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La grande fattoria dalla finestre intensamente illuminate, la massa oscura del granaio, e, più vicini, l'ospedale e gli edifici del personale, anch'essi punteggiati da allegre luci gialle. David ridiscese, a lenti, rigidi passi, nella valle. Aveva saltato la cena, ma non era affamato.

— David! — gli gridò uno dei ragazzi più giovani, un Cinque. David non sapeva da chi fosse clonato. C'era parecchia gente che lui non aveva conosciuto quand'erano così giovani. Si fermò e il ragazzo corse verso di lui, ma non si arrestò: sempre correndo lo sfiorò, trasmettendogli il messaggio al volo: — Il dottor Walt ti cerca.

Walt era nel suo studio all'ospedale. Sparsi sulla sua scrivania e su un tavolo accanto c'erano i grafici biologici del ceppo Quattro. — Ho finito — disse Walt. — Tu dovrai ricontrollare, naturalmente.

David diede una rapida scorsa alle ultime linee, H-4 e D-4. — Lo hai già detto ai due ragazzi?

— L'ho detto a tutti. Essi sono perfettamente in grado di capire. — Walt si sfregò gli occhi. — Non hanno segreti fra loro. Sanno tutto del periodo di ovulazione delle ragazze e delle necessità di tenere una registrazione. Se una qualunque di queste ragazze è in grado di concepire, essi la renderanno incinta. — La sua voce aveva una sfumatura quasi amara quand'egli sollevò lo sguardo su David: — D'ora in avanti saranno loro ad occuparsene, completamente.

— Cosa intedi dire?

— W-1 ha fatto una copia della mia documentazione per i suoi schedari. Sarà lui a proseguire il mio lavoro.

David annuì. Un po' alla volta, gli anziani venivano esclusi, da questo, poi da quello… Stava per arrivare il momento in cui gli anziani non sarebbero più serviti a niente, bocche in più da sfamare, nient'altro. Si sedette e a lungo lui e Walt se ne stettero lì, uno accanto all'altro, in solidale silenzio.

In classe, il giorno dopo, sembrò che non vi fosse niente di diverso. Niente legami a coppie fisse, pensò cinicamente David. Essi accettavano di essere accoppiati con la stessa casualità con cui lo accettava il bestiame. Se c'era qualche gelosia verso i due maschi fertili, era ben nascosta. Egli sottopose la classe a un esame di sorpresa e si mise a girare su e giù per l'aula mentre essi si scervellavano a trovare le risposte. Sapeva che tutti avrebbero superato l'esame; e non semplicemente superato, ma anche in modo brillante. Ogni loro interesse, ogni spinta vitale concorreva a questo. Essi stavano imparando, adolescenti, ciò che lui solo a prezzo di molte difficoltà aveva afferrato a vent'anni. Non c'erano distrazioni né abbellimenti educativi, soltanto l'essenziale. Lavoro in classe, nei campi, nelle cucine, nei laboratori. Essi lavoravano dandosi instancabilmente il turno: la prima, vera società senza classi sociali.

David si riscosse dai suoi pensieri quando si rese conto che stavano già finendo il compito. Gli aveva concesso un'ora, ed essi stavano terminando in quaranta minuti; ci avevano messo leggermente di più del gruppo Cinque, che dopotutto era di due anni più giovane del gruppo Quattro.

I due D più anziani dopo la lezione si diressero verso il laboratorio, e David li seguì. Essi continuarono nella loro accalorata discussione fino all'istante in cui si accorsero che anche lui era lì. Allora si zittirono. Lui si soffermò nel laboratorio per quindici minuti, lavorando nel più completo silenzio, poi se ne andò. Fuori dalla porta sostò per qualche attimo e subito udì le loro voci riprendere il dialogo interrotto sia pure a un tono più basso. Rabbiosamente, David si allontanò lungo il corridoio.

Giunto allo studio di Walt, sbottò infuriato: — Dannazione, stanno combinando qualcosa! Posso fiutarlo.

Walt lo fissò con lo sguardo distaccato, pensieroso. David si sentì impotente davanti a lui. Non c'era alcun indizio preciso, niente a cui attribuire un significato preciso, ma soltanto una sensazione, un istinto che non si lasciavano acquietare.

— Pensa a come hanno accettato il risultato degli esami clinici — fu la sua conclusione, quasi disperata. — Perché mai gli altri ragazzi non sono gelosi? Perché mai le ragazze non fanno approcci ai due stalloni disponibili?

Walt scosse la testa.

— Non so neppure più che cosa stiano facendo in laboratorio — proseguì David, — E Harry è stato degradato al rango di guardiano del bestiame. — Cominciò a girare su e giù per la stanza, come un'anima in pena. — Ci stanno strappando di mano il controllo.

— Sapevamo che un giorno sarebbero arrivati a farlo — gli ricordò Walt, cercando di placarlo, pacatamente.

— Ma abbiamo soltanto diciassette Cinque. Diciotto Quattro. Ne usciranno, al massimo, sei, sette fertili. E una durata di vita che tende tuttora a diminuire. E le anormalità che sono ancora in aumento. Non sanno tutto questo, forse?

— David, rilassati. Sanno tutto. Lo stanno vivendo sulla loro pelle. Credimi, lo sanno. — Walt si alzò in piedi e avvolse con un braccio le spalle di David. — Ma… ce l'abbiamo fatta, David! Abbiamo fatto sì che accadesse. Anche se adesso abbiamo soltanto tre ragazze fertili, potrebbero avere fino a trenta bambini. E la percentuale dei fertili, nella prossima generazione, sarà senz'altro maggiore. Ce l'abbiamo fatta, David. Lasciamo che siano loro a continuare, adesso, se vogliono farlo.

Alla fine dell'estate due ragazze del ceppo Quattro erano incinte. Vi furono festeggiamenti, nella valle, frenetici almeno quanto quelli del Quattro Luglio, che i più vecchi ricordavano ancora.

Le mele stavano diventando rosse sui rami quando Walt divenne troppo malato per poter lasciare la sua stanza. Altre due ragazze rimasero incinte; una di esse era una Cinque. Ogni giorno David passava ore ed ore con Walt, non voleva più assolutamente lavorare in laboratorio, e si sentiva un estraneo nelle aule dove quelli del ceppo Uno stavano gradualmente assumendo l'incarico d'insegnare.

— Forse dovrai assistere al parto di quei bambini, la prossima primavera — commentò Walt, sogghignando. — Forse è meglio iniziare dei corsi per l'assistenza alle partorienti. Credo che Walt-3 sia pronto a farlo.

— Ci arrangeremo — disse David. — Non preoccuparti. Mi aspetto che anche tu sarai presente.

— Forse… chissà. — Walt chiuse gli occhi per un attimo, e senza riaprirli mormorò: — Avevi ragione a proposito di loro, David. Stanno tramando qualcosa.

David si sporse in avanti, abbassando istintivamente ancora di più la voce: — Che cosa sai?

Walt lo fissò e scosse leggermente la testa: — Pressapoco quanto ne sapevi tu quando sei venuto da me all'inizio dell'estate. Niente di più. David, scopri quello che stanno facendo nel laboratorio. E scopri che cosa pensano delle due ragazze rimaste incinte. Queste due cose… al più presto! — Voltò le spalle a David, e disse ancora: — Harry mi dice che hanno messo a punto un nuovo metodo di sospensione a immersione che non richiede placente artificiali. E intendono applicarlo in pratica il più presto possibile. — Sospirò. — Harry è rincitrullito, David. Senilità o pazzia. W-1 non può far niente per lui.

David si alzò in piedi, ma esitò prima di uscire: — Walt, credo che sia il momento che tu me lo dica. Che cos'hai?

— Esci da qui, dannazione — ribatté Walt, ma nella sua voce non c'era più traccia di quella sferzante energia che avrebbe letteralmente sparato David fuori dalla stanza. Per un attimo, Walt apparve indifeso e vulnerabile, ma deliberatamente chiuse gli occhi e questa volta la sua voce fu un ringhio: — Vattene, sono stanco. Ho bisogno di riposo.

David camminò a lungo sulla riva del fiume. Erano settimane che non metteva piede nel laboratorio, forse mesi. Nessuno aveva bisogno di lui nel laboratorio, non più. Là dentro si sentiva un intruso. Si sedette su un ceppo e cercò d'immaginarsi i loro sentimenti nei confronti delle ragazze incinte. Le avrebbero riverite, quasi adorate, le portatrici di vita, così poche fra molti? Walt temeva forse che si creasse un matriarcato di qualche tipo? Avrebbe anche potuto accadere, ma ne avevano già discusso molti anni prima e poi avevano lasciato cadere la cosa, relegandola tra i fatti che, comunque, non avrebbero mai potuto controllare. Avrebbe potuto nascere una nuova religione, ma anche se gli anziani l'avessero saputo, che cosa avrebbero potuto fare in proposito? Che cosa avrebbero dovuto fare? Gettò dei ramoscelli nell'acqua, che scorreva senza una sola increspatura, come tutta d'un pezzo, in quella notte fredda e tranquilla, e seppe che, comunque, non gliene importava niente.