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«Posso tenere a bada il professor McDermott. È solo un grosso spaccone.»

«White River Junction» rifletté Stoner. «Forse dovresti portare un paio di sci, la prossima volta.»

«Non saremo più qui la stagione invernale, a quanto dice il professor McDermott.»

«Cosa?»

«Ha detto che tra qualche settimana tutto il personale dell’osservatorio verrà trasferito a sud.»

«Me compreso?»

Lei annuì. «E ci sarò anch’io. Verrò con voi.»

«Dove?»

«Non l’ha detto. Ha detto solo che il clima non sarà troppo freddo.»

«Green Bank?» si chiese Stoner. «No, tra le colline della Virginia ovest fa freddo come qui. Arecibo non può essere. Nemmeno Big Mac riuscirebbe a far sloggiare Drake e Sagan.»

«Come ci si sente a fare l’astronauta?» chiese Jo.

Lui restò sorpreso dal cambiamento improvviso d’argomento. «Eh? Io non ero un vero astronauta… non uno di quelli che salgono su un razzo e via. Mi hanno usato come specialista per la costruzione. Mi hanno portato in orbita e ho dato una mano a mettere assieme Big Eye.»

«Però sei stato nello spazio per mesi, no?»

Una scrollata di spalle, «Sì. E appena il telescopio è entrato in funzione, la NASA ha deciso che non le serviva più un costoso astrofisico che non aveva più niente da costruire. Così mi hanno messo nella riserva. Allontanato. Licenziato. Fregato.»

«E poi sei venuto all’osservatorio?»

«Sì.»

«E la tua famiglia? Dov’è?»

“Mi sta facendo il terzo grado” si disse Stoner, anche se sapeva già che prima o poi quella domanda sarebbe arrivata.

«Mia moglie ha portato i nostri figli dai suoi, a Palo Alto» rispose. «Lo stesso giorno in cui ho saputo di essere stato licenziato, tra l’altro. Una semplice coincidenza; tempismo poetico. Erano anni che non andavamo più d’accordo.»

«Quanti anni…?»

«Quindici e dodici» disse lui, automaticamente. «Il ragazzo è il maggiore. Non li vedo più. L’ultima volta che sono stato a Palo Alto non sono nemmeno usciti a salutarmi. Cambiamo argomento.»

Jo se lo strinse addosso, lo baciò. «Mi spiace» disse dolcemente. «Devi soffrire molto.»

«Probabilmente dovrei. Ma più che altro mi sento come stordito.»

«Stai soffocando il dolore.»

«Col lavoro. Giusto. Il lavoro viene per primo. Doris ha sempre detto che era così, e aveva ragione.»

«E adesso?»

«Adesso ho fatto la più grossa scoperta di tutta la storia. Nient’altro importa. Io “dimostrerò” che abbiamo trovato un’intelligenza extraterrestre. Big Mac o la marina o chiunque altro possono fare quello che vogliono… Io lo dimostrerò al mondo.»

Jo appoggiò la testa alla spalla di lui, gli carezzò a lungo, languidamente, la schiena con le dita.

«Sei così sicuro di te» disse in un sussurro. «Lo sai che sei identico a me? Noi due siamo della stessa stoffa.»

«A te? Scherzi.»

«Anch’io voglio che si accorgano di me, Keith. Voglio “essere” qualcuno. Voglio che il mondo intero sappia chi sono.»

Lui si scoprì a sorridere. «Allora hai scelto il progetto giusto.»

Ma lei disse: «Chi si accorgerà di un modesto assistente, di fronte al famoso dottor Keith Stoner o al professor McDermott? No. Io diventerò un’astronauta. Una vera astronauta.»

«La NASA non assume più personale.»

«Ricominceranno ad assumere, prima o poi. E le donne godranno di una preferenza particolare, vedrai.»

«Non è una vita romantica. È un po’ come fare l’autista d’autobus. Un sacco di lavoro pesante. E rischi.»

«Però tu sei andato nello spazio. Sei diventato famoso.»

«E disoccupato.»

«Immagina come dev’essere fare l’amore a gravità zero!»

«Più o meno come su un letto ad acqua. E poi, gli astronauti non fanno l’amore quando sono in orbita. Sono troppo occupati. E spaventati. Ed esausti.»

«Non ci credo.»

«È una vita noiosa, te lo giuro.»

«Non più noiosa di quella di una programmatrice di computer.»

«È questo che stai studiando?»

Lui intuì il sorriso di Jo nel buio, stretta al suo corpo. «È quello che i miei genitori credono stia studiando. Vogliono che io vada a scuola e impari un lavoro decente e normale, finché non incontrerò un tipo decente e normale, mi sposerò e comincerò a fare figli.»

«E ti passano i soldi per…»

«Un accidenti! Ho vinto una borsa di studio. E lavoro ai week-end e d’estate. Secondo te, come ho fatto a entrare all’osservatorio? Mi pagano per lavorare lì.»

Stoner sorrise al tono deciso della sua voce. «E adesso sei entrata nel progetto supersegreto IET di Big Mac. Spero che ti paghi bene.»

«Ho uno stipendio da tecnico specializzato.»

«Non c’è male.»

«E mi trasferirò alla Sezione Astronautica» aggiunse Jo. «Diventerò un’astronauta, e niente mi fermerà.»

«Ottimo» disse Stoner, soffocando uno sbadiglio. «Nel frattempo, però, vediamo di non morire assiderati.» Tirò su le coperte dalla propria parte del letto.

«Non preoccuparti. Quest’inverno staremo al caldo. Andremo ad Arecibo. Ne sono sicura.»

«McDermott non può esercitare pressioni del genere» ribatté Stoner, infilandosi sotto le coperte che erano già calde dei loro corpi.

Ma Jo si era alzata, stava cercando, alla luce della luna, i vestiti sparsi nella stanza.

«Cosa fai?»

«Mi sono portata una borsa con la biancheria da notte» disse, infilandosi i jeans senza preoccuparsi delle mutandine. «È in macchina. Torno tra un minuto.»

Si stava ancora abbottonando la giacca di lana quando uscì in corridoio, diretta alle scale.

Stoner sbadigliò, si chiese per un attimo come facesse la ragazza a sapere tante cose dei piani di McDermott. Poi pensò alla borsa con la biancheria da notte. Volpona d’una puttanella! Non sapeva se ridere o infuriarsi. Con uno sbadiglio, decise di non fare niente. Si girò su un fianco e si addormentò.

9

Si dice che le temperature bassissime di pianeti come Giove o Saturno, nella zona più esterna del sistema solare, rendano impossibile ogni tipo di vita. Ma queste temperature basse non sono presenti in tutte le parti del pianeta. Si riferiscono solamente agli strati più alti di nubi, gli strati accessibili ai telescopi agli infrarossi che sono in grado di misurare le temperature. In effetti, se avessimo un telescopio del genere nelle vicinanze di Giove e lo puntassimo sulla Terra, dovremmo dedurre temperature molto basse. Misureremmo le temperature delle nubi più alte, e non della superficie terrestre, molto più calda.

Carl Sagan
The Cosmic Connection — 1973

Un cocktail party della Washington ufficiale possiede una sua precisa scala gerarchica. In genere, com’è ovvio, i senatori hanno più peso dei membri del Congresso. Il presidente di un comitato è ovviamente più importante del presidente di un sottocomitato… quasi sempre. Ma che dire di una repubblicana di secondaria importanza che è anche una bella donna? E del segretario di un membro del Congresso che è parente del governatore dello stato da cui proviene il membro del Congresso?

Il vicecomandante Tuttle era assai sensibile alle più delicate sfumature di quei partie. Sapeva che i vicecomandanti, nella scala del cocktail party, si trovano un gradino più in basso del barman medio. Eppure, al party giusto si potevano combinare molte cose buone, se il vicecomandante dava istruzioni perfette al suo ufficiale superiore. Per di più, quel party aveva una sua dimensione extra: l’ospite d’onore era Willie Wilson, l’evangelista urbano che era diventato la novità più “in” del giovane jet set.