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“Per te no.”

“No, infatti. Posso farlo se devo, se ho accettato di farlo, ma non mi piace. Mio padre era come me. Gli piaceva il sesso. Quella era la sua più grande ossessione. Nemmeno l’amore. Il sesso. Scopare. Ho visto qualcuno dei suoi templi, e devo dirti che erano davvero spettacolari. Statue di mio padre che si mostrava orgogliosamente. A volte anche solo una statua del suo cazzo.”

“Così l’hai ereditato da lui”, disse Rachel.

“Il cazzo?”

“L’amore per il sesso.”

Galilee scosse la testa. “Non sono un grande amante. Non come lui. Potrei stare in mare per mesi senza pensare al sesso.” Sorrise. “Naturalmente, quando sono con qualcuno, be’, questa è un’altra storia.”

“No”, ribatté Rachel. “È la stessa storia.” Lui si accigliò, perplesso. “Racconti sempre la stessa storia”, continuò lei, “sul tuo paese inventato…”

“Come lo sai?”

“Perché l’ho riconosciuto quando l’ho sentito descrivere.”

“E da chi? Da Loretta?”

“No.”

“Da chi allora?”

“Da una delle tue vecchie conquiste”, rispose Rachel. “Il capitano Holt.”

“Oh…” disse Galilee dolcemente. “Come hai saputo di Charles?”

“Dal suo diario.”

“Esiste ancora, anche dopo tutti questi anni?”

“Sì. Mitchell me lo ha portato via. Ma penso che adesso sia nelle mani di suo fratello.”

“Questo è davvero un guaio.”

“Perché?”

“Perché penso che descriva il modo per arrivare all’Enfant. Lo avevo spiegato a Charles e lui deve averlo trascritto.”

“Perché lo hai fatto?”

“Perché ero malato e temevo che avrei perso i sensi prima che potessimo arrivarci. Sarebbero morti cercando di trovare l’entrata senza il mio aiuto.”

“Quindi adesso Garrison sa come arrivare alla casa di tua madre?” chiese Rachel.

Galilee annuì. “Be’, adesso non possiamo farci niente. Hai letto tutto il diario?”

“Gran parte, ma non tutto.”

“Però sai come ci siamo conosciuti? Come Nub ha portato da me Charles?”

“Sì.” La mente di Rachel fu attraversata da un turbinio di immagini: il campo di battaglia di Bentonville, il bambino fantasma sul cavallo di Holt, le rovine di Charleston, gli orrori del giardino della casa di Tradd Street. Aveva visto così tanto attraverso gli occhi di Holt. “Scriveva bene.”

“Sarebbe voluto diventare un poeta, da ragazzo”, osservò Galilee. “Sei libera di non crederci ma parlava proprio come scriveva. Il modo in cui le frasi gli uscivano dalle labbra; era bellissimo ascoltarlo.”

“Lo amavi?”

Galilee sembrò sorpreso da quella domanda ma poi rispose: “Immagino di sì, in un certo senso. Aveva un animo nobile. O almeno lo aveva avuto. Quando l’ho conosciuto, ormai era così triste. Aveva perso tutto”.

“Ma ha trovato te.”

“Ma non ero abbastanza”, aggiunse Galilee. “Non potevo essere sua moglie e i suoi figli e tutte le cose che aveva avuto prima della guerra. Anche se… forse immaginavo dì poterlo essere. Credo che sia sempre stato il mio grande errore. Voglio fare regali. Voglio rendere la gente felice. Ma non c’è mai un lieto fine.”

“Perché no?”

“Perché non posso dare agli altri ciò che vogliono davvero. Non posso dare loro la vita. Prima o poi muoiono, e la morte non è mai bella. Per nessuno. Anche quando sono in agonia, vogliono ancora qualche minuto, ancora qualche secondo…”

“Che cosa ne è stato di Holt?”

“È morto all’Enfant. È sepolto là.” Sospirò. “Non avrei mai dovuto permettere a lui e a Nub di riportarmi a casa. È stato uno sbaglio terribile. Ero stato via così a lungo. Ma ero ferito. Ero sfinito. Avevo bisogno di un luogo in cui potermi curare.”

“Come ti eri ferito?”

“Sono stato sciocco. Pensavo di essere intoccabile… e non lo ero.” Si portò una mano al volto, cercando le cicatrici che aveva sulla fronte e sulla testa, toccandole con delicatezza come se le stesse leggendo: il Braille di sofferenze passate. “C’era una donna di nome Katherine Morrow. Era una delle mie… come dire, concubine? Era stata la tipica vergine del Sud finché non è venuta a stare da me. Solo allora ha mostrato i suoi veri sentimenti. Era una donna che non conosceva la vergogna. Faceva tutto ciò che le veniva in mente. Ma aveva due fratelli che erano sopravvissuti alla guerra, e quando sono tornati a casa a Charleston sono venuti a cercarla. Quella notte ero ubriaco. Lo ero quasi tutte le notti, ma quella notte ero talmente ubriaco che non mi sono reso conto di cosa mi stava succedendo finché non mi sono ritrovato in strada, circondato da una decina di uomini — i fratelli di Katherine e i loro amici — che hanno cominciato a picchiarmi. Non solo perché avevo sedotto la ragazza. Ero un negro, e loro erano pieni di odio perché quella primavera in America tutti i negri erano liberi e a loro quel fatto non piaceva. Era la fine del loro mondo, così mi hanno picchiato e picchiato e io ero troppo pieno di alcool e di disperazione per fermarli.”

“Come mai non ti hanno ucciso?”

“Nickelberry ha sparato ai fratelli di Katherine. È arrivato con due pistole — mi sembra ancora di vederlo — e ha fatto fuoco. Bang! Bang! E poi è arrivato anche Charles e ha detto che avrebbe fatto altrettanto al primo che avesse osato toccarmi. A quel punto gli altri sono scappati. E Charles e Nub mi hanno preso e mi hanno portato via.”

“All’Enfant.”

“Sì.”

“Che cosa è successo alla gente con cui eri stato nel tuo…”

“Palazzo del piacere? Non ne ho idea. Sono tornato a cercarli a Charleston qualche anno dopo. Ma ciascuno era andato per la sua strada. Ho saputo che la signorina Morrow si era trasferita in Europa. Ma gli altri… ?” Scrollò le spalle. “Così tanta gente era andata e venuta nel corso degli anni, così tante facce. Ma non ne ho dimenticata neanche una. A volte le sogno e ho la sensazione che se aprissi gli occhi loro sarebbero lì con me.” Abbassò la voce. “E magari, potrebbero…”

Si fermò per un attimo, poi si alzò in piedi. “Il fuoco è troppo caldo”, disse. “Ti va di fare due passi?”

3

Camminarono insieme lungo la spiaggia. Non si tennero per mano come avevano fatto il giorno in cui lui l’aveva portata a vedere la Samarcanda ma rimasero a un certa distanza l’uno dall’altra. Lui era così indifeso adesso, e Rachel aveva paura di fargli male anche solo toccandolo.

Galilee continuò a parlare, ma nell’oscurità perse il filo di ciò che le stava raccontando, e le offrì solo frammenti, osservazioni disordinate su com’era stata la sua vita in quei giorni lontani. Qualche accenno al fatto che il suo ritorno a casa aveva scatenato una serie di catastrofi. I cavalli che avevano ucciso suo padre; sua sorella Marietta che lo aveva protetto dalla furia di Cesaria; gli impacchi e le pillole di sua sorella Zabrina che lo avevano guarito. Rachel non fece domande. Lasciò che la mente di Galilee vagasse e che le sue labbra raccontassero.

Anche se Galilee non ha cercato di giustificarsi in alcun modo, penso, per amore della verità, di dover aggiungere qualche osservazione. Benché mio fratello si sia preso la colpa di ogni peccato commesso all’Enfant in quei cupi giorni, le cose sono andate diversamente. Non è stata colpa sua se ho lasciato Chiyojo a Nicodemus; non è stata colpa sua se la rabbia implacabile di Cesaria si è scatenata; non è stata colpa sua se il suo amico Charles Holt si è tolto la vita.

Ma Galilee è stato responsabile di qualcosa a cui non ha accennato nel suo racconto. Quando lui, Holt e Nickelberry sono entrati all’Enfant, qualcuno li ha seguiti. I loro inseguitori non erano comuni banditi: erano un gruppo di uomini guidato da Benjamin Morrow, il padre di Katherine, che aveva appena perso entrambi i figli. Era vecchio per gli standard dell’epoca, aveva più di sessant’anni e forse è stata l’età a renderlo più cauto e più astuto di quanto non sarebbe stato un ragazzo. Anche se lui e la sua banda di charlestoniani timorati di Dio si erano spesso avvicinati alle loro prede mentre viaggiavano verso nord, Morrow aveva sempre rimandato l’attacco. Voleva arrivare al cuore del potere profano che aveva sconvolto la sua amata Katherine al punto di trasformarla nella puttana di quel negro di nome Galilee. La sua prudenza e la sua curiosità avevano salvato la sua vita e quella dei suoi uomini. Seguendo i passi delle loro prede, avevano inconsapevolmente evitato quelle trappole che li avrebbero uccisi se avessero cercato di entrare da soli all’Enfant. Ma quando Cesaria ha avvertito la presenza degli intrusi, è calata su di loro come una furia.