse Caldicott. — Dio, Padre di misericordia, che nella morte e resurrezione del Suo Figlio ha riconciliato a sé il mondo e ha mandato lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti concede il perdono e la pace. — Mary si asciugò gli occhi. Il sacerdote concluse: — E ora io ti assolvo da tutti i tuoi peccati…
Mary si era assunta un impegno difficile. Ma si sentì come se le avessero levato un peso di dosso.
—… Nel nome del Padre…
Ci sarebbe andata quel giorno stesso. Immediatamente.
—… E del Figlio…
Ma non da sola.
—… E dello Spirito Santo.
Mary fece il segno della croce. — Amen.
28
Ponter la aspettava seduto su una panca della chiesa. Avvicinandosi, Mary fu sorpresa di notare che teneva un libro aperto sulle gambe e lo sfogliava rapidamente. — Ponter?
Lui alzò lo sguardo. — Com’è andata?
— Bene.
— Ora ti senti meglio?
— Abbastanza. Ma c’è ancora una cosa che devo fare.
— Qualunque cosa — disse Ponter. — Ti aiuterò in qualsiasi modo.
— Leggi la Bibbia? — domandò lei, osservando con più attenzione il libro.
— Allora ho indovinato! — esclamò lui. — È questo il testo fondamentale della tua fede.
— Sì — rispose lei. — Ma… pensavo che non sapessi leggere la nostra lingua.
— No, infatti. E neppure Hak; in compenso è in grado di memorizzare l’immagine di ogni pagina del libro. Così, quando avrà imparato a leggere, potrà tradurmelo.
— Potrei procurarti una Bibbia audio. O su dischetto, o su nastro, con un attore che recita il testo. Ne esiste una bella versione a cura di…
— Non sapevo che ci fosse quest’opportunità — commentò lui.
— E io non sapevo che tu volessi leggere la Bibbia. Pensavo… ecco, che non ti interessasse minimamente.
— Per te è importante — disse Ponter. — Quindi è importante anche per me.
Mary sorrise. — Sono una donna fortunata, ad averti trovato.
Ponter se la cavò con una battuta. — Non sono difficile da individuare in mezzo alla folla.
Con un sorriso, Mary scosse la testa. — No davvero! — Sollevò lo sguardo al crocifisso che si ergeva sopra il pulpito, e si segnò. — Ora però dobbiamo andare.
— Dove?
Mary inspirò a lungo. — Alla polizia.
— “Per te è importante, quindi è importante anche per me” — ripeté Selgan.
Ponter osservò lo scultore di personalità. — Sì, è ciò che ho detto.
— Era sul serio l’unico motivo per cui stavi consultando quel volume?
— Che vuoi insinuare?
— Voglio dire, non erano lì i presunti resoconti storici di cui mi hai parlato? Il libro che contiene le principali prove sulla “vita dopo la morte”?
— Onestamente, non so — rispose Ponter. — Era un testo piuttosto ponderoso. Non che il volume fosse enorme, però i simboli con cui era scritto erano piccoli, e la carta era la più fine che avessi mai visto. Ci vorrà del tempo a tradurlo tutto.