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Benedetto si girò verso di lui. «Non vedo come…»

«Questo manufatto alieno» disse Von Friedrich, accorgendosi di quanto fosse debole la sua voce «lascerà stupiti molti fedeli. Gran parte del nostro gregge vive ancora in regioni assai arretrate del globo: America Latina, Africa, Asia… Persino in certe zone dell’America e del Nord Europa molti cattolici hanno solo una conoscenza limitata del mondo moderno. Temono la scienza moderna. Si aggrappano alla fede come sostegno alle tribolazioni dell’esistenza.»

«Naturalmente» disse il papa.

«E la loro Chiesa» continuò Von Friedrich «ha sempre lasciato credere che siamo noi le creature di Dio. Noi, e noi soli.»

«Ma la Chiesa non ha mai negato la possibilità che esistano altre creature in altre regioni dell’universo» ribatté Benedetto.

«Non l’ha mai negata formalmente» disse Von Friedrich. «Però la Santa Madre Chiesa non ha nemmeno mai spinto i suoi figli a prepararsi all’incontro con creature giunte dallo spazio.»

«Perfettamente vero, amico mio» mormorò il papa. «Perfettamente vero. Anche nella Redemptor hominis ho detto che l’uomo ha ricevuto il dominio del mondo visibile dal suo Creatore.»

«Se il mondo venisse a sapere all’improvviso che esistono altre creature intelligenti nello spazio, creature di altri mondi, altri soli, e che ci sono superiori dal punto di vista fisico…» Von Friedrich chiuse gli occhi per nascondere il dolore «…la fede di molti cattolici subirà la massima delle prove.»

Benedetto, con riluttanza, annuì. «Potrebbero esserne scosse le fondamenta su cui si basa la loro fede. Potrebbe essere il colpo maggiore sferrato alla Chiesa dai tempi di Lutero.»

Von Friedrich scosse la testa. «Non Lutero. Sono stati Galileo e gli scienziati a distruggere l’autorità della Chiesa Universale. Senza di loro, Lutero era nulla. Roma aveva già affrontato scismi ed eresie prima che gli scienziati portassero al movimento protestante.»

«Un duro giudizio sulla scienza» disse il papa sorridendo.

«Siamo in grado di convertire gli eretici, col tempo» disse Von Friedrich, e gli tremò la voce. «Sono stati gli scienziati a sovvertire la Chiesa.»

Il papa sollevò una mano. «Non siamo qui per riaprire scismi antichi di secoli. La scienza ha scoperto il manufatto alieno. Ora, cosa deve fare Santa Madre Chiesa?»

«Pregare che si allontani» disse Von Friedrich.

«A quanto sembra» disse Benedetto «per il momento sia gli americani sia i russi stanno cercando di tenere segreta l’informazione.»

«Bene!»

«Hanno accennato alla possibilità di un lavoro comune negli studi sul manufatto» proseguì Benedetto «ma in realtà entrambe le nazioni vogliono entrare in possesso da sole della scienza aliena, per servirsene a scopi militari.»

Il viso del papa si fece serio. «Ovviamente. A che altro potrebbero pensare? Ma per quanto tempo riusciranno a tenere nascosta l’informazione ai loro popoli?»

«Prima o poi, qualcuno parlerà» convenne Benedetto.

«Dobbiamo decidere come affrontare la situazione quando la notizia trapelerà» disse il papa.

«Potremmo essere noi stessi a fare la rivelazione» propose Benedetto.

«No!» ribatté seccamente Von Friedrich.

«Ne deriverebbe grande prestigio per il Santo Padre» spiegò Benedetto «e inoltre ai fedeli sarebbe chiaro che il papa non è intimorito.»

Von Friedrich rifletté un attimo, poi disse: «Ma se americani e russi sono d’accordo nel mantenere il segreto, non negherebbero tutto se noi cercassimo di diffondere la notizia? Dopo tutto, gli americani non hanno dato l’annuncio formale della scoperta. Noi l’abbiamo scoperto attraverso i canali più circospetti. E i russi…!»

Benedetto disse: «I governi americano e russo possono desiderare il segreto. Ma i loro scienziati non lo vogliono, ne sono certo. E esistono molti altri scienziati, in altre nazioni, che potrebbero confermare la verità, dopo che Sua Santità l’avesse rivelata.»

«Ne siete sicuro?» chiese il papa.

«Ragionevolmente sicuro, Vostra Santità.»

«Ragionevolmente» sottolineò Von Friedrich.

«Ma abbiamo deciso» chiese dolcemente il papa «che il momento è adatto per dare la notizia?»

«Dobbiamo riflettervi attentamente prima di lanciarci in azioni precipitose» disse Von Friedrich.

Il papa inarcò un sopracciglio nella sua direzione, «La Propaganda Fide vuole qualche settimana per pensarci?»

«Sì, Vostra Santità.»

«O qualche mese?»

Von Friedrich cercò di scrollare le spalle; ci riuscì appena.

«Non abbiamo mesi» incalzò Benedetto. «Forse non abbiamo nemmeno settimane. Dobbiamo decidere adesso. Subito!»

Il papa si girò verso di lui. «Amico mio, da quando sono qui ho imparato che in Vaticano non si fa nulla troppo in fretta.»

«C’è una cosa che possiamo fare immediatamente» ribatté Benedetto. «Col vostro permesso, naturalmente, Vostra Santità.»

«Di che si tratta?»

«Gli americani hanno invitato i russi e gli scienziati di molti altri paesi a unirsi a loro in un progetto congiunto di ricerca, per studiare i segnali e tentare di entrare in comunicazione col manufatto alieno.»

«Sì?»

«Così mi dicono i miei informatori a Washington» rispose Benedetto con espressione un po’ troppo soddisfatta, come pensò Von Friedrich.

«E noi cosa c’entriamo?» chiese il papa.

«Potremmo inviare uno scienziato a rappresentarci in questo gruppo, se gli americani sono effettivamente sinceri nella loro offerta.»

«Uno scienziato della Chiesa? E chi potrebbe…»

«Abbiamo l’uomo adatto» disse Benedetto, con l’aria del prestigiatore che fa apparire un coniglio dal cappello. «Un converso domenicano in un monastero di Languedoc. Era un cosmologo di fama mondiale che ha vinto il premio Nobel per le sue teorie…»

Von Friedrich lo interruppe: «Un cosmologo che ha ricevuto il Nobel e poi si è ritirato in un monastero domenicano?»

Benedetto allargò le mani, in un gesto tipico degli italiani. «Voleva lasciare il mondo. Aveva il problema dell’alcol. Correvano anche altre voci… su eccessi della carne…»

«Quest’uomo dovrebbe rappresentare il Vaticano?»

«Oggi è molto più anziano» rispose Benedetto. «La vita monastica lo ha purificato.»

«Riuscirà ad affrontare le tentazioni del mondo, lasciate le mura del suo monastero?» si chiese il papa preoccupato.

Con un sorriso, Benedetto disse: «In un centro di ricerca scientifica? Credo proprio di sì.»

«Come si chiama?»

«Reynaud. Edouard Reynaud.»

«Non ne ho mai sentito parlare» mormorò Von Friedrich.

«È uno scienziato molto famoso.»

«Benissimo» disse il papa. «Chiedete i suoi servigi al suo Ordine. Prima dovrà venire qui, per discutere con voi la questione nei particolari.»

«Sì, Vostra Santità.» Benedetto s’inchinò.

Von Friedrich chiamò a raccolta tutte le forze e disse, deciso: «Però non faremo nessun annuncio. Non dobbiamo allarmare i fedeli.»

Il papa annuì. «Sono d’accordo. Se americani e russi scelgono il silenzio, allineiamoci anche noi.»

Il dolore lo travolse; ma col dolore Von Friedrich avvertì un senso profondo di sollievo, quasi di gratitudine. “Se non altro in questo sono riuscito” pensò. “Ho fermato ancora una volta la marea italiana. Ho impedito al Vicario di Cristo sulla Terra di compromettersi.”

Anche dietro il velo della sofferenza, Von Friedrich riuscì ad assaporare l’espressione cupa sul viso scuro di Benedetto.

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SCONTRO TRA REVIVALISTI E RELIGIOSI E SOSTENITORI DEGLI UFO