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“Louise…” mormorò.

Fu la voce pacata di un uomo a rispondere: “Non c’è nessuna Louise, qui”.

Quel tono condiscendente irritò Cadmus. “Lo so”, sbottò. Allungò la mano per prendere gli occhiali dal comodino.

“Vuoi un po’ d’acqua?” chiese l’uomo.

“No, voglio vedere con chi diavolo sto parlando.”

“Sono Mitchell.”

“Mitchell?” Trovò gli occhiali con le dita tremanti, se li mise e guardò il nipote. “Che ore sono?”

“È notte fonda.”

“E allora cosa ci fai qui?”

“Stavamo parlando.”

“E ho detto cose che avevano un qualche senso?”

“Certo”, lo rassicurò Mitchell. Non era esattamente vero. Anche se il vecchio era più in sé di quanto Garrison gli avesse detto, per la maggior parte del tempo era quasi sempre in uno stato di semidelirio. “Hai anche dormito.”

“E ho parlato nel sonno?”

“Sì”, disse Mitchell. “Niente di scandaloso. Stavi solo chiamando una donna di nome Louise.”

Cadmus si abbandonò sul cuscino. “La mia bellissima Louise”, sospirò. “È stata la cosa migliore che mi sia mai accaduta.” Chiuse gli occhi. “Cosa vuoi?” domandò poi. “Avrai sicuramente qualcosa di meglio da fare che stare qui. Non ho in programma di morire.”

“Lo so.”

“E allora va’ a divertirti. Ubriacati. Scopati tua moglie, sempre che lei te lo permetta.”

“No, lei non mi vuole più.”

“Allora scopati la moglie di qualcun altro.” Cadmus riapri gli occhi e rise, emettendo un suono simile a un sibilo. “È anche più divertente.”

“Preferisco stare qui con te.”

“Oh, davvero?” disse il vecchio, incredulo. “O io sono più interessante di quanto immaginassi o tu sei più stupido.” Sollevò la testa di qualche centimetro e scrutò il nipote. “Sei bello, lo sai, Mitchell? Sei davvero un bel giovanotto ma… non sei intelligente come tua madre e non sei onesto come tuo padre, e questo è un vero peccato perché avevo riposto delle speranze in te.”

“Aiutami, allora.”

“E come?”

“Dimmi come vuoi che sia e ci proverò.”

“Non puoi provarci”, disse Cadmus, in tono colmo di disprezzo. “Devi solo andare avanti con quello che hai. Nessuno può biasimarti. È una questione di fortuna.” Tornò ad appoggiare la testa sul cuscino, delicatamente, come se il suo cranio fosse troppo fragile. “Sei solo?” domandò.

“C’è un’infermiera…”

“No, parlo di tuo fratello.”

“Garrison non c’è.”

“Bene. Non voglio vederlo.” Chiuse gli occhi. “Tutti noi abbiamo fatto cose che rimpiangiamo ma… ma… oh Signore, oh Signore…” Fu attraversato da un brivido.

“Devi prenderti un’altra coperta?”

“Non servirebbe. Ho solo freddo, e non possiamo farci niente. L’unica cosa che voglio è la mia Louise…” Stirò le labbra in un sorriso malizioso. “Lei saprebbe come riscaldarmi.”

“Non so di chi tu stia parlando.”

“Tua moglie… somiglia alla mia Louise… lo sapevi?”

“Davvero?”

“Abbiamo gli stessi gusti in materia di donne. È già qualcosa.”

“Dov’è adesso?” domandò Mitchell.

“Tua moglie?” disse Cadmus. “Non sai dov’è tua moglie?” Rise di nuovo. “Scherzavo, Mitchell.”

“Oh.”

“Non mi ricordavo che fossi così privo di senso dell’umorismo.”

“Le cose sono cambiate. Io sono cambiato.”

“Be’, cerca di non perdere il senso dell’umorismo. Alla fine è tutto quello che ci resta. È tutto quello che resta a me, almeno.” Mitchell fece per protestare, ma il vecchio lo zittì. “Non dirmi quanto tutti mi vogliono bene perché so benissimo che non è così. Sono solo un inconveniente. Un ostacolo tra voi e la vostra eredità.”

“Noi vogliamo solo ciò che è meglio per la famiglia”, disse Mitchell.

“E noi significherebbe…?”

“Io e Garrison.”

“Allora dimmi, da quando l’omicidio è per il bene della famiglia?” domandò Cadmus con rabbia. “L’unica cosa che tuo fratello ha portato a questa famiglia è la vergogna. La vergogna. Io mi vergogno dei miei stessi nipoti.”

“Aspetta.” protestò Mitchell. “È stata solo colpa di Garrison. Io non ho niente a che fare con la morte di Margie.”

“No?”

“Assolutamente no. Volevo bene a Margie.”

“Era come una sorella per te.”

“Sì, infatti.”

“E tu non capisci come sia potuto accadere. E una tragedia. Povera Margie, povera, ubriaca Margie. Che cos’ha fatto per meritarsi di morire in quel modo?” Cadmus scoprì i denti marroni. “Vuoi sapere che cos’ha fatto? Te lo dico io. Ha partorito un negro, e tuo fratello non l’ha mai perdonata per questo.”

“Cosa?”

“Non lo sapevi? Ha avuto un figlio da Galilee. Almeno Garrison ne era convinto. Come poteva essere suo? Voglio dire, lui è un Geary. Quindi come poteva essere suo quel piccolo bastardo nero?”

“Non capisco…”

“Penso che sia la prima cosa onesta che tu abbia detto stanotte. Certo, sono sicuro che tu non capisca. Sono sicuro che sia tutto al di là della tua portata.” Scosse la testa. “Qual è la vera ragione per cui sei qui?”

“Aspetta. Torna indietro. Voglio sapere di Margie.”

“Ti ho già detto tutto quello che sono disposto a dirti. Adesso voglio sapere perché sei venuto qui.”

“Volevo solo parlare un po’ con te.”

“Di cosa?”

“Di qualunque cosa tu voglia. Un tempo eravamo così uniti e…”

“Smettila”, disse Cadmus. “Mi fai venire la nausea con tutte queste idiozie. Te lo chiedo ancora una volta: perché sei qui? Rispondimi onestamente oppure levati dai piedi e non tornare mai più.” Si sollevò dal cuscino. “E parlo sul serio.”

Mitchell annuì. “Be’ ”, sussurrò. “Allora… è molto semplice. Voglio sapere qualcosa dei Barbarossa.”

“Ora ci siamo”, disse Cadmus. Per la prima volta dall’inizio della conversazione, sembrava sinceramente compiaciuto. “Continua.”

“Garrison sostiene che c’è un libro…”

“Davvero?”

“… una specie di diario di cui gli avrebbe parlato la tua prima moglie.”

“Kitty non era capace di tenere la bocca chiusa.”

“Allora questo libro esiste?”

“Oh sì. Certo che esiste.”

“Sono venuto a prenderlo.”

“Non ce l’ho io, figliolo.”

Mitchell si chinò su Cadmus. “Dov’è? Coraggio, dimmelo. Sono stato onesto con te.”

“E io sto ricambiando la cortesia. Non ce l’ho. E se anche lo avessi non lo darei certo a te.”

“E perché no, dannazione? Che cosa t’importa di cosa facciamo a quella gente?”

“Con facciamo, intendi questa famiglia?” Socchiuse le palpebre. “Vuoi scatenare una guerra, Mitch? Perché se è così, non farlo. Non sai a cosa stai andando incontro.”

“So che i Barbarossa hanno un qualche potere su di noi.”

“Hanno molto di più”, replicò Cadmus con voce inespressiva. “Ci possiedono. E, lascia che te lo dica, siamo fortunati, siamo molto fortunati, perché ci hanno lasciato in pace per tutti questi anni. Perché se si mettessero in testa di distruggerci, non avremmo una sola possibilità di sopravvivere.”