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“La resa dei conti” pensò Ponter. Inspirò a fondo e…

— Ponter! — esclamò Mary, alzando gli occhi. Era felicissima di vederlo; però…

Però, questo era il mondo di lui, e quello non era il momento previsto. Mary si sforzò di mantenere un tono neutrale: — Che cosa succede?

Ponter si voltò verso Lurt. — Dovrei parlare con Mèr in privato.

Lurt inarcò un sopracciglio, strinse un braccio a Mary e uscì chiudendo la porta.

— Che c’è? — chiese Mary. Aveva il cuore in gola.

— Stai bene? È successo qualcosa a Jasmel o…

— No, no, tutti benissimo.

Ancora agitata, Mary cercava di fare mente locale:

— Lo sai che non dovresti essere qui. I Due non sono ancora Uno.

Ponter non sembrò colpito dal richiamo alle tradizioni:

— Che vada all’inferno il Due diventano Uno — borbottò.

— Ponter, ma che hai?

Ponter prese fiato, poi le disse alcune parole nella sua lingua. Per la prima volta, non seguì l’immediata traduzione; Ponter chinò leggermente la testa, il che significava che Hak gli stava parlando nell’impianto cocleare.

Ponter parlò di nuovo, in tono brusco; Mary colse la parola ka, che in neanderthaliano significa “sì”. Forse Hak aveva chiesto: “Sicuro che devo tradurre questo?”. Ponter doveva aver dato risposta affermativa, aggiungendo di non impicciarsi, o simili. Silenzio per un paio di secondi, poi Ponter aprì la bocca, e parve che quel gesto fosse sufficiente per Hak, che finalmente ripeté in inglese la frase pronunciata in precedenza: — Ti amo — disse la sua voce sintetica.

Da quanto tempo Mary attendeva di sentire quelle parole! — Anch’io ti amo — disse. — Ti amo con tutto il cuore.

— Sarebbe così bello mettere su famiglia insieme — continuò Ponter. — Voglio dire, se a te va…

— Sì, sì, naturalmente! — esplose Mary. Poi all’improvviso il panico: — Ma… ma sarà un’impresa rocambolesca — Un bip. — Cioè, tu qui hai già una vita, e io ne ho una di là. Tu hai già Adikor, e Jasmel, e Megameg, e io… — Pausa. Stava per dire “non ho nessuno”, e magari fosse stato vero, ma aveva un marito. Che al momento era un perfetto estraneo, però era pur sempre il suo legittimo consorte. E, buon Gesù, se Dio disapprovava il divorzio, che ne avrebbe pensato di una relazione inter-specie?

— Voglio provarci — disse Ponter. — Voglio fare di tutto perché la nostra storia funzioni.

Mary sorrise. — Anch’io. — Il sorriso le si spense in fretta. — Eppure, ci sono tante cose da tenere presenti. Dove vivremo? Che farà Adikor? E come…

— Lo so che non sarà facile. Ma…

— Dimmi.

Ponter accorciò le distanze e la fissò negli occhi. — Ma il tuo popolo è arrivato fin sulla Luna, e il mio ha aperto un varco su un altro universo. Le imprese difficili possono essere realizzate.

— Dovremo fare dei sacrifici — disse Mary. — Tutti e due.

— Forse. O forse no — rispose Ponter. — Forse potremo estrarre il midollo, e tenere l’osso per ricavarci un utensile.

Mary aggrottò la fronte, poi afferrò. — Salvare capra e cavoli, diremmo noi! Ma sì, penso che abbia ragione tu: i nostri popoli non sono poi così diversi. Volere il meglio dalla vita… è… — s’interruppe, senza trovare l’aggettivo adatto.

Ponter ce l’aveva già sulla punta della lingua: — È umano. — E afferrò Mary tra le braccia.

Ringraziamenti

Per i suggerimenti in campo antropologico e paleontologico ringrazio il professor Milford H. Wolpoff dell’Università del Michigan; Ian Tattersall e Gary J. Sawyer (nessun legame di parentela) del Museo americano di storia naturale; il professor Philip Lieberman della Brown University; Michael K. BrettSurman e Rick Potts del Museo nazionale di storia naturale, presso lo Smithsonian Institution; Robin Ridington, docente emerito all’Università della Columbia Britannica; e gli esperti citati nel precedente volume della trilogia.

Un ringraziamento speciale ad Art McDonald, direttore dell’Istituto per l’Osservatorio quantistico di Sudbury, e a J. Duncan Hepburn, responsabile locale dell’Osservatorio stesso. Grazie inoltre a Kris Holland, di Sudbury, che ha passato al setaccio il manoscritto.

Un grazie enorme, poi, alla mia adorata moglie Carolyn Clink; al mio editor David G. Hartwell e al suo collaboratore Moshe Feder; al mio agente Ralph Vicinanza e ai suoi collaboratori Christopher Lotts e Vince Gerardis; alla squadra della Tor Books: Tom Doherty, Linda Quinton, Jennifer Marcus, Jennifer Hunts e tutti gli altri; Harold e Sylvia Fenn, Robert Howard, Heidi Winter, Melissa Cameron, David Leonard e tutti quelli della H.B. Fenn & Co.; oltre ai miei colleghi Terence M. Green, Andrew Weiner e Robert Charles Wilson.

Un ringraziamento speciale inoltre a Byron R. Tetrick; il suo invito alla storica antologia In the Shadow of the Walclass="underline" Vietnam Stories That Might Have Been (Cumberland House, 2002), mi ha costretto a focalizzare l’attenzione su numerosi temi chiave; un’ampia sezione del capitolo 22, pur in forma diversa, è comparsa per la prima volta in quella raccolta.

“Cartine di tornasole” per questo romanzo sono stati i sempre acuti Ted Bleaney, Micheal A. Burstein, David Livingstone Clink, Marcel Gagné, Richard Gotlib, Peter Halasz, Howard Miller, Ariel Reich, Alan B. Sawyer e Sally Tomasevic. Infine, ho avuto di nuovo la fortuna di lavorare con la squadra di revisori di Bob e Sara Schwanger.

Parte di questo libro è stata scritta nella residenza estiva di John A. Sawyer presso il lago Canandaigua: grazie mille, pa’! Grazie anche a Nicholas A. DiChario che mi ha ospitato nelle mie frequenti visite a Rochester, Stato di New York, dove ho ambientato varie scene della storia.

Il mondo dei Neanderthal

Albero genealogico di Ponter Boddit

L’autore

Robert J. Sawyer

Robert J. Sawyer, canadese nato nel 1960, è considerato uno degli autori di punta della nuova sf tecnologica. “Urania” ha pubblicato numerosi suoi romanzi, tra cui Apocalisse su Argo (Golden Fleece, 1990), Starplex (id. 1996, giunto in finale al Premio Nebula), Mutazione pericolosa (Frameshift, 1997), I transumani (Factoring Humanity, 1998), Mindscan (2005).

Apocalisse su Argo, il suo primo libro, è stato proclamato da Orson Scott Card “miglior romanzo del 1990” (su “Fantasy and Science Fiction”). Sawyer è l’unico scrittore canadese di sf a tempo pieno e vive a Tornhill, nell’Ontario, con la moglie Carolyne. Starplex è giunto in finale al Premio Nebula. Anche Mutazione pericolosa ha vinto un premio, questa volta in Spagna. Tra i suoi romanzi segnaliamo ancora Illegal Alien (1997), Far Seer (1992), Fossil Hunter (1993), Foreigner (1994), End of an Era (1994). Sono in opzione i diritti cinematografici di Illegal Alien e The Terminal Experiment, che, come anche Golden Fleece, sono una mescolanza di giallo e fantascienza. Far-Seer, Fossil Hunter e