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“Non è necessario”, ho risposto.

“Non è un problema.”

“Sto bene. Se vuoi scusarti…”

“Sì?”

“Allora parla un po’ con me.”

“Di cosa?”

“Di com’è stato per te nel corso dei secoli.”

“Ah…”

“Tu sei Zelim il pescatore, vero?”

Il volto pallido e indefinito davanti a me mi è sembrato turbato. “Non ci penso quasi mai. È passato così tanto tempo che non mi sembra neanche più la mia vita.”

“Somiglia di più a una storia?” ho azzardato.

“Somiglia di più a un sogno. Un sogno remoto. Perché me lo chiedi?”

“Perché voglio essere in grado di descrivere tutto nel mio libro. E perché tu sei un individuo unico. Vorrei essere sicuro di averti reso giustizia.”

“Non c’è molto da raccontare”, ha detto Zelim. “Ero un pescatore e sono stato chiamato al servizio della tua famiglia. È una vecchia storia.”

“Ma guarda cosa sei diventato.”

“Oh certo…” ha detto abbassando lo sguardo sul suo corpo. “La mia nudità ti disturba?”

“No.”

“Più tempo passo con Cesaria, più tendo all’androginia e meno importanti mi sembrano i vestiti. Non ricordo più l’aspetto che avevo quando ero un uomo.”

“Ho un’immagine di te in testa”, ho detto. “Sulla spiaggia con Cesaria e Nicodemus e il bambino. Capelli scuri, occhi scuri.”

“Avevo i denti sani, di questo sono sicuro”, ha replicato. “La vedova Passak si divertiva a guardarmi quando mi mordicchiavo la barba.”

“Quindi ti ricordi di lei?”

“Meglio di ogni altra cosa”, ha risposto Zelim. “Meglio della mia filosofia.” Ha lanciato un’occhiata verso la finestra, e nella luce che filtrava mi sono accorto che era quasi traslucido, gli occhi iridescenti. Mi sono chiesto se avesse delle ossa nel corpo e mi sono detto che, a giudicare dal colpo che mi aveva dato, sì, doveva averne. Eppure sembrava talmente delicato adesso; un fragile visitatore invertebrato, emerso dalle profondità del mare.

“Per un po’ mi sono dimenticato di lei”, ha aggiunto.

“Parli della vedova Passak?”

“Sì”, ha mormorato. “Ho continuato a vivere la mia vita e l’amore che provavo per lei…” Nonostante il tono inespressivo con cui parlava, ho percepito la sua emozione. Sono rimasto in silenzio, in attesa che ricominciasse a parlare: “… e l’amore che provavo per lei mi è come sfuggito. Ho pensato che fosse scomparso per sempre. Ma non era così… I sentimenti che nutrivo per lei adesso mi sembrano intensi come il primo giorno. Il modo in cui mi guardava quando cominciava a soffiare il vento del deserto. Il suo sguardo dolce e malizioso.”

“Le cose ritornano sempre”, ho detto. “Non è questo che insegnavi ai tuoi studenti?”

“Sì. Usavo le stelle come metafora, se non sbaglio.”

“La Ruota delle Stelle”, ho aggiunto.

Zelim ha sorriso debolmente. “La Ruota delle Stelle”, ha mormorato. “Era una bella idea.”

“È più che un’idea”, l’ho corretto. “È la verità.”

“Forse questa è un’esagerazione.”

“Ma tu ne sei la prova. Hai appena detto che i tuoi sentimenti per Passak sono ritornati.”

“Per l’ultima volta, credo”, ha replicato Zelim. “Ho concluso il mio ciclo e non tornerò più.”

“Cosa vuoi dire?”

“Quando l’Enfant cadrà — e cadrà, deve cadere — e tutti voi andrete là fuori, nel mondo, chiederò a Cesaria di porre fine alla mia esistenza. Ho vissuto come uomo e ho vissuto come spirito, e ora voglio che ci sia una fine a tutto questo.”

“Niente più resurrezioni?”

“Non per me. Penso che sia l’evoluzione naturale dopo l’androginia. Dall’assenza di sesso all’assenza di sé. Non vedo l’ora.”

“Non vedi l’ora di raggiungere l’oblio?”

“Non è la fine del mondo”, ha detto Zelim con una breve risata. “È solo la luce di un uomo che si spegne. E se non è una grande perdita per me, perché gli altri dovrebbero esserne turbati?”

“Io non sono turbato, sono solo confuso.”

“Da cosa?”

Sono rimasto a riflettere per un attimo prima di rispondere. “Credo che la vita in questa casa mi abbia abituato all’idea delle cose che continuano.”

“O che ritornano, come tuo padre.”

“Come?”

C’è stata una fluttuazione nei lineamenti di Zelim, e la sua calma socratica è scomparsa; d’improvviso, mi è sembrato ansioso. “Mi dispiace”, ha sospirato. “Non avrei dovuto.”

“Non scusarti”, gli ho detto. “Spiegati meglio.”

“Non posso. Mi dispiace. È stato fuori luogo.”

Zelim. Spiegati meglio.”

Lui si è voltato a guardare in dkezione della camera da letto di Cesaria. Aveva forse paura che lei potesse punirlo per la sua mancanza di discrezione? Tuttavia, quando mi ha guardato di nuovo, la sua agitazione era quasi scomparsa. Evidentemente, si era accertato che Cesaria fosse così lontana da non poterlo sentire.

“Non sono sicuro di poterti spiegare qualcosa riguardo a tuo padre”, ha detto. “Le spiegazioni e gli dèi tendono a escludersi a vicenda, giusto? Posso solo dirti cosa sento.”

“E cioè?”

Zelim ha tratto un profondo respiro e il suo corpo è diventato leggermente più concreto. “La vita di Cesaria qui è vuota. Completamente vuota. Lo so perché sono stato con lei giorno dopo giorno per Dio sa quanti anni. È un’esistenza vuota. Se ne sta alla finestra o dà da mangiare ai porcospini o poco altro. Esce solo quando uno degli animali muore, per seppellirlo.”

“Io non ho vissuto in modo molto diverso. So quanto può essere terribile.”

“Almeno tu avevi i tuoi libri. Lei non ama più leggere. Non sopporta la televisione né la musica registrata. Ricordati che è una donna che per un certo periodo della sua vita è stata al centro dell’attenzione in ogni grande città del mondo. L’ho vista nei suoi giorni di splendore, era l’essenza stessa della raffinatezza; la più corteggiata, la più adorata, la più emulata del mondo. Si diceva che quando lasciava una stanza, era come se in quella stanza qualcosa morisse…”

“Non capisco che cosa c’entri con Nicodemus.”

“Non trovi strano che lei sia rimasta qui?” ha detto Zelim. “Perché non ha distrutto questa casa? Avrebbe potuto farlo. Avrebbe potuto evocare una tempesta e spazzarla via. Sai che può evocare le tempeste.”

“Non gliel’ho mai visto fare ma…”

“Sì, invece. Era una delle sue tempeste quella che si è abbattuta la notte in cui tuo padre ha fatto accoppiare Dumuzzi.”

“Non lo sapevo.”

“Era arrabbiata perché Nicodemus mostrava più interesse per i suoi cavalli che per lei. Così Cesaria ha evocato una tempesta che ha devastato metà del paese. Penso che sperasse di uccidere gli animali. Comunque, il punto è questo: se volesse distruggere questa casa, potrebbe farlo in qualunque momento. Ma non vuole. Resta qui. Resta a guardare, in attesa.

“Forse ha deciso di risparmiare la casa per rispetto nei confronti di Jefferson. In fondo è il suo capolavoro.”

Zelim ha scosso la testa. “Sta aspettando tuo padre. Ne sono convinto. Pensa che tornerà.”

“Be’, farà meglio a tornare in fretta”, ho ribattuto. “Perché se i Geary arrivano qui non ci saranno più miracoli.”

“Ne sono consapevole. E credo che lo capisca anche lei. Dopo tutti questi anni di calma, la situazione sta precipitando. Questa faccenda di Cadmus Geary, per esempio. Una volta, Cesaria non si sarebbe mai presa il disturbo di interessarsi a un membro della famiglia Geary.”

“Che cosa gli farà?”