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Dette quelle parole, il senatore se ne andò, insieme a sua moglie e al suo entourage. Garrison fece per seguirlo, ma Margie lo trattenne.

“Non osare fare una cosa simile”, gli intimò. “O gli dirò che una volta lo hai definito uno stronzo senza spina dorsale.”

“Sei spregevole”, disse Garrison.

“No. Tu sei spregevole. Io sono solo una patetica ubriacona. Vuoi accompagnarmi in casa prima che cominci con qualcun altro?”

2

Rachel non venne a sapere della conversazione di Margie con l’uomo di Washington fino a dopo la luna di miele, quando proprio Margie le raccontò l’accaduto. Ma Rachel fu al centro della seconda delle tre importanti discussioni di quel pomeriggio.

Accadde così: verso sera, Loretta andò da lei e le chiese di portare sua madre e sua sorella a conoscere Cadmus, che sarebbe partito quanto prima. Il vecchio si era unito ai festeggiamenti solo per il taglio della torta: era stato portato in giardino sulla sedia a rotelle e aveva fatto un breve ma sentito brindisi alla salute degli sposi. Poi era stato accompagnato in una zona ombrosa sul retro della casa, dove sarebbe stato più facile controllare il flusso costante delle persone che volevano rendergli omaggio. A quanto pareva, Cadmus aveva chiesto espressamente di conoscere la famiglia di Rachel già nel primo pomeriggio, ma solo adesso, alle nove di sera, la lunga coda di persone ansiose di stringergli la mano cominciava a diminuire. Era molto stanco, disse Loretta, avrebbero potuto intrattenersi con lui solo per pochi minuti.

Per la verità, secondo Rachel, Cadmus sembrava molto più in forze del giorno della sua festa di compleanno: era piuttosto in forma per essere un uomo di novantasei anni. Il suo volto era ancora bello, di una bellezza di altri tempi; invecchiando aveva assunto una sorta di grandeur scheletrica, la pelle così abbronzata da sembrare legno antico, gli occhi, infossati nelle orbite, simili a luccicanti pietre preziose. Parlava lentamente, con voce strascicata di tanto in tanto, ma aveva ancora più carisma di gran parte degli uomini presenti alla festa che avevano un quarto dei suoi anni, e sapeva benissimo come farne uso per impressionare l’altro sesso. Secondo Rachel, sembrava una vecchio divo del cinema, così adorato ai suoi tempi da credere ancora nella sua stessa magia. E quello era l’elemento più importante: la convinzione. Il resto erano soltanto ornamenti.

Loretta fece le presentazioni, poi tornò alla festa, lasciando re Cadmus in compagnia della sua corte.

“Volevo dirti quanto sono orgoglioso”, disse a Rachel, “di accogliere te, tua madre e tua sorella nella nostra famiglia. Se me lo concedete, vi trovo tutte veramente adorabili.” Cadmus passò il bicchiere di brandy che stava bevendo alla donna (un’infermiera, pensò Rachel) in piedi accanto alla sua sedia a rotelle, e prese la mano della sposa. “Devi perdonarmi, ho le dita gelate”, continuò. “La mia circolazione non è più quella di una volta. So quanto tu e Mitchell vi amate, e devo dirti che, secondo me, mio nipote è il più fortunato degli uomini. Ci sono così tante persone…” Si fermò per un attimo socchiudendo le palpebre. Poi trasse un profondo respiro, come se stesse attingendo a qualche riserva di energia sepolta, e quell’istante di fragilità passò. “Scusatemi”, proseguì. “Ci sono così tante persone, sai, che nella vita non proveranno mai il sentimento profondo che c’è tra te e Mitchell. Io l’ho provato una sola volta in vita mia.” Fece un breve sorriso malinconico. “Purtroppo, non è stato per nessuna delle due donne che ho sposato.” Rachel sentì Deanne alle sue spalle trattenere una risata. Si voltò a guardarla, accigliata, ma Cadmus non aveva perso il senso dell’umorismo. Il suo sorriso si allargò in un sogghigno malizioso. “In effetti, mia cara Rachel, tu somigli in modo straordinario alla signora che ho adorato. Così tanto che quando ti ho vista per la prima volta, ho pensato: io e Mitchell abbiamo gli stessi gusti in fatto di bellezza.”

“Posso chiederle chi era quella donna?” gli domandò Rachel.

“Sarò lieto di dirtelo. Anzi, farò di più. Verresti a trovarmi a casa la prossima settimana?”

“Naturalmente.”

“Ti mostrerò la donna che ho amato”, disse Cadmus a Rachel. “Sullo schermo, dove il tempo non può toccarla. E neanch’io, temo…”

“Non vedo l’ora.”

“Neanch’io…” sussurrò con voce più debole, adesso. “Bene, suppongo che ora dovrei lasciarvi tornare alla festa.”

“È stato un vero piacere conoscerla”, disse Sherrie.

“Il piacere è tutto mio”, rispose Cadmus. “Credetemi. Il piacere è tutto mio.”

“Non ci sono più uomini come lui”, commentò Sherrie mentre si allontanavano.

“Sembra che ti abbia davvero colpita”, disse Deanne.

“Ti dirò”, rispose sua madre, voltandosi a guardare Rachel, “se Mitchell è la metà dell’uomo che è Cadmus, non avrai niente di cui lamentarti.”

Otto

1

Il terzo e ultimo avvenimento di cui ho intenzione di parlarvi si verificò diverse ore dopo il tramonto, e fu l’unico che avrebbe potuto rovinare la gioia di quel giorno.

Lasciate che innanzitutto vi descriva la scena. La sera, come ho già detto, era dolce, e benché il numero degli ospiti lentamente fosse diminuito, molti si trattennero più a lungo del previsto a bere, a chiacchierare e a ballare. Anche se verso le nove e trenta il cielo prese a rannuvolarsi a nord-est, le lanterne appese agli alberi compensarono la mancanza di stelle; era come se ogni pianta avesse prodotto frutti luminosi che ondeggiavano dai rami. Era il momento adatto per sussurrare parole d’amore e, tra gli invitati più anziani, per rinnovare voti e fare nuove promesse. Sarò più gentile; sarò più premurosa; mi prenderò cura di te come facevo quando eravamo sposati da poco.

Nessuno si accorse di essere spiato. I controlli del servizio di sicurezza erano stati rigidissimi, ma ora che gran parte degli invitati più importanti avevano già lasciato la festa, l’attenzione delle guardie si era attenuata. Così nessuno notò i due fotografi che erano riusciti a scavalcare il muro a est della casa. I due non trovarono niente che i loro direttori avrebbero considerato interessante. Qualche ubriaco addormentato in giardino, ma niente di importante. Delusi, cominciarono ad aggirarsi per la festa nascondendo le macchine fotografiche sotto la giacca, finché non arrivarono al limitare della pista da ballo. Lì, decisero di dividersi.

Uno dei due — un uomo di nome Buckminster — si diresse al tendone principale, sperando di trovarvi almeno una celebrità in sovrappeso intenta a ingozzarsi. Il suo compagno, Penaloza, attraversò la pista da ballo, incamminandosi verso gli alberi.

Penaloza non vide nulla di promettente. Conosceva alla perfezione le regole sordide del suo mestiere. I lettori della rivista a cui sperava di vendere le sue fotografìe volevano solo vedere qualcuno di famoso commettere almeno uno — se non più d’uno — dei peccati capitali. La gola andava bene, l’avarizia anche; la lussuria e l’ira erano fantastiche. Ma lì non stava accadendo nulla di particolarmente peccaminoso, e Penaloza aveva deciso di provare a entrare in casa quando sentì la risata di una donna, poco lontano da lui. In quel suono c’era una certa misura di disagio che attirò subito la sua attenzione.

La risata risuonò ancora, e questa volta Penaloza riuscì a individuarne la fonte. E, oh mio Dio, poteva credere ai suoi occhi? Poco più in là, sotto un albero, c’erano Meredith Bryson, la figlia del senatore Bryson, ubriaca, con la camicetta slacciata e un’altra donna che le premeva il viso contro i seni.