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— Non sono preoccupato per Harvey — replicò Lewis.

— Lo so. Ma non so invece se Thomas ce la farà ad arrivare alla fine. A cena l'ho imbottito di tranquillanti. Ma sinceramente non so, ogni sera, che cosa potrà combinarci il giorno dopo.

— Non possiamo portare un peso morto con noi fino a casa — borbottò Lewis, fissando la sera incombente. — Anche col più rigoroso dei razionamenti, il cibo sarà un problema. E Thomas, anche con i tranquillanti avrà sempre bisogno di mangiare. E qualcuno dovrà remare al posto suo…

— No, dobbiamo portarlo con noi! — E con questa dichiarazione, il comando della spedizione passò saldamente a Ben. — È essenziale per noi studiarlo, dovessimo trascinarlo di peso fino a casa, in camicia di forza.

Per qualche istante, restarono ambedue silenziosi. — È la separazione che ci fa questo, non è vero?

Lewis guardò verso sud, in direzione di casa: — Nessuno aveva previsto niente del genere. Noi non siamo come loro! Noi dobbiamo cancellare il passato, i libri di storia, tutto. Nessuno l'aveva previsto — ripeté, più calmo. — Se riusciremo a tornare indietro, dovremo fargli capire che cosa ci accade quando siamo lontani da quelli della nostra specie.

— Torneremo indietro — replicò Ben. — Completeremo il viaggio. Ed è per questo che ho bisogno di Thomas. Chi mai avrebbe potuto prevedere questo? Ora che siamo consapevoli di quanto, in realtà, siamo diversi da loro, compiremo ricerche ancora più approfondite. Mi chiedo se emergeranno altre differenze, cogliendoci di sorpresa nei momenti meno adatti.

Lewis si alzò in piedi: — Torni anche tu alla barca?

— Tra un momento.

Seguì con lo sguardo Lewis che scivolava giù lungo l'argine e saliva sulla barca; poi fissò ancora una volta il cielo. Gli uomini erano andati là fuori, un giorno, pensò, pieno di meraviglia, e non riuscì a immaginare il perché. Da soli o in piccoli gruppi essi avevano raggiunto strane terre, attraversato ampi mari, scalato montagne dove nessun piede si era mai posato. E non riusciva a immaginare perché mai avessero fatto quelle cose. Quale impulso li aveva spinti lontani dagli altri della loro specie, per perire da soli, o fra stranieri? Essi avevano visto tutte quelle case in rovina, come la vecchia casa dei Sumner nella valle, incapaci di capire perché mai fossero state concepite per una sola persona, oppure due al massimo, abitate da così poca gente, isolandosi deliberatamente dagli altri della propria specie. Perché?

La famiglia usava l'isolamento come una forma di punizione. Un bambino disobbediente, lasciato solo in una stanzetta per dieci minuti, ne usciva contrito, con ogni traccia di ribellione cancellata in lui. Essi avevano usato l'isolamento per punire David. Lassù, all'ospedale, medici e ricercatori sapevano tutta la storia degli ultimi mesi che David aveva trascorso fra loro. Quand'era diventato una minaccia, essi l'avevano isolato per sempre, una punizione più che sufficiente. Eppure, quegli uomini del più lontano passato avevano cercato deliberatamente l'isolamento, e Ben non riusciva a immaginare il perché.

CAPITOLO TREDICESIMO

Pioveva da due giorni; il vento soffiava a raffiche di trenta nodi e la sua furia andava crescendo. — Dobbiamo tirar fuori la barca dall'acqua — disse Lewis.

Avevano coperto l'intera imbarcazione con teli oleati, ma l'acqua penetrava attraverso spacchi e fenditure, e di tanto in tanto un'ondata intestiva la barca, rovesciandola quasi completamente sul fianco e inondandola. Con frequenza sempre maggiore qualcosa di massiccio sfregava contro il fianco della barca, o andava a cozzarvi contro.

Molly continuava a pompar fuori l'acqua e creava vivide immagini del fiume in tempesta nella sua mente. Ogni tanto si azzardava a scrutar fuori; alcune ore prima aveva visto un basso argine riconoscibile, adesso scorgeva soltanto turbini di acqua impazzita, e non un solo punto dove poter toccare terra senza pericoli.

— Un'ora — proseguì Lewis, quasi come risposta ai suoi pensieri. — Non dovremmo impiegare più di un'ora a ritornare a quel basso argine.

— Non possiamo tornare indietro! — urlò Thomas.

— Ma non possiamo ostinarci a proseguire! — ribatté seccamente Harvey. — Non essere idiota: finiremo speronati da qualche tronco d'albero!

— Io non tornerò indietro.

— Che cosa ne pensi, Ben? — chiese Lewis.

Erano tutti rannicchiati l'uno sull'altro a prua; Molly era nella parte mediana, testardamente intenta a manovrare la pompa, cercando di fingere che i muscoli doloranti non le facessero alcun male. La barca vibrò tutta a un nuovo, violento urto, e Ben annuì.

— Non possiamo ostinarci a proseguire — disse. — Non sarà una scampagnata, ma dobbiamo ritornare giù a valle.

— Mettiamoci all'opera — esclamò Lewis, e si alzò in piedi.

Erano tutti bagnati, gelati e spaventati. Erano in vista delle acque turbinanti dello Shenandoah dove questo si univa al Potomac, e i vortici che li avevano quasi travolti durante il viaggio di andata ora minacciavano di spaccare in due la barca. Non avrebbero potuto in alcun modo avvicinarsi di più allo Shenandoah finché la piena non si fosse placata.

— Thomas, dà il cambio a Molly alla pompa. E, Thomas, ricordalo bene, non pensare ad altro, soltanto a quella pompa! Continua a farla andare!

Molly si alzò in piedi, continuando a pompare fino a quando Thomas non si accomodò al suo posto, pronto a sostituirla senza interruzioni. Poi fece per dirigersi verso il ramo di poppa, ma Lewis le disse: — Prendi quello di prua. — Avevano infatti reinfilato i remi nelle forcole. La pioggia scrosciava con violenza ancora maggiore, e Thomas prese a pompare con rinnovata energia. L'acqua sferzava i loro piedi, e quando si spinsero al largo dell'invisibile riva, la barca fu ghermita dalla violenta corrente del fiume. Lo strato d'acqua sul fondo della barca si riversò con forza da una fiancata all'altra.

— Tronco in avvicinamento veloce! — gridò Molly. — A ore otto!

Riuscirono a far deviare la barca, che sfrecciò fulmineamente giù lungo il fiume, mentre il tronco li seguiva, alla loro sinistra.

— Ceppo! A ore docidi! Venti metri! — Molly pronunciò quelle parole appena in tempo. La barca deviò sulla sinistra, e sfiorò quasi il ceppo, con la velocità d'un proiettile. La piena aveva mutato aspetto ad ogni cosa: quando l'avevano superato la prima volta, il ceppo sorgeva, solidamente piantato, qualche metro lontano dalle acque, sulla terraferma. La corrente si fece più impetuosa, ed essi lottarono per tenersi più vicini alle terre sommerse, dove ovviamente l'acqua era più bassa e meno violenta. — Albero a ore una! Venti metri! — Virarono nuovamente, ma il tronco che li accompagnava in quella folle corsa roteò su se stesso e si fece pericolosamente vicino. — Tronco a ore nove! Tre metri!

E così proseguirono, in mezzo alla pioggia accecante, sfrecciando accanto a una sponda appena creatasi, tenendosi paralleli al massiccio tronco che compiva le sue pericolose evoluzioni a pochi metri da loro. Molly all'improvviso vide la secca e gridò: — Terra, a ore due! Venti metri! — Essi virarono rapidamente, puntando verso la sponda. La barca strisciò su qualcosa celato dall'acqua fangosa, e la metà anteriore della barca balzò verso l'alto, ricadendo subito dopo: vi fu una scossa tremenda, e l'acqua traboccò in massa da sopra la murata. Lewis e Ben balzarono prontamente fuori e, con l'acqua brunastra che turbinava intorno ai loro petti, si diressero a guado verso la terra affiorante, trainando la barca dietro di sé. Il fondo della barca passò raschiando e cigolando sopra le pietre e il fango; anche gli altri saltarono fuori e tirarono la barca ancora più addentro, fino a quando non fu del tutto a secco, inclinata sul fianco, ma per il momento al sicuro. Molly si lasciò cadere sul fango, ansimando, fino a quando non udì Lewis esclamare: — Dobbiamo portarla ancora più in alto. Il fiume si sta alzando rapidamente.