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“E chi dovrà decidere?”

“Non ne ho idea”, rise Margie. “Soprattutto adesso che Loretta ha tolto di mezzo metà del consiglio di amministrazione. Suppongo che alla fine bisognerà vedere da che parte starà Mitchell, se con Garrison o con sua nonna.”

“Sembra tutto così antiquato.”

“Oh, è molto di più, è decisamente feudale”, la corresse Margie. “Ma è questo il sistema che ha instaurato il vecchio quando si è ritirato: tenere tutto il potere nelle mani della famiglia.”

“Cadmus ha voce in capitolo?”

“Oh, sicuro. Che tu ci creda o no, manda ancora dei memo a Garrison.”

“E dice cose sensate?”

“A seconda delle medicine che prende. L’ultima volta che l’ho visto stava praticamente volando. Parlava di cose successe cinquant’anni fa. Non credo che mi abbia riconosciuta. Comunque, secondo Garrison, ci sono giorni in cui è ancora lucidissimo.” Margie si fece più pensosa. “Sinceramente trovo che sia molto triste, è vecchio e non riesce a lasciar andare il suo piccolo impero.”

“Non è questo che lo tiene in vita?” chiese Rachel.

“Be’, comunque è patetico”, commentò Margie. “Ma sono fatti così. Sono drogati di potere.”

“Inclusa Loretta?”

“Specialmente Loretta. Non ha niente di meglio da fare.”

“Non è troppo vecchia per risposarsi, una volta che sarà morto Cadmus.”

“Le converrebbe prendersi un amante”, disse Margie. Con un’espressione maliziosa, aggiunse: “Ti fa sentire bene, sai?”

“Mi stai dicendo…” Rachel sorrise. “Hai un amante?”

“E chi non ne ha uno oggigiorno?” Margie scoppiò a ridere. “Si chiama Danny. Non è certo l’uomo della mia vita ma è una magnifica distrazione in un triste pomeriggio d’inverno.”

“E Garrison lo sa?”

“Be’, non ne abbiamo parlato da persone civili, se è questo che vuoi sapere, ma lo sa. Insomma, sono sei anni che io e Garrison non andiamo a letto insieme, se si esclude una notte particolarmente disgraziata dopo lo stramaledetto party di compleanno per Cadmus. A parte questo, lui va per la sua strada e io per la mia. È meglio così.”

“Capisco.”

“Sei sconvolta? Oh, ti prego, dimmi che sei sconvolta.”

“No. Sto solo pensando.”

“A cosa?”

“Be’… la ragione per cui ti ho chiesto di venire qui è che ho deciso di lasciare Mitchell.” Non era facile zittire Margie, ma Rachel con quell’ultima affermazioni ci riuscì. “È la cosa migliore”, aggiunse.

“Mitchell è d’accordo?”

“Non lo sa ancora.”

“E di preciso quando hai intenzione di dirglielo, tesoro?”

“Quando avrò le idee più chiare.”

“Sei sicura che non sia meglio fare come ho fatto io? Ci sono un sacco di baristi carini a New York.”

“Io non voglio un barman”, disse Rachel. “Con tutti il rispetto per… come si chiama?”

“Daniel”, sogghignò Margie.

“Con tutto il rispetto per Daniel, non è quello che sto cercando.”

“Com’era Mitchell a letto?”

“Non ho abbastanza esperienza per giudicare.”

“Mettiamola così: è stata un’esperienza irripetibile?”

“No.”

“E non vuoi nemmeno un barman. Che cosa vuoi allora?”

“Bella domanda”, disse Rachel.

Chiuse gli occhi per non lasciarsi distrarre dall’espressione perplessa di Margie. “Credo… forse voglio solo essere più appassionata.”

“Per quanto riguarda Mitchell?”

“Per quanto riguarda… alzarsi dal letto la mattina.” Riaprì gli occhi. Margie la stava scrutando, come se stesse cercando di decidere qualcosa.

“A cosa pensi?” le domandò Rachel.

“Solo che è facile parlare di passione, tesoro. Ma se arrivasse davvero — e parlo di autentica passione, non di robaccia da soap opera — cambierebbe tutta la tua vita. Te ne rendi conto? Cambierebbe tutto.

“Credo di essere pronta per questo.”

“E così, hai deciso di rinunciare definitivamente a Mitchell?”

“Sì.”

“Non ti concederà il divorzio tanto facilmente.”

“Può essere. Ma sono sicura che non vorrà attirare troppo l’attenzione. E nemmeno io lo voglio. Voglio solo vivere la mia vita il più lontano possibile dai Geary.”

“E se potessi avere entrambe le cose?”

“Non ti seguo.”

“Se potessi avere tutta la passione che puoi sopportare senza però perdere lo stile di vita dei Geary? Nessun divorzio; nessun giudice che esamina i vostri panni sporchi.”

“Non vedo come sia possibile.”

“Può accadere solo se prometti di rimanere con Mitchell. So che ha messo gli occhi su un posto al Congresso e non vuole ombre nella sua vita privata. Se lo aiuterai ad apparire come una specie di santo, forse chiuderà un occhio quando vorrai avere un’avventura.”

“Detto così sembra tutto molto civile.”

“E perché non dovrebbe esserlo?” disse Margie. “Sempre che lui non decida di diventare geloso. In quel caso… be’, potresti essere costretta a ragionarci. Ma sei abbastanza intelligente per riuscirci.”

“E dove troverò la mia avventura?”

“Di questo parleremo più tardi”, rispose Margie con un sorrisetto. “Prima devi decidere cosa vuoi fare, tesoro. Ma lascia che ti rammenti una cosa. Io ho provato ad andarmene, ci ho provato e riprovato. E, credimi, c’è un mondo crudele là fuori.”

3

Paradossalmente fu proprio quell’ultima affermazione a convincere Rachel che avrebbe dovuto andarsene. E anche se davvero ci fosse stato un mondo crudele là fuori? In quel mondo era riuscita a sopravvivere per i primi ventisette anni della sua vita senza i Geary. Avrebbe potuto farcela di nuovo.

Quando, alla fine, verso mezzogiorno, Margie si alzò e finì il suo primo Bloody Mary della giornata, Rachel le spiegò che aveva pensato e ripensato a tutto e aveva deciso di andare in macchina nell’Ohio. Quel lungo viaggio le avrebbe dato tempo per riflettere; tempo per capire che cosa voleva veramente.

“Vuoi che Mitchell sappia dove sei diretta?” domandò Margie.

“Preferirei di no.”

“Allora io non gli dirò niente”, promise Margie senza scomporsi. “Quando parti?”

“Ho già fatto le valigie. Volevo solo salutarti.”

“Oh, Signore. Certo che non perdi tempo. Comunque potrebbe essere la cosa migliore.” Margie aprì le braccia. “Lo sai che ti voglio bene, vero?”

“Sì, lo so”, rispose Rachel, abbracciandola forte.

“Quindi fa’ attenzione”, le raccomandò Margie. “Non caricare nessun autostoppista solo perché ha un culo carino. E non fermarti in motel pidocchiosi. C’è un sacco di gente strana in giro.”

E così ebbe inizio il suo viaggio verso casa. Le ci vollero quattro giorni e tre notti, e dovette fermarsi nonostante le raccomandazioni di Margie in un paio di motel tutt’altro che raccomandabili, lungo la strada. Anche se aveva pensato che il viaggio le avrebbe dato tempo per riflettere, la sua mente non voleva essere turbata dai problemi. Vagò, concentrandosi solo su questioni pratiche come mangiare e scegliere la strada migliore. Dopo due anni di limousine con chauffeur era bello trovarsi di nuovo dietro al volante, accendere la radio e cantare vecchie canzoni.

Ma quando raggiunse l’Ohio e si trovò a un paio d’ore di strada da Dansky, il suo buon umore cominciò a scemare. L’aspettavano momenti difficili. Cosa avrebbe detto se la gente le avesse chiesto come andava la vita nel grembo del lusso? Che cosa avrebbe detto se le avessero chiesto di Mitchell, del suo bellissimo marito che tra tutte le donne aveva scelto proprio lei? Oh Dio, che cosa avrebbe detto? Che tutto era andato in rovina e che ora stava scappando? Che dopotutto non lo amava? Che lui era un ipocrita e che tutto il suo dannato mondo era solo un vuoto spettacolo che non valeva niente? Non le avrebbero creduto. Come poteva lamentarsi, avrebbero chiesto, quando aveva così tanto? Quando lei viveva una vita da sogno e loro abitavano ancora in modeste case preoccupandosi del mutuo e del costo di un nuovo paio di scarpe da ginnastica per i bambini?