“Ascolta, lasciamo perdere. Ho cose molto più importanti a cui pensare di Lucy fottuta Cheever.” Bevve metà del suo bicchiere di latte. “Voglio sapere dov’è Rachel.”
“Tornerà. Non preoccuparti.”
“E se non dovesse tornare?”
“Tornerà. Non ha scelta.”
“Invece sì. Potrebbe decidere per la separazione.”
“Sì, potrebbe. Sarebbe stupido ma potrebbe.” Trasse qualche boccata di fumo. “Sa qualcosa che non dovrebbe sapere?”
“Da me non ha saputo niente.”
“Cosa vuoi dire?”
“Voglio dire che parla spesso con Margie. Chissà di cosa diavolo hanno discusso.”
“Margie sa tenere la bocca chiusa.”
“Forse quando è sobria.”
“Hai fatto firmare a Rachel un accordo prematrimoniale?”
“No.”
“E perché cazzo non lo hai fatto?”
“Non alzare la voce.”
“Ho detto a Cecil di farglielo firmare.”
“E io l’ho convinto che non era necessario”, ribatté Mitchell. Garrison sbuffò per l’assurdità della cosa. “Non volevo darle l’idea che fosse una specie di contratto d’affari. Cristo santo, ero innamorato di lei. Lo sono ancora.”
“Allora faresti meglio ad assicurarti che tenga la bocca chiusa.”
“Lo so”, disse Mitchell.
“Be’, se lo sai, perché cazzo non le hai fatto firmare l’accordo prematrimoniale?” Si sporse sul tavolo e afferrò il braccio di Mitchell. “Parliamoci chiaro. Se dovesse provare a parlare con qualcuno dei nostri affari, dei nostri affari di famiglia, dovrò riportarla all’ordine.”
“Non sarà necessario.”
“Come fai a saperlo? Non sai nemmeno dov’è, in questo momento. Per quanto ne sai, potrebbe essere a cena con qualche giornalista figlio di puttana.” Mitchell scosse la testa. “Parlo sul serio”, insistette Garrison. “Non mi dispiace andarci pesante se pensi che ci sia una possibilità di ricucire lo strappo.”
“Non è questione di ricucire uno strappo. Abbiamo attraversato un periodo difficile, ma non è una cosa definitiva.”
“Certo, certo…” disse Garrison in tono stanco, come se stesse ascoltando da ore i tentativi di Mitchell di convincersi della lealtà di Rachel. “Continua pure a ripeterti quello che vuoi.”
“L’ho sposata perché provo qualcosa per lei. E i miei sentimenti non sono affatto cambiati.”
“Ma cambieranno”, replicò Garrison, facendo un cenno al signor Ko, “credimi, cambieranno.”
2
Mitchell scoprì di essere molto più affamato di quanto avesse previsto. Il cibo era ottimo, anche se Garrison era in grado di tollerare piatti ben più speziati di quelli ordinati da Mitchell. Due volte durante la cena, spinse Mitchell a provare una forchettata di qualcosa che stava mangiando, lasciandolo senza fiato, con suo grande divertimento.
“Dovrò cominciare a educare il tuo palato”, disse.
“È un po’ troppo tardi per questo.” Garrison sollevò gli occhi dal piatto, le lenti degli occhiali leggermente annebbiate.
“Non è mai troppo tardi”, disse.
“E questo cosa significa?”
“Hai sempre avuto uno stomaco più delicato del mio. Ma questo è un fatto che deve cambiare. Per il bene di tutti noi.” Garrison posò la forchetta e prese il bicchiere di vino. “Sapevi che Loretta va da un astrologo?”
“Sì, Cadmus un giorno me ne ha parlato. Ma che cos’ha a che fare con tutto il resto?”
“Domenica scorsa, Loretta mi ha telefonato. Voleva vedermi. Il prima possibile. Era appena stata a trovare quel suo astrologo che l’aveva sommersa di cattive notizie.”
“E su cosa, Cristo Santo?”
“Su di noi. Sulla famiglia.”
“Che cos’ha detto?”
“Che le nostre vite stanno per cambiare, e che la cosa non ci piacerà.” Garrison si rigirò il bicchiere tra le mani, fissando un punto imprecisato alle spalle del fratello. “Non ci piacerà affatto.”
Mitchell alzò gli occhi al cielo. “Ma perché diavolo Loretta spreca i suoi soldi con queste stronzate?”
“Aspetta. C’è dell’altro. Il primo segno di questo”, Garrison fece una pausa in cerca della parola adatta “… grande cambiamento sarà che uno di noi perderà sua moglie.” Il suo sguardo tornò a fissarsi su Mitchell. “E a te è appena successo.”
“Tornerà.”
“Ne sei davvero convinto, vedo. Ma il punto è che se n’è andata, e non importa se tornerà o meno.”
“Mi stai dicendo che credi a quello che ha detto quel tizio?”
“Non ho ancora finito. Ha detto che un altro segno avrà a che fare con un uomo che viene dal mare.”
Mitchell sospirò. “Sciocchezze. Probabilmente Loretta gli ha detto qualcosa della situazione… e lui l’ha rimasticata e gliel’ha ripetuta come se fosse stata una sua scoperta.”
“Può darsi”, borbottò Garrison.
“Be’, qual è l’alternativa?” disse Mitchell, irritato. “Che questo testa di cazzo abbia ragione e siamo sull’orlo del disastro?”
“Già”, rispose Garrison. “Questa è l’alternativa.”
“Io preferisco la mia versione.”
Garrison sorseggiò il vino. “Come ti ho già detto…” mormorò, “hai sempre avuto lo stomaco delicato.”
“E questo cosa vorrebbe dire?”
Garrison sorrise. “Che non vuoi nemmeno prendere in considerazione la possibilità che stia succedendo qualcosa su cui dovremmo riflettere seriamente. Forse tutto sta davvero andando in pezzi.”
Mitchell sollevò le mani in un gesto di resa. “Non posso credere che stiamo davvero facendo questa conversazione. Che tu, proprio tu, stia dicendo queste cose. Sei sempre stato il più razionale di noi.”
“E guarda come mi sono ridotto”, ringhiò Garrison.
“A me sembra che tu stia benissimo.”
“Gesù.” Garrison scosse la testa. “Questo ti dà la misura di quanto ci comprendiamo l’un l’altro. Io mastico antidepressivi come se fossero caramelle, Mitch. Vado dall’analista quattro volte alla settimana. La vista di mia moglie nuda mi fa venire da vomitare. Rendo l’idea?” Abbassò gli occhi sul vino. “In realtà non dovrei nemmeno bere alcolici. Non con gli antidepressivi. Ma in questo momento non me ne frega un cazzo.” Fece una pausa, poi domandò: “Vuoi qualcos’altro da mangiare?”
“No, grazie.”
“Mi auguro che tu abbia ancora un po’ di posto per un gelato. Bisogna permettersi certi piaceri infantili, di tanto in tanto. Sono terapeutici.”
“Mi stanno venendo le maniglie dell’amore.”
“Non c’è una donna su tutto il fottuto pianeta che ti sbatterà fuori dal suo letto solo perché ti è venuto il culo grasso. Mangia un po’ di gelato.”
“Non cambiare argomento. Stavamo parlando dei tuoi cocktail di alcool e pillole.”
“No, stavamo parlando del fatto che sto impazzendo, perché restare sano di mente non mi è stato di alcun fottutissimo aiuto.”
“E allora impazzisci”, disse Mitchell. “Non me ne frega niente. Presentati nudo alla prossima riunione del consiglio. Licenzia qualcuno. Assumi dei sordomuti. Fai esattamente il cazzo che ti pare, ma non metterti ad ascoltare le stronzate di un dannato astrologo.”
“Stava parlando di Galilee, Mitch.”
“Un uomo venuto dal mare!? Potrebbe essere chiunque.”
“Ma non era chiunque. Parlava di lui. Di Galilee.”
“Credo che sarebbe meglio interrompere questa conversazione”, disse Mitchell.
“Perché?”
“Perché non stiamo arrivando da nessuna parte, e io comincio ad annoiarmi.”