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Si fermò per un attimo in fondo alle scale, come per decidere da dove cominciare la sua blitzkrieg. Rachel si rese conto che Cesaria intendeva accettare l’offerta che le era stata fatta nella stanza di Cadmus di distruggere il palazzo, quando il grande specchio veneziano nell’atrio si staccò dalla parete e piombò a terra, andando in mille pezzi, seguito da tutto ciò che era appeso alle pareti, fino al quadro più piccolo e insignificante.

Rachel rimase immobile, atterrita da quell’esplosione di violenza, mentre Cesaria attraversava l’atrio, dirigendosi verso la sala. “Dovresti andartene”, disse una voce alle sue spalle.

Rachel si voltò. Loretta era ferma in cima alle scale.

“Non ci farà del male”, replicò lei, anche se non ne era del tutto sicura. Nella casa riecheggiarono altri schianti; Cesaria sicuramente stava distruggendo la sala. Forse quella donna non intendeva fare del male a nessuno, ma chi poteva pensare di essere al sicuro quando venivano scatenate forze caotiche come quelle?

“Te ne vai?” chiese Rachel a Loretta.

“No.”

“Allora non me ne vado neanch’io.”

“Non ti avvicinare a lei, Rachel. Quello che sta accadendo qui è al di là della nostra portata. Siamo solo piccoli esseri umani.”

“E con questo? Ci arrendiamo così?”

“Non abbiamo mai avuto una possibilità”, disse Loretta con voce incolore. “Lo capisco solo adesso. Non abbiamo mai avuto una possibilità.”

Ultimamente Rachel aveva assistito a eventi che avevano trasformato molte persone: Mitchell, Cadmus, Galilee, ma nessuno di quei cambiamenti l’aveva turbata quanto ciò che vedeva ora. Aveva sempre considerato Loretta forte come una roccia. Le era sempre sembrata così sicura di sé, così incrollabile. E ora, all’improvviso, era diventata una donna diversa. Anche se aveva sempre saputo che Cadmus non sarebbe vissuto a lungo e anche se era sempre stata certa che i Barbarossa non fossero comuni esseri umani, la dimostrazione di quei fatti l’aveva distrutta.

Sono più sola che mai, pensò Rachel. Non posso contare nemmeno su Loretta, adesso.

Il frastuono che proveniva dall’altra stanza si era affievolito, mentre parlavano, e ora era cessato del tutto. Possibile che Cesaria si fosse già stancata della sua furia e avesse deciso di andarsene? O stava solo riprendendo fiato per prepararsi a un altro assalto?

“Non preoccuparti per me”, sussurrò Rachel a Loretta. “So quello che faccio.”

Detto questo, imboccò il corridoio che portava alla sala.

Nove

1

L’attendeva uno spettacolo bizzarro. La stanza che Cadmus Geary aveva usato come suo rifugio personale era stata completamente distrutta come la camera da letto e l’atrio, ma due oggetti in particolare erano stati risparmiati: il grande quadro appeso alla parete e la poltrona di pelle. Era lì che Cesaria si era seduta per osservare il dipinto, al centro di una distesa di schegge di legno e vetri rotti. Il capolavoro di Bierstadt sembrava averla affascinata fino a farla sprofondare in una sorta di trance. Tuttavia non era così rapita dalla tela da non accorgersi della presenza di Rachel. Parlò senza voltarsi.

Sono andata a ovest… disse… molti, molti anni fa.

“Oh?”

Volevo trovare un posto dove stabilirmi. Dove costruire la mia casa.

“E lo hai trovato?”

No. Erano terre troppo sterili.

“Fin dove ti sei spinta?”

Fino alla Califomia. Mi piaceva la Califomia. Ma non sono riuscita a convincere Jefferson a raggiungermi lì.

“Chi era Jefferson?”

Il mio architetto. Era migliore come architetto che come presidente, devo dire. O come amante.

Quella conversazione stava diventando sempre più surreale, ma Rachel cercò di tenere a bada lo stupore. “Thomas Jefferson è stato il tuo amante?”

Per poco.

“È lui il padre di Galilee?”

No, non ho mai avuto un figlio da lui. Ma ho avuto la mia casa.

“Dove l’hai costruita alla fine?”

Cesaria non rispose. Si alzò dalla poltrona e si avvicinò al dipinto, indifferente alle schegge di ceramica e ai vetri rotti sotto i piedi nudi.

Ti piace questo quadro?, chiese a Rachel.

“Non particolarmente.”

Cos’ha che non va?

“Non mi piace, tutto qui.”

Cesaria si voltò a guardarla. Puoi fare di meglio, disse.

“È troppo ambizioso”, replicò Rachel. “Cerca davvero di essere qualcosa di straordinario ma alla fine è soltanto… molto grande.”

Hai ragione, considerò Cesaria tornando a osservare il Bierstadt. È troppo ambizioso. Ma è una caratteristica che mi piace. Mi commuove. E molto maschile.

“Troppo maschile”, aggiunse Rachel.

Niente lo è, ribatté Cesaria. Un uomo non sarà mai troppo uomo. E una donna non sarà mai troppo donna.

“Non è che tu ti sforzi molto”, disse Rachel.

Cesaria tornò a posare lo sguardo su di lei, un’espressione di sorpresa quasi comica sui suoi squisiti lineamenti. Dubiti della mia femminilità ?

Provocata, Rachel perse un po’ della sua sicurezza. Esitò, prima di cominciare a dire: “Di sopra…”

Pensi che la femminilità sia solo sospiri e compassione? Ora Cesaria sembrava molto meno divertita. Pensi che avrei dovuto sedermi al capezzale di quel bastardo per confortarlo? Questa non è femminilità. E solo servilismo. Se avessi voluto confortare moribondi, avresti fatto meglio a restare con i Geary. Ci saranno molti lutti per loro.

“Deve finire per forza in questo modo?”

Sì. Temo di sì. Parlavo sul serio quando ho detto a Cadmus che sono troppo vecchia e troppo stanca per impedire questa guerra. Tornò a studiare la tela. Alla fine abbiamo costruito la casa nel North Carolina. Thomas andava avanti e indietro da Monticello, che stava costruendo per sé. Ha impiegato quarant’anni per costruire quella casa e penso che non ne sia mai stato veramente soddisfatto. Ma amava l’Enfant perché sapeva quanto piacere mi dava. Volevo che fosse un luogo glorioso. Volevo riempirlo di oggetti meravigliosi, di sogni meravigliosi… Ascoltandola, Rachel non poté fare a meno di chiedersi se Cadmus e Kitty e in seguito Loretta non avessero provato qualcosa di simile per il palazzo a cui ora Cesaria aveva dichiarato la sua guerra personale. E adesso i Geary verranno, naturalmente, ed entreranno nella mia casa e vedranno quei sogni con i loro occhi. Sarà molto interessante vedere chi di loro sarà il più forte.

“Sembri molto fatalista al riguardo.”

E solo perché sapevo che sarebbe accaduto già molto tempo fa. Fin da quando Galilee se n’è andato, in fondo al mio cuore ho sempre saputo che sarebbe arrivato un momento in cui il mondo degli uomini sarebbe venuto a cercarci.

“Sai dove si trova Galilee?”

Dov’è sempre: in mare. Guardò di nuovo Rachel. È lui l’unica cosa di cui ti importa? Rispondi sinceramente.

“Sì. È lui l’unica cosa di cui mi importa.”

Sai che non potrà proteggerti, vero? Non è mai stato molto bravo in questo.

“Non ho bisogno di essere protetta.”

Tutti noi ne abbiamo bisogno, qualche volta, disse Cesaria con una punta di malinconia.